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MOBILI TRIGNANI, “POPARTICOLARE” (MUSIC FORCE)

Fabrizio Trignani e Nicola Modesti, amici da una vita in quel di Arsita (Teramo), dalle esperienze nelle prime cover band, ai progetti solisti del primo, fino a questo progetto che giunge al secondo lavoro sulla lunga distanza.

Dieci brani all’insegna di un cantautorato pop dai risvolti vagamente vintage; synth anni ’80, uno sguardo stralunato e ironico sul mondo e sulla vita, che possono ricordare un Tricarico o, molto più alla lontana, Rino Gaetano.

Un paio di episodi più volti alla tradizione popolare.

Vita vissuta, minimo quotidiano, complicazioni sentimentali, il mondo del lavoro…

Un disco leggero, che vola via come una brezza estiva, come se in fondo lo stesso duo non volesse prendersi troppo sul serio.

GTO: GO GTO GO 1993 – 2023 (MUSIC FORCE / EGEA MUSIC)

30 anni di attività, 6 dischi, innumerevoli concerti, in Italia e all’estero, qualche discreto riscontro (la vittoria ad Arezzo Wave nel 1998), lungo una carriera vissuta in gran parte nelle retrovie.

I GTO, umbri di Bastia, rilanciano celebrando i tre decenni con una doppia raccolta – monster: 38 brani e circa due ore e mezza di durata.

Tanto; troppo forse, così come forse troppa è la carne messa al fuoco dal quintetto umbro, che mostra un ventaglio d’influenze che val dal blues al ‘rock made in Italy’ (vaghe assonanze coi Negrita), dalla tradizione popolare (ricorrente il ricorso a fisarmonica e mandola) al folk vagamente ‘combattente’ al cantautorato (si omaggia, in apertura, De Gregori con ‘Rimmel’, c’è qualche episodio che richiama De Andrè, qua e là si è tentati di evocare Bertoli), dal reggae allo ska a echi ‘mariachi’.

Testi che vanno da un gusto vagamente favolistico al classico vissuto della provincia.

C’è del discreto e del meno, in due CD di 19 pezzi l’uno all’interno dei quali è facile perdersi, dimenticando ciò che si ascoltato all’inizio di un CD e magari in quello precedente.

ASSURD, CORTESE, GIANNI NEGRI, BARRIERA, DOMENICO ZUMBO, ESTRELS, LUCA FOL, ERIC MORMILE, 3NEMA, IADO, GIANPAOLO PACE: SINGOLI

IL SINGOLO DELLA SETTIMANA:

Assurd

Jesce Sole

Tre voci femminili, un contrabbasso elettrico al maschile, una filastrocca napoletana risalente a quanto pare al pieno Medioevo, nata come invocazione al Sole, che oggi si trasforma metaforicamente in auspicio di risveglio delle coscienze.

La suggestione aumenta con un video in bianco e nero che richiama ritualità ancestrali.

Firmato: Assurd, progetto dedito ormai da un trentennio alla (ris)coperta delle tradizioni musicali meridionali.

Cortese

L’Estate del 2003

Artist First

Una carriera già densa alle spalle, in cui spicca la vittoria a “X-Factor” con gli Aram Quartet, il salentino Michele Cortese, o solo ‘Cortese’, ha avviato una carriera da solista, a cui si aggiunge questo capitolo.

È estate e quindi via ai motivetti estivi con tutti i crismi; in questo caso: ricordi di storie d’amore, nella forma di un pop leggero e scanzonato.

Gianni Negri

Eterno Amore

PaKo Music Records/Visory Records/Believe Digital

Giovanni Sambiase da Napoli, alias Gianni Negri, varie esperienze alle spalle, prseNta questo brano che le  tonalità vagamente soul e la tinta piuttosto solare non riescono a fare evadere da un’invadente impressione di già sentito.

Il pop e i sentimenti non passerano mai di moda, ma qualche volta si potrebbe tentare qualcosa di diverso.

Barriera

Deserto Rosso

Il Piccio Records

Nuovo progetto di Valerio Casanova, alias Barriera, ‘Deserto Rosso’ esce in quattro versioni diverse: la prima, accompagnata da un video inquietante, che riflette sul rapporto tra tecnologia e natura, assumendo in seguito un connostato decisamente erotico, vede la partecipazione della violinista Carla Grimaldi.

Il brano si muove all’insegna di un synth pop dai risvolti vagamente obliqui, a raccontare gli strascichi lasciati da una relazione della quale – per una volta – si racconta anche la carnalità.

Domenico Zumbo

Voglia di Te

La premessa del titolo è ampiamente rispettata, in questo nuovo pezzo di Domenico Zumbo, cantautore (e attore) calabrese trapiantato a Roma.

Non si esce dai luoghi comuni di una relazione complicata, stavolta proposti con una formula dai tratti quasi chill out.

Tutto all’insegna del consueto, con un pizzico di curiosità rappresentato dal video, creato con l’ausilio dell’intelligenza artificiale.

Estrels

Ticking Time Bomb

Nata in Brasile, dall’età di sei anni in Italia, Stella Maria Fedeli, in arte Estrels, esordisce con questo brano all’insegna di un pop dai contorni sintetici e qualche influenza r’n’b: non usciamo dall’ordinario, ma la voce è discreta e la verve  interpretativa è una base su cui lavorare.

Luca Fol

Concetti

TSCK Records

Nuova anticipazione del secondo lavoro del cantautore riminese.

Atmosfere giocose e vagamente surreali, accresciute dal video, ugualmente ludico, per descrivere le incertezze, dei tempi correnti e non solo, sul proprio posto nel mondo.

Sonorità funk, accenni di rock psichedelico, Graziani e Battisti a fare capolino qua e là.

Eric Mormile

Anema ‘E Lione

Eric Mormile incoraggia a prendere in mano la propria vita e affrontare di petto le difficoltà, con lo ‘spirito del leone’ del titolo.

Siamo in pieno pop anni ’80: elettronica a manetta e soli di chitarra a ‘spingere’ il tutto.

Dialetto napoletano e atteggiamento vagamente ‘tamarro’, per un brano allegrotto che strappa un sorriso.

3nema

Nella testa un sogno

Classico brano sentimentale in cui lui invita lei a seguirlo, o tornare, nella nuova proposta del trio proveniente dalle rive del Lago di Garda.

Funk, rock, un pizzico di elettronica, ma tutto procede senza scosse.

Iado

Parigi da bere

Una dedica alla capitale francese, sullo sfondo di una vicenda sentimentale travagliata.

Pop con qualche ambizione cantautorale, che se adeguatamente sviluppata potrebbe offrire esiti interessanti, che però si perde un po’ in un arrangiamento e sviluppo abbastanza ordinario.

Gianpaolo Pace feat. Lorenzo Santangelo

Non in nome mio

PaKo Music Records/Believe Digital

Brano antibellico da parte di questo cantautore torinese, un disco all’attivo.

Nulla si può discutere riguardo impegno e intenti, ma in questi casi il rischio della retorica è altO, e purtroppo il pezzo ci cade pienamente, essendo il classico campionario del genere, dai bambini soldato alle banche brutte e cattive.

Pop impastato di elettronica ad accompagnare un cantato prominente che a tratti si fa quasi declamazione.

Apprezzabile per lo scopo, ma nulla più.

SHEDDY, TOMMASO ROMEO, IL MAESTRALE, GIONTA, MALDIMARTE, KEVIN LOV3: SINGOLI

Sheddy

Lacrime

Digital Distribution Bundle

Edoardo Chiocci, in arte Sheddy, rapper da Perugia già qualche singolo all’attivo; qui una canonica dedica amorosa, a una ‘lei’ che non si capisce se faccia parte del passato recente o ancora del presente.

“Piangere non è come piangersi addosso”: forse l’affermazione del diritto alle proprie debolezze, a dispetto dell’immagine ‘da duro’.

Si intravede (o instrasente, dato che parliamo di canzoni), un tentativo di introspezione, che però finisce per perdersi un po’ tra le pieghe del ‘solito’ brano sentimentale e un video troppo patinato.

Tommaso Romeo

Baciami

Digital Distribution Bundle

Vivaddio i ‘giovani’ conservano il gusto per gli strumenti musicali… come fa Tommaso Romeo, romano, classe ’00 che si circonda di un quartetto jazz per questi romanza a cavallo tra pop e canzone d’autore, qualche profumo anni ’60, video ispirato al ‘Piccolo Principe’.

Peccato che a un certo punto l’innesto di una chitarra elettrica rovini un po’ l’atmosfera costruita soprattutto su piano e voce

Un esordio comunque promettente.

Il Maestrale

Genesi

Collettivo che fonde la canzone popolare locale – in questo caso, di dialetto barese – con rock ed elettronica, il collettivo Il Maestrale esordisce con un pezzo dedicato all’instabilità, alla tendenza umana da Adamo ed Eva (ecco la ‘Genesi’) in poi a cercare altro, a non essere pienamente soddisfatti.

Il risultato di questo non riuscire a stare fermi è una danza, da ballare sui ritmi incessanti di questo pezzo, che forse però è destinata a non risolversi mai.

L’intento del collettivo nelle intenzioni appare filosofico oltre che sonoro, vedremo dove le idee li porteranno.

Ci si può lasciare trasportare, per il momento, dall’energia sprigionata.

Gionta

’84 Nightmare Vibes

Una sorta di hip hop rarefatto, giocato più sul connubio tra effetto vocale e loop elettronici che non sul classico flusso di parole sparate una dietro l’altra.

A proporla, Gionta, alias Antonio Francesco Daga, sardo di Alghero; ne esce un brano suggestivo, che per la preponderante presenza di voci femminili può ricordare vagamente certe esperienze anni ’90, a cavallo tra hip hop e soul.

Maldimarte

Formaldeide

Bauxite

Il più recente progetto di Vincenzo Genuardi e Domenico Mistretta offre un assaggio di “Medoaverso”, EP di prossima uscita.

La ‘Formaldeide’ è la dimensione avvolgente e gelatinosa in cui molti di trovano a vivere le proprie esistenze, non volendo – o potendo – guardare oltre, almeno fino a quando con la speranza non si riesca a trovare un varco per uscirne.

Chitarre pesanti e un cantato sguaiato, flirt accennato col grunge dei bei tempi che furono.

Kevin Lov3 feat. Papi Trujillo

1000 Sbatti

Dasein

Lui è ricco e famoso, ha soldi, diamanti, donne, ma ovviamente l’oggetto del suo affetto non lo considera poco e non mancano i momenti di solitudine…

Kevin Lov3 da Lugano, tatuatore e rapper, qui accompagnato dal sodale Papi Trujillo, ripropone un classico cliché del genere, e non solo: anche i ricchi piangono… magari l’errore è pensare che fare i soldi e contare i carati non possano essere l’unico obbiettivo dei ‘1000 Sbatti’ del titolo, specie se si fa musica…

LALLA BERTOLINI, “LA TERRA LIBERATA” (NEW MODEL LABEL)

Viene da lontano, Lalla Bertolini: un’attività di lungo corso che solo negli ultimi anni ha trovato una realizzazione una realizzazione discografica, con l’esordio della primavera 2020 – “Lo Straniero” – e ora con questo secondo lavoro.

Ancora otto brani (di scrittura più o meno recente, tra cui la rivisitazione di Franco Fosca, esponente dell’underground capitolino a cavallo tra i ’90 e i ’10), ancora una ventina di minuti di durata; ancora, soprattutto, la potenza di questa voce che, continua a dare l’impressione di venire da lontano, di portare con sé un ‘carico’ biografico e un ‘bagaglio tradizionale’.

Un pugno di canzoni in cui domina una dimensione quasi onirica, ‘sfuggente’, che sembra riportare elementi ‘ancestrali’: si parla di acqua (di mare), dello scorrere del tempo e delle stagioni, di fuoco, di terra.

Non però, attenzione, un disco ‘elementale’, o naturale: piuttosto, gli ‘elementi’, fanno da contorno, da scenario, quasi da spettatori impassibili di vicende umane legate o meno alla biografia della cantautrice romana.

Si guarda però anche al di là: un brano dedicato al mai chiarito rapporto tra Simone Weil e Trockij, un pezzo che rievoca un viaggio a New York, tra suggestioni passate e presenti, la ‘title track’, che risalente agli inizi della affermazione leghista, sembra rievocare anhce l’11 Settembre.

Un lavoro in cui Bertolini guarda oltre anche nei suoni: se l’esordio si fondava su chitarra e voce, oggi troviamo un ensemble strumetale che si allarga all’elettricità (anche lasciando i lidi folk per tingersi di rock), ospitando chitatta e batteria assieme a un contrabbasso, fiati e suoni-giocattolo episodicamente.

A restare però è soprattutto la sua voce, che sembra voler mollare certi ‘ormeggi’ – forse qualche timidezza – facendosi più sicura e affermando un’artista che merita ascolto e attenzione.

NICOLÒ PICCINNI & GLI INTERNAUTI, “AUTREMENT” (INDIEPENDENCE)

‘Autrement’, ovvero ‘altrimenti’: il secondo disco lavoro del cantautore torinese Nicolò Piccinni, qui accompagnano dai cinque

musicisti degli Internauti è una riflessione sul ‘guardare oltre’, cambiando magari punto di vista rispetto a modi di pensare consolidati nell’affrontare dal quotidiano, dal ‘personale’ all”universale’.

Una riflessione che in molti hanno / abbiamo fatto nel corso dell’ultimo anno e mezzo e passa, costretti, specie nei periodi più duri, a rivedere le proprie abitudini.

Sette i pezzi, durata contenuta (attorno alla mezz’ora): lo scorrere del tempo, i rapporti sentimentali al di là di genere ed etnia, il rapporto con la natura (con una dedica all’orso M49, simbolo appunto di quella natura che l’uomo vorrebbe sempre tenere sotto controllo), la casualità che crea differenze tra gli uomini anche solo per il luogo di nascita, gli amori violenti e le tossicodipendenze i temi affrontati.

Ballate di ispirazione ‘popolare’ (con qualche reminiscenza di Dalla), episodi che ora flirtano col dub, ora puntano decisamente verso il rock, con un esito che, sia per la vocalità, sia per l’attitudine in cui emergono disincanto e un pizzico d’ironia può ricordare a tratti Ivan Graziani.

MANUELA CIUNNA, ‘CUI TE LO DISSI’ – SINGOLO (ROUGH MACHINE / MAQUETA RECORDS)

Merita qualche riga a parte questo singolo della cantautrice, siciliana di Augusta, che ne anticipa il nuovo lavoro – “Nzuccarata”, in uscita in autunno – all’insegna della rilettura di vari episodi del canzoniere tradizionale della propria regione.

Il brano in questo caso fa parte del repertorio della cantautrice di Licata Rosa Balistreri, simbolo della musica siciliana del Ventesimo secolo, forse un po’ dimenticata.

Un coinvolgente – e a tratti, quasi travolgente – mix di canzone popolare, jazz e ritmi sudamericani (con qualche prevedibile sentore di Bossanova), questi ultimi da tempo il ‘territorio d’elezione’ di Ciunna, che ha dedicato i suoi due dischi usciti finora proprio alla musica del Sudamerica, brasiliana in particolare.

Ora il ‘ritorno’ a casa, ad officiare un ideale matrimonio tra le proprie origini e le proprie passioni: questo primo assaggio è senz’altro un ottimo viatico.

CRISTIAN GRASSILLI, “PRESENTE” (AUTOPRODOTTO)

Cantautore e psicoterapeuta, Cristian Grassilli ha unito passione e professione, spesso usando la musica per far meglio conoscere la malattia mentale.

“Presente” è il terzo (mi pare) disco di un percorso che ha portato il cantautore bolognere a collaborare anche con Guccini, per il suo “L’Ultima Thule”.

I dieci brani che compongono “Presente” costituiscono in gran parte un inno alla vita, a vivere il ‘presente’ senza tante recriminazioni per il passato o paure per il futuro, a volersi bene, all’insegna di una ‘Leggerezza’ (per citare uno dei titoli) che nei tempi attuali è più che mai necessaria.

La seconda parte del disco si apre anche ad altre tematiche: i rapporti padre – figlio, lo sfruttamento dell’Africa, l’ossessione per la ricchezza…

Un lavoro inserito nei binari più canonici di un cantautorato svolto il più delle volte in ballate dal sapore di canzoni popolari, con qualche vaga concessione pop.

A tratti si avverte la mancanza di qualche variazione in più, sia nelle scelte sonore, sia nel ‘tono’ dei brani, che talvolta sembra un po’ troppo ‘paternalistico’.

LA SERPE D’ORO, “IL PANE E LA SASSATA” (SIBERIA RECORDS)

Tornano i ‘Toscani randagi‘ (citando il titolo del loro primo lavoro, uscito quattro anni fa) capitanati da Igor Vizzaz e per questo progetto che rilegge Il canzoniere popolare toscano.

I 18 brani presenti (includendo anche i vari ‘stasimi’ di ‘Sotto il ponte della Sieve’, una sorta di ‘progetto nel progetto’, nato dalla collaborazione di Vazzaz con il chitarrista jazz Claudio Riggio e Stefano Giannotti di OTEME, estratto di una registrazione originale di 70 minuti) attraversano dunque un repertorio prettamente ‘popolare’, fatto di ballate d’amore, ninne nanne, filastrocche ‘licenziose’, arrivando a al Boccaccio di ‘Amor la vaga luce’, tratta dal “Decamerone” (forse inevitabile il riferimento all’opera, ambientata ai tempi della peste fiorentina, in un disco in parte realizzato nei tempi della ‘clausura’ dello scorso anno), ma che vive anche di riferimenti contemporanei, tra lo Jannacci di ‘Sfiorisci bel fiore’ e la rilettura del ‘Folsom Prison Blues’ di Johnny Cash, qui trasferito nel carcere di Marassi.

L’operazione non si limita comunque a una ‘rilettura calligrafica’ del materiale originario: per loro stessa affermazione, i componenti de La Serpe d’Oro “Non suonano come contadini”, ma riportano la propria formazione personale, dando al tutto una veste ora blues, ora country, ora – negli episodi forse più riusciti – quella di un folk crepuscolare e vagamente ‘sghembo’ che può ricordare certe analoghe sperimentazioni condotte, ad esempio da un Cesare Basile.

Ispirati dall’opera dell’etnomusicologa Caterina Bueno, “La Serpe d’Oro” assemblano un disco variegato, che si presta a offrire qualcosa di più ad ogni ascolto.

“Il pane e la sassata” vuol dire più o meno che le cose possono andare nel migliore o nel peggiore dei modi: in questo caso, tutto scorre per il verso giusto.

INNOCENTE, “#IOSONO” (CINICO DISINCANTO / PEZZI DISCHI / LIBELLULA MUSIC)

Disco d’esordio per questo giovane cantautore pugliese, classe 1991 e formazione accademica.

#Iosono è la prima tappa di un percorso che finora ha visto il cantautore partecipare a vari progetti, accompagnati da una certa attività dal vivo.

Otto brani dalle tinte variegate: cantautorato e jazz, soprattutto, senza disdegnare una certa attitudine pop e qualche vago accenno rock.

Il pianoforte come strumento d’elezione, con qualche travolgente scorribanda swing e all’opposto episodi più evanescenti, ad accompagnare brani in cui prevale il vissuto personale, anche sentimentale; chiusura affidata alla popolare ‘Bella ci dormi’ per un lavoro convincente.