Archive for novembre 2016

ANTONIO FIRMANI, “LA GALLERIA DEL VENTO” (LIBELLULA MUSIC)

La ‘galleria del vento’ del titolo è la metafora delle prove e delle difficoltà che si trovano ad affrontare le storie d’amore dei trentenni d’oggi, nel passaggio da quella sorta di ‘adolescenza prolungata’ che sono diventati i vent’anni e l’età adulta.

Ce ne parla, anzi: ce ne canta e suona, Antonio Firmani: napoletano, un disco all’attivo, qualche anno fa, nel progetto che univa il suo nome a quello dei 4th Rows; questa invece la prima prova completamente solista.

Firmani prende una storia come tante, quella di Mario e Alice e la porta a esempio delle inquietudini e degli slanci d’affetto, dei punti fermi e delle incognite della vita delle giovani coppie di oggi.

Si comincia con uno strumentale, non a caso intitolato ‘Le candeline dei trent’anni’ e si prosegue con altri otto brani, dalle sonorità semiacustiche, i toni soffusi, le atmosfere raccolte: il tutto a dare un’impressione fortemente intima, a tratti ‘domestica’, in un’osservazione del minimo quotidiano delle storie d’amore che, con citazioni scoperte (‘I principianti’) e per esplicita ammissione dell’autore, molto deve a Raymond Carver.

Omaggi cinematografici (le ritmiche insistenti della colonna sonora di “Birdman”) e televisivi: il brano di chiusura del disco, “Una casa felice, è stata una casa felice”, riprende una battuta del finale di “Friends”, mitologia sit-com che a cavallo dei ’90 / 2000 ha segnato l’immaginario della generazione di quelli che Firmani in un altro pezzo chiama ‘Gli ultraventenni’, ritornando alla paura di crescere e maturare, affrontando le responsabilità imposte, anche nella gestione degli affetti, dall’età adulta; non a caso, proprio il brano in questione vede Firmani accompagnato dalla voce di una bambina: a volte piuttosto che ‘guardare avanti’ si è più predisposti a rivolgersi nostalgicamente all’infanzia.

Un cantato raccolto, sommesso (ma non dimesso), spesso connotato di una certa tenerezza, una lieve ironia con cui Firmani tratta tematiche sentimentali che, per quanto travagliate, sempre amorose sono, accompagnato da chitarre essenziali, altrettanto tenui, così come la sezione ritmica, mentre a piano, archi, fiati, tastiere e quale strumento – giocattolo è affidato di volta in volta il compito di consolidare la struttura sonora e ampliare la gamma di colori, toni e luci del disco.

Un esordio solista che può convincere, soprattutto per il suo carattere discreto, sia nello schiuderci la porta sulle vite dei protagonisti, sia nel suo offrire all’ascolto suoni e parole con passo quasi felpato.

JOHN STRADA, “MONGREL” (NEW MODEL LABEL)

25 anni di carriera alle spalle, John Strada – concedeteci il gioco di parole – di strada ne ha percorsa un bel pezzo… l’avevamo lasciato, un paio di anni fa, col suo “Meticcio”; lo ritroviamo oggi con “Mongrel” che di quel disco prosegue il discorso, fin dal titolo.

L’inesausta spinta a ‘vagabondare’ (e con un nome così, non poteva essere altrimenti), di qua e di là da dall’Oceano, ha portato nuovamente strada in territorio americano, a partecipare al festival benefico “Light of Day”, in quel di Asbury Park, patrocinato da Springsteen.

Esperienza che appare aver marcato indelebilmente tutto il lavoro, su cui forse più che in altre occasioni aleggia, anche in modo un filo troppo ingombrante, l’ombra del ‘Boss’.

Quindici pezzi (includendo le tre bonus tracks), che in alcuni casi riprendono, aggiornandolo, materiale precedentemente pubblicato, all’insegna di rock, blues, country: trascinanti episodi elettrici, ballad ‘strappacore’, momenti giocosi che sfiorano ambientazioni da saloon: nel campionario presentato da Strada e i suoi Wild Innocents non manca praticamente nulla di quanto gli habitué del genere si aspettino.

Suoni pieni, corposi e avvolgenti, frutto di una produzione di livello internazionale, cui si sono aggiunti gli interventi di un manipolo di ‘ospiti’, per un lavoro che si snoda tra ‘inni esistenziali’, racconti, pezzi di vita, fughe, storie d’amore e cuori infranti…

Un disco che non si ‘risparmia’, dato che non è poi così frequente trovarsi di fronte a lavori che sforano l’ora di durata è che è pronto a conquistare l’ascoltatore soprattutto con la sua onestà, con la sua mancanza di filtri, con la sua immediatezza… poco importa – forse – che a tratti le atmosfere e l’interpretazione riconducano in maniera forse un po’ troppo diretta a territori springsteeniani

A ricordaci (se ce ne fosse il bisogno) che, al di là delle ‘etichette’ e delle ‘fanfare mediatiche’, c’è chi in Italia un certo rock continua a saperlo fare, meglio di altri, lontano dai riflettori.

UMBERTO TI., “CIELO INCERTO EP” (NEW MODEL LABEL)

Cinque pezzi compongono l’EP di esordio del cantautore padovano Umberto Tramonte (abbreviato in ‘Ti’), all’insegna di un rock – pop dalle venature sintetiche, che non rinuncia qua e là a qualche più ruvida sferzata.

Storie sentimentali concluse od oscillanti, donne sfuggenti o sfuggite costituiscono il nucleo tematico principale della scrittura di ‘Ti’, sullo sfondo di un quotidiano metropolitano, che sfocia in nottate ai limiti.

Disincanto, un sottofondo agrodolce, un’attitudine che non rinuncia a una certa ironia, per un lavoro che mostra spunti interessanti e forse trova il suo miglior momento nella conclusiva ‘AngeliFantasmi’, in cui i suoni vengono ridotti al minimo, quasi solo un tenue tappeto sintetico, a dipingere un’atmosfera sospesa, a cavallo tra reale ed onirico.

NATURA SURF, “CONTRO NATURA” (NEW MODEL LABEL)

Prima prova discografica per il progetto nato dall’incontro del batterista Davide Miano e del trombettista (anche se qui di fiati non c’è traccia) Andrea Collini, poi rapidamente divenuto un quartetto.

Un mix di rock – dalle venature indie – e pop, sonorità sintetiche e sferzate elettroniche ad accompagnare testi dalle venature sci-fi, atmosfere oniriche, sul filo del nonsense. Dodici pezzi , a quanto suggeriscono le affermazioni della band scritti ed eseguiti in modo abbastanza istintivo, immediato, senza partire da idee troppo focalizzate, ma lasciandosi ispirare di volta in volta dall’atmosfera del momento. Si viaggia tra pop sghembo, accenni new wave, frammenti noise, suggestioni da colonna sonora da fantascienza di serie B, mentre si parla della devastazione della natura, di alieni teledipendenti, dell’idiozia dell’uomo medio, mostri direttamente usciti dagli incubi dell’infanzia. Un disco ‘strano’, per certi versi molto altalenante, in cui brani più ‘strutturati’ si alternano a pezzi che partendo da un’idea semplice (quasi banale) lì si fermano. I testi sono dominati da un susseguirsi di immagini, di suggestioni, talvolta ai limiti – e oltre – il flusso di coscienza, a tratti forse anche troppo evanescenti…

L’esito è ondivago: si ascolta questo disco una volta e ti sembra una mezza genialata, quella successiva sembra scorrere via senza sussulti, abbastanza anonimo, quella dopo ancora rivela spunti sfuggiti… come quando spinti dal solo entusiasmo ci lancia in una corsa a rotta di collo, ma dopo qualche decina di metri la mancanza di allenamento si facesse sentire.

I Natura Surf sembrano avere a loro favore una certa originalità, la predisposizione a scavallare tra i generi, un approccio alle parole non scontato e con un certo retrogusto ludico (potrebbe venire in mente il primo Tricarico, per chi se lo ricorda); le idee ci sono, l’attitudine anche, ma l’impressione è che per dargli forma compiuta e giungere a risultati apprezzabili serva maggiore rodaggio e un ulteriore accumulo di esperienza.

FUMETTAZIONI – 7

Brevi recensioni di letture disegnate.

 

I GRANDI CLASSICI DISNEY 8

La ‘perla’ del mese è la parodia del Don Chisciotte, Paperino protagonista assieme a Pippo improbabile Sancho Panza: Guido Martina scrive, Pier Lorenzo di Vita disegna e la pietra miliare è servita. Voto: 8
Altra parodia: Sandopaper e la perla di Labuan (di Michele Gazzarri e Giovan Battista Carpi). Voto: 7
Nick George, Al Hubbard, Phil DeLara, Bill Wright, Jack Bradbury e Vic Lockman compongono la nutrita pattuglia di autori d’oltreoceano che firmano buona parte
delle altre storie; per l’Italia, tra gli altri, Cimino, Pier Carpi, Massimo De Vita.
Voto: 6,5

 

INVINCIBLE 32 – 33

Botte da orbi tra il protagonista e il nuovo letale arcicattivo ‘Conquest’: a farne le spese, oltre che il nostro, sono anche un paio dei comprimari principali della serie, uno/a dei quali se la vede veramente, veramente brutta…
Kirckman ama i supereroi e sa bene ciò che piace e non piace ai lettori: ed ecco che senza allungare il brodo, ma al contempo senza risparmiarsi colpi di scena, in quattro storie (e due numeri nell’edizione italiana) mette in scena lo scontro più sanguinoso fin qui visto, pigiando l’acceleratore sul pedale di uno ‘splatter’ mai fine a sé stesso, ma del tutto funzionale alla storia: del resto, se qualcuno vi massacra la fidanzata, suppongo che di certo non agireste in punta di fioretto e con troppi scrupoli…
L’ho già detto, lo ripeto: la bellezza delle serie ‘autogestite’ sta nel fatto che se l’autore una mattina si sveglia e decide di mandare tutto all’aria, non c’è nessuno a dirgli che quello che ha in mente non va bene per ragioni di marketing o di linea editoriale.
Invincible, e in generale le serie attualmente pubblicate dalla Image, sono ciò che la Marvel e la DC non potranno mai essere.
Voto: 7,5

In appendice, prosegue il nuovo ciclo di storie di Brit, all’insegna di trovate sempre più bizzarre sempre con una certa dose d’ironia.
Voto: 6,5

 

I MIGLIORI ANNI DISNEY – 1971

Numero ‘così così’: storia d’apertura – doppia – dedicata a Paperinik a firma Guido Martina – Massimo de Vita e poco altro.
Una ‘minore’ di Cimino e Cavazzano, un’avventura di Topolino e Pippo abbastanza sconclusionata (a cura di Fanton – Rota), chiusura a base di paperi vs aspiranti Bassotti (Martina scrive, Rebuffi disegna). Moscio.
Voto: 6

 

RAT-MAN 116

Quarto episodio dei dieci che dovrebbero segnare la conclusione della serie.
Verrebbe da dire che finalmente Ortolani fa ciò che sa fare meglio: imbastire una trama, per quanto esile (ai fini della vicenda non è che qui succeda tutto ‘sto che) e costruirci sopra un’efficace alternanza di gag, con frequenti sottintesi sessuali, manco tanto impliciti, pronte ad ogni svolta a trasformarsi in riflessioni sui rapporti umani, a cominciare da quelli sentimentali.
Voto: 7

 

UACK! 27

Tre le storie degne di nota: Carl Barks dà vita a un’avventura ‘vulcanica’;
Don Rosa si assume e vince la sfida di animare il sequel delle avventure dei ‘Tre Caballeros’; l’olandese Daan Jippes, su testi dello stesso Barks, è alle prese con avventura marinara dei tre nipotini.
Il resto sono i classici ‘riempitivi’ di ordinanza.
Voto: 7

 

I GRANDI CLASSICI DISNEY 9

Numero un po’ meno ‘pesante’ del solito, che sconta la mancanza di una vera e propria ‘pietra miliare’: la rilettura della leggenda dell’Olandese Volante (che per l’occasione divente scozzese) di Scarpa e Gatto datato 1957 e un omaggio a Umberto Eco targato 1991, firmato Sarda e Valussi sono le storie di punta di un numero dove trovano spazio anche José Carioca e una storia ispirata a Martin Mystere.                                                                               Voto: 6,5

 

THE WALKING DEAD 43

Numero interlocutorio, in cui Kirckman fa tornare sulla scena delle vecchie conocenze e imposta le trame i cui sviluppi domineranno i prossimi.
Pause come questa servono ad apprezzare il disegno più ampio, il vero argomento centrale della serie: l’epidemia zombie è ormai un mero pretesto: il punto centrale è la ricostruzione di una nuova società sulle ceneri di quella vecchia.
Kirckman finora ci ha raccontato di come i protagonisti da nomadi in fuga tornati allo stato di cacciatori – raccoglitori, siano tornati stanziali, di come abbiano risolto i problemi legati alla mera sussistenza e della successiva lotta con chi voleva sottometterli con la violenza.
La società si articola e i problemi diventano più sfumati e ora la domanda diventa: per preservare il proprio ‘modus vivendi’ si può arrivare a sopprimere – letteralmente – chi ha cercato, per quanto in modo violento, di sovvertire lo status quo?
Voto: 7

 

TESORI DISNEY INTERNATIONAL 4

Un numero tutto sommato deludente, per quella che attualmente dovrebbe essere la collana ‘regina’ tra le antologiche disneyane. La qualità non si discute: Carl Barks, Don Rosa e Paul Murry sono i tre pesi massimi titolari delle storie presenti, ma è la selezione a non convincere: quattro sezioni, tutte dedicate a Paperino; la prima, forse la più interessante, con esperienze ‘supereroistiche’ (ma Paperinik non c’entra niente); poi, la classica fortuna di Gastone, i duelli col vicino di casa Jones, i problemi con l’educazione dei nipotini.
Storie troppo eterogenee, prive di un vero e proprio filo logico che non sia quello, dichiarato, di ‘fotografare’ Paperino nella quotidianità e non nelle avventure in giro per il mondo.
Una testata con quel titolo, dovrebbe offrire qualcosa di più, che non una manciata di storie tipica di altre tante collane.
Voto: 6

 

I GRANDI CLASSICI DISNEY 10

Numero in cui giocano la parte del leone fantasmi e affini: con “Topolino e la casa dei fantasmi”, finiamo addirittura nel 1936, col Topolino (accompagnato dal ‘solito’ Pippo, ma anche da un Paperino a quei tempi ancora con ruoli da comprimario) firmato Floyd Gottfredson: storia memorabile, che da sola vale tutto l’albo.
Voto: 8,5

Spicca tra le altre storie, “Topolino e la ‘pietra della saggezza’” di Massimo De Vita: una di quelle bellissime avventure ‘archeologiche’ che hanno appassionato più di una generazione al fascino e ai misteri del passato.
Voto: 8

 

INVINCIBLE 34

Dopo le ‘botte da orbi’ degli ultimi numeri, una pausa spaziale, protagonisti due dei principali comprimari della serie. Robert Kirkman comincia a sistemare le pedine per quella che appare annunciarsi la roboante conclusione della principale sottotrama portata avanti finora: quella che porterà Invincible a fare – forse definitivamente – i conti col suo retaggio.
Voto: 6,5

Proseguono nel frattempo le vicende di Brit, all’insegna di una rodata sci-fi con abbondanti dosi di ironia
Voto: 6

 

LA PLAYLIST DI OTTOBRE

Benvenuti nel mondo che non c’è     Metaphora

Come si fa?    Gomma

Esserci    Riforma

Chiedi Chiedi    Buzzy Lao

Le promesse    Losburla

Nuovamente essente    Monica Pinto

Craco    Pin Cushion Queen

Captivity Walts    The Giant Undertow

Universale    Mercuri

Plaza Victoire    Bea Zanin