Michele Calabró: dal punk rock dei Malibu Stacey (con due dischi all’attivo) all’esordio da solista (in uscita il prossimo 27 ottobre) , con lo pseudonimo di ‘Il Malandrino‘, all’insegna di climi sonori in gran parte diversi.
Il cantautore torinese presenta nove brani all’insegna di una tipica ‘poetica del quotidiano’, in quello che, anche nelle sue parole, sembra essere un momento preso per riordinare le idee, riflettere su alcuni momenti e vicende importanti fin qui vissute.
I sentimenti, l’amicizia, l’adolescenza, memorie famigliari (“Panda Granata” parla delle responsabilità di cui più o meno ognuno si fa carico nel momento in cui fa parte di una famiglia) e un finale che è una finestra di speranza che si apre sul futuro, in cui ci si vede da anziani a guardare tutto sommato con soddisfazione al cammino compiuto.
‘Il Malandrino’ si accompagna con suoni abbastanza tenui (talvolta quasi evanescenti, come i ricordi), in cui un’elettronica di stampo anni ’80 (qua e là si avvertono echi lontani del Brian Eno meno sperimentale) e qualche allusione ‘disco’ si affianca a soluzioni semiacustiche; qua e là improvvise accensioni elettriche.
“I giorni comunque belli” scorre abbastanza agevolmente, ascolto indubbiamente adatto alla stagione, a cavallo tra le utlime reminiscenze dell’estate e i primi freddi; l’impressione è che a volte si cerchi una ‘confezione’ troppo ‘pulita’, forse per accrescere la distanza rispetto alla prcedente esperienza.
Si segnala il contributo di Stefania Tasca alle voci di ‘Profumo di legno’.