Archive for ottobre 2021

GABS, BORI, AGAPE: SINGOLI

Gabs
Lasciami per terra
Artist First


Dalla provincia di Salerno a Roma per studiare musica e cercare di lanciare la propria carriera: Emanuele Lovisi arriva così a presentare il proprio primo brano, una sorta di inno alla solitudine quasi cercata, in certe situazioni in cui si ha bisogno di rifiatare e trovare da sé le energie per rialzarsi.
Strumentazione essenziale per un brano volutamente dimesso, dall’esito forse un po’ anonimo.

Bori
VVS
WhatSound / ADA Music


Il ‘VVS’ del titolo sta ‘Very Small Inclusions’, che nel settore della gioielleria sta a descrivere le piccole imperfezioni – non necessariamente impurità – dei diamanti.
Qui Bori (per lui già un EP all’attivo), usa l’immagine per descrivere quelle relazioni a prima vista irrilevanti, che mostrano il proprio valore solo dopo essere terminate.
Siamo in ambito di pop ‘urbano’, con tanto di autotune: solo per amanti del genere.

Agape
Medusa
Gotham Music / Artist First
Nuovo pezzo per la cantante (e in parte autrice) Giorgia Papasidero, alias Agape (in greco antico: una forma di amore disinteressato verso il prossimo).
Il mito di Medusa usato come metafora di una donna vittima di violenze e abusi, dipinta poi come un mostro, invertendo la realtà dei fatti per salvare i propri carnefici.
Un tema importante, adatto forse fino a un certo punto all’arrangiamento, all’insegna di un’elettronica quasi ‘danzereccia’, ma dal ritmo indubbiamente invitante.

DNGR, CLAUDIO CIRIMELE, SCIANNI: SINGOLI

DNGR

Cinque Minuti

TRB

Chiede cinque minuti, DNGR (al secolo Alessio Loi da Alessandria), ma gliene bastano meno di tre, per esprimere tutto il proprio male di vivere e la rabbia verso più o meno tutti, con uno sguardo cinico e incattivito verso un’umanità che non merita salvezza

Un hip hop scarno, con un sottofondo essenziale, un pezzo che almeno in parte riesce a colpire.

Claudio Cirimele

Vita

DK2 / Interstreet Recordings

Ligure di nascita, ‘cittadino del mondo’ per vocazione, un solo album all’attivo ma una carriera pluridecennale alle spalle, Vito Cirimele torna con un omaggio alla Vita abbastanza ‘consueto’, se vogliamo.

Un cantautorato melodico che tutto o quasi lascia al sentimento della voce, per invitare a vivere la vita in modo pienamente e soprattutto liberamente, come anche il video, col nostro impegnato a fuggire da un non meglio identificato militare, suggerisce.

Scianni

Tra la luna e sta merda

Troppo Records / Universal Music

‘Scianni’ è Alessandro Sciannimanico, barese di nascita, salito in quel di Roma per realizzare le proprie speranze.

Proprio questo passaggio è il protagonista del pezzo, Roma assurge a ruolo di Luna, il sogno contrapposto a un passato che in parte si vuole dimenticare, anche se forse usare a ripetizione il termine ‘merda’ era un po’ superfluo.

Tutto questo all’insegna di un pop canonico con tappeto elettronico.

WEID, RUGGERO RICCI, IL GEOMETRA, MIRCO OLIVASTRI: SINGOLI

Weid feat. I Fly

Abisso

TRB

Pezzo di esordio per Simone Maritano, alias Weid: il pianto come gesto ed esperienza che ‘libera’ e rafforza: tema non banale, ancora meno se a esprimerlo è un giovane uomo.

Rispetto a molti suoi coetanei, è partito dal rap, per trovare nel pop la propria realizzazione.

Per quanto i riferimenti dichiarati (Justin Bieber – Ed Sheeran) appartengano al versante del ‘largo consumo’, Weid per voce e intensità sembrerebbe in grado di esprimersi su livelli anche più ‘sofisticati’

Ruggero Ricci feat. Shaka Boys

Chimere

Visory Records / Universal Music

Nuovo singolo per il cantante romagnolo, qui affiancato dal duo degli Shaka Boys.

Le ‘Chimere’ del titolo sono le illusioni, le speranze e i desideri legati alle relazioni sentimentali coi loro alti e bassi, specie quelle che, prossime al capolinea, si vorrebbe in qualche modo rilanciare.

Lo svolgimento avviene attraverso il classico pop elettronico che oggi ‘tira’ molto: si pensa e nel frattempo magari si balla pure.

Il Geometra

Per quel che resta

Artist First

Il trio umbro (di Foligno) de Il Geometra si era già fatto conoscre con un primo lavoro sulla lunga distanza, “Ultimi”, parecchi anni addietro (era il 2015).

Oggi ecco questo nuovo singolo, anticipazione di un prossimo secondo disco.

Il ritratto di un’umanità spesso delusa e disillusa, le cui ambizioni vengono spazzate via “Quando arriva la tempesta” e che di fronte al peso dei desideri insoddisfatti preferisce la gioia effimera di una pista da ballo.

Citazioni colte, tra l’episodio biblico delle piaghe d’Egitto e l’uccisione di Pasolini, per descrivere da un lato una realtà che non fa sconti e dall’altro una società che davanti alla morte di un poeta non può più che lanciare un fiore, quando non passare indifferente.

Un brano ‘duro’, il cui testo è incardinato su un elegante pop tra chitarre e basi elettroniche.

Mirco Olivastri

Incenso e Rosa

Secondo singolo per il cantautore capitolino, che stavolta affronta il dramma della perdita di una persona cara, vissuto direttamente.

Il doppio binario di tutto quanto porta la ‘mancanza’, a cominciare da tutto ciò che si sarebbe voluto dire, e che il procedere del ‘quotidiano’ ha impedito, ma anche quello della ‘presenza’ di queste persone, con le quali si sono condivisi legami talmente stretti e tratti di strada tanto lunghi, da farle continuare inevitabilmente ad essere vicine a noi.

Esecuzione intensa per un brano che non poteva che essere all’insegna dell’essenzialità, voce e piano, così come il video che vede il cantautore solo sul palco davanti al microfono.

SEBASTIAN, TOMMASO LA NOTTE, TRUNCHELL, ETC., NEVILTON, SARAI, CAROLEI: SINGOLI

Sebastian

Non vado al fresco 2020

TRB

“Mi vorrebbero nel coro della chiesa – Alleluja! – io non voglio andare in gatta buia”, afferma Sebastian, in questo brano tratto dal suo esordio del 2009, “Miracolo Militante’.

Acqua sotto i ponti ne è passata parecchia, il nostro ha fatto una più che dignitosa carriera, collaborando anche con figure di primo piano del rap italiano (Gemitalz e Gué Pequeno tra gli altri) e oggi ripubblica il pezzo in collaborazione con Nex Cassel e Aleaka, in occasione dell’inserimento nella colonna sonora del film “Il Giudizio”, in uscita su Amazon Prime (storia di conflitto generazionale padre – figlio, con l’ingombrante ombra di un nonno in galera).

Il pezzo è il tentativo di affermare la prorpia personalità: l’essere ‘militante’ e ‘contro il sistema’, ma allo stesso tempo di non farsi trascinare fino, appunto a finire ‘dentro’: lodevole intento, e anche se con qualche banalità, ampiamente raggiunto.

Tommaso La Notte

Passano i treni

Jazz Engine / Pirames International

Nuovo singolo per il giovane cantautore pugliese.

Un pezzo sul filo del rimpianto, e la nostalgia per una storia finita, dalla finestra si guardano i treni che passano, così come la vita continua a scorrere.

Cantautorato pop su sfondo etereo.

Trunchell, Etc.

Emily Norton

Gaedi

Francesco Truncellito da Matera, classe 2000, si ispira a uno dei più noti membri della famiglia londinese dei Norton, conosciuta per follia ed efferratezze assortite, per proporre la propria personale lettura del ‘male’.

Una profluvio incessante di parole, quasi un flusso di coscienza, si staglia su uno sfondo ‘oscuro’, con reminiscenze gotico – industriali.

Nevilton

Illumina

autoprodotto

Brasiliano di nascita, a Roma dal 2018, Nevilton (con la collaborazione della Minaper – Martina Forlani, che ha tradotto il pezzo), presenta questo gradevole e godibile brando di indie rock, in cui certe tipische sonorità semiacustiche dell’alternative americano (con reminiscenze post-rock, leggi Karate), si sposano ottimamente con le tinte acquerello della musica brasiliana (la bossanova dietro l’angolo).

Un invito a cogliere l’attimo, senza troppi pensieri, da ascoltare e riascoltare.

Sarai

Gif

The Bluestone Records / Believe Digital

A pochi mesi di distanza dal precedente ‘Laissez Faire’, torna Sarai, cantautrice ligure fattasi conoscere sul palco di “X-Factor”; se il precedente era un brano sul filo dell’ironia in cui la cucina francese la faceva da padrona, stavolta le cose si fanno più ‘serie’ e la nostra, nel video che la mostra nel corso di un viaggio in macchina (forse diretta da nessuna parte, solo per chiarirsi le idee) riflette su una relazione chiusa da tempo, ma che improvvisamente è tornata ad essere presente, riaccendendo forse chissà, qualche speranza, visto che in fondo un vissuto comune è impossibile da cancellare.

Un testo ‘importante’ su sonorità black / soul forse un po’ ‘di maniera’

Carolei

Porca Vacca

Gotham Dischi / Artist First

Il nome dell’autore e il titolo del brano mi avevano lasciato immaginare qualcosa di ironico se non demenziale; in realtà il nuovo pezzo del cosentino Francesco Armenise è dedicato agli amori senza speranza… visti dalla parte del ‘destinatario’.

Il titolo diventa quindi un’esclamazione di insofferenza, dettata dall’esasperazione – e in parte, dalla frustrazione – di essere l’oggetto dell’amore di qualcuno senza ricambiarlo; un sentimento che può diventare asfissiante, il cui ricevente non sa poi come comportarsi…

L’originale punto di vista di quello che in genere è visto come lo/ ‘str***o/a’ di turno, esposto usando un pop ‘canonico’ con qualche venatura indie.

NICOLÒ PICCINNI & GLI INTERNAUTI, “AUTREMENT” (INDIEPENDENCE)

‘Autrement’, ovvero ‘altrimenti’: il secondo disco lavoro del cantautore torinese Nicolò Piccinni, qui accompagnano dai cinque

musicisti degli Internauti è una riflessione sul ‘guardare oltre’, cambiando magari punto di vista rispetto a modi di pensare consolidati nell’affrontare dal quotidiano, dal ‘personale’ all”universale’.

Una riflessione che in molti hanno / abbiamo fatto nel corso dell’ultimo anno e mezzo e passa, costretti, specie nei periodi più duri, a rivedere le proprie abitudini.

Sette i pezzi, durata contenuta (attorno alla mezz’ora): lo scorrere del tempo, i rapporti sentimentali al di là di genere ed etnia, il rapporto con la natura (con una dedica all’orso M49, simbolo appunto di quella natura che l’uomo vorrebbe sempre tenere sotto controllo), la casualità che crea differenze tra gli uomini anche solo per il luogo di nascita, gli amori violenti e le tossicodipendenze i temi affrontati.

Ballate di ispirazione ‘popolare’ (con qualche reminiscenza di Dalla), episodi che ora flirtano col dub, ora puntano decisamente verso il rock, con un esito che, sia per la vocalità, sia per l’attitudine in cui emergono disincanto e un pizzico d’ironia può ricordare a tratti Ivan Graziani.

BENTO, ETHOS, NOCHIA: SINGOLI

Bento

Follow

Last Floor Studio

Nuovo singolo per il progetto creato dai produttori pugliesi Francesco Barletta e Umberto Coviello.

Elettronica con declinazioni a cavallo tra ambient, ‘indie’ e un pizzico di ‘elettroclash’. Godibile.

Ethos

Ti racconterò

Gotham Dischi / Artist First

Dubbi e confusioni alle soglie di un nuovo amore, raccontate dal giovane (classe 2000) trapper comasco Federico Lucini, in arte Ethos.

Tutto abbastanza ‘canonico’ e, come in molti altri casi, viene da pensare che se proprio si deve usare l’autotune, almeno si potrebbe fare uno sforzo in più sotto il profilo della dizione…

Nochia

Sabato Nero

Gotham Dischi

Torna Giuseppe Grillo, in arte Nochia, con questo pezzo che ripropone la formula – per il momento, vincente – a base di una dance con ascendenze ’70 e ’80.

La necessità di divertirsi senza stare tanto a pensare anche nelle classiche ‘giornate – no’; il ritmo ‘prende’, e tanto basta.

ALTAMAREA, “LONTANI DALLA PERFEZIONE” (AUTOPRODOTTO / LIBELLULA DISCHI)

Esordio sulla lunga distanza per il giovane quartetto friulano che, formatosi nel 2020, ha bruciato le tappe.

‘Lontani dalla perfezione’ è titolo più che mai significativo, sotto più di un aspetto: dal punto di vista della band, è una dichiarazione che nasconde tutti i dubbi delle incertezze legati alla giovane età, che peraltro emergono anche nel corso degli otto brani presenti.

I rapporti – anche sentimentali – con gli altri, con la società e anche un po’ con sè stessi sono gli ‘universali’ attorno a cui gira un lavoro ‘emotivo’, in cui tutto finisce spesso per essere in un certo senso amplificato e poco ‘mediato’, all’insegna di un’urgenza comunicativa tipica di band, giovani sia perché agli inizi, sia per la giovane età.

‘Lontani dalla perfezione’ però lo sono anche dal punto di vista di chi ascolta: non tanto per la perizia dietro agli strumenti o al microfono, che non manca, quanto per l’affastellarsi di idee che forse non hanno una direzione troppo precisa.

Si avverte insomma l’impressione di molti esordi: pezzi ‘cotti e mangiati’, una serie di brani che assomigliano un po’ ‘esercizi di stile’ (tra ‘distorsioni’, parentesi funk, ballate intrise di malinconia, episodi vagamente più virati all’hard rock) e una scrittura comprensibilmente ancora ‘acerba’.

L’impressione è che gli AltamareA abbiano sicuramente delle possibilità, ma che forse si siano buttati a capofitto in sala d’incisione, quando con un minimo di ‘riflessione’ in più avrebbero potuto meglio focalizzare il proprio stile.

BLOOP, “EX – DEMO FATTO IN CASA” (AUTOPRODOTTO / LIBELLULA DISCHI)

Secondo lavoro per il quartetto milanese dei Bloop, che poi sarebbe il primo, dato che le quattro tracce qui presenti non sono altro che un primo demo che la band realizzò come ‘prova’, quasi solo per sé stessa.

Rapporti personali, la necessità di non omologarsi, la dannosità dell’arrivismo anche nel campo dell’arte sono gli argomenti toccati, con l’aggiunta di un pezzo dedicato a una vecchiaia vissuta con vitalità sono i temi toccati, con un contorno sonoro all’insegna di un rock con venature ‘indie’ e a tratti una vena che ricorda alla lontana i Modena City Ramblers, anche se – con molti distinguo – il paragone più immediato (soprattutto a causa della vocalità) potrebbero essere i Baustelle.

La brevità del lavoro (come quella del precedente) lascia comunque in sospeso un giudizio più completo: dopo il primo EP dello scorso anno e questa riedizione di un demo più datato, i Bloop sono forse pronti per mostrare più ampiamente le proprie potenzialità in un lavoro più lungo.

BENNA, TUASORELLAMINORE, NINFEA: SINGOLI

Benna feat. Nicholas Manfredini

La cosa più bella che ho visto

Impronta / Believe Digital

Marco Benati da Carpi, classe ’81, un passato da ‘rockettaro’, prima di venire ‘fulminato sulla via di Damasco’ e dedicarsi a un rap con riflessi cantautorali – lui stesso si definisce ‘rappautore’ – e far uscire con questa formula ben tre dischi, cui è seguita una manciata di singoli, questo ultimo in ordine di tempo.

Un catalogo di ‘bellezza’ ricercata non nell’immediato, ma sotto traccia, cercando di gettare lo sguardo, assieme agli altri sensi, laddove questi normalmente non si soffermano.

Un rap che vuole dunque essere ‘pensato’, che rinuncia ad ogni ‘filtro vocale’, per dedicarsi alla semplice parola, ricordando poi alla fine per certi versi il ‘solito’ Jovanotti (o Lorenzo Cherubini che dir si voglia).

La ‘confezione’ ha un certo appeal (anche se gli interventi del sodale Nicholas Manfredini appaiono abbastanza superflui), ma l’impressione è che nel tentativo di invitare a uscire dall’immediato per cercare maggiore profondità (non limitarsi a guardare, ma fermarsi a osservare), si cada un filo troppo spesso in certi clichè, tra cose belle viste con gli occhi chiusi, profumi non sentiti solo col naso, capacità di volare acquisite mentre si sente di stare precipitando, etc…

Il pezzo ha un ‘senso’, ma forse il modo di comunicarlo finisce per essere un po’ scontato.

Tuasorellaminore

Ken e Barbie

Romolo Dischi / Pirames International

Uscito in realtà a luglio, questo nuovo pezzo di Tuasorellaminore (provenienza: Bari, vero nome: sconosciuto), viene ora accompagnato da un video, girato tra Milano e Roma da Cristina Brizzi.

‘Ken e Barbie’, ovvero: come si era e come si diventa e come, a volte, si può cercare di non cambiare.

Tuasorellaminore prende di petto il classico ‘logorio della vita moderna’, rivendicando il contatto mantenuto col proprio ‘io fanciullesco’… tuttavia, mentre con carattere la nostra ricorda come da ragazzina facesse ‘scopare Ken e Barbie’ e avesse scritto la prima canzone a 8 anni, viene da interrogarsi: è veramente la Tuasorellaminore ad aver conservato lo spirito della fanciullezza, respingendo certi meccanismi più o meno ‘alienanti’ dell’età adulta, o era piuttosto la lei bambina ad essere già molto sveglia e intelligente e ad avere dei tratti ‘adulti’?

Sia come sia, il pezzo, che conferma peraltro tutte le doti già mostrate in precedenza (ad esempio in ‘Fahrenheit’), di scrittura, vocali e di ‘costruzione’ di uno stile a cavallo tra soul / r’n’b ed elettronica, appare un efficace invito a non dimenticare ciò che si era, continuando se possibile ad essere un po’ ragazzini e a non buttare tutta la propria fanciullezza alle ortiche con l’avvento della maturità.

Una sorta di ‘poetica del fanciullino’ ‘2.0’.

Ninfea

A Testa Alta (Part II)

Music Team

La giovanissima (17 anni compiuti da poco) Asia Strangis, al secolo Ninfea, nata a Lamezia Terme, ma poi trasferitasi in provincia di Trento, tre singoli all’attivo, torna con questa ‘riedizione’ del suo primo pezzo.

Una lettera a sé stessa in una fase critica come quella del passaggio all’età adulta, dove le insicurezze superano di gran lunga le certezze e dove l’ancora di salvezza proverbialmente viene offerta dall’Amore, ampiamente inteso: ovviamente di chi si ama o da cui si è amati, ma anche di un’amicizia o quello materno, ancora importante a quell’età.

Ne esce un pezzo che certo, non evadendo troppo dalla ‘consuetudine’, riesce comunque a offrire questa immagine adolescenziale, in cui la ‘Ninfea’ cantante (e in parte già cantautrice) avviata verso la maturità, incontra la ‘Asia’ ancora un po’ bambina, alla cerca di un’identità e di un”affermazione’.

ROBERTO ZANETTI 4ET, “MOTHER AFRICA” (COMAR23 EDIZIONI MUSICALI)

Scritto durante la ‘clausura collettiva’ dello scorso anno, il settimo disco del pianista e compositore veneto Roberto Zanetti è un progetto covato da tempo: una sorta di ‘excursus’ attraverso la storia del jazz, dalla ‘Madre Africa’, appunto, ai giorni nostri, passando per il blues, altro ‘amore’ dell’autore, fino alle espressioni più moderne.

Accompagnato dai fidati sodali Massimo Chiarella (batteria), Luca Pisani (contrabbasso) e Valerio Pontrandolfo (sax tenore), assieme a Nicolò Sordo, che esegue i due brevi recitati in apertura e chiusura, Roberto Zanetti presenta dodici tracce nel corso delle quali la storia del jazz s’incrocia con quella della presa di coscienza e dell’affermazione degli afroamericani e in particolare delle donne, con brani dedicati a chi ha combattuto per i diritti civili come Rosa Parks, ma anche a chi si è affermata attraverso la musica – Nina Simone – nello sport – Wilma Rudolph – o nella scienza, con un brano intitolato a Katherine Johnson, matematica in forza alla NASA per decenni, la cui figura è stata riscoperta e rivalutata solo negli ultimi anni.

Il disco si snoda, estremamente dinamico, all’insegna di una ricorrente brillantezza swing, ma anche con momenti più compassati, mantenendo una vivacità e una ‘comunicativa’ che, evitando i territori più ‘ardui’ del genere, riesce a conservare il contatto con l’ascoltatore, anche all’interno di composizioni che si snodano oltre i 5 – 6 minuti di durata.