Una riflessione sul proprio stare al mondo, affrontando i propri ‘mostri’ per come si può.
La propone Alessandro Sciannimanico, barese trapiantato a Roma, che in questo nuovo brano, prodotto da Molla, mostra l’influenza – positiva – di certo cantautorato capitolino (leggi: Nicolò Fabi).
Inquietudini, insicurezze, gli errori del passato da cancellare: il nuovo brano di Andrea Guerra, alias Seta è un hip hop compassato, vecchio stile, un ritmo dilatato in cui a un fluire di parole senza frenesia, si accompagna una chitarra elettrica che dà il proprio contributo emotivo al pezzo.
Tre EP e la colonna sonora di un videogioco all’attivo, Lorenzo Ciffo propone una nuova breve composizione: domina il piano col contorno di archi e qualche vocalizzo.
Sì respira un’atmosfera vagamente fantasy, genere di riferimento del compositore lombardo, ma il tutto forse è troppo breve e non ha nemmeno il tempo di decollare, restando nei binari del già sentito.
Compiendo un percorso inverso rispetto a tanti altri, ‘SciaronC’ passa dal management discografico a imbracciare il microfono in un inno alla propria affermazione.
Un inno alla propria affermazione, in cui pop e dance vanno a braccetto, diventando intercambiabili. con la produzione di Dany DeSantis: lei diventa il ‘boss’ della situazione: soldi, belle auto e marchi di lusso possono essere status symbol anche al femminile, senza rinunciare alla propria femminilità.
Certo, è un’immagine di ‘potere al femminile’ su cui qualcuno potrà avere da ridire ma forse la ‘parità’ passa anche attraverso l’ostentazione del benessere.
Beh, il titolo dice tutto: l’abbiamo fatta fuori dal vaso e adesso sono cavoli nostri… Davide Fasulo, originario di Brindisi, ma da anni a Bologna, dove ha costruito una carriera a cavallo tra musica e teatro, torna con un pezzo all’insegna di un’elettronica tagliente e velatamente oscura, ma dai toni irridenti, accompagnato nell’interpretazione da Enrica Penna e dal rapper Fausto Dee.
La ‘Miccia’ di Alessandro Sciannimanico – barese trapiantato a Roma – è quella che viene accesa dalla fine di una relazione, bnia facendo scoppiare il consueto insieme di emozioni, tra rabbia e rimpianto.
Il pezzo, all’insegna di un pop cantautorale leggero ma non troppo ammiccante, descrive più che altro il tentativo del protagonista di togliersi la lei di turno.
Confezione gradevole, scrittura promettente, ma ancora acerba.
Nuova produzione per il ravennate Simone Nuccio, alias Saimon Sail: nelle intenzioni, un brano per reagire a certi momenti di solitudine, accettando che non tutto può andare sempre dritto e imparando a valorizzarsi.
Esiti abbastanza minimi: poco più di due minuti la durata, il ritornello ripetuto in maniera anche troppo insistita, un cantato su cui pesa troppo il consueto filtro elettronico.
Seduta di spalle, assorta nei suoi pensieri, incurante delle minime scocciature del quotidiano, Sara J Jones attende che qualcuno le dia un valido motivo per voltarsi: non chiede l’impossibile, anche solo il dono di tre rose gialle e la certezza che il mondo non è solo (rap)presentato dai telegiornali.
La cantautrice milanese, classe ’94, che dopo una pausa è tornata da poco sulla scena, col precedente brano ‘Waterproof’, presenta una nuova prova, dai tratti intimisti nel testo (il brano peraltro prende le mosse da un quadro legato a un’intensa vicenda famigliare), che riporta timori e paure, in modo discreto e non eccessivamente plateale. Apprezzabile, pur nella confezione di un pop sintetico con vaghi tratti chill out abbastanza anonimo.
Brano d’esordio per Lorenzo Gulino, romano, classe ’96.
Il ricordo di chi non c’è più, tra maliconia e dolcezza, assieme allo sguardo verso il futuro: indistinto, certo, ma pronto a diventare come pongo da plasmare tra le proprie mani.
Canonico l’accompagnamento chitarra – piano, per un brano che invita a trovare sempre una luce nei momenti bui.
Milanese, classe ’93, Valentina ha fatto una dignitosa gavetta, partenio come corista per Mondo Marcio, fino ad avviare la carriera solista, giungendo alla pubblicazione, lo scorso anno, di un primo EP, “Ferro e Magnete”.
Un addio, dunque, nel suo nuovo singolo: sofferto, ma aperto alla rinascita e alla libertà, visto che rappresenta la parola fine posta a una relazione annichilente e malsana, fatta di dipendenze nocive.
La giovane cantautrice riesce a dare interpretare le proprie parole col giusto mix di rabbia, tristezza e voglia di libertà: una cena cantautorale che si sposa con un hip hop / r’n’b senza troppi cedimenti al ‘facile consumo’.
Scianni
Nascondino
Troppo Records
Al secolo Alessandro Sciannimanico da Bari, ma trapiantato a Roma, gioca a ‘Nascondino’ con gli altri quando si tratta di emozioni e sentimenti. Il pezzo è un invito a entrare nel suo mondo per scoprirlo a poco a poco.
Pop con aspirazioni cantautorali, voce in primo piano con un contorno sonoro scarno.
Chiede cinque minuti, DNGR (al secolo Alessio Loi da Alessandria), ma gliene bastano meno di tre, per esprimere tutto il proprio male di vivere e la rabbia verso più o meno tutti, con uno sguardo cinico e incattivito verso un’umanità che non merita salvezza
Un hip hop scarno, con un sottofondo essenziale, un pezzo che almeno in parte riesce a colpire.
Ligure di nascita, ‘cittadino del mondo’ per vocazione, un solo album all’attivo ma una carriera pluridecennale alle spalle, Vito Cirimele torna con un omaggio alla Vita abbastanza ‘consueto’, se vogliamo.
Un cantautorato melodico che tutto o quasi lascia al sentimento della voce, per invitare a vivere la vita in modo pienamente e soprattutto liberamente, come anche il video, col nostro impegnato a fuggire da un non meglio identificato militare, suggerisce.
‘Scianni’ è Alessandro Sciannimanico, barese di nascita, salito in quel di Roma per realizzare le proprie speranze.
Proprio questo passaggio è il protagonista del pezzo, Roma assurge a ruolo di Luna, il sogno contrapposto a un passato che in parte si vuole dimenticare, anche se forse usare a ripetizione il termine ‘merda’ era un po’ superfluo.
Tutto questo all’insegna di un pop canonico con tappeto elettronico.