Torna il power-pop-garage trio degli Spaghetti Wrestlers, alias Marco Barberis, Davide Diomede e Mirko Losito.
Secondo EP per una band dagli episodi discorgrafici abbastanza isolati, il cui obbiettivo è soprattutto è quello di divertire e far muovere le chiappe al pubblico dal vivo.
Cinque pezzi al fulmicotone, tra scorribande aliene, dichiarazioni d’amore sull’orlo della fine del mondo, ‘showdown’ definitivi in stile ‘soli contro tutti’: è un immaginario ironicamente esagerato ad accompagnare un arrembaggio sonoro con poche pause, all’insegna di un’essenzialità che basta e avanza, data l’attitudine e la grinta della band.
Trent’anni di esperienza alle spalle, passati a suonare in giro per il mondo (anche in location non ‘scontate’, come l’Indonesia), Max Aloisi ha spesso trovato nel trio la forma più adatta a esprimere le proprie idee sonore, come già avvenuto nell’esordio, “Blues Machine”, uscito ormai parecchi anni fa.
Oggi, ecco arrivare il secondo capitolo, che vede Aloisi affiancato dal sodale di lungo corso Alex Paci e dal batterista Lou Thor.
Nove pezzi all’insegna di un rock blues che alterna momenti dai colori sgargianti e l’energia quasi prorompente a parentesi dalla vena psichedelica, i cui argomenti, da riflessioni sulla solitudine personale a sguardi su un mondo che sembra prendere una china sempre più folle, sono più che mai in linea coi tempi attuali, per quanto siano stati scritti prima dell’esplosione della situazione che stiamo vivendo da ormai quasi un anno e mezzo.
L’intento dichiarato, riproporre la validità del ‘caro, vecchio blues’, offrendolo con una veste più ‘attuale’, non disdegnandone il lato ‘ballabile’, è raggiunto attraverso un lavoro vivace, che tiene viva l’attenzione, senza mai ‘sedersi’, ma offrendo una discreta varietà di ‘scenari’ e umori.
Disco d’esordio per questo quintetto di stanza a Torino.
Il nome del gruppo, è un espressione dialettale che significa, più o meno, ‘Toh, guarda!’, il che tradisce la volontà del gruppo di stupire, forse innanzitutto sé sressi, data la scelta di portare avanti insieme una proposta musicale diversa da quelle delle esperienze dei singoli.
Dieci tracce all’insegna di un mix tra soul, r’n’b, sonorità lounge e smooth jazz, un occhio al groove con qualche accenno funk, per un lavoro che mantiene costantemente una mood rilassato, soffuso, con momenti quasi dilatati.
Il “Ma tu” del titolo resta sospeso, come l’incipit di una domanda, forse volta a capire cosa l’interlocutore vorrebbe fare della propria vita.
Il filo conduttore dei testi è la difficoltà ad affermare sé stessi e le proprie aspirazioni, specie quando si devono fare i conti con un ambiente ‘ristretto’ come quello della provincia o inevitabilmente si entra in conflitto col prorprio mondo famigliare.
Un lavoro che si lascia ascoltare, forse un filo troppo attento a una ‘forma morbida’ e senza ‘scosse’.
Nati nel 2015, fattisi conoscere a “X-Factor” nel 2017, finiti poi sotto ‘l’ala protettrice’ di Manuel Agnelli, i Ros fanno uscire oggi il loro nuovo singolo.
“Abbiamo fatto un casino”, canta sorniona la frontwoman Camilla, una versione più ‘ammiccante’ di certe ‘riot girl’ o dell”altrà metà del grunge’ negli anni ’90, in un pezzo crepitante e distorto che sembra uscire direttamente dalla frequenza disturbata di una vecchia radiolina analogica.
Forse è troppo presto per dirlo, ma forse ne sentiremo riparlare…
Il basket come metafora della società, il ‘Game7’ è l’incontro decisivo in cui ci si gioca tutto per ottenere il ‘titolo’ e c’è anche chi non si fa scrupolo per arrivare al proprio obiettivo, potere e soldi, ma nella vita, come nello sport, alla fine le “cattive compagnie danno pessime soluzioni”.
Il rapper romano Massimo Mondaini, classe ’95, una carriera già avviata, lancia questo nuovo singolo come anticipazione di un prossimo EP di 6 tracce.
‘Game7’ si fa piacere nel suo essere distante da certi ‘moduli’ e ‘soluzioni’ che adesso vanno per la maggiore, preferendo abbracciare uno stile più volto alla ‘old school’.
Non siamo del resto di fronte a un ragazzino, e si sente.
Bento
Forget Your Life
Last Floor Studio
Francesco Barletta e Umberto Coviello sono i due produttori / polistrumentisti che hanno dato vita al progetto Bento, il cui prmo lavoro sulla lunga distanza, “Hey, Dreamers!” è previsto in uscita per il prossimo autunno.
‘Forget Your Life’ costituisce un’anticipazione che può incuriosire: ‘danzereccio’ ma non troppo, un’anima pop volta a un invito a ‘dimenticare la propria vita’ e tutti le sue complicazioni (anche derivanti dalla società), prendendosi un momento per sé stessi, all’insegna di una miscela di beat ed effetti in cui si staglia il violino dell’ospite Giorgia Spedicati.
La giovane cantautrice romana Alis (Valentina Pitrolo) esce col suo secondo singolo, che in realtà è stato scritto qualche anno fa, quando la nostra si trovava nell’incertezza e nella necessità di dare una svolta alla propria vita.
Una esortazione, se vogliamo abbastanza ‘canonica’, ad andare oltre le proprie paure, allo stesso tempo facendo la pace con sé stessi, su suoni pop conditi di elettronica.
No Name feat. Salvatore Saba
Fireworks
Artist First
Nuovo singolo duo di producer sardi, qui accompaganti dal corregionale cantante Salvatore Saba.
I ‘Fuochi d’artificio’ del titolo sono quelli che possono illuminare la nostra esistenza, ‘accesa’ appunto dai ‘fuochi della passione’, non importa se amorosa, lavorativa o altro.
Un esortazione all’ottimismo e a guardare il bicchiere mezzo pieno in vista dell’estate.
La voce ‘di carattere’ di Saba domina un pezzo tipicamente da ‘dancefloor’, dalle tinte house.
Recensione ‘a sé’ per un brano che secondo me merita.
Si fa chiamare Tuasorellaminore, questa cantautrice e producer pugliese che presenta questo pezzo, ispirato al quasi omonimo romanzo di Ray Bradury.
La musicista barese dà vita a un brano che, a cavallo tra elettronica (con campionamenti che utilizzano tra l’altro anche un coro russo) e strumentazione ‘canonica’ (batteria e basso), tra canzone d’autore e hip hop, nel suo scorrere diventa una sorta di grido d’aiuto alle persone vicine (non a caso nel finale del video di accompagnamento appaiono le mani di alcune delle persone più care) perché la aiutino a uscire da un mondo in cui il rumore di fondo, dagli spot pubblicitari alle partite di calcio, sembra voler soffocare ogni traccia di ricordo e pensiero autentico.
‘Sottovoce’ è l’amore idealizzato, sognato, desiderato: di quelli “Senza tempo” e “Senza fine”, un “Amore che travolge” con la sua apparente tranquillità, che “Se prende, dà”… ma spesso le cose non vanno così, e magari l’amore diventa sì, travolgente, ma come un’onda, la cui risacca poi lascia vuota la riva del mare (come quella dove è ambientato il video)…
La giovane (classe ’96), calabrese Noemi D’Agostino (bellezza mediterranea mostrata in modo discreto e senza ostentazioni) qui al secondo singolo (dopo il recente ‘Cosa resta’) canta un brano d’amore sull’onda di una vaga maliconia e di un sottile rimpiando per ciò che (forse) non è ancora stato, su sonorità vagamente caraibiche.
L”Italiano’ del titolo è l’uomo, appunto, italiano, proverbialmente seduttore e ‘farfallone’, ma pronto a giurare eterno amore alla donna della sua vita (sai che novità)…
Questo è il ‘succo’ del singolo di esordio di Gianluca Longo, in arte GiAga: catanese di nascita, al momento di stanza a Milano, una passione per la musica latina che l’ha portato fino in Colombia, dove ha vissuto qualche mese per ‘immergersi’ nel suo mondo sonoro di riferimento.
Si arriva così a questo pezzo di tipico pop latino dai contorni danzerecci, cantato (con l’immancabile ‘correzione elettronica’) per lo più in spagnolo, con inserti in italiano, il cui video è un campionario più o meno esaustivo dell’effimero: ragazze in costume, villa con piscina, limousine e tatuaggi: un tipico inno al divertimento e al ‘quant’è bella giovinezza… chi vuol essere lieto sia… (specie se si è pieni di soldi)’ all’interno del quale il senso del pezzo finisce fatalmente per perdersi…
Un EP e un pugno di singoli all’attivo, Fabe (al secolo Fabrizio Rapisarda, classe ’89), milanese trapiantato a Torino ha scelto questo pseudonimo come omaggio ai propri principali punti di riferimento: Fabrizio Moro e (impegnativo) Fabrizio De André.
‘Alibi’ ci narra degli stracci’ che volano alla fine di una relazione, tra disillusioni, rabbia, risentimento, accuse reciproche e conseguenti alibi posti usati come scusa.
Linguaggio ‘colloquiale’ per un pezzo a cavallo tra cantautorato e ritmi hip hop.
Nato nella situazione di ‘clausura collettiva’ dello scorso anno, “Il Senso della Vita” è il nuovo singolo del cantautore di Civitavecchia Damiano Morlupi, alias Portobello, un lavoro solista (“Buona Fortuna”, 2019).
“Il Senso della Vita”, insomma, può essere più vicino di quel che pensiamo, addirittura tra le dita di una mano, a cercarlo magari nel ‘minimo quotidiano’.
Francesco Grazioli, alias Estoy Pocho, romano, classe 2015 ha riscosso un discreto successo con il suo precedente ‘Senza Te’; ora ritorna con questo pezzo cantato – si potrà immaginare, in spagnolo (col solito ‘effetto elettronico’ di accompagno) per raccontare delle vicissitudini dei rapporti sentimentali adolescenziali, tra incertezze e speranze…
Siamo dalle parti del ‘latin pop’ che va per la maggiore tra i giovanissimi, come giovianissimo è lui, che si presenta con una certa iconografia tipica del genere (bracciali e catene in primis), ma a cui gli occhiali ‘ordinari’ danno l’idea del bravo ragazzo che smessi i panni del aspirante ‘star’, apre i libri e si mette a studiare…
Fabrizio Festa
È così che fa l’amore
DR. Dream Records
Nuovo singolo per Fabrizio Festa, che si definisce ‘scrittore di canzoni’, con vari progetti musicali e un romanzo all’attivo, che per il video di questo brano sceglie gli scenari, decisamente suggestivo, dell’Abruzzo dei Piani di Pezza di Rocca di Mezzo e del Castello Piccolomini e delle Gole di Aielli, dalle parti di Celano.
Un inno all’amore, come suggerisce il titolo, e al suo potere benefico e curativo, espressa con un rock – pop energico che però forse finisce per ricordare un po’ troppo Ligabue che, a dirla tutta, già da solo basta e avanza.
Francesco Mastrangelo ‘L’Avvocato‘ lo fa sul serio, affiancando alla professione il mestiere di cantautore, con una militanza di lungo corso nei baresi Punti In Espansione, tre dischi all’attivo e discreti risultati.
Oggi arriva il momento di questo primo lavoro solista, forse per mettersi alla prova, forse, come succede in questi casi, per dire e fare ‘da solo’ ciò che non ha avuto la possibilità in compagnia.
Nove brani per forza di cose molto personali, in cui si alternano riflessioni personali e sul mondo circostante: si parla di solitudine, fragilità e perdita; delle ‘vie di fuga’ dalla realtà, che siano esse il sonno ristoratore o una sana vena di follia, del ‘mettersi in discussione’ senza poi veramente cambiare nulla (l’ironica ‘Non mi annoierò), per giungere al finale di ‘Dinamite’, sorta di esortazione a vivere pienamente le proprie emozioni.
Il ricorso al vocoder è forse un po’ troppo insistito, in un lavoro all’insegna di un pop dalla spiccata componente elettronica.
Un EP e svariati singoli all’attivo per Massimo Bortolo, alias BERT, che torna con questo brano dedicato alle difficoltà nei rapporti umani, non solo sentimentali.
Il tema è la frustrazione provata quando, pensando di vivere un rapporto speciale con qualcuno, ci si accorge poi di non essere considerati allo stesso modo, prendendo coscienza di essere solo uno ‘Fra tanti’ e a volte di essere addirittura usati.
La formula è quella di un cantautorato pop con qualche vago accenno ‘indie’ (qualunque cosa voglia dire oggi il termine, decisamente abusato), che funziona abbastanza, ma senza incidere granché.
Come si può evincere dal titolo, un brano propriamente ‘estivo’, inserito però nel filone degli ‘allegri ma non troppo’.
La cantante marchigiana Marika Socionovo – per lei, un EP all’attivo – abbina a sonorità decisamente leggere qualche riflessione, ‘generazionale’ e personale – con un nota di malinconia.