Cantante e chitarrista in vari progetti, Danilo ‘Loop’ Di Nicola ha portato avanti in parallelo un’attività solista volta soprattutto all’improvvisazione.
Torna oggi come ‘DAN’ con questo nuovo lavoro, più di un EP (nove brani) non proprio un disco sulla lunga distanza.
Un ‘concept’, come si sarebbe detto una volta: un protagonista che subisce la perdita del padre e quest’ultimo che prende la parola ripercorrendo le tappe della propria esistenza: la guerra, l’emigrazione, l’incertezza per il futuro…
Creazione interamente casalinga, “Eighteen Data” restituisce umori e sensazioni di una dimensione prettamente domestica, attraverso un’essenzialità sonora semiacustica – chitarra e voce, più qualche episodico effetto – diretta conseguenza di quella scelta.
Si veleggia tra solarità, cieli plumbei, le nebbie dell’incertezza.
Ispirazione a un certo folk – cantautorale d’oltreoceano, per un disco ‘indie’ in un’accezione oggi in disuso.
Una riflessione sulla perdita – di sé stessi o di qualcuno di caro – e sulla necessità in qualche modo di andare avanti.
In attesa del prossimo lavoro sulla lunga distanza, K-ANT propone questo singolo, all’insegna di un pop che a tratti flirta con sonorità che riecheggiano certa dance francese: ammiccante ma non troppo, con un cantato che sfocia un accenno di rap.
Una vicenda sentimentale con le sue traversie, sullo sfondo litorale di Ostia (credo): la racconta Bede, rapper reggino di stanza anni nella capitale.
Il tono accorato, i suoni non eccessivamente ‘prodotti’; apprezzabile l’essersi preso tutto il tempo necessario: si può ancora raccontare una storia, senza limitarsi alle emozioni del momento.
Nome che comincia ad avere una certa circolazione nella scena indipendente capitolina, UnFauno si pone il classico interrogativo, attendendo che ci sia chi arrivi a salvarlo.
Cita Bene, Gaber e Dante, tra rap, vocazione cantautorale ed elettronica, ma il gioco sulla ‘parola con la c’ è facile…
Albert
Dopamina
Gotham Dischi / INgrooves
Una riflessione sulla crescita e sul diventare grandi, sull’onda del ricordo di chi non c’è più.
Albert, al secolo Leonardo Benedettini da Milano, venticinquenne con un discreto bagaglio già alle spalle, presenta un pezzo di pop cantautorale con un cantato che tende al rap, circondato da suoni essenziali che danno risalto alle parole.
Parte dalla sua ‘Errestrana’, Grid, per un pezzo che vuole esaltare l’unicità di ognuno contro la tendenza a voler mettere etichette, trattare tutti e tutte come ‘brand’, giudicare senza sapere.
Sta crescendo, la ragazza padovana (al secolo Fabiana Mattuzzi): nella personalitàe nell’interpretazione, oltre che nella volontà di ‘mandare un messaggio’, attraverso un pop elettronico venato di ‘r’n’b.
Willy Vi feat. Francy
Regalo
Key Records/Altafonte Italia
Una dedica amorosa abbastanza consueta, in forma di (t)rap: a presentarcela è Willy Vi, conosciuto soprattutto per la sua attività di ballerino, che a quanto leggo gli ha dato soddisfazioni più che discrete. Accompagnato dalla voce femminile di Francy, con un arrangiamento dall’essenzialità apprezzabile.
Secondo singolo per la giovane (classe 2000) Alba Giaquinto; napoletana di nascita, romana di adozione, si divide tra il suono e l’immagine, canzoni e recitazione.
Qui si affrontano le conseguenze della fine di una storia e di un abbandono, tra recriminazioni e voglia di ricominciare pensando a sé stesse.
La produzione di Aureliano Trotta conferisce al brano una veste di synth pop con sapori vagamente anni ’80
Per quanto sostenuto dalla delicatezza dell’interpretazione, il pezzo si perde un po’ nell’anonimato.
Mr Papel
Ricordi che non ho
PaKo Music Records/Believe Digital
Romano di nascita, giramondo per vocazione, Marco Melania vanta un passato di tutto rispetto nei Papel, coi quali ha suonato anche in apertura a gruppi di grosso calibro, c’è Cure o Sigur Ros.
Ora l’esordio da solista, con un progetto quasi omonimo del precedente, a sottolinearne la continuità.
La dedica alla solita ex, protagonista di una storia finita forse troppo in fretta, tanto da lasciare la nostalgia per ricordi che nemmeno ci sono.
Un pop rock incisivo, che nella ricchezza dell’ arrangiamento rievoca – molto alla lontana -band come Arcade Fire.
L’esperienza ovviamente si sente, ma forse si strizza un po’ troppo l’occhio al ‘facile ascolto’.
Valy
Arcobaleni
Zante Label / NEEDA / Altafonte Italia
Valentina Rizzi, o meglio, stavolta, Valy.
Già corista di Mondomarcio, che l’ha affiancata nel precedente singolo ‘Nella mia tempesta’, torna con un singolo dedicato alla rinascita (scritto quando ancora erano in essere le restrizioni alle attività quotidiane) e alla realizzazione personale.
Variopinto e acceso come suggerisce il titolo: la vocalist si divide tra inclinazioni soul e tentativi rap, mentre sul finale entra in scena una chitarra elettrica dalla grana rock.
Forse un po’ troppa grana al fuoco, ma l’umore solare riesce a coinvolgere.
Dopo i due singoli pubblicati nei mesi scorsi, è la volta dell’EP d’esordio per le tre ragazze del trio capitolino delle Wasabi.
Un pop acceso dall’energia delle chitarre e condito di un’elettronica dai toni vagamente crepuscolari fa da cornice sonora a testi che descrivono sbalzi umorali all’insegna di un ‘male di vivere’ che non cede mai al ‘pessimismo cosmico’.
Forse un’attenzione eccessiva alla ‘bella forma’, specie nel cantato, apprezzabile ma un po’ ‘trattenuto’, priva il tutto di un filo di ‘naturalezza’: qualche imperfezione in più non avrebbe guastato.
Avevano appena pubblicato il proprio esordio, gli Elephant Brain, quando il mondo ‘ha chiuso’… Così, nella clausura forzata e soprattutto nell’impossibilità di portare la propria musica in giro, nella rinuncia obbligata al rapporto col pubblico, sono nati e sono stati costruiti i pezzi che compongono questo secondo lavoro. Canzoni ‘da odiare’: il paradosso forse è voluto, forse chissà un filo di rabbia nei confronti di questi brani nati in quel contesto c’è veramente… il mood del resto non è certo dei più tranquilli: dal cantato gridato alla grintosa ruvidità delle chitarre alla sezione ritmica ‘quadrata’ e granitica, i nove pezzi (inclusi i brevi strumentali in apertura e chiusura) sono una corsa senza soste, ad eccezione di ‘Rimini’, dove si riprende fiato, in quella che è un’ode alla tranquillità, alla ricerca di serenità. Una pausa, appunto, in un lavoro, quello del quintetto proveniente da Perugia, che parla di incertezze, di notti insonni, dell’agognato ritorno alla normalità, della frustrazione di un periodo in cui la normalità è negata: senza riferimenti espliciti a quanto successo, ma in un semplice rincorrersi di emozioni e di parole usate per descriverle.
Se lo era chiesto già ‘qualcun altro’, qualche secolo fa “Se sia più nobile soffrire le avversità della vita, o impugnare le armi contro il mare di affanni che ci piove addosso fino ad avere la meglio…” Siamo sempre lì: sono cambiati usi, costumi, tecnologie (soprattutto), ma ben poco è cambiato nell’eterna lotta dell’uomo contro la propria inquietudine interiore; alla faccia dei ‘social’ e dell’essere sempre connessi con qualcun altro, quando si tratta della Vita, siamo sempre soli, alla fine. Ognuno cerca di crearsi la propria armata, il proprio arsenale, che poi si rivela più o meno spuntato, alla fine. Fabio Pocci è al suo secondo disco; il progetto Phomea è dichiaratamente figlio – o fratello minore – di Radiohead, The Notwist, Bon Iver; di un’elettronica che procede con suoni quasi sotto traccia, incontrandosi con la tradizionale essenzialità del folk. Chitarra e voce – più spesso affiancate da piano e tastiere, su uno sfondo sonoro variegato, di frequente frutto di insieme di dettagli, costruiti dal nutrito manipolo di cui l’autore si è circondato. È un disco che qua e là nel corso dei suoi dodici episodi si ‘accende’, ma che mantiene un suo andamento compassato, oltre il disincanto: con un’interpretazione che sia mantiene su toni tenui, spesso quasi sussurrata, alla fine non è nemmeno un disco malinconico o pessimista. Più che altro una presa d’atto di ciò che ci succede, del nostro essere soli, della futilità di certe apparenti vie di fuga e in finale della necessità di prendere atto che le cose vanno così: è una guerra che con tutta probabilità non si può vincere, cercando quanto meno di difendersi alla meglio.
Vi Skin Sei Grande dolcezza nel nuovo singolo della giovane di Esperia (provincia di Frosinone). Sofia Pelle in arte Vi Skin ci canta di una storia d’amore finita e della necessità di lasciare andare il proprio lui: “Perdere me ti fa ritrovate te…” Nulla di nuovo in tema di sofferenze sentimentali, ma l’interpretazione, cui si aggiunge il video ‘campestre’ ispira comunque una certa tenerezza.
Mezzanotte Mezzanotte (UTC) Ada Music Italy Lui cerca di riconquistare lei dopo il tradimento di una notte: Non evade dai luoghi comuni questo nuovo singolo del bresciano Luca Patti, quasi omonimo del suo alias musicale. La confezione sonora piuttosto gradevole, per quanto l’elettropop compassato con qualche riferimento anni ’80 risulti abbastanza ‘di maniera’.
The Slight P.O.P. ADA Music Italy P.O.P., ovvero: Prima O Poi; il nuovo singolo di Giacomo Parenti alias The Slight è il misto di recriminazioni e speranze di chi si augura di recuperare una relazione complicata; la forma è quella di un canonico pop sintetico.
Le FrasiincompiutediElena Lucida Una tipica ballata indie rock, sull’onda emotiva di una relazione ormai finita (o forse, chissà): il nuovo brano di Raffaele Quarta, alias RafQu, salentino trapiantato a Roma, e del suo progetto LefrasiincompiutediElena, scorre via abbastanza rapidamente, forse anche troppo.
Tesha Mai DistroKid Un tradimento, stavolta non sentimentale, ma di un’amicizia (tra uomini), il che per molti versi è pure peggio. Tema inusuale, tradotto da Tesha (il milanese Emanuele Scardino) a cavallo tra rabbia e disillusione, in una forma cantautorale dai contorni blues Apprezzabile.
Federico Fabi Un amore ADA Music Italy Un EP e un primo lavoro sulla lunga distanza all’attivo, il capitolino Federico Fabi preannuncia il prossimo disco con questo singolo. Un ballata sentimentale per voce, armonica e chitarra, la tenerezza di un amore da poco sbocciato, un esperimento che porta entusiasmo; un sentimento senza ombre.
GLI ALTRI
Pegaso Destino Digital Distribution Bundle Lui ha una personalità incasinata; lei probabilmente s’è stufata, e se n’è andata, ma magari a mettere le cose a posto provvederà il destino. Francesco Iacobellis da Roma, in arte Pegaso, esordisce con una tipica ‘sviolinata’ in cui il lui di turno cerca di rimediare e di riallacciare una relazione. Tutto abbastanza consueto, ma se non altro l’atmosfera sospesa, con suoni vagamente ambient e una vocalità che rinuncia a sparare parole a raffica in cui perfino l’autotune viene usato con misura, rendono il tutto un filo diverso dalla media di certa musica fatta da giovani per i giovani Magari, un po’ più di sforzo sulle parole…
Fabio Cosimo Fine della Crush TRB rec Come il titolo suggerisce, la storia è finita; si porta appresso, come di prammatica, il solito campionario, a partire dallo starci ancora male e da quel tanto di ‘dipendenza’ che spinge a seguire la ex sui ‘social…’ Fabio Cosimo ha già un po’ di esperienza alle spalle, e si sente: non è il classico brano buttato giù in cameretta con un microfono e due effetti, c’è il tentativo di cercare quanto meno una certa profondità sonora. L’argomento certo è abusato e l’effetto di già sentito finisce per prendere il sopravvento.
LefrasiincompiutediElena Moleskine Romolo Dischi / ADA Music Italy Dietro al nome indiscutibilmente originale, Raffaele Quarta, alias RafQu che con questo nuovo singolo anticipa l’uscita del secondo disco del suo progetto, nato nel 2017. Dal qudrante nordest della Capitale, un indie rock abbastanza canonico, con qualche ascendenza post punk, per descrivere una relazione nella quale qualcosa comincia a non andare per il verso giusto. Funziona, nel suo aderire formalmente al genere, pur mancando di un filo di ‘spinta’.
Zelda Mab Facile Preda Riff Records Si può essere ‘quadrati’ e concreti quanto si vuole, ma prima o poi si è destinati a diventare la ‘Facile Preda’ dello sguardo fascinoso di qualcuno… Una ballata dai contorni wave è il nuovo singolo di Zelda Mab, pseudonimo a cavallo di videogiochi e Shakespeare scelto da Gloria Abbondi, che dopo l’esperienza nei Sick Tamburo (forse qualcuno li ricorderà come una sorta di prosecuzione dei Prozac+) per questo nuovo capitolo della sua biografia sonora. Tessiture chitarristiche vagamente dream pop si accompagnano alla vocalità delicata ma decisa della polistrumentista di Bolzano.
Lomi Tulipani TRB rec A lei piacevano i tulipani, ma la storia è durata troppo poco; Lorenzo Minella riporta le emozioni di una storia d’amore vissuta con un retrogusto amaro da parte di chi probabilmente già sa che le cose saranno destinate a finire. A cavallo tra pop, trap e via dicendo, le parole sparate a raffica a tratti poco intellegibili, il nuovo singolo del nemmeno più tanto giovane veronese – classe ’95 – Lorenzo Minella si esaurisce anche troppo rapidamente, nei suoi due minuti di durata circa.
BLVRD Scrivanie Distrokid Riflessioni su una relazione al capolinea, nate appunto seduto a una scrivania. Le esprime Davide Capra, alias BLVRD, da Roma, origini da rapper – e si sente nel cantato ‘cadenzato’ – sviluppatesi poi abbraccia di anche il pop. Una tipica ballata senza particolari scosse.
Antonio Maresca Ti avrei Fourth Mile Studio Napoletano di nascita, formazione jazz, attività parallele di cantautore e produttore, Antonio Maresca racconta con ironie le incertezze dell’innamoramento, un salto nel buio che però è l’unico modo di imparare a volare; una contraddizione che porta con sé tutti i tipici interrogativi all’inizio di una relazione, quali scelte fare, quali strade prendere. Il tono è leggero (il video prende le mosse dal famoso spot ‘Anto’: fa caldo’), la confezione gradevole.
Barriera Dohomessomiopadre? Il Piccio Records Elettronica urticante con qualche riferimento anni ’80 (Gary Numan), per Valerio Casanova, alias Barriera, casertano trapiantato a Roma. L’anima di un padre trapiantata in un cellulare, è uno spunto da serie TV, e infatti viene menzionata esplicitamente “Black Mirror”, ma tutto viene messo al servizio di un umore sarcastico e diventa una metafora dei tempi attuali.
Weid La Verità TRB rec. Simone Maritano da Torino in arte Weid torna con un singolo dedicato alla classica gelosia di chi immagina che la propria partner faccia chissà cosa in sua assenza. Il clima è abbastanza leggerino, ma l’arrangiamento, con reminiscenze dance anni ’90, a un certo punto prende la strada della sospensione dando al pezzo una cornice interessante.
Due minuti e mezzo non sono un granché per sviluppare un concetto…
Ruggero Ricci 2000 Orangle Records/Ingrooves/Universal Music Italia
Dance dal retrogusto francese e funk a caratterizzare il nuovo pezzo del cantautore di Lugo (RA): omaggio a quei primi anni 2000 durante i quali Ricci ha vissuto l’età più giovane e spensierata, sentimenti inclusi. Passa e va, anche troppo velocemente.