Archive for dicembre 2021

SETTEMBRE28, ‘BIRRE IN CASA’ (TRB REC) – SINGOLO

Ben pochi artisti, credo, sanno fornire con certezza una data di inizio del loro percorso artistico; non così Carlo Baratella, per il quale il giorno di una delusione d’amore ha segnato anche l’avvio del percorso di cantautore e musicista che lo ha portato fino a questo pezzo di esordio.

Comprensibile che il nostro abbia quindi scelto come pseudonimo proprio quel mese e giorno.

‘Birre in Casa’ è il classico ‘brano generazionale’ in cui, inno all’amicizia che costituisce l’ancora a cui aggrapparsi dopo le ‘cadute’, sentimentali, di studio, lavorative.

Interpretata col classico mezzo cantato – mezzo parlato, ma almeno la voce è ‘genuina’, con un contorno sonoro gradevole (per quanto all’insegna di un ‘partire piano’ e aprirsi sul ritornello abbastanza canonico), si fa apprezzare un tantino di più di tante altre ‘proposte giovanili’ che sembrano spesso ‘buttate lì’, tanto per…

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UNFAUNO, “INSECURITY” (PHONARCHIA DISCHI)

Romano, classe ’89, Fauno Lami giunge al traguardo del primo disco solista, dopo una precedente esperienza in gruppo, conclusa, appunto per intraprendere la propria esperienza in solo.

“Insecurity”, incertezza: il filo conduttore del disco è la ricerca di quel ‘tassello in più’ necessario a completare il mosaico: delle proprie idee, del proprio senso, forse della propria esistenza; quel qualcosa che si sente come mancante, fin da ragazzini e fin dalla prima traccia.

Una figura che ritorna quella del Fauno/UnFauno bambino, come se tutto per tanti (tutti?) nascesse da lì e in fondo la vita non fosse altro che una conseguenza di certe domande su sé e il mondo che ci ronzano in testa fin da ragazzini.

Il classico ‘viaggio esistenziale’, per certi versi: dalle domande dell’infanzia alle delusioni sentimentali dell’adolescenza, l’esperienza di un’occupazione scolastica come atto di ‘ribellione personale’, da contrapporre a troppi finti ‘ribelli’ e ‘alternativi’ di un oggi dove “il rock è morto e il punk è in coma etilico”; forse è per questo che da un punto di vista sonoro UnFauno sembra piuttosto guardare alla stagione della wave – post punk, tra i Joy Division (‘Firefly’) e una strizzata d’occhio a Trent Reznor (‘Fuori’) che si accompagnano a un’indole che, complice la decisa impronta autobiografica degli undini brani presenti, assume spesso connotati cantautorali, a tratti solo ‘autoriali’, data la presenza di due tracce totalmente parlate, una delle quali costruita su certi testi di Sorrentino, e dedicata a Roma che torna in controluce anche nella già citata ‘Non capisco’.

Passando per una dedica alla meditazione, altro grande interesse dell’autore (‘Angel of Light’), si arriva quasi al dunque in ‘Cadere’ metafora di chi alla fine, di certezze preferisce non averne, vivendo in una costante mancanza di equilibrio.

La soluzione, forse per certi versi prevedibile, è che non si può chiarire tutto, percorrendo ‘Strade Storte’ lungo le quali l’incertezza e il ‘qualcosa di mancante’, sono una necessità.

GEA, FAAX, FRONTERA, ZEST, SATURAZIONE, FRANCESCO SISCH: SINGOLI

Gea

Resta

Gotham Dischi / Artist First

“Resta, come se fossimo a una festa”, canta Gea (Gaia Daria Miolla); ma la ‘festa’ – ovvero: l’amore – è già quasi finito e forse non basterà un altro cocktail a ravvivare la fiamma.

La giovane cantautrice e polistrumentista (cominciò da piccola, con la batteria) barese, con già una solida gavetta alle spalle (con la partecipazione a “The Voice of Italy” nel 2018), presenta un pezzo dai contorni r’n’b, all’insegna di una certa leggerezza sonora , che pur nella sua ‘consuetudine’, risulta gradevole.

Faax

Giornate Storte

Moving Beyond

Quotidiane malinconie con una punta di male di vivere nella nuova proposta del romano Fabio Cannavale, alias Faax; un canonico flusso di parole con tappeto elettronico più o meno accattivante.

Poco distinguibile tra le tante proposte analoghe in circolazione.

Frontera

Sailor Moon

Gotham Dischi / Artist First

Andrea Frontera da Como (ma con origini salernitane) presenta un brano in cui si parte dall’infanzia (“Guardavi Sailor Moon, ma volevi Lamù) per affrontare il vissuto di 23 anni di vita: obbiettivo forse un tantino ambizioso per un artista più o meno agli esordi, che sfocia in un brano abbastanza anonimo, all’insegna di moduli più o meno trap con tappeti elettronici elementari e un cantato / parlato che avrebbe bisogno di maggior rodaggio.

Zest

R & B Italiano

Believe SAS

Il ritorno di Riccardo Frunzio, alias Zest, è dedicato alle scorie lasciate da una relazione fin troppo totalizzante, al punto di trasformarsi in una gabbia.

Il tema è svolto, come suggerisce il titolo, con una parvenza di r’n’b che però finisce per essere messa in secondo piano dall’impostazione mezzo parlata – mezzo cantata – un po’ filtrata un po’ no – della voce (con un’esecuzione a mezza bocca a tratti poco distinguibile) e col consueto contorno ‘sintetico’.

Saturazione

Torre di Controllo

Gotham Dischi / Artist First

Innocuo pop – rock (zona ‘Vibrazioni’) e affini, per questo quartetto milanese.

Tema, manco a dirlo, la fine di una relazione e il modo di riprendersi, concetto poi ampliabile a tutte le situazioni difficili della vita.

Chitarre elettriche per dare potenza, tastiere in aggiunta per ammorbidire un po’.

Certo, il piedino lo si batte e quindi il pezzo alla fine può dirsi riuscito, ma tutto sembra troppo ‘impostato’, attento a evitare sbavature o di essere troppo aggressivo.

Freno a mano tirato.

Francesco Sisch feat. ‘900

Stasera guida tu

PM Productions

Orecchiabile pop – rock con vena cantautorale per questa collaborazione tra Francesco Sich (Francesco Del Giudice) e Paolo Motta, in arte ‘900, esponenti emergenti della scena romana.

Sentimenti protagonisti per un brano che si lascia ascoltare.

ROS, LEISS, QUASI, BE A BEAR: SINGOLI

Ros

Normosuper

Torna il trio toscano composto da Camilla Giannelli, Lorenzo Peruzzi e Kevin Rossetti, fattosi conoscere sul palco di “X-Factor”, preso poi da Manuel Agnelli sotto la sua ala protettrice, intraprendendo la consueta gavetta a base di live di supporto a band anche importanti (Bad Religion, A Perfect Circle).

‘NormoSuper’ è un tipico ‘grido di malessere generazionale’, incentrato sul sentirsi fuori posto, appunto né ‘normali’, né ‘speciali’… l’idea di fondo è che a sentirsi così dopo tutto non siano poi in pochi.

Chitarre sferraglianti, un cantato femminile che evoca certe ‘riot girl’ di metà anni ’90, un’attitudine da ‘punk dei giorni nostri’

La band conferma l’impressione positiva del precedente singolo, anche se qui tutto sembra più ‘canonico’ e un po’ scontato.

Leiss

Sarta delle Stelle

Cosmophonix

‘Letizia E I Suoi Sogni’, ovvero Leiss, acronimo scelto dalla giovane cantautrice cuneese Letizia Barbetti.

Il suo nuovo singolo, accompagnato da un suggestivo video firmato da Giorgio Piva, la vede ‘tessere i fili’ lasciati ingarbugliati da relazioni sentimentali che si sono, appunto, sfilacciate, cercando magari di ricreare una sorta di ‘tela’ in cui il rapporto con l’altro possa partire da una maggiore considerazione di sé, dal non accontentarsi e soprattutto dal non esporsi a delusioni per essere magari stati troppo remissivi.

Una lettera sui sentimenti a destinatario ignoto che prende le mosse dalla leggenda greca del Minotauro e da quella giapponese del ‘Filo Rosso’ (Akai Ito), per un pezzo che, per riferimenti ‘colti’ e riflessioni,

si distingue rispetto a tanti brani usa-e-getta all’insegna del ‘quotidiano spiccio’ offerti da tante giovani aspiranti ‘stelle’.

Leiss sembra avere qualcosa in più da dire.

Quasi

A Casaccio

Gotham Dischi / Artist First

Esperienza Fulvio Felici da Roma, classe 1991, ne ha accumulata parecchia: dagli esordi punk rock sui banchi delle superiori, proseguiti poi nel corso di una parentesi trascorsa negli Stati Uniti, passando per tentativi rap una volta tornato in Italia, e ora il progetto Quasi, che lo vede in versione cantautorato pop.

Secondo singolo di questo nuovo capitolo ‘A Casaccio’ è dedicato alla futilità di certe conversazioni, non solo ‘social’ caratterizzate da frasi di circostanza senza un vero interesse.

Pezzo che può avere un suo appeal, pur senza impressionare.

Be A Bear

Mr Dust (Badlands Remix)

Il Piccio Records

Si comincia col bolognese Filippo Zironi e il suo progetto Be A Bear, che lo vede salire sul palco mascherato da orso a proporre un elettropop dalle ascendenze ‘eighties’; si prosegue con Catharina Jaunviksna, producer svedese e col suo progetto Badlands, all’insegna di synth e campionamenti.

L’incontro tra i due dà come risultato questa versione dell’originale ‘Mr Dust’, in cui a prendere il sopravvento è una sensazione di vaga malinconia, che può ricordare alla lontana certi pezzo di Robert Miles.

ISAAC, “SIBILO” EP

Secondo EP per Isaac, ovvero Marco Prestanicola, romano, studi da tecnico del suono, un’ammirazione dichiarata per James Blake e Bon Iver, riferimenti che si affiancano a progetti come Apparat e Applefish, oltre a, in ambito televisivo, “Lost” o “BoJack Horseman”.

Cinque brani dal mood malinconico, a tratti dolente (si parla, tra l’altro, di solitudine o di occasioni perse nei rapporti con persone importa), per un lavoro dominato da una vocalità costantemente filtrata da effetti (ogni tanto giova ricordare che l’elettronica non serve solo a camuffare certi evidenti limiti), che si staglia su tappeti costruiti da synth e ulteriori strumenti elettronici.

L’esito è la costruzione di una sorta di ‘altrove’ da cui arrivano le parole, spesso quasi sussurri, di Isaac, una dimensione onirica, a tratti siderale, suggestioni che sullo sfondo evocano quasi l’effetto di una risacca.

Jeff Buckley per un verso e Thom Yorke in un altro finiscono per essere le coordinate abbastanza immediate di un lavoro che fonde indie ed elettronica in modo abbastanza efficace, in cui il fluire dei cinque pezzi, privo di sostanziali ‘cesure’ dà l’idea di trovarsi a una sola, lunga composizione.

ORTEL, JAKI P, SARAI, ETHOS: SINGOLI

Ortel
Nostalgia
Gotham Dischi / Artist First
Oreste De Devitiis (classe 2001, da Napoli) decida la sua seconda uscita alla ‘Nostalgia’, probabilmente quella per un amore finito, ma potrebbe comunque essere quella di una qualunque persona persa lungo il cammino, all’insegna di una tipica canzone pop con qualche aspirazione autoriale.
Apprezzabile la formula piano e voce, un po’ me o quella di un ‘filtro’ alla stessa vocalità che rende il tutto un filo artificioso senza celare qualche limite di dizione di troppo.
Meglio sarebbe stata, forse, un’esecuzione più ‘genuina’.

Jaki P
Cause perse
Gotham Dischi / Artist First

È un ‘ragazzo che ha studiato’, Jacopo Pastore da Reggi Emilia: da pianoforte e canto, fino all’esperienza in un coro gospel, una gavetta che insomma ‘si sente’ in questo brano, dedicato alla lontananza che scava un solco da due persone.
La confezione è molto ‘sanremese’, nel bene e nel male; la voce c’è e non servono ‘effetti di sostegno’.
Nulla di straordinario, ma si lascia ascoltare.

Sarai
T’ho sognato
The Bluestone Records
Dedica a un’amata ormai lontana, il nuovo brano della capitolina Sarai, fattasi conoscere sul palcoscenico di “X-Factor”, è un susseguirsi agrodolce di ricordi sul crinale tra sogno e realtà.
La vocalità soul stavolta si inserisce in un brano che procede ‘a scatti’, con un’esecuzione quasi ‘parlata’, la cui rapidità finisce per laciare qualche sillaba di troppo per strada.
Il brano scorre via anche troppo velocemente, lasciando l’impressione che la ragazza sappia e possa fare decisamente di meglio.

Ethos
2Difila
Gotham Dischi / Bebimovie
In attesa dell’EP di esordio di prossima uscita, il giovane Ethos torna con questo brano sentimentale dal mood danzereccio, con tanto di ‘filtro vocale’..
Amori sul confine tra adolescenza e maturità, con un video che sembra ripercorrere la traiettoria artistica del cantante, dai ‘brani in cameretta’ a situazioni più professionali.
Per giovani / issimi.

VENTI3, WEID,ESTOY POCHO, RAFFAELE MORETTI, TOMMASO LA NOTTE: SINGOLI

Venti3

Vivo

Red Owl Records

Nuovo brano per il romano Venti3 (Alessandro Marchisio): pene d’amore per una storia ‘finita ma non del tutto’: lei è “bella e str***a”, lui cerca di ignorarla danza riuscirci fino in fondo.

La produzione danzereccia, a cura del BXF Moving Sound, con accenti da disco francese anni ’80 dà un filo di appeal in più a un brano altrimenti abbastanza ‘piatto’.

Weid feat. I FLY

Tu

TRB Records

Secondo singolo per Simone Maritano, che propone una (autoriflessione) sul passare del tempo, l’età, la maturità necessaria ignorare i giudizi degli altri: maturità raggiunta dal nonno, osservando il quale è nato il pezzo e che il nostro sente ancora di dover raggiungere.

Elettronica in salsa dance, decisamente ammiccante, fa da contorno a un pezzo che, senza raggiungere chissà quali vette, quanto meno tenta un filo d’introspezione.

Estoy Pocho

Dile

No Limit Group

La nuova – terza, credo – release del giovane capitolino Estoy Pocho è dedicata a una storia ormai finita, ma ancora ben presente.

Forse un amore estivo, forse qualcosa di più, fatto sta che tutto è vissuto come un viaggio nella memoria, accompagnato da un video girato sul Lungomare di Ostia, che di queste storie ne vede ogni anno a centinaia.

Prodotto da Dany De Santis, ‘Dile’ è un tipico brano di latin pop, con tutti i pro e i contro di un genere tipicamente giovanile.

Apprezzabile se non altro la scelta di un mood discreto e sonorità non tracotanti.

Raffaele Moretti

Non c’eri più

Digital Distribution Bundle

Il laziale (nel senso della Regione), Raffaele Moretti ha avviato la propria carriera giovanissimo, pubblicando finora un EP e un paio di singoli, cui si aggiunge questo nuovo pezzo.

Lettera all’amata di un tempo che ha messo su famiglia con tanto di prole, mentre lui al momento di decidere ha scelto di seguire i propri sogni di rockstar.

Il rimpianto pesa, ma forse le cose dovevano andare così e talvolta le occasioni perse aprono le porte a nuove strade.

Pop senza pretese, qualche chitarra elettrica a movimentare; Max Pezzali è dietro l’angolo.

Tommaso La Notte

Ballano le lucciole

Jazz Engine (AUAND) / Pirames International

Nuovo singolo, ultimo di una manciata che ha accompagnato gli ultimi mesi, facendo da apripista al primo lavoro solista del cantautore pugliese.

Il protagonista cerca il ‘minimo quotidiano’ di un amore ormai passato, chiedendole di raccontargli le proprie piccole abitudini, forse nella speranza di riuscire a trattenere un pezzo di lei.

Pop con contorno ‘sintetico’ in una confezione tutto sommato gradevole.

PLAYLIST 7.2021

Periodica selezione di brani e singoli ripresi dalla recensioni del blog.
Come al solito, preciso che non si tratta di una classifica vera e propria, anche se i brani sono comunque ‘ordinati’ in modo crescente di gradimento…

Pianese, ‘Ieri’

Caravelle, ‘Quello che c’è’

Vento, ‘Liberarmi di te’

Karkano, ‘Giullare’

Mang, ‘Fantasia’

Krifal, ‘Con me’

Spinozo, ‘All my love’

Utah, ‘Chi sei tu?’

Tommaso La Notte, ‘Una poesia di Montale’

Edodacapo, ‘Seicomelamiaex’

Labelle, ‘Nudaxte’

Riccardo Clima, ‘Berlino ’89’

Gianluca Amore, ‘Cold and Red’

Grid, ‘Neve in tasca’

Nudda, ‘Nonusciraidaqui’

Tramo, ‘Fai il bravo’

AliC’è, ‘Le chiavi di casa’

Atlante, ‘L’inizio è la mia fine’

BNB Music MMXX, ‘Mai’

Marvo MD, ‘Osaka’

Bento, ‘UA’

Il Proposito, ‘Houdini’

Dellarabbia, ‘L’Enigmista’

Il Geometra, ‘Per tutte le madri’

Matchless, ‘Sai che c’è’

Sis, ‘Volcano’

ATLANTE, PAURE / VERITÀ (PAN MUSIC / LIBELLULA MUSIC)

Secondo lavoro per questo trio di stanza a Torino, dedito a un mix di rock ed elettronica.

“Paure / Verità”: sensazioni ed emozioni che nella vita sono spesso e volentieri collegate, le une nascendo o trovando significato nelle altre.

Si affrontano le proprie paure e si scopre magari qualcosa di ‘vero’ su sé stessi o al contrario, cercando certe ‘verità’ si finisca per affrontare le proprie paure.

Tutto ciò, nelle parole della band, partendo da due elementi – cardine: l’Amore e il Tempo: anch’essi intimamente legati, nel loro svolgersi e ripetersi, con alti e bassi.

Nove brani in cui riflessioni sui sentimenti, specie sullo svolgersi di ‘storie’ spesso destinate a concludersi nello stesso momento in cui cominciano, e sul senso di vuoto lasciato dopo la loro fine, trovano un ampliamento in altrettante considerazioni sullo svolgersi dell’esistenza in generale, prendendo in parte le mosse dalla visione offerta da Terzani ne “La fine è il mio inizio”, qui tradotto ne “L’inizio è la mia fine”.

La formula sonora, come accennato, cerca di coniugare rock ed elettronica, sulla scorta di artisti come Bon Iver, riprendendo la lezione ‘alternative’ dei Verdena nel contempo guardando a una certa scena cantautorale (loro stessi citano Niccolò Fabi).

Qua e là, tentativi maggiormente ‘radio friendly’ (vagamente à la Foo Fighters), qualche ballata malinconica (accenni di Afterhours) si mescolano episodi all’insegna di tentativi sperimentali.

IL GEOMETRA, “CANZONI CRISTIANE” (AUTOPRODOTTO / ARTIST FIRST)

Riavvolgere il nastro: Il Geometra nasce nella prima metà degli anni ’10: un EP, un primo lavoro sulla lunga distanza – “Ultimi, datato 2015”, poi… poi la vita, il lavoro e quant’altro… fino a inizio 2020, quando Jacopo Maria Magrini si trova, suo malgrado, a vivere la ‘clausura collettiva’ in quel di Parma, lontano da famiglia, amici e quant’altro.

Riemerge la voglia di scrivere, di comporre… e il risultato è una serie di canzoni il cui filo conduttore, più o meno inaspettatamente, è il rapporto con Dio, l’insieme dei valori appresi da ragazzino, in casa o fuori…

Intendiamoci: non siamo di fronte a un disco di ‘musica cristiana’, da Radio Maria o simili; in questi sette brani, assemblati riunendo lo storico trio con Lorenzo Venanzi, Francesco Bitocchi, pubblicato un po’ per sfida e forse senza eccessiva convinzione, il rapporto con certi ‘valori cristiani’ emerge quasi come una necessità, nelle parole dello stesso Magrini, come gli unici ‘utensili’ a disposizione per fare del bene o non fare del male.

Canzoni che ci parlano di incertezze riguardo al futuro, di vite quasi in balia degli eventi, della ricerca della felicità e della propria realizzazione, fino a un episodio – ‘Madri’ – che sembra staccarsi dal contesto per parlarci appunto, di chi ha perso il figlio in Croce, in guerra o in stato di arresto, che sembrano riportare una certa disillusione, un sentirsi inermi di fronte agli eventi, giusto un filo di speranza a cui aggrapparsi, ma nemmeno sempre.

Così, attraverso una tipica impronta cantautorale, suoni essenziali e a tratti scarni, per scelta e per le necessità legate a tutti i limiti imposti dalla situazione che viviamo da oltre un anno e mezzo, ci si trova di fronte a un disco che riflette, come nel brano finale, ‘Miracoli’, su quanto ci si affanni a vivere un’esistenza piena di fardelli, nella speranza – spesso vana – che ogni tanto arrivi qualcosa ad alleggerire il peso del vivere.