Archive for febbraio 2018

VEA, “POSTO FISSO” EP (AUTOPRODOTTO / LIBELLULA DISCHI)

Cinque anni fa, Vea lascia il suo lavoro di commessa per dedicarsi a tempo pieno alla propria passione; oggi, ecco il frutto di quella storia: sei brani per raccontare quella vicenda, con una certa ironia e una buona dose di rabbia, l’attitudine di chi sa di aver raggiunto un traguardo, prendendosi anche qualche rivincita.

Un riuscito mix di elementi rock e ‘black’ con una spruzzata di elettronica, dominati da una vocalità a tratti prorompente, affinata da anni di studio (culminati con una laurea in canto jazz alla facoltà di Musicologia di Cremona).

Accompagna Vea un piccolo nucleo di amici e collaboratori, le presenze più costanti quelle di Simone Ferrero (piano, synth, chitarre) ed Edoardo Luparello (Batteri), mentre lei stessa all’occorrenza imbraccia il suo fido ukulele.

Dal grigiore di un lavoro che magari offriva sicurezze, ma non soddisfazioni, alla piena affermazione di sé: il ‘posto fisso’ come sinonimo di tranquillità economica che diventa il posto dove, pur con qualche certezza in meno, si è felici.

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PRISCILLA BEI, “FACCIAMO FINTA CHE SIA ANDATO TUTTO BENE” (LAPIDARIE INCISIONI / LIBELLULA DISCHI)

La cantautrice romana Priscilla Bei ha avviato la propria strada nel 2013; due anni dopo il primo Ep, ora l’esordio sulla lunga distanza, grazie alla collaborazione con Lapidarie Incisioni e la produzione di Lucio Leoni.
La formazione jazz della protagonista si somma alla sua apertura nei confronti di sonorità ad ampio spettro, e quando nelle mani di Lucio Leoni il tutto viene mescolato ad ampie dosi di elettronica, l’esito è costantemente intrigante.
Più di una volta si sconfina in liquidità e rarefazioni dub, non si disdegnano all’opposto mix tra dance e rock, o momenti di essenzialità acustica.
Intatta nei dieci brani presenti (per mezz’ora circa la durata) l’impostazione cantautorale; prevale un mood rilassato, all’insegna di una certa eterea dolcezza, senza negarsi parentesi più accese; interiorità, rapporti con gli altri, relazioni sentimentali.
Dominano da un lato il calore avvolgente i tappeti elettronici, dall’altro la sinuosità dei fiati.
Partecipano, oltre al manipolo di musicisti di accompagnamento, lo stesso Lucio Leoni e Valentina Polinori.
Una voce – e una scrittura – da tenere d’occhio.

ENZO BECCIA, “PER CHI VIAGGIA LEGGERO” (AUTOPRODOTTO / LIBELLULA MUSIC)

Un’ordinaria storia di disagio, fuga e ricerca di se’ stessi: dalla Puglia all’India, passando per Milano, tornando per poi di nuovo ripartire, verso dove forse non importa nemmeno granché…

Il cantautore pugliese Enzo Beccia (un corposo curriculum di studi musicali e già qualche disco all’attivo, con vari riconoscimenti), prende le mosse dal breve racconto di Fiorenza Sassi (inserito nel booklet, alternando narrazione e testi delle canzoni), snodando la storia su otto pezzi (incluso lo strumentale in chiusura).

Cantautorato abbinato a sonorità pop mai troppo ammiccanti, rock senza esagerare, una spruzzata di blues, qualche vaga reminiscenza jazz (che larga parte ha avuto nella formazione di Beccia), spezie sudamericane, accenni alla canzone popolare; strumentazione ‘canonica’ con vari inserimenti, tra cui mandolino, fisarmonica, violino.

Indole vagamente disincantata, che non rinuncia a un pizzico d’ironia.

Lavoro che conserva una certa compostezza formale, tanto che qua e là si avverte forse la mancanza di un po’ istintività, di un maggiore lasciarsi andare.

GIBILTERRA, “ALCUNE PICCOLE VERITA'” (AUTOPRODOTTO)

Gibilterra, ovvero: Riccardo Ruggeri (voce) e Martino Pini (chitarra) i quali, dopo varie singole esperienze in disparati generi, dalla canzone d’autore all’elettronica passando per progressive e jazz-rock, uniscono le forze per un progetto più orientato verso territori cantautorali e ‘pop’

Le ‘piccole verità’ scandagliate dai Gibilterra nei cinque brani che qui si susseguono sono quelle che emergono dal quotidiano, attraverso riflessioni, ammissioni, momenti in cui si fanno i conti coi propri limiti e le proprie debolezze, nei rapporti con sé stessi e con gli altri; si finisce, quasi inevitabilmente, per sfiorare i ‘massimi sistemi’, il paradosso ricorrente di una società in cui la ‘connessione’ è divenuta un bene di prima necessità, mentre la ‘comunicazione’ con l’altro appare sempre più difficile.

Ruggeri e Pini, coadiuvati da Andrea Baccaro alla batteria e Maurino Dellacqua al basso, scelgono la strada di un pop che coniuga ‘agevolezza’ di ascolto con una certa ‘eleganza’ dei suoni, riservando spazi a brevi derive blues o accenni di flamenco, all’insegna di un riuscito incontro/dialogo tra voce e chitarra.

FUMETTAZIONI 1/ 2018

Brevi (più o meno) recensioni di letture disegnate.

 

LA PROFEZIA DELL’ARMADILLO

Adolescenza e dintorni in quel di Rebibbia (alla periferia della Capitale), tra amicizie, amori, le prime esperienze nel mondo del lavoro, sale giochi, centri sociali, sullo sfondo di un lutto che sancisce – forse – l’inizio del passaggio all’età adulta.
L’esordio di Zerocalcare, giovane ‘fumettista’ passato rapidamente dallo status di ‘autore di culto’ (leggi: conosciuto e apprezzato da una stretta cerchia di appassionati del genere) a concorrere per lo ‘Strega’ (e detto tra noi: meno male che non l’ha vinto).
Un narrazione ancora frammentaria, per un’opera che appare più una raccolta di spunti e riflessioni che non un’opera veramente organica.
Molti trentenni – e un buon numero di quarantenni – si riconosceranno nelle atmosfere, nelle ambientazioni, nei riferimenti a musica, fumetti, videogiochi e quant’altro, le risate sono assicurate quasi a ogni pagina.
A tratti però, per quanto mi riguarda, si avverte anche forte lo scarto, non solo, in parte generazionale, ma anche di esperienza: se Zerocalcare è uno da centri sociali che detesta il centro, io sono uno che appena può fugge in direzione centro storico e nei centri sociali si è sempre trovato piuttosto a disagio…
Voto: 7

 

NIGHT RAVEN – HOUSE OF CARDS
Quasi un ‘pulp’, un film di gangster, un melodramma: lotte tra bande, politici corrotti, donne finite in giochi più grandi di loro, storie d’amore con poca speranza. Night Raven, enigmatico giustiziere mascherato, interviene quasi come un ‘deus ex machina’, ma fallibile anche lui.
Jamie Delano e David Lloyd confezionano una storia di ‘vigilanti mascherati’ tipicamente ‘british’.
Voto: 7

 

I MIGLIORI ANNI DISNEY – 1979

Jerry Siegel – uno dei ‘padri’ di Superman – firma assieme a Cavazzano un’avventura di paperi a base di… comete e fortuna; Giorgio Pezzin e Giovan Battista Carpi gettano gli stessi paperi nel bel mezzo di un possibile nuovo diluvio universale; Topolino, con Gancio da una parte, Pippo ed Eta Beta dall’altra, completa l’albo, grazie a Romano Scarpa, Sandro Del Conte, Guido Martina e Guido Scala.
Voto: 6,5

 

TESORI MADE IN ITALY 6

Chiusura col ‘botto’ per il ciclo di ben sei numeri dedicato a Cavazzano con le storie scelte dallo stesso disegnatore. Ricchissimo stavolta il sommario: dall’ultima collaborazione con Rodolfo Cimino all’incontro tra Disney e Salvador Dalí, passando per il numero 3000 di Topolino, fino Double Duck e al Commissario Topalbano.
Un numero ai limiti della perfezione che lascia un po’ di delusione per la selezione dei precedenti, non sempre all’altezza.
Voto: 8

 

INVINCIBLE 49
Ci avviciniamo al numero 50 dell’edizione italiana, e al cento dell’originale, con un numero tutto dedicato alla serie principale, tra retroscena assortiti su alcuni dei comprimari principali e un colpo di scena finale dai contorni esilaranti. Tutto semra essere pronto per un nuovo inizio e il ritorno a una parvenza di ‘normalità’, ma conoscendo Kirkman, c’è da aspettarsi che la ‘boa’ dei 100 numeri venga girata in modo tutt’altro che tranquillo…
Voto: 6,5

 

UACK! PRESENTA: VITA DA PAPERI 1
Nuova veste per Uack! che riparte dal numero 1, continuando a fare ampio spazio a Carl Barks.
Pezzo forte dell’albo, una trasferta scozzese con castello infestato; il resto, più o meno contorno.
Voto: 6