Secondo lavoro per Samuele Ghidotti, già voce e ‘penna’ dei Venua.
“L’Inferno dopo la domenica”, ovvero quello che, in piccole o grandi dosi ognuno affronta nel corso dello svolgersi del proprio quotidiano (sempre che la domenica sia questo ‘Paradiso’, dopo tutto); ritratto spesso amaro di una società frammentata dalle disparità sociali e spesso violenta, di una generazione (quella a cavallo tra i 30 e i 40) alla deriva, con l’amore – pur complicato – a fare da ‘zattera’ a cui aggrapparsi.
Otto brani, per un lavoro che forse è esagerato definire ‘plumbeo’, ma sul quale aleggia una certa qual pesantezza, da temporale imminente. I suoni sono obliqui, spesso scarni, minimali, tappeti sintetici, effetti di sottofondo; atmosfere ‘liquide’ dalle quali ogni tanto emergono chitarre o archi a consolidare la grana emotiva dei brani.
“L’Inferno dopo la Domenica” è un lavoro dai ritmi calmi, dilatati, che rallenta a osservare una realtà circostante con occhio scettico quando non rassegnato, ma di fronte alla quale l’unica reazione non può essere l’immobilismo.