Archive for novembre 2022

ALFIERO, SETA, JAMIE, CRONICO: SINGOLI

IL SINGOLO DELLA SETTIMANA

Alfiero
Il mio padrone
Schwoch Rec / DistroKid

Un’ordinaria storia di caporalato nelle campagne pontine, raccontata da uno dei tanti che arrivano qui da lontano per finire in condizioni disumane e talvolta con finali tragici.
A dare voce al protagonista è (Andrea) Alfiero, due dischi già all’attivo, che qui ricorre al contrasto tra un cantautorato pop dai toni solari e la cupezza della storia raccontata.
Stridente, ma in fondo efficace.

GLI ALTRI

Seta
Tarantola
Lo scenario sonoro, un’atmosfera oscura e vagamente apocalittica, è indubbiamente originale; il problema è che il terzo singolo di Andrea Guerra, alias Seta, si perde rapidamente in rime che, spesso ‘sparate’ a raffica, finiscono talvolta per essere poco comprensibili (d’accordo la velocità, ma almeno non mangiarsi le parole).
Un classico mix tra rabbia e disillusione per l’altrettanto classica storia d’amore andata male, il tutto archiviato in due minuti.
Tutto troppo veloce: l’impressione è che con un po’ di riflessione e approfondimento in più e meno fretta certe qualità di fondo possano emergere meglio.

Jamie
Disastro
Artist First
Una lettera alla madre, la paura di non realizzarsi e di deludere; in controluce, il ricordo di una sorella scompara troppo presto.
Non ha avuto una vita famigliare facile, Jamie, alias Aziz Gazzelle, che forse sta cercando nella musica una rivalsa contro quella stessa vita che gli ha già tolto troppo.
Un EP già pubblicato e questo nuovo singolo, dove riversa tutte le proprie debolezze, il sentirsi a tratti come un ‘didastro’.
Il cantautore / trapper marchigiano ha tanto e per certi versi già troppo, da dire e da raccontare, anche per dare seguito all’attività della sorella nel campo della cura del disagio mentale; lo fa nel modo dei nostri tempi, con parole a raffica e l’autotune, ma cerca comunque una soluzione originale con sonorità più vicine al rock.

Cronico
Divieti
TRB rec
Il nuovo singolo di Fabio Parrottino, dalla provincia di Catanzaro, alias Cronico è una consueta dedica alla ‘lei’ di turno, sullo sfondo di un’altrettanto consueta relazione sentimentale complicata.
Apprezzabile la grana vagamente soul dell’interpretazione, ma tutto resta abbasta confinato nel già sentito.

ELEPHANT BRAIN, “CANZONI DA ODIARE” (LIBELLULA MUSIC / BELIEVE)

Avevano appena pubblicato il proprio esordio, gli Elephant Brain, quando il mondo ‘ha chiuso’…
Così, nella clausura forzata e soprattutto nell’impossibilità di portare la propria musica in giro, nella rinuncia obbligata al rapporto col pubblico, sono nati e sono stati costruiti i pezzi che compongono questo secondo lavoro.
Canzoni ‘da odiare’: il paradosso forse è voluto, forse chissà un filo di rabbia nei confronti di questi brani nati in quel contesto c’è veramente… il mood del resto non è certo dei più tranquilli: dal cantato gridato alla grintosa ruvidità delle chitarre alla sezione ritmica ‘quadrata’ e granitica, i nove pezzi (inclusi i brevi strumentali in apertura e chiusura) sono una corsa senza soste, ad eccezione di ‘Rimini’, dove si riprende fiato, in quella che è un’ode alla tranquillità, alla ricerca di serenità.
Una pausa, appunto, in un lavoro, quello del quintetto proveniente da Perugia, che parla di incertezze, di notti insonni, dell’agognato ritorno alla normalità, della frustrazione di un periodo in cui la normalità è negata: senza riferimenti espliciti a quanto successo, ma in un semplice rincorrersi di emozioni e di parole usate per descriverle.

PHOMEA, “ME AND MY ARMY” (BEAUTIFUL LOSERS / BENG! DISCHI / BETA PRODUZIONI)

Se lo era chiesto già ‘qualcun altro’, qualche secolo fa “Se sia più nobile soffrire le avversità della vita, o impugnare le armi contro il mare di affanni che ci piove addosso fino ad avere la meglio…”
Siamo sempre lì: sono cambiati usi, costumi, tecnologie (soprattutto), ma ben poco è cambiato nell’eterna lotta dell’uomo contro la propria inquietudine interiore; alla faccia dei ‘social’ e dell’essere sempre connessi con qualcun altro, quando si tratta della Vita, siamo sempre soli, alla fine.
Ognuno cerca di crearsi la propria armata, il proprio arsenale, che poi si rivela più o meno spuntato, alla fine.
Fabio Pocci è al suo secondo disco; il progetto Phomea è dichiaratamente figlio – o fratello minore – di Radiohead, The Notwist, Bon Iver; di un’elettronica che procede con suoni quasi sotto traccia, incontrandosi con la tradizionale essenzialità del folk.
Chitarra e voce – più spesso affiancate da piano e tastiere, su uno sfondo sonoro variegato, di frequente frutto di insieme di dettagli, costruiti dal nutrito manipolo di cui l’autore si è circondato.
È un disco che qua e là nel corso dei suoi dodici episodi si ‘accende’, ma che mantiene un suo andamento compassato, oltre il disincanto: con un’interpretazione che sia mantiene su toni tenui, spesso quasi sussurrata, alla fine non è nemmeno un disco malinconico o pessimista.
Più che altro una presa d’atto di ciò che ci succede, del nostro essere soli, della futilità di certe apparenti vie di fuga e in finale della necessità di prendere atto che le cose vanno così: è una guerra che con tutta probabilità non si può vincere, cercando quanto meno di difendersi alla meglio.

VI SKIN, MEZZANOTTE, THE SLIGHT, LEFRASIINCOMPIUTEDIELENA, TESHA: SINGOLI

IL SINGOLO DELLA SETTIMANA

Vi Skin
Sei
Grande dolcezza nel nuovo singolo della giovane di Esperia (provincia di Frosinone).
Sofia Pelle in arte Vi Skin ci canta di una storia d’amore finita e della necessità di lasciare andare il proprio lui: “Perdere me ti fa ritrovate te…”
Nulla di nuovo in tema di sofferenze sentimentali, ma l’interpretazione, cui si aggiunge il video ‘campestre’ ispira comunque una certa tenerezza.

Mezzanotte
Mezzanotte (UTC)
Ada Music Italy
Lui cerca di riconquistare lei dopo il tradimento di una notte:
Non evade dai luoghi comuni questo nuovo singolo del bresciano Luca Patti, quasi omonimo del suo alias musicale.
La confezione sonora piuttosto gradevole, per quanto l’elettropop compassato con qualche riferimento anni ’80 risulti abbastanza ‘di maniera’.

The Slight
P.O.P.
ADA Music Italy
P.O.P., ovvero: Prima O Poi; il nuovo singolo di Giacomo Parenti alias The Slight è il misto di recriminazioni e speranze di chi si augura di recuperare una relazione complicata; la forma è quella di un canonico pop sintetico.

Le FrasiincompiutediElena
Lucida
Una tipica ballata indie rock, sull’onda emotiva di una relazione ormai finita (o forse, chissà): il nuovo brano di Raffaele Quarta, alias RafQu, salentino trapiantato a Roma, e del suo progetto LefrasiincompiutediElena, scorre via abbastanza rapidamente, forse anche troppo.

Tesha
Mai
DistroKid
Un tradimento, stavolta non sentimentale, ma di un’amicizia (tra uomini), il che per molti versi è pure peggio.
Tema inusuale, tradotto da Tesha (il milanese Emanuele Scardino) a cavallo tra rabbia e disillusione, in una forma cantautorale dai contorni blues
Apprezzabile.

ZELDA MAB, “ELETTRICITÀ” EP (RIFF RECORDS)

Preceduto dal singolo ‘Facile Preda’, uscito qualche settimana fa, ecco arrivare questo EP, primo lavoro ‘importante’ da solista per Gloria Abbondi, alias Zelda Mab.
Un pop (nel senso migliore) che nei cinque brani presenti viene vestito di volta in volta di sonorità ruvide, sintetiche o vagamente industriali, a tratti con qualche chitarra sferragliante, senza mai andare sopra le righe e lasciando la scena alla vocalità della cantautrice e polistrumentista – qui infatti è lei a occuparsi di tutto – di Bolzano, a tratti dal sapore quasi anni ’60.
Sentimenti, soprattutto, ma anche – sul finale – uno sguardo alla realtà circostante.
Si fa ricordare soprattutto la titke track, che sembra uscita dal repertorio migliore dei Prozac+ (e forse non a caso vista la passata esperienza di Gloria Abbondi nei Sick Tamburo, che di quella band furono in parte un seguito).
Un esordio promettente: più che un punto di arrivo, si spera un buon inizio.

AMARTI, SARA LAURE, SESTRA, KANNELLA, SAMUEL ESALTATO, LONTANO DA QUI, ESTEBAN: SINGOLI

IL SINGOLO DELLA SETTIMANA

AMarti
Pietra
Martina Alberi
“Quel che è fragile può essere pietra”, canta Martina Alberi, dalla provincia di Ferrara, la Scozia come seconda terra d’elezione.
Un’ode alla resistenza alle avversità e al trovare dentro di sé la forza superare certe delusioni affettive, ma che, come affermato dalla stessa autrice, si amplia oltre l’ambito affettivo.
È un pezzo che ‘respira’, ‘Pietra’: cinque minuti la durata, in un panorama in cui i tempi si vanno progressivamente restringendo per far ‘consumare’ tutto presto e in fretta: finito un pezzo sotto un altro, lezioni per i giovanissimi che in due minuti e mezzo pensano di aver esaurito tutto, quando forse avrebbero tanto altri da dire, se solo si fermassero un attimo a pensare…
È un brano che soffia come il vento che si ascolta in apertura, che comincia con un andamento dolente e progressivamente s’illumina, fino a un finale impetuoso in cui al pianoforte si aggiungono le percussioni, una ventata di tramontana per rivelare la propria forza interiore, seguendo un’interpretazione che comincia come un sussurro e poi rinvigorisce e travolge.

GLI ALTRI

Sara Laure
Voilà
Altofonte Italia / Cosmophonix Artist Development
“Eccomi qua, ‘Voilà’: sono così e così mi devi accettare”, sembra dire Sara Laure a un ipotetico spasimante: nei colori accesi della propria vocalità, con la produzione di Alessandro Castagna e Luca Bortoli, la cantante e autrice (qui affiancata da Chiara De Bartolo) veronese, con radici africane da parte di padre, continua nel suo percorso incentrato su autostima e affermazione del proprio valore di ‘persona’ senza rinunciare alla femminilità.

Sestra
Clichè
Digital Distribution Bundle
L’impossibilità di chiudere una storia e ricaderci dentro, con tutte le conseguenze emotive del caso: un amore destinato a tornare in modo talmente puntuale da diventare appunto un ‘Cliché’.
A raccontarcela, Arianna Campi da Sondrio, alias Sestra, studi accademici e poil’insegnamento musicale in parallelo all’attività di cantautrice.
Per un certo modo disincantato di porsi può ricordare Noemi, in un brano per voce, chitarra e poco altro che pur con un’interpretazione convincente, non ‘sfonda’ più di tanto.

Kannella feat. Shaya Hansen
I am free
Tipico brano dance che strizza l’occhio al passato meno recente, con un video che ricorda un amore estivo.
Catchy e piacione come un pezzo del genere deve essere, discreta l’interpretazione della vocalist soul Shaya Hansen.
Tutto appare forse un po’ scontato; molto meno se si pensa che il producer Kannella, ovvero il romano Raffaele Cannella, ha soli 19 anni: già più che una ‘giovane promessa’.

Samuele Esaltato
Lupo della Steppa
In realtà, ‘Esaltato’ a tratti lo sembra davvero, questo cantautore romano, la cui esperienza teatrale arriva in aiuto nel declamare al mondo la propria diversità.
Sembra anche che Samuele Esaltato venga da un altro tempo, magari dagli anni ’70, per i suoni vintage, con tanto di effetto ua-ua che caratterizzano la sua proposta rock – blues.
Fuori posto e fuori tempo, insomma e l’analogia col lupo, e la citazione di Hesse appaiono come una conseguenza naturale.
Al netto di un atteggiamento tanto diretto da farsi sguaiato e a tratti un po’ naif, una proposta interessante.

Lontano da qui
Senza fare rumore
Pop – rock sentimentale che parte piano e poi prende l’avvio con un ritornello che coinvolge è il nuovo singolo di questo trio con voce femminile dalla Toscana affiancata da due romani. Si fa piacere.

Esteban
Meda
Visory Indie
Esteban Ganesh Dall’Orto, palermitano di nascita, cresciuto a Milano, un mix di origini cilene e indiane, come il doppio nome suggerisce, presenta nel suo nuovo singolo una dedica alla via dov’è nato e cresciuto, riscoprendo sonorità gradevolmente beat, con tanto di tastiere vintage.

PLAYLIST 9.2022

Periodica selezione di singoli ed estratti dai dischi recensiti sul blog, in ordine crescente di preferenza.

WakeUpCall, ‘Doveva essere una canzone d’amore’

Michele De Martiis, ‘Ogni volta è così’

Gabriel Zanaga, ‘Tempesta’

Ferretti, ‘Radici’

Giamba, ‘Iqos’

Sara J Jones & Johnny Joint, ‘Iceberg’

Maikeyo, ‘Vieni con me’

3nema, ‘Psychedelic’

Erasmo, ‘Mai mai’

Kevin Lov3, ‘Cosa vuoi?!’

STRE, ‘A Pezzi’

The Slight, ‘Effetti Collaterali’

Barriera, ‘Cinema Carmen’

Kefàli, ‘I don’t care’

PlatoNico, ‘Sharks Land’

Fernando Alba, ‘Il Sole e la Luna’

Andrea Di Giustino, ‘La RiNvoluzione’

Wasabi, ‘Verde’

La Fine Del Mondo, ‘Non è vero che mi manca’

Giorgia Canton, ‘Com’era avere vent’anni’

Grid, ‘Nac Nac’

Kallísto, ‘Ti auguro l’amore’

Barriera, ‘NotifichesextingSEO’

Trunchell, Etc., ‘Camera N.9’

Il Maestrale, ‘La cosa più naturale’

Federico Mecozzi, ‘Skywards’

Federico Fabi, ‘Le cose che non ti ho detto’

TRUNCHELL, ETC., BARRIERA, GRID, MAIKEYO, WAKEUPCALL: SINGOLI

IL SINGOLO DELLA SETTIMANA

Trunchell, Etc.
Camera N. 9
PaKoMusic Records / Visory Records / Believe Digital
Torna Trunchell, Etc., alias Francesco Maria Truncellito, con un pezzo che risale al lockdown, un invito a entrare nella propria stanza e per estensione nel proprio modo di essere, non troppo ‘conciliante’ nei confronti del ‘mondo che gira intorno’…
Le sonorità oscure alle quali l’autore materano ci ha abituato, prendono qui quasi la stessa di una ballata nu-metal.

Barriera
NotificheSextingSEO
Il Piccio records
Nuovo singolo – il terzo – per Valerio Casanova, alias Barriera, in attesa della prossima uscita di “Olodramma”, primo ‘lavoro lungo’.
Il casertano trapiantato a Roma torna, come in un precedente episodio, a riflettere sul rapporto tra le persone e la tecnologia, al centro del pezzo un tale Veronica, destinataria delle sue considerazioni, che sembra vivere in un mondo a parte, fatto esclusivamente di rapporti online, come suggerisce il titolo del pezzo.
Brano che scivola nella in incubi paranoici a base di uomini neri che ci osservano al di là degli schermi spenti, e che non giunge a una vera conclusione, come se in fondo fosse già impossibile uscire da un mondo fatto di relazioni virtuali.
L’elettronica minima, dai toni rilassati e concilianti, accresce l’atmosfera inquietante del pezzo.

Grid
Nac Nac
Rusty Records
‘Fare Nac Nac’ nel gergo degli appassionati delle due ruote equivale a ‘impennare’.
Scelta non casuale, dato che i motori, come la musica, fanno parte da sempre della vita della giovane padovana Fabiana Mattuzzi, alias Grid.
Nuovo singolo di una serie cominciata da qualche anno, ‘Nac Nac’ vive tutto sulla metafora motoristica, in cui l’impennata assume il senso di un gesto di libertà, con quel tanto di incoscienza necessaria a volte per riprendere in mano la propria vita.
Un pop canonico che si prende qualche licenza ‘elettrica’, l’interpretazione sicura di chi sta accumulando esperienza.

Maikeyo
Vieni con me
DistroKid
Una dichiarata passione per il pop anni ’80 e l’intenzione di riproporre quei suoni in chiave moderna, Michele Spano, sardo di origine nigeriana, propone un assaggio della sua proposta.
Una vocalità interessante, in cui coesistono – alla lontana – Mango e Mark Hollis, e suoni le cui ascendenze vintage si fanno evidenti.
Peccato che molto si perda in una confezione troppo ‘piaciona’ e in un testo abbastanza anonimo.

WakeUpCall
Doveva essere una canzone d’amore
DistroKid
Dopo un disco d’esordio che cercava di mescolare classica e rock, i romani WakeUpCall devono aver deciso che forse era meglio farla più semplice, cominciando a pubblicare in italiano.
L’esito in questo caso è un pop rock in cui si cerca di giocare l’arma dell’ironia parlando di relazioni sentimentali, ma tutto alla fine risulta estremamente scontato.