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HETRA, ERIC MORMILE, PARE, OCCHIC E IMPULSO, SAMUELE CARA: SINGOLI

Hetra

Fire Flowers

Dopo un EP e la riuscirà cover de ‘Gli Uccelli’ di Battiato, Hetra torna con una sorta di dedica a chi si lascia trasportare dalle emozioni, senza troppi compromessi, anche a rischio di perdersi o soffrire.

I ‘fiori di fuoco’ che bruciano in fretta dopo aver vissuto nel tempo di una fiammata.

Un brano dalle atmosfere ancestrali tutto incentrato sulla voce, accompagnata da un tappeto sonoro crepuscolare.

Eric Mormile

Figlie d’ ‘a Fonte d’ ‘e Suone

Un inno alla musica come strumento di fratellanza universale e allo stesso tempo la sfida di un brano lungo oltre cinque minuti in tempi nei quali la brevità è diventata quasi un obbligo.

Eric Mormile, napoletano, un pugno di singoli all’attivo, unisce il proprio dialetto cittadino a un pop che riporta agli anni ’80, tra synth e chitarre elettriche dal sapore molto vagamente fusion.

L’esito, accompagnato da un manipolo di amici ai cori, è tutto sommato apprezzabile, anche se qua e là un maggior lasciarsi andare nei suoni non avrebbe guastato.

Pare feat. Trip & Pxter

Il Mondo Collassa

Torci Records

Pare, rapper toscano di Forte dei Marmi, offre una versione abbastanza classica del genere, nei suoni, anche abbastanza essenziali, e nelle parole, all’insegna di una critica sociale che prende le mosse dal classico divario ricchi / poveri.

L’attitudine c’è, ma si rischia a tratti il luogo comune.

Occhic e Impulso

Sangue Nelle Mani

So Not Italian Production

Un femminicidio dal punto di vista dell’assassino: il pentimento e l’esortazione a non ripetere il gesto.

Intento lodevole, tuttavia il brano dell’artista  sardo, quasi uno spoken word con l’intervento del rapper Impulso, sembra fermarsi troppo in superficie, limitandosi ad un’ammissione di colpa.

L’esito così finisce per essere un po’ ‘generico’.

Samuele Cara

Niente Va

McFly Dischi

Esistenzialismo un filo troppo spiccio nel nuovo brano di questo cantautore della provincia di Roma.

Pop con synth dal sapore anni ’80 per un pezzo in cui tutto resta un po’ lì, complici i i due minuti di durata che offrono pochi spazi all’approfondimento.

PINHDAR, “A SPARKLE ON THE DARK WATER” (FRUITS DE MER)

Viviamo  tempi oscuri: il Pianeta se la passa male e anche l’umanità non sta messa benissimo.

Il secondo capitolo della biografia musicale del progetto di Cecilia Miradoli e Max Tarenzi è incentrato sulla ricerca di una ‘scintilla’, che ad accenderla siamo noi o qualcun altro, che diventa l’unico sentiero percorribile se non si vuole definitivamente mollare la presa e lasciarci sommergere dalle acque limacciose dello scoraggiamento, di un futuro visto come ineluttabile, forse di un filo di autocommiserazione.

Non che il percorso sia agevole, date le condizioni.

Dieci i brani presenti, lungo i quali si ricorre a un ampio campionario di sonorità che a partire dalla new wave e il post punk, attraverso shoegaze, dreampop e trip hop ci hanno accompagnato per ormai quasi mezzo secolo.

“A Sparkle In The Dark Water” diventa così un lavoro in costante oscillare tra pessimismo cosmico e speranza , tra la presa d’atto dell’esistente, che non invita alla speranza nemmeno i giovani, ‘rose congelate’ in un eterno presente che ostacola anche il ‘guardare lontano’ che dovrebbe essere tipico delle giovani generazioni, e la convinzione che una via di uscita esista e risieda nel riscoprire ciò che ci rende simili come esseri umani: le speranze che ci accomunano, la capacità di sognare, l’empatia che – anche non sempre – ci spinge a prenderci cura dell’altro.

Sensazioni tradotte dalla voce di Cecilia Miradoli, in una cornice stilistica personale rievoca a tratti Siouxsie o Beth Gibbons, affiancata in dialogo costante dalle tessiture chitarristiche di Max Tarenzi, in una gamma di consistenze che va dalla ruvidità, quasi sfiorando il noise, fino all’evanescenza.

Certo, a giudicare da ciò che succede in giro, in un momento in cui le divisioni sembrano aver preso ampiamente il sopravvento, a partire dalle guerre che sono ormai diventate un triste aggiornamento quotidiano, non c’è da stare allegri nemmeno pensando alle potenzialità dei rapporti umani…

BLUTARSKY, LADRONE00, EMANUELE VIA ,& CHARLIE T, PALMER GENERATOR, LUCA COI BAFFI, ELEPHANT BRAIN, BOAVISTA, GIORDANO AMICI, PINHDAR, K-ANT

IL SINGOLO DELLA SETTIMANA

Pinhdar

Frozen Roses

A una settimana circa dall’uscita del loro secondo lavoro, Cecilia Miradoli e Max Tarenzi, alias Pinhdar ne pubblicano una nuova anticipazione, stavolta estremamente onirica: suggestioni new wave in atmosfere sospese, accentuate dal video, in cui tutto e non solo le rose, viene congelato.

Blutarsky

Tè Caffè

NHK / Altafonte Italia

Il capitolino Blutarsky propone un hip hop che si fa piacere, privo della fretta di molti suoi colleghi, in cui ci si prende il tempo per qualche riflessione anziché ripetere due o tre volte lo stesso concetto, interpretato con la propria voce e senza il ricorso invasivo a ‘sostegni elettronici’, con un accompagnamento sonoro essenziale.

Ladrone00

Fragile

Mendaki Records / Orangle Records

Secondo singolo per Simone Ciccioni, alias Ladrone00, che dà voce alle insicurezze e al disagio di un mondo che poco si addice alla fragilità; a dare un minimo di sostegno intervengono i sentimenti.

Un rap contornato di sonorità dance, a tratti anche troppo invasive.

Emanuele Via & Charlie T.

Scacchi

INRI Classic / Metatron Group

Emanuele via già conosciuto per il suo lavoro con Eugenio in via di gioia rinnova la collaborazione col quartetto d’archi Charlie T (violino, violoncello, contrabbasso, arpa).

‘Scacchi’, primo estratto dal nuovo lavoro, di prossima uscita, è un classico è una classica composizione di vaga ispirazione cinematografica (leggi Nyman, Ludovico Einaudi), forse non originalissima ma comunque suggestiva.

Palmer Generator

Ventre III

Bloody Sound

Gruppo a ‘conduzione familiare’ – padre e figlio e zio – i Palmer Generator pubblicano questo secondo strada dalla loro più recente fatica.

Un quarto d’ora e passa di durata, così come ‘extralong’ sono gli altri tre capitoli di “Ventre”, questa composizione si stende all’insegma di moduli post – rock, con accenni noise in un panorams colorato di tenui tine oniriche e accenni psichedelici.

Intrigante.

Luca Coi Baffi

Cocaina

Nuovo singolo per Luca Casentini alias Luca Coi Baffi, in attesa di un EP di prossima uscita.

Un breve e sferragliante tuffo negli anni ’90 (Smashing Pumpkins e simili) a descrivere una situazione famigliare ai limiti della disintegrazione.

Elephant Brain

Sto meglio

Libellula Music

Una dedica sentimentale (?) ‘arrabbiata’, per un brano che anticipa la prossima uscita del nuovo lavoro dei perugini Elephant Brain.

Rock sferragliante, con reminiscenze anni ’90.

Boavista

Prima di dormire

LB Rercords

I bolognesi Boavista, un full length già all’attivo, tornano con un rock senza altri aggettivi, pochi fronzoli ed estremamente godibile.

Giordano Amici

Fiocco Viola

PaKo Music Records / Believe Digital

Il nuovo brano del cantautore  di Genzano (provincia di Roma) esce in occasione della Giornata Mondiale dei Disturbi Alimentari, ed è infatti un accorato appello al prendersi cura di sé, smettendo di dare peso a tutto. L’intento è lodevole, l’esito forse un po’ troppo ‘di maniera’ ed eccessivamente ‘accorato’.

K-Ant

Ma Maison

Trulletto Records / Believe

Una carriera ventennale, passata attraverso i generi, K-Ant torna con un rap incisivo, che ricorda la migliore stagione italiana del genere, in cui fa il punto sulla propria situazione esistenziale.

ROSGOS, “NO PLACE”

Si conclude la trilogia cominciata quattro anni fa.

Maurizio Vaiani, alias RosGos, accompagnato come negli episodi precedenti dal produttore Toria, dà vita a undici brani (incluse una ghost track e la doppia versione di ‘My Cure’, brano che ha presentato il lavoro, accompagnato anche da un suggestivo video) che nelle intenzioni rappresentano una sorta di ‘ritorno alla luce’, dopo che i precedenti capitoli erano stati caratterizzati rispettivamente dallo ‘smarrimento’ e dalla disperazione.

E’ una luce che si identifica con l’amore, attorno a cui ruota tutto il lavoro, ma  è un amore tutt’altro che idilliaco e rasserenante, o meglio: è un amore al quale ci si aggrappa, di cui si ha un bisogno  quasi vitale – non a caso, forse, il disco è aperta dalla metafora di un amore come ‘cura’.

Si avverte questa continua ricerca, necessità dell’altro, dell’oggetto del proprio amore, e questo da à tutto  una luce plumbea, crepuscolare: un dolore che deve essere lenito, un’ancora per la propria salvezza e va da sé che tra le righe si avverta la paura dell’abbandono e dei ritorno del baratro.

Vaiani  – RosGos narra sonicamente tutto questo con modi che richiamano certo songwriting statunitense (Lanegan e Staley sono i nomi citati esplicitamente), sfiorando i  muri dissonanti dello shoegaze e ricordando tanto neo folk dell’ultimo decennio, con qualche rimando ai Depeche Mode più ‘travagliati’.

L’esito è un disco dai suoni avvolgenti e dagli umori contrastanti: come se vedendo la ‘salvezza’ a un passo, si fosse attanagliati dalla paura di vederla sfuggire.

NATHALIE, ‘”FREEMOTION” (INTIMATE COLOURS MUSIC)

La ricerca – e la conquista – di una libertà che più di un fine è un mezzo, per  ritrovare il contatto con sé stessi, con gli altri e con la Natura.

Non  a caso, il nuovo disco di Nathalie arriva dopo aver passato tre anni a bordo  di un camper riadattato a studio di registrazione, alimentato a energia solare, registrando i pezzi in giro per il Lazio e Regioni limitrofe, di tappa in tappa.

A cinque anni dal precedente “Into the flow” la cantautrice romana torna con dieci brani a cavallo di folk e rock, un occhio al cantautorato femminile d’oltreoceano (vedi Tori Amos), qua e là il ricorso a tonalità vagamente ‘oscure’ e il ricordo a qualche ruvidità, in un  disco naturalmente orientato all’essenzialità di voce, piano e chitarra, cantato in italiano e inglese, con una lieve preferenza per il secondo.

Un percorso che comincia con un bisogno fisiologico di aria e spazi aperti, prendendo le distanze da una società fatta di rapporti umani opprimenti,  e la necessità di circondarsi di persone amiche e prosegue con una progressiva presa di coscienza della fallacità degli esseri umani, di quanto nel quotidiano è illusorio.

Il ritorno di Nathalie è una gran bella notizia, e“Freemotion” è il lavoro di una giovane donna nel pieno della maturità artistica.

REVMAN, DENNY MUSIC, LAPLASTQUE, PINHDAR: SINGOLI

IL SINGOLO DELLA SETTIMANA

Pinhdar

Humans

Indie ed elettronica, trip hop, new wave e qualche chitarra ‘graffiata’ nel nuovo singolo di Cecilia Miradoli e Max Tarenzi, alias Pinhdar, anticipazione del nuovo disco, in uscita da qui a un paio di mesi.

Ipnoticamente suggestivo.

Revman

Rogoredo Trap 2.0

Riedizione di un pezzo risalente a qualche anno fa, il nuovo singolo del rapper per passione e poliziotto di professione è una dedica a tutti i giovani delle zone difficili che rischiano di perdersi, in primis a causa della droga.

Le rime sono dirette per quanto facili, il testo vuole cerca di rifuggire ogni giudizio morale, pur rasentando la retorica.

Rimane comunque apprezzabile l’impegno di chi, facendo parte delle forze dell’ordine, cerca un canale di comunicazione usando i modi dei più giovani, anche se non totalmente il loro linguaggio, visto che forse un certo ‘frasario’ non si addice a chi indossa una divisa.

Denny Music

Bandiere

Orangle Records / Ingrooves

Pop con qualche vaga ascendenza indie per questa band barese, un EP e svariati singoli all’attivo.

Brano sul doversela cavare da soli in un mondo dove “Non ti aiuta nessuno”.

Laplastique

A proprio tempo

Marche di fabbrica / Pirames International

Riflessioni su una relazione penso finita nel nuovo singolo della giovane cantautrice marchigiana Laura Gismondi, alias Laplastique.

Cantautorato, appunto, con influenze r’n’b; non stupefacente, ma c’è del carattere.


DEAR, “TAPES – GREETINGS FROM UCHRONIA’ (MUSIC FORCE – EGEA DISCHI)

Una carriera pluridecennale vissuta più o meno nelle retrovie, lontano dai riflettori del mainstream, ma anche di quelli delle ‘nicchie ad alta frequentazione’, Davide Riccio col suo progetto DeaR sembra ormai trovare gusto nel proporre progetti radicalmente slegati da qualsiasi logica di mercato, espressioni solo ed unicamente della propria identità  artistica e musicale.

Non si potrebbe forse spiegare altrimenti la scelta di pubblicare un triplo cd, per un totale di 60 brani, mettendo assieme tutto un complesso di materiali inediti, demo, tracce proposte senza successo alle etichette discografiche, che partono dagli anni ’80 agli inizi dei ’90, mentre un Riccio a malapena adolescente muoveva i primi passi da musicista o faceva la gavetta in vari gruppi del sottobosco new wave –  post punk torinese (il materiale qui presentato è pero esclusivamente solista).

Il progetto diventa così almeno una sorta di specchio di ciò che si muoveva musicalmente in Italia in quegli anni: nel mare magnum di brani (dato il numero consistente, la qualità oscilla ampiamente), emergono, oltre a sonorità tipiche di quegli anni, l’impronta, fortissima di David Bowie, assieme a sprazzi di psichedelia, suggestioni art rock, fino a sventagliate ai confini dell’avanguardia e di contaminazioni jazz.

Citazioni letterarie, specie nel materiale più datato (probabilmente portato delle letture giovanili dell’autore), tra Shelley, Garcia Lorca, Poe, Moore, Dickinson.

Lo  stesso Riccio / DeaR afferma nell’introduzione al disco di aver voluto in qualche modo dare a questo materiale ‘una possibilità’: forse una vaga rivalsa per le stesse possibilità in precedenza negate, forse il volersi togliere lo sfizio di sentire certi pezzi girare su cd (altro supporto in fase di abbandono), fatto sta che, come in altri analoghi progetti caratterizzati dalla dimensione ‘extralarge’, resta l’impressione che al fondo ci sia un filo di volontà di stupire, forse di provocare o semplicemente di affermare che le raccolte di inediti e materiale ‘ripescato’ non possono e non devono essere solo appannaggio dei ‘soliti noti’.

IL MAESTRALE, GIANNI NEGRI, LASERSIGHT, LUCA FOL, SOFI FERNÁNDEZ, THE LUXE, BLUMOSSO

IL SINGOLO DELLA SETTIMANA

Il Maestrale

Euridice

Seconda parte del progetto φωνές (‘voci’, in greco) per il collettivo pugliese de Il Maestrale.

Stavolta si punta all’essenzialità, nelle parole e nei suoni, l’episodio mitologico uno spunto per un’intensa richiesta di amore.

Le voci e i suoni, come spesso accade nelle proposte del collettivo pugliese, sembrano provenire da un altro tempo e da un altro luogo, volte a toccare la parte più ancestrale di chi ascolta.

Gianni Negri

Tasche Vuote

PaKo Music Records / Believe Digital

Gianni Negri, alias Giovanni Sambiase, una carriera già ben avviata alle spalle, torna con questo canonico pezzo sentimentale su una storia d’amore finita, con l’amore che resta.

Interpretazione accorata per un brano che non si distacca dal ‘consueto’.

LaserSight

3 Puntini

VR Digital/Visory Records

Troppi punti interrogativi che fanno posto a quelli di sospensione, nel senso di un’incertezza per il futuro, non solo sentimentale.

A dare voce alle inquietudini per il futuro è LaserSight, ovvero il romano Valerio Maracci, due EP e un full length, con un brano a metà tra pop e rap.

Luca Fol

Pratica Spirituale

TSCK Records

Un campionario di paure assortite legate al proprio ‘lato oscuro’ da esorcizzare attraverso una ‘pratica spirituale’ all’insegna dell’abbandono.

Un elettropop radicato negli anni ’80 che ha i suoi tratti suggestivi ma che trova un limite nella somiglianza forse eccessiva, nei modi del cantautore riminese, a Morgan.

Sofì Fernández

Te Soltaré

YPK Entertainment

Questa giovane cantautrice italo messicana sveglia lo spagnolo per interpretare una ballata sentimentale che non si stacca troppo dai canoni interpretativi del genere.

The Luxe

Rocky & Jordan

WhatSound/Ingrooves/Universal Music Italia

Nato in Mali, adottato piccolissimo fa una coppia milanese, The Luxe a soli 14 anni sembra avere le idee chiare: il pezzo in sé non dice troppo, e infatti si esaurisce in un paio di minuti: si parte dalle metafore sportive per parlare di autoaffermazione, ma la giovanissima età è tutta dalla sua parte.

Blumosso

Chi l’ha detto?

Simone Perrone da Lecce, alias Blumosso, un paio di dischi da studio già all’attivo, torna con questo singolo con qualche ascendenze anni ’80 incentrato sulla critica a certi luoghi comuni – la musica come salvezza, i piedi per terra come sinonimo di realismo – in una serie di considerazioni che restano un po’ lì. Il solo di chitarra elettrica, buttato lì ‘tanto per’ non aiuta.

3NEMA, IL CARNEVALE: SINGOLI

3nema

Money

Greys Production

Critica sociale ai soldi come unico pensiero di alcuni nel nuovo brano del trio proveniente dalla zona del Lago di Garda.

Una confezione gradevole, a base di sonorità anni ’70, tra funk, arrangiamenti di fiati e qualche vago riferimento alla ‘disco’, per un pezzo che si limita a criticare chi pensa solo al denaro.

Tema e suoni non nuovi e tutto assume l’aspetto di un compito senza grossi errori ‘formali’, ma che resta un po’ lì, senza coinvolgere fino in fondo.

Il Carnevale

Euphoria

Digital Distribution Bundle

Sorvolando sulla facile battuta sull’autore, che ‘Carnevale’ lo fa sul serio, di cognome (Emanuele è il nome), e il periodo appena concluso, vale la pena di sottolineare come questo pezzo, che arriva dopo vari singoli e un EP, abbia dei suoi motivi d’interesse.

La storia di un amore finito e il classico mix di malinconia e ricordi, si accompagna a una scrittura certo immediata, ma che cerca di andare un filo oltre lo scontato, mentre in sottofondo chitarre dall’ispirazione new wave danno al tutto un respiro pop non eccessivamente commerciale.

DANIELE CIAVARRO, NINA SAYS, ESTEBAN: SINGOLI

Daniele Ciavarro

La Telefonata

Digital Distribution Bundle

L’attesa della telefonata di una ex, forse destinata a non arrivare mai.

Un cantautorato dai riflessi rock, con echi del ‘Vasco nazionale’, ma volendo anche di un Grignani, nella nuova proposta di Daniele Ciavarro, romano trapiantato a Siracusa, che non ha perso certe inflessioni capitoline.

Nina Says

Lady Vie

Omaggia Nina Simone col suo alias, ma guarda agli anni ’80, la milanese Valeria Napolitano che dedica il proprio esordio alla libertà, che è prima di tutto libertà dalle proprie paure.

A produrle il brano, il sapiente artigianato di Giorgio Canali, le cui mani imbracciano la chitarra, con effetti a cavallo tra post punk e dream pop, coi Cure a fare capolino dietro la porta.

Esteban

Milano, abbracciami

Visory Indie/Believe Digital

Palermitano di nascita, milanese d’adozione, origini mezze cilene e mezze indiane, Esteban Ganesh Dall’Orto su cimenta stavolta in un brano scritto a quattro mani con Andrea Dodicianni che rappresenta un po’ una celebrazione dell’amicizia tra i due, sullo sfondo delle vicende personali di ognuno e di una Milano con la quale si vive il classico rapporto amore – odio, nella forma di un pop senza scosse.