Critica sociale ai soldi come unico pensiero di alcuni nel nuovo brano del trio proveniente dalla zona del Lago di Garda.
Una confezione gradevole, a base di sonorità anni ’70, tra funk, arrangiamenti di fiati e qualche vago riferimento alla ‘disco’, per un pezzo che si limita a criticare chi pensa solo al denaro.
Tema e suoni non nuovi e tutto assume l’aspetto di un compito senza grossi errori ‘formali’, ma che resta un po’ lì, senza coinvolgere fino in fondo.
Sorvolando sulla facile battuta sull’autore, che ‘Carnevale’ lo fa sul serio, di cognome (Emanuele è il nome), e il periodo appena concluso, vale la pena di sottolineare come questo pezzo, che arriva dopo vari singoli e un EP, abbia dei suoi motivi d’interesse.
La storia di un amore finito e il classico mix di malinconia e ricordi, si accompagna a una scrittura certo immediata, ma che cerca di andare un filo oltre lo scontato, mentre in sottofondo chitarre dall’ispirazione new wave danno al tutto un respiro pop non eccessivamente commerciale.
L’attesa della telefonata di una ex, forse destinata a non arrivare mai.
Un cantautorato dai riflessi rock, con echi del ‘Vasco nazionale’, ma volendo anche di un Grignani, nella nuova proposta di Daniele Ciavarro, romano trapiantato a Siracusa, che non ha perso certe inflessioni capitoline.
Omaggia Nina Simone col suo alias, ma guarda agli anni ’80, la milanese Valeria Napolitano che dedica il proprio esordio alla libertà, che è prima di tutto libertà dalle proprie paure.
A produrle il brano, il sapiente artigianato di Giorgio Canali, le cui mani imbracciano la chitarra, con effetti a cavallo tra post punk e dream pop, coi Cure a fare capolino dietro la porta.
Palermitano di nascita, milanese d’adozione, origini mezze cilene e mezze indiane, Esteban Ganesh Dall’Orto su cimenta stavolta in un brano scritto a quattro mani con Andrea Dodicianni che rappresenta un po’ una celebrazione dell’amicizia tra i due, sullo sfondo delle vicende personali di ognuno e di una Milano con la quale si vive il classico rapporto amore – odio, nella forma di un pop senza scosse.
Secondo ‘disco lungo’ per Umberto Ti., che giunge a un paio di anni di distanza dall’EP “Non credo basterà).
La formula continua a essere quella di un cantautorato figlio di Dylan e De Gregori sostenuto da sonorità che strizzano l’occhio a cavallo tra rock e folk, con qualche rimando ai Velvet Undergroun e qualche allusione new wave.
Nove tracce all’insegna di storie personali e non, con uno sguardo costante, ora più scoperto, ora meno evidente, al mondo circostante e alle sue incertezze.
Un ensemble sonoro ‘tradizionale’, arricchito occasionalmente da un violino e più spesso da fiati (con esiti vagamente springsteeniani), per un lavoro che si lascia ascoltare.
Francesca Sandroni Essere Amati LeIndie Music / Artist First Un efficace elettropop con ritmi dance, con ascendenze anni ’80 riattualizzate. Il nuovo singolo di Francesca Sardoni, toscana attiva da anni nel settore delle sperimentazioni elettroniche, è una riflessione sull’amore dalla quale farsi trascinare.
GLI ALTRI
Al Vox XPertuTurbazione PaKo Music Records/Visory Records/Believe Digital Un flusso di coscienza che porta con sé parole, pensieri, riflessioni sul mondo attuale e la libertà traina il nuovo pezzo di Alberto Lupia da Genova, in arte Al Vox, tre dischi e svariati singoli all’attivo. ‘In arte’, appunto, perché l’attitudine che domina è quella di un art rock dalle sonorità new wave: c’è il non detto, o meglio: si dice ma senza esplicitare troppo, affidandosi alla parola: ricorre ad esempio ‘scatenati’ nel suo significato comune, cui si affianca quello più etimologico di s-catenati, e forse anche l’imperativo. Viene così lasciato, al di là del significato immediato, all’ascoltatore di metterci del suo, rendendo così il brano qualcosa di più di un semplice ascolto.
Sara Blanca Torna la Magia – è già Natale YPK Entertainment Beh, insomma: in effetti quasi ci siamo, e allora se amate i buoni sentimenti, fatevi trasportare dal quinto singolo di Sara Marchetti dalla provincia di Frosinone, attualmente a Oviedo dell’Erasmus. Il campionario – tra riunioni famigliari, neve, albero, amicizia, bambini e quant’altro è quello tipico, svolto con un’attitudine vagamente soul da una voce che ha una sua consistenza. Astenersi cinici e cuori di pietra.
Mariano Casulli Sospesi, in bilico Forse alle spalle c’è la consueta storia finita, o forse no; fatto sta che a volte ci si trova in bilico e nonostante la condizione non sia la migliore, forse è meglio che prendere decisioni, o chiudere capitoli che non si vorrebbe lasciare alle spalle definitivamente. Tutto questo si avverte tra le righe del nuovo – quinti – singolo del pugliese Mariano Casulli; per certi versi ermetico, affidato alle sensazioni del momento, senza spiegare troppo, nella veste gradevolmente synth pop frutto anche della produzione di Molla.
EleJola Volevi solo una Barbie Cosmophonix Artist Development/Altafonte italia Il secondo singolo della giovane veneta Elena Parpajola, in arte EleJola, scritto e composto a quattro mani con Miriam Ayaba (esponente della scena urban italiana), come suggerisce il titolo è l’atto d’accusa nei confronti di un ‘lui’ superficiale e poco attento. Una storia d’amore durata un anno, dietro a dichiarazioni d’amore, vacanze e quant’altro il vuoto creato da un interesse epidemico, che si ferma alla ragazza bella e bionda senza alcuna attenzione alla sua personalità. Un elettropop decisamente accattivante, fa da cornice a un’interpretazione grintosa.
Wasabi Cenere Una ballata dal mood malinconico, per i momenti in cui si vede tutto nero: è il secondo singolo del trio romano tutto al femminile delle Wasabi, nella forma di un rock / pop condito di elettronica con un finale che si accende in crescendo.
K-Ant Pulsar Trulletto Records L’incapacità di chiudere una storia e il lasciare sempre una porta aperta al ritorno della ‘lei’ di turno è il tema del nuovo singolo di K-Ant, artista pugliese con varie esperienze già all’attivo. Qui lo troviamo assieme a un gruppo di cinque musicisti che costituiscono un brano dalle gradevoli atmosfere funk, con una leggera pennellata jazz dato dai fiati. Tonalità accese per un brano che può coinvolgere.
Carducci Forrest Gump LeIndie Music / Artist First Come il personaggio dell’omonimo film, Daniele Carducci (dalla provincia di Taranto) corre fino a perdere ogni energia, più che per fuggire alla propria esistenza per chiarirsi le idee… Cantautorato pop con qualche venatura di folk, per un pezzo che resta un po’ lì, con una sua efficacia, ma senza spiccare il volo .
Trunchell, Etc. Camera N. 9 PaKoMusic Records / Visory Records / Believe Digital Torna Trunchell, Etc., alias Francesco Maria Truncellito, con un pezzo che risale al lockdown, un invito a entrare nella propria stanza e per estensione nel proprio modo di essere, non troppo ‘conciliante’ nei confronti del ‘mondo che gira intorno’… Le sonorità oscure alle quali l’autore materano ci ha abituato, prendono qui quasi la stessa di una ballata nu-metal.
Barriera NotificheSextingSEO Il Piccio records Nuovo singolo – il terzo – per Valerio Casanova, alias Barriera, in attesa della prossima uscita di “Olodramma”, primo ‘lavoro lungo’. Il casertano trapiantato a Roma torna, come in un precedente episodio, a riflettere sul rapporto tra le persone e la tecnologia, al centro del pezzo un tale Veronica, destinataria delle sue considerazioni, che sembra vivere in un mondo a parte, fatto esclusivamente di rapporti online, come suggerisce il titolo del pezzo. Brano che scivola nella in incubi paranoici a base di uomini neri che ci osservano al di là degli schermi spenti, e che non giunge a una vera conclusione, come se in fondo fosse già impossibile uscire da un mondo fatto di relazioni virtuali. L’elettronica minima, dai toni rilassati e concilianti, accresce l’atmosfera inquietante del pezzo.
Grid Nac Nac Rusty Records ‘Fare Nac Nac’ nel gergo degli appassionati delle due ruote equivale a ‘impennare’. Scelta non casuale, dato che i motori, come la musica, fanno parte da sempre della vita della giovane padovana Fabiana Mattuzzi, alias Grid. Nuovo singolo di una serie cominciata da qualche anno, ‘Nac Nac’ vive tutto sulla metafora motoristica, in cui l’impennata assume il senso di un gesto di libertà, con quel tanto di incoscienza necessaria a volte per riprendere in mano la propria vita. Un pop canonico che si prende qualche licenza ‘elettrica’, l’interpretazione sicura di chi sta accumulando esperienza.
Maikeyo Vieni con me DistroKid Una dichiarata passione per il pop anni ’80 e l’intenzione di riproporre quei suoni in chiave moderna, Michele Spano, sardo di origine nigeriana, propone un assaggio della sua proposta. Una vocalità interessante, in cui coesistono – alla lontana – Mango e Mark Hollis, e suoni le cui ascendenze vintage si fanno evidenti. Peccato che molto si perda in una confezione troppo ‘piaciona’ e in un testo abbastanza anonimo.
WakeUpCall Doveva essere una canzone d’amore DistroKid Dopo un disco d’esordio che cercava di mescolare classica e rock, i romani WakeUpCall devono aver deciso che forse era meglio farla più semplice, cominciando a pubblicare in italiano. L’esito in questo caso è un pop rock in cui si cerca di giocare l’arma dell’ironia parlando di relazioni sentimentali, ma tutto alla fine risulta estremamente scontato.
Zelda Mab Facile Preda Riff Records Si può essere ‘quadrati’ e concreti quanto si vuole, ma prima o poi si è destinati a diventare la ‘Facile Preda’ dello sguardo fascinoso di qualcuno… Una ballata dai contorni wave è il nuovo singolo di Zelda Mab, pseudonimo a cavallo di videogiochi e Shakespeare scelto da Gloria Abbondi, che dopo l’esperienza nei Sick Tamburo (forse qualcuno li ricorderà come una sorta di prosecuzione dei Prozac+) per questo nuovo capitolo della sua biografia sonora. Tessiture chitarristiche vagamente dream pop si accompagnano alla vocalità delicata ma decisa della polistrumentista di Bolzano.
Lomi Tulipani TRB rec A lei piacevano i tulipani, ma la storia è durata troppo poco; Lorenzo Minella riporta le emozioni di una storia d’amore vissuta con un retrogusto amaro da parte di chi probabilmente già sa che le cose saranno destinate a finire. A cavallo tra pop, trap e via dicendo, le parole sparate a raffica a tratti poco intellegibili, il nuovo singolo del nemmeno più tanto giovane veronese – classe ’95 – Lorenzo Minella si esaurisce anche troppo rapidamente, nei suoi due minuti di durata circa.
‘Cerchi’, in questo caso quelli infernali. Si scende nelle profondità di una relazione vissuta tra varie paure e insicurezze, perdersi, ritrovarsi… Nove i brani, come i gironi infernali, titoli analoghi, nel segno di testi che traggono dai peccati puniti suggestioni ma che riportano tutto alla dimensione amorosa, spesso carnale, costantemente emotiva. Amore passionale, quanto mai umano nelle sue debolezze… Rock crepuscolare: Mark Lanegan è uno dei riferimenti dichiarati di un disco che spesso va a ‘lavare i panni’ nelle acque oscure degli anni ’80, tra gothic e post punk. Il secondo lavoro di RosGos, alias Maurizio Vaiani, coinvolge per suoni ed emozioni.
Neim Solo un secondo (Rossofuoco) LeIndie / Artist First Nuovo pezzo per questo duo voce / batteria con aggiunta di elettronica assortita: un pisano e un livornese che collaborano ignorando il ‘campanile’, forse perché, più a suo agio di notte uno e più affine al ore solari l’altro, riescono a non stare troppo assieme… Ironie a parte, il brano vuole essere importante: la riflessione sulla brevità o lunghezza della vita, su ciò che questa vale, su quello che si raggiunge o meno, che scaturisce dalla scomparsa di un amico. Un pop con venature oscure, echi di certo elettropop anni ’80, qualcosina di Gary Numan tra ciò che può venire in mente. Ci provano, i Neim, a offrire qualcosa di diverso dal consueto per il pop nostrano: tentativo apprezzabile.
Skay Bustdown Distro Kid Bambini cresciuti troppo in fretta, vita di strada, cattive abitudini, orologi di lusso come obbiettivi di vita, etc… tutto può guastarsi se s’incontrano le persone sbagliate, voler morire come una rockstar forse non è uno scopo così elevato… Partendo da un’esperienza personale negativa, Skay (ossia il monzese Luca Crippa) sembra voler delineare la parabola di chi, soggiogato dal miraggio del successo, finisce per riflettere che alla fine la vita del rapper – gangster non fa proprio per lui. Il testo ha un suo ‘peso’, ma la forma un po’ troppo canonica rischia di annacquarlo.
Yko In The Name Ditto Music Prima il successo con i Fall Has Come e i concerti a supporto, tra gli altri, di Evanescence e Disturbed; poi la carriera solista: Enrico Bellotti da Caserta torna con un brano all’insegna di una discreta lettura del folk irlandese, dedicato alla ricerca della parte migliore dell’essere umano, scavando al di sotto di una superficie che lo vede alla ricerca costante della distribuzione di qualcosa o qualcuno.
Donson feat. Calu Dimmi che è vero Artist First Fuori uno, sotto un altro: a breve giro di posta dal precedente, Donson (Andrea Domini) presenta un nuovo pezzo, nato dalla collaborazione col rapper Calu. Suggestioni latine per un brano dai tratti sentimentali, confezionato con una veste danzereccia tipicamente estiva.
Strade Bologna Meraviglia Artist First Una frecciata corrosiva al mondo ‘indi’ e fighetto che nell’affermare la propria diversità alla fine diventa un campionario di luoghi comuni, dalla ‘meraviglia’ di Bologna del titolo, al facile ecologismo, all’antagonismo portato avanti con le spalle coperte da famiglie danarose. Il romano Simone Ranalli, in arte Strade, colpisce nel segno con questo elettropop con accenti vintage, che fa muovere la capoccia e strappa un sorriso.
Il ‘Trend’ del titolo è una storia d’amore agli inizi, tra entusiasmo e qualche dubbio: una sorta di ‘contrometafora’ il ‘tremd’ in genere è moda passeggera, qui diventa l’auspicio di qualcosa di più stabile e duraturo.
Palermitano, classe ’96 Marco Adelfio in arte Marphil ha vissuto una parabola in parte inconsueta, che l’ha visto partecipare nel 2017 al talent show spagnolo “Aim2Fame”, vedendosi così spalancare le porte del ‘music biz’ e collaborando con nomi anche di un certo calibro.
‘Trend’ lo vede affiancato da Jr Stit e Sam Smyers, nomi di un certo calibro che assieme a lui danno vita a un brano di pop per giovani e giovanissimi, in cui i sentimenti non cercano troppa filosofia, andando dritte al punto con semplicità di concetti ed espressione.
Incomunicabilità – relazioni a distanza stando sullo stesso divano o nello stesso letto – ferite sentimentali e ‘Cerotti’ emotivi a curarle.
Torna così, La Complice, alias Ilenia Ciarrocchi.
Prodotto da Molla, ‘Cerotti” è un brano dai riflessi sospesi, vagamente onirici, notturni.
La cantautrice marchigiana (di Fermo), classe ’93, interpreta con dolcezza, con un mood che rinuncia ad ogni emotività sbandierata, preferendo un vago distacco.
PaKo Music Records / Visory Records / Believe Digital
Un EP e un pugno di singoli all’attivo, i lodigiani TES (acronimo per Tutti Esageratamente Stronzi), tornano con un brano dedicato alla ‘lei’ di turno.
Omaggi alla bellezza dei gesti quotidiani e autocritica per quando le cose non vanno.
L’originalità purtroppo latita: nelle parole, nei suoni – pop’canonico’ – nel modo di porsi, fin troppo calligrafico.
Nuovo singolo per il romano Francesco Del Giudice, alias Francesco Sisch, formazione e attività da batterista, a cui poi si è accompagnata la vocazione cantautorale.
Lo scorrere del tempo e una relazione finita, in modi che possono ricordare i Baustelle e, più alla lontana Benvegnù o Fiumani, soprattutto per certi accenti a cavallo tra disillusione, malinconia, un vago ‘scazzo’.
Suoni, all’insegna di un rock con accenni new wave, per un pezzo il cui ritmo riesce a ‘trainare’ l’ascolto.
Giovane (non giovanissimo) di belle speranze in parte realizzate (per lui già un disco sulla lunga distanza) il rapper Rayan Seventeen17 da Bologna, torna con questo singolo, che segue i precedenti ‘Baby’ e ‘Barbie’.
La ‘Beauty’ del titolo è una ‘lei’ che al momento non sembra corrispondere l’interesse amoroso del protagonista, il quale si strugge per queste pene d’amore, dando voce al proprio disagio, celato dietro le apparenze da duro, con un rap canonico e rime snocciolate ad alta velocità.
Il problema è che queste apparenze, dai capi firmati – con qualche marchio in bella vista – alle classiche catene d’oro, finiscono per dominare il video… chiaramente non è il primo caso, né sarà l’ultimo, ma resta da chiedersi se certe rime non avessero meritato un dimensione estetica meno ‘piaciona’.
Romano, classe ’89, Fauno Lami giunge al traguardo del primo disco solista, dopo una precedente esperienza in gruppo, conclusa, appunto per intraprendere la propria esperienza in solo.
“Insecurity”, incertezza: il filo conduttore del disco è la ricerca di quel ‘tassello in più’ necessario a completare il mosaico: delle proprie idee, del proprio senso, forse della propria esistenza; quel qualcosa che si sente come mancante, fin da ragazzini e fin dalla prima traccia.
Una figura che ritorna quella del Fauno/UnFauno bambino, come se tutto per tanti (tutti?) nascesse da lì e in fondo la vita non fosse altro che una conseguenza di certe domande su sé e il mondo che ci ronzano in testa fin da ragazzini.
Il classico ‘viaggio esistenziale’, per certi versi: dalle domande dell’infanzia alle delusioni sentimentali dell’adolescenza, l’esperienza di un’occupazione scolastica come atto di ‘ribellione personale’, da contrapporre a troppi finti ‘ribelli’ e ‘alternativi’ di un oggi dove “il rock è morto e il punk è in coma etilico”; forse è per questo che da un punto di vista sonoro UnFauno sembra piuttosto guardare alla stagione della wave – post punk, tra i Joy Division (‘Firefly’) e una strizzata d’occhio a Trent Reznor (‘Fuori’) che si accompagnano a un’indole che, complice la decisa impronta autobiografica degli undini brani presenti, assume spesso connotati cantautorali, a tratti solo ‘autoriali’, data la presenza di due tracce totalmente parlate, una delle quali costruita su certi testi di Sorrentino, e dedicata a Roma che torna in controluce anche nella già citata ‘Non capisco’.
Passando per una dedica alla meditazione, altro grande interesse dell’autore (‘Angel of Light’), si arriva quasi al dunque in ‘Cadere’ metafora di chi alla fine, di certezze preferisce non averne, vivendo in una costante mancanza di equilibrio.
La soluzione, forse per certi versi prevedibile, è che non si può chiarire tutto, percorrendo ‘Strade Storte’ lungo le quali l’incertezza e il ‘qualcosa di mancante’, sono una necessità.