La ricerca di un sentimento autentico da vivere compiutamente è al centro del nuovo brano di Mattia Faes: un testo che cerca di evadere dall’ordinario, accompagnato da un insieme sonoro di chitarra acustica, archi, fiati, una sezione ritmica quasi sottotraccia, tra Belle And Sebastien e certo neo folk nordamericano. Da (ri)ascoltare.
La giovane Vi Skin da Esperia (Frosinone) celebra l’Inter, fresca vincitrice del campionato.
Amore per i colori, passione per lo stare insieme, orgoglio Di appartenenza, all’insegna di un canonico pop all’insegna di sonore sintetiche. Solo per tifosi.
SayLar
Algoritmo
Greys Production
Ad anticipare un EP di prossima uscita per stato rapper di Novara, un pezzo che si stacca un po’ dalle consuetudini più ‘commerciali’ del genere, abbracciando sonorità oscure e ritmi più sostenuti: si sente vaga aria di crossover.
La citazione – esplicita, con tanto di dialogo riproposto a inizio pezzo – de “Il Corvo’, è il punto di partenza per una riflessione su sé stesso, ma senza scadere nell’autoreferenzialità, il proprio mondo, la propria terra.
È un rap diretto, ‘vecchio stampo’ , quello di YungestAlien, siciliano di Barcellona Pozzo di Gotto, che guarda ai migliori esempi del genere, in Italia e non solo.
Un ‘tango’ onirico, sull’onda del ricordo di un amore forse passato.
La giovane Tarsia torna con un brano che mescola pop, cantautorato e accenti jazz a evidenziare la qualità di voce e interpretazione; peccato che il contorno sonoro finisca per essere un po’ debole.
Influenzata per esplicita ammissione dalla scena berlinese, la nuova composizione di questo DJ e produttore bresciano fa parte di quel filone dance che cerca di coniugare il dancefloor alla ricerca di qualcosa in più da dire: un pezzo che, sul filo dell’ipnosi, assume connotati quasi onirici.
Giovane esponente della scena pop capitolina, Giamba torna facendosi dare man forte da Biondo, la cui corposa esperienza l’ha visto passare da “Amici” a “Sanremo”, fino alla recente prova ne “Il Fabbricante di Lacrime”.
Il risultato è il classico pezzo sentimentale in cui si cerca di porre rimedio a una relazione che sembra sul punto di finire.
Pop ampiamente condito di sintetizzatori, filtri vocali non troppo invasivi, nel caso genere si lascia ascoltare.
Dopo un disco di esordio nel 2021 e in attesa di un EP di prossima uscita, il capitolino Guidobaldi sforna un brano dedicato alle difficoltà della relazione all’epoca di smartphone e social, all’insegna di un’ironia dal retrogusto amaro.
Un mix di cantautorato e brit pop forse in questo caso un po’ troppo sbrigativo.
Metafore astronomico – sentimentali nel nuovo singolo di questo giovane cantautore pugliese, che però non sembra andare oltre un pop di maniera, di marca vagamente sanremese.
Pioggia Rossa Dischi / Non Ti Seguo Records / Altafonte Italia
La Tomba come metafora della fine di una fase, in cui magari seppellire le esperienze negative per aprire un nuovo inizio.
A cinque anni e passa dall’EP di esordio, il trio genovese dei Saam torna con un singolo all’insegna di un post hardcore caracollante, convincente nei suoni, che potrebbe lasciarsi andare di più nelle parole e nell’interpretazione.
Due EP e un terzo in arrivo, collaborazioni dal vivo e non solo con artisti di primo piano, la Scooppiati Diversamente Band da ormai un decennio porta avanti un progetto che vai oltre il semplice ‘fatto musicale’, nel segno dell’integrazione tra ‘normodotazione’ e disabilità.
‘Liberatemi’ è un inno, appunto, alla liberazione dal dolore e la sofferenza, all’insegna di un pop rock solare dalle tinte quasi AOR, trainate dall’interpretazione di Ketti Giansiracusa, ed è quasi un peccato che la band non abbia premuto più decisamente il pedale del rock, come testimonia l’intro vagamente anni ’70 che lascia trasparire più ampie potenzialità.
Dopo un EP e la riuscirà cover de ‘Gli Uccelli’ di Battiato, Hetra torna con una sorta di dedica a chi si lascia trasportare dalle emozioni, senza troppi compromessi, anche a rischio di perdersi o soffrire.
I ‘fiori di fuoco’ che bruciano in fretta dopo aver vissuto nel tempo di una fiammata.
Un brano dalle atmosfere ancestrali tutto incentrato sulla voce, accompagnata da un tappeto sonoro crepuscolare.
Un inno alla musica come strumento di fratellanza universale e allo stesso tempo la sfida di un brano lungo oltre cinque minuti in tempi nei quali la brevità è diventata quasi un obbligo.
Eric Mormile, napoletano, un pugno di singoli all’attivo, unisce il proprio dialetto cittadino a un pop che riporta agli anni ’80, tra synth e chitarre elettriche dal sapore molto vagamente fusion.
L’esito, accompagnato da un manipolo di amici ai cori, è tutto sommato apprezzabile, anche se qua e là un maggior lasciarsi andare nei suoni non avrebbe guastato.
Pare, rapper toscano di Forte dei Marmi, offre una versione abbastanza classica del genere, nei suoni, anche abbastanza essenziali, e nelle parole, all’insegna di una critica sociale che prende le mosse dal classico divario ricchi / poveri.
L’attitudine c’è, ma si rischia a tratti il luogo comune.
Un femminicidio dal punto di vista dell’assassino: il pentimento e l’esortazione a non ripetere il gesto.
Intento lodevole, tuttavia il brano dell’artista sardo, quasi uno spoken word con l’intervento del rapper Impulso, sembra fermarsi troppo in superficie, limitandosi ad un’ammissione di colpa.
L’esito così finisce per essere un po’ ‘generico’.
Esistenzialismo un filo troppo spiccio nel nuovo brano di questo cantautore della provincia di Roma.
Pop con synth dal sapore anni ’80 per un pezzo in cui tutto resta un po’ lì, complici i i due minuti di durata che offrono pochi spazi all’approfondimento.
Un pugno di singoli all’attivo, il romagnolo Enrico Garattoni presenta il suo nuovo progetto, articolato in una serie di brani che lo vedranno accompagnato di volta in volta da vari ospiti.
Qui lo affiancano i Bellanotte, duo del quale scopro far parte Barbara Suzzi, che avevo a suo tempo apprezzato tantissimo nel progetto tutto al femminile Io e La Tigre.
Ecco quindi questo singolo, che parla della felicità e del diritto a raggiungerla, con un bel po’ di rabbia verso un mondo che spesso ‘rema’ contro.
Un indie – pop ‘elettrizzato’ da spezie punk, che ricorda tanto altro, dai Prozac+ in poi.
Arrivano i primi caldi e si apre ufficialmente la stagione dei tormentoni primavera / estate 2024.
I fratelli (non gemelli, anche se lo sembrano e ci giocano su) Ferrini si buttano nella mischia, col classico brano a base di apprezzamenti che scivolano rapidamente in allusioni sessuali manco troppo sottintese, come si evince dal titolo.
Pop con quel tanto di immancabile dance necessaria per essere ballato qua e là nei prossimi mesi.
Secondo ‘assaggio’ dell’esordio sulla lunga distanza in uscita a maggio.
A metà a metà strada tra Colapesce e Di Martino e Depeche Mode, questo di Matera confeziona un synth pop dalla grana rarefatta e l’atmosfera sospesa ad accompagnare un testo ellittico, frammenti parlati di un soliloquio.
La difficoltà di comprendere e di comprendersi, quando si tratta di faccende sentimentali e non solo, nel nuovo singolo di Cortese.
Lo spid come metafora del ‘codice’ che ognuno si porta dentro e che permette di capirsi; a volte, si finisce per rinunciare, limitandosi a osservare in silenzio.
Il gioco sul contrasto tra una tessitura chitarristica solare, che evoca a tratti gli spazi visti dal finestrino di un treno che attraversa la val Padana e le parole a descrivere la situazione difficile di chi si richiude in sé stesso, ritraendosi in un ambiente casalingo, perché stufo delle tribolazioni del quotidiano.
Siciliano da tempo a Bologna, Licciardi sforna un nuovo singolo ispirato esplicitamente a certo neo folk americano.
Alla vigilia dell’uscita del suo nuovo disco, Luca Fol ha presentato questa allegra anticipazione.
Pensieri sparsi sull’onda dei sentimenti e della riflessione su sé stessi, il ‘Diktat’ del titolo sembrerebbe essere quello di lasciarsi e lasciare andare, senza troppe complicazioni.
Un pop rock decisamente solare per un brano dall’attitudine ludica e vagamente surreale.
Un trio misto romano – pugliese per un’esortazione a seguire la propria strada, senza curarsi di chi prova a contenere le proprie aspirazioni o abbassare le proprie aspettative.
I Lumied esibiscono una ventata di pop rock interpretata da una vocalità femminile con una discreta attitudine.
Un assortito gruppo di musicisti, provenienti da disparate esperienze nell’ambito del rock alternativo italiano (Afterhours e Calibro 35 tra gli altri) si getta a capofitto nell”impresa’ di dare vita a un disco… di liscio.
Questo il primo esito, firmato da Alessandro Grazian, ad anticipare l’uscita dell’intero lavoro.
Liscio è indubbiamente liscio, con un profumo da commedia all’italiana dei tempi d’oro, ma c’è qualcosa di indefinibile, di ‘sghembo’, che rivela che a eseguirlo non è gente che viene dalla tradizione.
Il dolore per il venire meno di una persona cara a causa di una malattia.
Kimele, originario di Acerra, svolge il tema con un’intensità che riesce a non diventare melodramma con un contorno sonoro essenziale e modi che possono ricordare vagamente Tiziano Ferro.
Un inno alla musica e alla propria dedizione verso di essa, prezzi da pagare inclusi
Masterman Mc, originati di Aversa ma trapiantato ad Avellino, due EP e varie altre produzioni all’attivo, è autore di un hip hop incisivo, vecchio stampo, un contorno sonoro dal classico incedere marziale che fa da sfondo a un flusso di parole essenziali e senza orpelli.
UnFauno
Ilary Blasi
kuTso Noise Home / Artist First
Fausto Lami, alias UnFauno, emergente della scena romana, è autore di un retroscena immaginario di una delle separazioni più ‘rumorose’ degli ultimi anni, mettendosi nei panni del ‘capitano’, con un pop dalle tendenze danzerecce affidato alla produzione di Matteo Gabbianelli dei Kutso.
Torinese di nascita, cresciuto artisticamente tra la città sabauda, Roma e Milano, Bosio esordisce con un pezzo già presentato ad Area Sanremo: non a caso la marca è sanremese con un’interpretazione sull’onda del rimpianto per una storia finita.
Un inno alla gioventù da parte di chi potrebbe essere un fratello maggiore.
Il veronese Ulula, svariate esperienze all’attivo e un disco di prossima uscita, dedica ai giovani un movimentato pezzo di pop immerso in un’elettronica che sfiora vagamente la psichedelia, con qualche rimando ai migliori Subsonica.
Due dischi e svariate collaborazioni all’attivo, il pescarese Giuseppe D’Alonzo torna con un singolo dedicato a chi gode del tempo prezioso a propria disposizione senza disperderlo in troppe futilità.
Influenze funky e disco anni ’70 per un pezzo incentrato sulla chitarra elettrica, suo strumento d’elezione, che il musicista maneggia accennando qualche virtuosismo, ma restando all’interno di una cornice strettamente pop.
Prendete un esponente della scena hip hop marchigiana, fatelo collaborare con una band formata da elementi con esperienze a cavallo tra indie, noise, e via dicendo e avrete gli Esseforte.
Affiancate loro altri due specialisti del ‘parlare ritmato’ e avrete ‘Immortale’
Un pezzo da ‘vecchia scuola’, in cui il flusso score senza incertezze e le parole sono chiare, scandite senza artifizi e sbattute in faccia alle nuove generazioni che con qualche pezzo di successo sulle ‘piattaforme’ si sentono già arrivate.
Una relazione sbagliata, l’attrazione per chi ha imposto un rapporto di opprimente e privo di rispetto.
Un tema oggi ricorrente che Vi Skin (al secolo Sofia Pelle da Esperia, provincia di Frosinone) svolge con delicatezza, in modi a cavallo tra pop e hip hop.
Le scorie di una relazione finita su lui e lei in un brano che anticipa il primo EP di questo cantautore pugliese.
La voce c’è, con uno stile che richiama soul e vagamente jazz; interpretazione un po’ calligrafica, troppo attenta alla bella forma, finendo per privare di impatto le parole.
Luke Widow feat. Ngaty
Sex Toy
Rough Machine / Maqueta Records / Artist First
Il giovane capitolino Luke Widow, affiancato dal concittadino Ngaty, assembla un pezzo all’insegna degli scazzi col genere femminile; l’unica soluzione a tanti sbatti è diventare semplicemente il Sex Toy di qualcuna; tra pop e hip hop con qualche vago accenno crossover.
Con un piglio da dominatrice Giorgia Giacometti, manager finanziaria col ‘viziaccio’ della musica, esercita il suo potere su un msachio abituato a usare le donne, ma che con lei si trova dalla parte della vittima.
Pop dance con impeto, in attesa di un video che si annuncia ad alta gradazione di sensualità.
Rapporti sentimentali travagliati, tra rischi di dipendenza reciproca in una produzione r’n’b dal piglio internazionale; se poi, come quasi d’abitudine, la dj e producer pugliese ci piazza il riferimento classico, stavolta citando l’Acheronte, è difficile che il pezzo non possa piacere.
Un inno a essere sé stessi, liberandosi finalmente dei traumi del passato, specie se si è stati vittime di bullismo.
Romano trapiantato a Milano, Jack Scarlett prosegue nella sua proposta di cantautorato pop dalla forte grana emotiva; comprensibile, ma forse un filo eccessiva.
Jamie, alias il (t)rapper marchigiano Aziz Gazelle, torna con un brano incentrato sulle solite pene d’amore. Tema trito e ritrito, svolgimento canonico; nei suoni almeno su cerca di andare oltre le solite basi, utilizzando un bel po’ di elettricità, dagli echi crossover.
Secondo singolo per il duo veronese composto da Davide Corlevich e Cristiano Mecchi, chitarrista classico il primo, attivo il secondo nella scena alternativa della città scaligera.
‘Farewell Kisses’ è una delicata ballad costruita sul riuscito contrasto, non troppo accentuato, tra le delicate tessiture della chitarra e il cantato roco e vagamente ‘sporco’.
I Mariposa portano più o meno orgogliosamente la bandiera dell’indie rock / pop italico da un quarto di secolo, prima che il termine ‘indie’ passasse a definire tutt’altro.
Preso atto che Fiorella Mannoia avrebbe presentato a Sanremo un pezzo intitolato ‘Mariposa’, hanno pensato bene di rispondere con un brano intitolato alla nota cantante.
Brano che con Fiorella Mannoia poco ha a che fare e molto col marchio di fabbrica della band, un divertente pop sbilenco, ludico e vagamente straniante.
Una serata al ‘cinese’ come metafora sentimentale nel nuovo singolo del cantautore di Frosinone, vero nome: Felice Pacitto: pop ‘d’ordinananza’, senza scosse.
Ricorda tanto e nulla in particolare il nuovo singolo di questo trio romagnolo con un EP già all’attivo, tra rimandi all’indie rock ‘desertico’e accenti garage; il video prosegue le vicissitudini, già raccontate in un precedente brano, di un astronauta piombato sulla Terra, alla ricerca del proprio posto.
Esordio da solista per Luca Casentini che, dalla provincia di Roma, lancia il suo progetto mescolando una vena cantautorale a fischi e sferragliamenti chitarristici assortiti di matrice alternativa; il tutto parlando di una relazione ormai alle battute finali.
Pop sentimentale dai colori pastello ad anticipare il prossimo di EP di esordio di Edoardo Trombettieri, alias Edodacapo, tarantino di stanza a Torino.
Il pezzo forse non avrebbe nemmeno sfigurato all’ultimo Sanremo, i modi discreti e la malinconia senza esagerazioni si fanno apprezzare, nonostante la presenza di qualche ‘aggiunta elettronica’ alla voce, abbastanza superflua.