Archive for novembre 2020

HYPE ZULU, “SAI CHE” SINGOLO (MAQUETA RECORDS / ARTIST FIRST)

Nuovo singolo per il giovane romano, in attesa di pubblicare il primo disco sulla lunga distanza.

Fine di una storia, con lui che non riesce a dimenticare lei e a riempire il vuoto e le scrive una lettera in forma di canzone d’impronta trap (con tanto di voce ‘filtrata’).

Tema classico e sviluppo canonico: il letto è gelato senza di lei, anche un rumore può suscitare il suo ricordo, lei è insensibile… l’impressione è di una ‘semplicità’ un filo eccessiva anche per un brano di stampo post adolescenziale.

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INNOCENTE, “#IOSONO” (CINICO DISINCANTO / PEZZI DISCHI / LIBELLULA MUSIC)

Disco d’esordio per questo giovane cantautore pugliese, classe 1991 e formazione accademica.

#Iosono è la prima tappa di un percorso che finora ha visto il cantautore partecipare a vari progetti, accompagnati da una certa attività dal vivo.

Otto brani dalle tinte variegate: cantautorato e jazz, soprattutto, senza disdegnare una certa attitudine pop e qualche vago accenno rock.

Il pianoforte come strumento d’elezione, con qualche travolgente scorribanda swing e all’opposto episodi più evanescenti, ad accompagnare brani in cui prevale il vissuto personale, anche sentimentale; chiusura affidata alla popolare ‘Bella ci dormi’ per un lavoro convincente.

UHURU REPUBLIC, “WELCOME TO UHURU REPUBLIC” (LA TEMPESTA DISCHI / LIBELLULA MUSIC)

È il 2018 quando l’Ambasciatore italiano in Tanzania Roberto Mengoni coinvolge gli Uhuru Republic – la vocalist Giulietta Passera, FiloQ (a occuparsi dell’elettronica) e la viola di Raffaele Rebaudengo (già con gli Gnu Quartet) – in un progetto che, prima distanza e poi con un periodo trascorso tra Dar Er Salaam e Zanzibar, porterà alla creazione di un vero e proprio collettivo afro-italiano.

Oggi, a testimonianza del percorso compiuto, giungono queste 11 tracce:

‘libertá’ e ‘conoscenza’ sono i significati della parola ‘Uhuru’, che peraltro identifica anche il Kilimangiaro e fin dall’avvio è più che mai evidente, con cori tribali la cui ‘circolarità’ il ripetersi dei beat elettronici.

Il fascino aumenta quando al tutto si aggiungono certe strumentazioni tipiche da un lato e la viola dall’altro, con soluzioni variegate anche sotto il profilo canoro a più voci, tra inglese e lingue africane, cantato e un parlato che si avvicina all’hip hop.

Suggestivo e indicato per tutti quelli a cui piace allargare il proprio sguardo, affidandosi al gusto per le commistioni e i matrimoni tra culture.

INDIGO, FERNANDO ALBA : SINGOLI

Indigo

Cose da risolvere

Keezy

Nuovo singolo per il giovane cantautore nato e cresciuto in Sicilia e in seguito trasferitosi a Torino.

‘Tira e molla’ sentimentali e incertezze annesse finiscono per essere un po’ la sintesi di tutte le ‘cose’ per risolvere le quali in certe fasi è necessario fare chiarezza prima di tutto con sé stessi.

Pop forse un po’ troppo ‘di maniera’, per quanto molto radiofonico, con qualche accenno soul e r’n’b.

Fernando Alba

Abbiamo contagiato il mondo

Maqueta Records /Artist First

L’amore ai tempi della pandemia nel nuovo singolo di Fernando Alba (siciliano di nascita, romano d’adozione, due dischi sulla lunga distanza all’attivo).

Una storia agli inizi che, travolta dagli eventi, sfocia in una convivenza forzata, in un ‘prendersi cura dell’altro’ in parte inaspettato. Il contagio del titolo è però quello dell’amore e dei sentimenti.

Sonorità con qualche ascendenza blues, una tastierina a dare una nota vagamente onirica, un cantato misurato, ma con vivacità. Si fa apprezzare.

I CASINI DI SHEA, “PARCO GONZO” EP

EP d’esordio per questo trio marchigiano che non fa mistero di rifarsi a una certa tradizione anni ’90 (leggi: grunge e noise) e che nei fatti la riprende, tenendo presente anche gli epigoni italiani del genere.

Chitarroni arrembanti, batteria martellante e basso rutilante, accompagnati da un cantato gridato.

In questo muro sonoro, a tratti un filo cacofonico si perdono un po’ le parole, all’insegna di uno sguardo per lo più iracondo su malesseri generazionali ed esistenziali.

Marlene Kuntz e Sonic Youth sono lì, dietro l’angolo: interessante la scelta di un pezzo di oltre otto minuti di durata, che in controluce mostra la necessità di avere da dire più di quanto non sembri a un primo impatto.

GENISE – SILVIA MEZZANOTTE, “TI SENTO” SINGOLO (HOOP MUSIC / BELIEVE DIGITAL)

Vocal coach di livello nazionale (Roby Facchinetti, Red Canzian, Mario Biondi tra le sue collaborazioni) torna al suo primo amore, l’interpretazione canora, riproponendo, in occasione del 35° anniversario dell’uscita, uno dei capisaldi dei Matia Bazar.

Lo affianca Silvia Mezzanotte (i due si sono conosciuti nel corso della trasmissione televisiva “All Together Now”), già vocalist di lungo corso della band genovese.

Versione ‘soft’, con Genise a interpretare quasi sottotraccia e Mezzanotte a intervenire nei momenti del brano in cui una maggiore estensione appariva irrinunciabile.

Inevitabile – e tutto sommato, improponibile – il paragone con l’originale: per quanto il pezzo sia entrato nel repertorio della Mezzanotte, e senza nulla togliere alle sue indubbie qualità, l’ombra della Ruggiero si fa sentire.

Quanto a Genise, prova a suo modo a rileggere il pezzo, complice un arrangiamento volto a un’elettronica soffusa, ma l’impressione è che il brano – registrato anche in inglese e spagnolo – non spicchi mai il balzo decisivo.

PLAYLIST 3.2020

Periodica selezione di brani tratti ai dischi recensiti sul blog.

Ebrezza da vino Amarena

Stiamo bene Indigo

Scrivimi quando Orofino

Ubriachi fino alle tre LUVESPONE feat. Tarsia

Out of the comfort zone Invisible Wave

Fastidio Ennio Salomone

Fatti due conti Michele Amadori

E cammina, cammina, cammina Gappa

Stretti nella giacca Emiliano Mazzoni

Controcultura Davide Solfrini

La parola Antonio Carluccio

Oggi sto bene MustRow

Panda Granata Il Malandrino

Buco Nero Giostre

Un po’ più a sud Luvespone

Luna su di me Rossella Seno

ROSSELLA SENO, “PURA COME UNA BESTEMMIA” (AZZURRA MUSIC)

La bestemmia in effetti è un atto istintivo, catartico, spesso un grido d’aiuto che vale più di tante preghiere; gesto ‘puro’ perché privo di filtri…

Non che ci siano bestemmie nei tredici brani di questo lavoro, a tutti gli effetti il primo sulla lunga distanza di Rossella Seno, veneziana di nascita, romana d’adozione, una carriera ultradecennale da ‘cantattrice’, divisa tra microfoni, palchi e telecamere, con una vocazione per Piero Ciampi.

Un disco dedicato agli ‘ultimi’, alle vittime, nei fatti e nelle parole, del pregiudizio; alle donne innanzitutto, che la cantautrice rappresenta fin dalla copertina, in cui è lei stessa a mettersi in croce in un’immagine dal sapore pre-raffaelita.

Suoni per lo più acustici, con costanti rimandi alla tradizione popolare: l’unica osservazione è che forse un filo di elettricità da un lato e la corposità di un piano dall’altro avrebbero accresciuto la potenza di alcuni episodi.

Interpretazione solida, in cui l’impostazione attoriale si fa sentire, senza sfociare nell’accademia ma mantenendo immediatezza.

Aiutata da un manipolo di compagni di strada, tra cui Pino Pavone, storico collaboratore di Piero Ciampi, Rossella Seno dà voce ai ‘sommersi e ai salvati’ dei naufragi (con le parole di Erri DeLuca) e delle galere (con la dedica a Stefano Cucchi), alle ‘principesse’ e alle ‘streghe’ in quella che da bestemmia diventa, come avrebbe detto De André, una ‘smisurata preghiera’.

GIOSTRE, “GETTONI” (XO PUBLISHING / LIBELLULA MUSIC)

Un parco giochi scalcinato, in mezzo disarmo, tra attrazioni mezze abbandonate, altre perfettamente funzionanti, tra le quali aggirarsi con un pugno di ‘Gettoni’ in saccoccia…

Jacopo Gobber, compositore e sound designer che ha collaborato, tra gli altri, anche con Disney, viene improvvisamente ‘fulminato’ dall’idea di unire canzone d’autore, psichedelia ed elettronica, da quella delle ‘tastierine’ anni ’80 alla techno anni ’90 e qualche accento ‘sguaiato’.

Assieme ad alcuni compagni di strada, Gobber assembla otto pezzi in cui, dietro l’apparente gioco di costruzione di mosaici sonori di varia ispirazione – in qualche caso si arriva ai limiti del ‘Blob’, come con la citazione pavarottiana inserita nell’apripista ‘Turandot’, emerge uno sguardo disincantato, più amaro che cinico, sulla realtà e in particolare certi ‘meccanismi’ nei quali quali ci si trova proprio malgrado, come ad esempio la burocrazia con la quale si è costretti a fare i conti anche in situazioni delicate come la malattia di un parente.

Prevale talvolta il nonsense, il gusto per il calembour, mentre altrove ci si ritrova a riflettere sulla propria identità di musicista e qua e là si fa spazio la riflessione, più o meno esplicita, su certi ‘riti’ come i ritrovi in spiaggia o in piazza.

Il risultato può ricordare certe esperienze di un passato più o meno prossimo: possono venire in mentre a tratti gli Amari (per chi li ricorda), del resto citati esplicitamente in una ‘lista di gradimenti’ che va da Syd Barrett ad Achille Lauro, passando per Flaming Lips e Aphex Twin.

Un disco obliquo, che per la sua natura di ‘patchwork’ sonoro invoglia all’ascolto ripetuto, sempre alla ricerca di ciò che in precedenza era sfuggito.

LUVESPONE, “UN PO’ PIÙ A SUD” – SINGOLO (MAQUETA RECORDS – ARTIST FIRST)

Nuovo singolo per Luvespone (Guido Savatteri).

Scritto in un periodo un filo tribolato, tra continui cambi di casa e quarantene, ‘Un po’ più a Sud’ è frutto delle emozioni provate (come se non bastasse) nel corso di un’infatuazione: il titolo è una metafora per il ‘sentirsi giù’ nei momenti di assenza dell’amata.

Il tutto diventa poi forse un’allegoria in generale dei propri desideri da realizzare.

La formula sonora resta quella di un gradevole cantato reggae con una buona dose di elettronica: in questo caso salta subito all’orecchio la base ripresa da ‘English man in New York’ di Sting.