Le ‘Povere Bestie’ del titolo sono tutti coloro che – giovani ma non solo – si ritrovano a essere in qualche modo ‘fuori posto’, vedendo sogni e aspirazioni frustrati da una società che non sa (o non vuole) comprenderli e includerli.
La protagonista è però soprattutto la gioventù, nei nove brani dell’esordio sulla lunga distanza (dopo un EP uscito a ottobre ’18) di questo trio milanese.
Giovani che, non più ragazzini, non ancora adulti, hanno a che fare con tutti i travagli di questa età, tra sogni di fuga e tentativi di ‘resistere’ di fronte all’ipocrisia dominante, con l’aggiunta dell’immancabile lato sentimentale, visto come ancora di salvezza.
Un disco arrabbiato, a tratti sofferente, tradotto con suoni ruvidi e taglienti, caratterizzato dal tentativo, in buona parte riuscito, di erigere dei ‘muri sonori’ che ricordano tante esperienze, di casa nostra e al di là dell’Oceano (vengono a tratti in mente i primi Verdena).
Sono giovani, immediati, a tratti un po’ ingenui e con un bel po’ di esperienza da fare, ma le potenzialità non mancano.