Ep di esordio per questo giovane quartetto torinese, attivo già da qualche anno, nella forma attuale dal 2012.
Cinque brani caratterizzati dalla più classica ‘urgenza comunicativa’ giovanile, tra testi spesso volti ai sentimenti e a storie più o meno tormentate, qualche parentesi ‘esistenziale’, una fuga più ‘narrativa’, ambientata negli anni ’30; il tutto nella forma di un rock che per quanto ‘duro’ e colorato spesso e volentieri di tinte metal, non tralascia mai l’aspetto melodico della questione.
Il tratto distintivo finisce per essere l’interpretazione, decisa e grintosa, della vocalist Luana Barnabà, che forse non basta a evitare che sul disco si posi la pesante cappa del ‘già sentito’.
I Metaphora sono del resto all’inizio del loro percorso discografico e cinque pezzi nel bene e nel male non bastano per dare un giudizio compiuto sulle capacità della band: in controluce traspaiono certo delle potenzialità, una certa capacità di costruire un adeguato sostegno sonoro all’attitudine interpretativa della cantante; quello su cui c’è ancora da lavorare è uno stile più personale che permetta di sfruttare pienamente quelle possibilità.