Una dedica all’oggetto dei propri sentimenti, presente o forse no, a cavallo tra realtà e immaginazione, per un pezzo in cui si mescolano ascendenze r’n’b e il pop dimesso dalle tinte indie di Billie Eilish.
Convincono, la scelta stilistica e l’interpretazione di questa giovane italiana dalle ascendenze libanesi.
Qualche pezzo già all’attivo, Grace torna con un brano dedicato a una relazione ormai agLi sgoccioli, crollata sotto casa peso delle incompatibilità, della mancanza di sensibilità e dei tradimenti.
Terzo singolo per il ventenne marchigiano: in bilico tra trap e pop, Ladrone00 presenta un classico brano sentimentale dedicato alle ‘fiamme dell’amore’ con qualche incertezza per il futuro. Si avvertono delle potenzialità, ma tutto viene sbrigato forse troppo in fretta.
Un inno a essere sé stessi, liberandosi finalmente dei traumi del passato, specie se si è stati vittime di bullismo.
Romano trapiantato a Milano, Jack Scarlett prosegue nella sua proposta di cantautorato pop dalla forte grana emotiva; comprensibile, ma forse un filo eccessiva.
Jamie, alias il (t)rapper marchigiano Aziz Gazelle, torna con un brano incentrato sulle solite pene d’amore. Tema trito e ritrito, svolgimento canonico; nei suoni almeno su cerca di andare oltre le solite basi, utilizzando un bel po’ di elettricità, dagli echi crossover.
Secondo singolo per il duo veronese composto da Davide Corlevich e Cristiano Mecchi, chitarrista classico il primo, attivo il secondo nella scena alternativa della città scaligera.
‘Farewell Kisses’ è una delicata ballad costruita sul riuscito contrasto, non troppo accentuato, tra le delicate tessiture della chitarra e il cantato roco e vagamente ‘sporco’.
Brano che anticipa un full length di prossima uscita, esito della collaborazione tra Marco Bernacchia e Edoardo Grisogani, titolari dei rispettivi progetti Above The Tree e Drum Ensemble Du Beat, che già avevano unito le forze una prima volta, una decina di anni fa.
L’afrobeat incontra l’elettronica in un pezzo forse troppo breve, che lascia la voglia di un seguito e spinge a un ascolto ripetuto.
Gruppo di lungo corso, sebbene mai di primo piano, del pop – rock italico, gli Oro a fine 2023 hanno segnato il loro ritorno, con una formazione rinnovata capitanata dal muro storico Valerio Zelli
‘Mantra’ è una ‘ballad’ che invita all’autostima, evitando di essere troppo severi con sé stessi e le proprie mancanze.
Siamo dalle parti di Vasco Rossi, complice una vocalità a tratti roca; i suoni ci sono, come dimostra il solo di chitarra centrale, ma il brano sconta il solito peccato storico di certo rock tricolore, ossia il non voler oltrepassare un certo limite per conservare la ‘bella forma’.
Un po’ di ‘sporcizia’ in più magari ogni tanto non guasterebbe…
Non proprio una passeggiata, affrontare la storica ‘Gli Uccelli’ di Battiato.
Tuttavia la giovane Hetra, che si presenta come un’aliena caduta sul pianeta Terra, lo fa con un certo stile, all’insegna di un’interpretazione quasi sotto traccia, sonorità eteree e una vocalità dai toni gravi, a tratti quasi ruvidi.
Una riflessione sulla fine dei rapporti sentimentali ai tempi dei ‘social’, dove volenti o nolenti si finisce sempre per imbattersi negli ‘ex’ di turno online.
La propone il romano Luca Di Napoli, all’insegna di un discreto pop contornato di elettronica.
Incertezze esistenziali in salsa pop soul nel nuovo brano di Grazia Garassino, che non vuole rassegnarsi al grigiore esistenziale di percorsi precostituiti, nel lavoro e nei rapporti interpersonali.
L’originalità latita, ma c’è almeno un po’ di personalità a sostenere il tutto.
Stavolta la producer pugliese, alias Silvia Dragonieri, la butta sul classico, con un pezzo almeno in parte ispirato al ‘De Divinatione’ di Cicerone, opera un cui estratto è citato esplicitamente,
Il resto è una ‘dichiarazione d’indipendenza’ abbastanza consueta, ma sorretta da un’interpretazione di carattere e un ritmo che coinvolge.
Male di vivere assortito nel nuovo singolo di questo duo pisano.
Fatta la tara con pensieri un po’ troppo giustapposti, la formula di un rock ‘sintetico’ tendente all’oscurità è applicata in modo abbastanza efficace.
Un synth pop dai riflessi dark per il nuovo singolo di PlatoNico, dalla provincia di Ravenna: scelta sonora abbastanza azzeccata, testo forse un po’ troppo all’insegna del ‘nessuno mi capisce’.
Pop-dance con una bella dose di disco anni ’70 a fare da cornice a varie ed eventuali su una storia ormai finita, con un’ambientazione anch’essa ‘discotecara’ che suggerisce di non starci troppo a pensare e cogliere l’attimo; testo abbastanza ‘consueto’, ma il ritmo c’è.
Breve ma intensa cavalcata lisergica, che comincia al piccolo trotto per finire in un galoppo condito di sferragliamenti e dissonanze accennate.
Marco Campitelli, abruzzese di Lanciano, vede la ‘luce sonora’ in quel della Norvegia e nei primi anni ’10 fonda questo collettivo, tre dischi lunghi all’attivo e un quarto di cui questo è un intrigante assaggio.
Ispirato agli esperimenti del fisico Nicola Galvani, il nuovo singolo di Johnny Dal Basso è il classico pretesto per fare un po’ di casino, all’insegna di un punk rock con qualche chitarra fischiante, di sicuro impatto.
Vagamente scontata la metafora amorosa – l’amore come una scossa elettrica in grado di rianimare – che comunque fisice per perdersi tra i suoni di un pezzo in cui la riflessione cede presto il passo al trascinamento sonoro.
Vaghe ascendenze dance anni ’90 nel nuovo singolo di questo rapper italobrasiliano, accompagnano un testo all’insegna del classico flusso di riflessioni assortite.
Il collettivo pugliese Il Maestrale, torna con il progetto φωνές, ossia: voci, che in questo caso affondano nei miti alla base di una bella fetta del pensiero occidentale.
Medea il primo episodio, prossimamente il secondo, dedicato a Euridice.
È la stessa Medea che parla in prima persona, dando voce al proprio dolore, in un pezzo in cui l’incrocio tra voci – quelle delle sorelle Valenzano – e tra queste e l’ensemble strumentale, riportano echi ancestrali, emozioni primigenie, riflessi inquietanti.
Nuovo singolo per i fratelli Berisa, milanesi di origine kosovara.
Il ‘Paradiso’ del titolo, manco a dirlo, è quello fatto di successo, soldi e quant’altro, ma tra le rime all’autotune che su rincorrono lungo il breve brano, si fa strada un filo di riflessione: i soldi cambiano le persone, ma si cerca di tenere i piedi per terra e comunque anche un conto in banca illimitato può poco a fronte di certi vuoti esistenziali e affettivi.
Michele Cortese presenta una canonica canzone a base di complicanze amorose: l”Ipermetropia’ del titolo è la visione della sentimenti distorta dall’amore che porta al ripetersi delle stesse situazione, ivi incluso star male per ‘colpa’ della lei di turno.
La produzione di Molla dà al tutto un’atmosfera sospesa e vagamente onirica, ma il testo è forse troppo ‘risicato’.