Un disco all’attivo sulla lunga distanza, un secondo in arrivo, Glomarì sceglie una poesia di Franco Arminio come spunto per il suo nuovo singolo.
Un brano, volutamente sospeso, giocato su un tappeto sonoro sfuggente che fa sfondo all’interpretazione eterea della cantautrice, che evocano la Alison Shaw dei Cranes, per chi se li ricorda.
Oltre vent’anni sulla breccia, Masterman MC torna con pezzo dedicato alle scorie lasciate da una relazione finita.
Accompagnato da MeL in un efficace alternarsi di maschile e femminile, il rapper campano compone un pezzo dalla grana oscura, che trova un limite nella breve durata.
Vincenzo Baiata
Voglio viverla perché – DJ Aniceto RMX
Coadiuvato da DJ Aniceto, il cantautore siciliano ripropone una delle sue più recenti produzioni con accenti synth pop che sfiorano la dance.
La celebrazione della vita e l’esortazione a viverla pienamente mettono d’accordo tutti, ma forse si poteva cercare di dire qualcosa in più.
I fratelli Ferrini da Forlì tornano con un tipico brano estivo: la fugace relazione di una sera è il punto di partenza per un pezzo mescola dance, un filo di latin pop, l’immancabile autotune.
Il nuovo singolo di questo cantautore pisano è uno strano ibrido in cui sonorità indie pop si accompagnano a un cantato che al pop più canonico fa riferimento.
Si fa ascoltare, per quanto l’uso del falsetto a tratti faccia un po’ perdere per strada le parole.
Cortese scrive una ‘lettera’ alla Lei di turno, ex compagna di una storia conclusa.
Il cantautore pugliese, scegliendo un tema che definire ritrito è un eufemismo, se non altro lo svolge all’insegna di sonorità solari e discretamente accattivanti.
Un pugno di singoli all’attivo, il romagnolo Enrico Garattoni presenta il suo nuovo progetto, articolato in una serie di brani che lo vedranno accompagnato di volta in volta da vari ospiti.
Qui lo affiancano i Bellanotte, duo del quale scopro far parte Barbara Suzzi, che avevo a suo tempo apprezzato tantissimo nel progetto tutto al femminile Io e La Tigre.
Ecco quindi questo singolo, che parla della felicità e del diritto a raggiungerla, con un bel po’ di rabbia verso un mondo che spesso ‘rema’ contro.
Un indie – pop ‘elettrizzato’ da spezie punk, che ricorda tanto altro, dai Prozac+ in poi.
Arrivano i primi caldi e si apre ufficialmente la stagione dei tormentoni primavera / estate 2024.
I fratelli (non gemelli, anche se lo sembrano e ci giocano su) Ferrini si buttano nella mischia, col classico brano a base di apprezzamenti che scivolano rapidamente in allusioni sessuali manco troppo sottintese, come si evince dal titolo.
Pop con quel tanto di immancabile dance necessaria per essere ballato qua e là nei prossimi mesi.
Secondo ‘assaggio’ dell’esordio sulla lunga distanza in uscita a maggio.
A metà a metà strada tra Colapesce e Di Martino e Depeche Mode, questo di Matera confeziona un synth pop dalla grana rarefatta e l’atmosfera sospesa ad accompagnare un testo ellittico, frammenti parlati di un soliloquio.
La difficoltà di comprendere e di comprendersi, quando si tratta di faccende sentimentali e non solo, nel nuovo singolo di Cortese.
Lo spid come metafora del ‘codice’ che ognuno si porta dentro e che permette di capirsi; a volte, si finisce per rinunciare, limitandosi a osservare in silenzio.
Un inno a essere sé stessi, liberandosi finalmente dei traumi del passato, specie se si è stati vittime di bullismo.
Romano trapiantato a Milano, Jack Scarlett prosegue nella sua proposta di cantautorato pop dalla forte grana emotiva; comprensibile, ma forse un filo eccessiva.
Jamie, alias il (t)rapper marchigiano Aziz Gazelle, torna con un brano incentrato sulle solite pene d’amore. Tema trito e ritrito, svolgimento canonico; nei suoni almeno su cerca di andare oltre le solite basi, utilizzando un bel po’ di elettricità, dagli echi crossover.
Secondo singolo per il duo veronese composto da Davide Corlevich e Cristiano Mecchi, chitarrista classico il primo, attivo il secondo nella scena alternativa della città scaligera.
‘Farewell Kisses’ è una delicata ballad costruita sul riuscito contrasto, non troppo accentuato, tra le delicate tessiture della chitarra e il cantato roco e vagamente ‘sporco’.
Male di vivere assortito nel nuovo singolo di questo duo pisano.
Fatta la tara con pensieri un po’ troppo giustapposti, la formula di un rock ‘sintetico’ tendente all’oscurità è applicata in modo abbastanza efficace.
Un synth pop dai riflessi dark per il nuovo singolo di PlatoNico, dalla provincia di Ravenna: scelta sonora abbastanza azzeccata, testo forse un po’ troppo all’insegna del ‘nessuno mi capisce’.
Pop-dance con una bella dose di disco anni ’70 a fare da cornice a varie ed eventuali su una storia ormai finita, con un’ambientazione anch’essa ‘discotecara’ che suggerisce di non starci troppo a pensare e cogliere l’attimo; testo abbastanza ‘consueto’, ma il ritmo c’è.
Il collettivo pugliese Il Maestrale, torna con il progetto φωνές, ossia: voci, che in questo caso affondano nei miti alla base di una bella fetta del pensiero occidentale.
Medea il primo episodio, prossimamente il secondo, dedicato a Euridice.
È la stessa Medea che parla in prima persona, dando voce al proprio dolore, in un pezzo in cui l’incrocio tra voci – quelle delle sorelle Valenzano – e tra queste e l’ensemble strumentale, riportano echi ancestrali, emozioni primigenie, riflessi inquietanti.
Nuovo singolo per i fratelli Berisa, milanesi di origine kosovara.
Il ‘Paradiso’ del titolo, manco a dirlo, è quello fatto di successo, soldi e quant’altro, ma tra le rime all’autotune che su rincorrono lungo il breve brano, si fa strada un filo di riflessione: i soldi cambiano le persone, ma si cerca di tenere i piedi per terra e comunque anche un conto in banca illimitato può poco a fronte di certi vuoti esistenziali e affettivi.
Michele Cortese presenta una canonica canzone a base di complicanze amorose: l”Ipermetropia’ del titolo è la visione della sentimenti distorta dall’amore che porta al ripetersi delle stesse situazione, ivi incluso star male per ‘colpa’ della lei di turno.
La produzione di Molla dà al tutto un’atmosfera sospesa e vagamente onirica, ma il testo è forse troppo ‘risicato’.