Prendete un esponente della scena hip hop marchigiana, fatelo collaborare con una band formata da elementi con esperienze a cavallo tra indie, noise, e via dicendo e avrete gli Esseforte.
Affiancate loro altri due specialisti del ‘parlare ritmato’ e avrete ‘Immortale’
Un pezzo da ‘vecchia scuola’, in cui il flusso score senza incertezze e le parole sono chiare, scandite senza artifizi e sbattute in faccia alle nuove generazioni che con qualche pezzo di successo sulle ‘piattaforme’ si sentono già arrivate.
Una relazione sbagliata, l’attrazione per chi ha imposto un rapporto di opprimente e privo di rispetto.
Un tema oggi ricorrente che Vi Skin (al secolo Sofia Pelle da Esperia, provincia di Frosinone) svolge con delicatezza, in modi a cavallo tra pop e hip hop.
Le scorie di una relazione finita su lui e lei in un brano che anticipa il primo EP di questo cantautore pugliese.
La voce c’è, con uno stile che richiama soul e vagamente jazz; interpretazione un po’ calligrafica, troppo attenta alla bella forma, finendo per privare di impatto le parole.
Luke Widow feat. Ngaty
Sex Toy
Rough Machine / Maqueta Records / Artist First
Il giovane capitolino Luke Widow, affiancato dal concittadino Ngaty, assembla un pezzo all’insegna degli scazzi col genere femminile; l’unica soluzione a tanti sbatti è diventare semplicemente il Sex Toy di qualcuna; tra pop e hip hop con qualche vago accenno crossover.
Con un piglio da dominatrice Giorgia Giacometti, manager finanziaria col ‘viziaccio’ della musica, esercita il suo potere su un msachio abituato a usare le donne, ma che con lei si trova dalla parte della vittima.
Pop dance con impeto, in attesa di un video che si annuncia ad alta gradazione di sensualità.
Rapporti sentimentali travagliati, tra rischi di dipendenza reciproca in una produzione r’n’b dal piglio internazionale; se poi, come quasi d’abitudine, la dj e producer pugliese ci piazza il riferimento classico, stavolta citando l’Acheronte, è difficile che il pezzo non possa piacere.
Brano che anticipa un full length di prossima uscita, esito della collaborazione tra Marco Bernacchia e Edoardo Grisogani, titolari dei rispettivi progetti Above The Tree e Drum Ensemble Du Beat, che già avevano unito le forze una prima volta, una decina di anni fa.
L’afrobeat incontra l’elettronica in un pezzo forse troppo breve, che lascia la voglia di un seguito e spinge a un ascolto ripetuto.
Gruppo di lungo corso, sebbene mai di primo piano, del pop – rock italico, gli Oro a fine 2023 hanno segnato il loro ritorno, con una formazione rinnovata capitanata dal muro storico Valerio Zelli
‘Mantra’ è una ‘ballad’ che invita all’autostima, evitando di essere troppo severi con sé stessi e le proprie mancanze.
Siamo dalle parti di Vasco Rossi, complice una vocalità a tratti roca; i suoni ci sono, come dimostra il solo di chitarra centrale, ma il brano sconta il solito peccato storico di certo rock tricolore, ossia il non voler oltrepassare un certo limite per conservare la ‘bella forma’.
Un po’ di ‘sporcizia’ in più magari ogni tanto non guasterebbe…
Non proprio una passeggiata, affrontare la storica ‘Gli Uccelli’ di Battiato.
Tuttavia la giovane Hetra, che si presenta come un’aliena caduta sul pianeta Terra, lo fa con un certo stile, all’insegna di un’interpretazione quasi sotto traccia, sonorità eteree e una vocalità dai toni gravi, a tratti quasi ruvidi.
Una riflessione sulla fine dei rapporti sentimentali ai tempi dei ‘social’, dove volenti o nolenti si finisce sempre per imbattersi negli ‘ex’ di turno online.
La propone il romano Luca Di Napoli, all’insegna di un discreto pop contornato di elettronica.
Incertezze esistenziali in salsa pop soul nel nuovo brano di Grazia Garassino, che non vuole rassegnarsi al grigiore esistenziale di percorsi precostituiti, nel lavoro e nei rapporti interpersonali.
L’originalità latita, ma c’è almeno un po’ di personalità a sostenere il tutto.
Stavolta la producer pugliese, alias Silvia Dragonieri, la butta sul classico, con un pezzo almeno in parte ispirato al ‘De Divinatione’ di Cicerone, opera un cui estratto è citato esplicitamente,
Il resto è una ‘dichiarazione d’indipendenza’ abbastanza consueta, ma sorretta da un’interpretazione di carattere e un ritmo che coinvolge.