Posts Tagged ‘Franco Battiato’

TENEDLE, “VULCANO” (SUSSURROUND/UDU RECORDS)

Nato e cresciuto a Firenze, Dimitri Niccolai alias Tenedle vive la prima esperienza musicale nella città di nascita con Laughing Silence, band elettropop con influenze a cavallo tra Kraftwerk e Depeche Mode; concluso il percorso decennale (a cavallo degli anni’80 e ’90) di quel gruppo Niccolai si trasferisce in Olanda dove, dopo varie vicissitudini, nei primi anni ’90 dà vita all’omonimo progetto Tenedle, giunto con Vulcano al quintoepisodio discografico.

Le dodici tracce che compongono il disco costituiscono un efficace mosaico delle esperienze musicali vissute dall’autore lungo il suo percorso sonoro: da un lato l’elettronica, orientata a un pop sofisticato, a tratti sornione, ma privo di ‘ansia da prestazione’, ma su cui piuttosto si sceglie di spargere una spruzzata di sperimentazione; dall’altro la tradizione del cantautorato italiano: un filo della malinconia di Tenco, un pò del sarcasmo di Ciampi, un tocco del Battiato surreale degli inizi.

L’esito è un lavoro costantemente pervaso di un’aura onirica (sovente dai risvolti ‘spaziali’), in cui Niccolai / Tenedle si dedica spesso alla riflessione interiore, con testi frequentemente mente volti al flusso di coscienza, talvolta al confine col nonsense; non mancano capitoli dedicati agli affetti o in cui lo sguardo viene gettato più ampiamente sulla società, ma nel complesso “Vulcano” è un disco intimo, raccolto, in cui forse è voluto il contrasto tra il titolo esplosivo e atmosfere che certo non rinunciano a momenti solari, ma in cui le luci sono spesso e volentieri soffuse.

Un mood che trova riscontro sonoro, oltre che nell’ampio uso di synth e di chitarre dalla grana fine, anche nel contributo di archi e fiati da parte dei musicisti ospiti (Fabio Torriti e Berth Lochs) cui si aggiunge una voce femminile – quella di Faith Salerno –  a fare in qualche episodio  da contraltare al cantato di Tenedle, all’insegna di disincanto e sottile malinconia.

Un lavoro (prodotto anche grazie ad una riuscita campagna di crowdfunding) che ci mostra un autore ormai nel pieno della maturità, consapevole dei propri mezzi e con un’impronta stilistica definita, che ci offre un lavoro a suo modo originale, nel coniugare cantautorato ed elettronica.

S.M.S., “DA QUI A DOMANI” (BLACK FADING / FRONT OF HOUSE”

Torna Miro Sassolini, ex voce dei Diaframma: lo fa con un progetto ‘interdisciplinare’, a cavallo tra la musica del suo nuovo trio e la poesia, portata da Monica Mattioli nei testi dei dodici brani presenti in Da qui a domani. L’esito è un disco improntato (prevedibilmente) alla sperimentazione, anche e soprattutto nell’articolazione tra voce e strumenti: il cantato dall’attitudine molto ‘recitativa’ sfiora lo spoken word e l’esplicita lettura poetica (con risultati a tratti vicini a certi episodi di De André o Battiato), la musica, con tratti spesso e volentieri sintetici, dai sapori anni ’80, ma con un forte retrogusto ‘avanguardistico’, serve più che mai da accompagnamento, a costruire sfondi e climi, più che a conquistare autonomamente la scena.

Compagni di viaggio di Sassolini, alla voce, Federico Bologna, ad occuparsi dell’ampia dose di tastiere e sintetizzatori che caratterizzano il lavoro e Cristiano Santini (ex Disciplinatha) a imbracciare chitarra e basso e a occuparsi della programmazione.

Un lavoro che, pur nella sua evidente attitudine sperimentale (certo non ‘da sottofondo’, ma da ascolto ponderato, riflessivo, preferibilmente), riesce comunque ad aprirsi all’ascoltatore, incoraggiandone il coinvolgimento.

IN COLLABORAZIONE CON: LOSINGTODAY

FONONAZIONAL, “UNA SERA” (AUTOPRODOTTO)

Nati nel 2004, un primo disco (di cover) alle spalle, i Fononazional hanno tutti una solida carriera alle spalle, avendo suonato, o cantato, a fianco di un gran numero di esponenti del pop e della canzone d’autore italiana: nei curricula dei quattro leggiamo nomi come Eros Ramazzotti e Laura Pausini, Irene Grandi e Tullio De Piscopo, Mario Biondi, Cristiano De Andrè e Franco Battiato.

In “Una sera” il gruppo mescola jazz, canzone d’autore italiana e pop tricolore (nel senso migliore del termine): a fianco di brani originali, scritti per lo più dal pianista Mario Bianchi e dalla vocalist (e flautista) Paola Atzeni, troviamo alcune riproposizioni di pietre miliari del ‘songbook’ italiano: da Estate di Martino a L’importante è finire, da La collina dei ciliegi della premiata ditta Mogol – Battisti a Figlio Unico di Riccardo del Turco, fino a cimentarsi nellainnumerevoli volte riproposta Nel blu dipinto di blu, scelta che proprio per la ‘consutuedinarietà’ del brano, risulta per certi versi coraggiosa.

Il titolo del disco riassume molto di quanto l’ascoltatore troverà al suo interno: testi ruotati per la gran parte attorno a riflessioni su questioni sentimentali o sul ‘se’ (episodicamente, nella title – track, ci si concede una pausa maggiormente immaginifica), si accompagnano a suggestioni da club, da serata tranquilla, pausa rispetto al caos della giornata, atmosfere compassate.

La forma – canzone è arricchita dalle escursioni improvvisative tipiche del jazz, che pur ‘mollando gli ormeggi e prendendo il largo’ in alcune parentesi, restano sempre fedeli a una certa compostezza formale (di certo non si prendono mai derive esplicitamente free).

L’esito se vogliamo è ambivalente: godibilissimo dal punto di vita formale – complice l’impressione di grande professionalità ed esperienza trasmessa dalla band, oltre che l’interpretazione, sofisticata senza essere snob, della cantante – il disco lascia per certi versi la sensazione di essere quasi troppo ‘perfetto’, privo di sbavature, eccessivamente attento alla forma e per questo privato di un filo di immediatezza.

I Fononazional superano comunque agevolmente l’ostacolo della prima prova marcatamente autonoma, lasciando spalancate le porte all’ulteriore prosecuzione del cammino.

IN COLLABORAZIONE CON LOSINGTODAY

DAVIDE FERRARIO, “F” (LIBELLULA MUSIC)

Al primo disco solista, Davide Ferrario arriva dopo aver già percorso una lunga strada, che l’ha portato a Sanremo nel 2007 con gli Fsc e a collaborare con vari ‘big’ della musica italiana, tra cui Litfiba e Gianna Nannini. L’incontro decisivo è però stato quello con Franco Battiato che, oltre ad avviare con lui una collaborazione costante, l’ha anche portato in tour, permettendogli di esibirsi col brano “Non capiranno”, qui presente.

I dodici brani che compongono “F” si muovono tra coordinate abbastanza definite: il cantautorato italiano, da un parte, un rock spesso colorato di elettronica dall’altro.

La formula ricorda, a tratti, i Subsonica, ma il paragone è puramente indicativo: Ferrario evita infatti di pigiare l’acceleratore, oltre a mostrare una vena intimista e, in un certo senso, meno ‘piaciona’, rispetto al gruppo torinese pur cedendo, in qualche episodio alle tentazioni di un synth-pop un tantino ammiccante.

A dominare sono invece toni per lo più crepuscolari, più adatti a fare da contorno sonoro a una scrittura che appare in un certo frammentaria sospesa: i brani sembrano estrapolati da brandelli di conversazioni, considerazioni tra sé e sé, appunti. Un apparente ‘disordine’ che trova la sua corrispondenza nel booklet, in cui i singoli testi sono presentati di volta in volta, come stralci di file scritti al computer, pagine di diari, lunghi sms, note prese sul primo foglio che capita, quasi a restituire l’immediatezza – e la casualità – del processo creativo.

Una scrittura che appare convincente che nel suo essere sospesa e nel suo lasciare spazio al ‘non detto’ restituisce un’impressione di immediatezza, di mancanza di ‘filtri’.

Nel complesso, è un disco che convince, pur lasciando l’impressione che la scelta della formula sonora non abbia reso sufficientemente alla componente testuale, in un certo senso depotenziadola: nel corso dell’ascolto si avverte la mancanza di una maggiore incisività, di una differenziazione che desse una veste sonora più caratterizzante ai singoli brani. Al suo esordio Davide Ferrario mostra di avere comunque tutte le carte in regola per proseguire in maniera più che positiva la propria carriera.

IN COLLABORAZIONE CON LOSINGTODAY