Posts Tagged ‘Bottaro’

FUMETTAZIONI 7 /2017

Brevi recensioni di letture disegnate.

 

I MIGLIORI ANNI DISNEY – 1976

Apre una sarabanda a base di automobili da corsa con “Zio Paperone e la vittoria a 50 karati” a firma Pezzin / Cavazzano; quasi lisergico il ‘villino da sogno’ che accoglie Topolino e Pippo in vacanza, di Scarpa / Zemolin; il ‘must’ del mese, in un albo che vede le presenze, tra gli altri, di Bottaro e De Vita è “Zio Paperone e l’impronta di Zampalunga”, scritta da Carl Fallberg e firmata da un Giovan Battista Carpi in stato di grazia.
Voto: 7

 

TESORI DISNEY MADE IN ITALY 3

Prosegue l’omaggio a Giorgio Cavazzano, con la selezione delle opere da lui stesso giudicate le più significative della sua lunghissima carriera, ed ecco allora un tipico ‘giallo’, cui seguono la versione disneyana di “Miseria e Nobiltà”, un brevissimo intermezzo che torna ad omaggiare Fellini, una Clarabella reporter d’assalto negli anni ’20 e in chiusura una lunga storia celebrativa dei 60 anni di Paperino.
Materiale eccellente, non c’è dubbio, ma la sensazione è che affidare allo stesso autore la scelta delle storie pubblicare sia stata un errore: ovvio che qualsiasi selezionatore avrebbe almeno in parte fatto sentire il suo gusto soggettivo – quando si parla di arte l’obbiettività assoluta non esiste – ma forse si sarebbe dovuto evitare di affidare tutto al ‘valore affettivo’ dell’autore.
Il risultato è evidente soprattutto nella distribuzione temporale ‘squilibrata’: un solo numero dedicato ai ’70, metà agli ’80, mentre si è rimasti per due numeri e mezzo nella prima metà dei ’90
Non è esente da conseguenze nemmeno la scelta delle storie, che intendiamoci, appartengono sempre alla categoria del ‘Best of’, ma che talvolta non lasciano propriamente ‘il segno’.
Voto: 7

 

UACK! 32

Imperdibile un’avventura dei Tre Caballeros, firmata magistralmente da Don Rosa, accompagnata da un onirico viaggio temporale curato da Carl Barks; il resto, poco più di riempitivo, per quanto di classe, con Bob Moore, Al Taliaferro, BobBo Karp e ancora lo stesso Barks.
Voto: 6,5

 

INVINCIBLE 43

E’ uno dei ‘nodi di credibilità’ del fumetto di supereroi: una persona ‘normale’ che entri in possesso di facoltà superumane, non comincerebbe col dedicarsi a ‘sistemare’ ciò che non va nel mondo?
Le risposte a questa domanda sono state fondamentalmente due: la prima è la creazione dei supercriminali, che costringono l’eroe di turno a occupare il proprio tempo prendendo a cazzotti qualcun altro, mentre le storture del mondo restano tali; quando invece qualche scrittore si è preso l’onere di affrontare la questione (letture consigliate: la serie dello Squadrone Supremo Marvel di fine anni ’70, o “Rising Stars” e “Authority” nei primi anni 2000), si è rapidamente entrati nei territori dell’ucronia o della ‘storia alternativa’, perché il supereroe interviene su una struttura socio – economica che in partenza è analoga a quella del mondo reale…

Tutto questo per dire che anche Robert Kirkman è giunto ad affrontare la questione: Invincible / Mark è stufo di sprecare il suo tempo a pestare supertizi con mania di grandezza; tanto più che il suo mondo è pieno di altra gente in costume in grado di provvedere al compito… e allora? Allora, decide cambiare punto di vista, cominciando col liberare proprio un supercriminale, uno che aveva capito che coi suoi poteri poteva cambiare il mondo, anche se aveva deciso di usare metodi un po’ troppo ‘estremi’, ad esempio vaporizzando una città… vedremo come Kirkman affronterà la questione.
Voto: 7

In appendice, Tech Jacket conclude il primo ciclo di storie, senza scosse.
Voto: 6

 

I GRANDI CLASSICI DISNEY 19

Storia centrale dell’albo è “Topolino e le vacanze al 20° parallelo”, ottimamente congeniata da Gian Giacomo Dalmasso e Giovan Battista Carpi; degne di nota anche “Topolino e i sottomarini pirati” di Harvey Eisenberg e la trasposizione della vicenda del Bounty scritta da Giorgio Ferrari per le matite – eccezionali – di Sergio Asteriti.
Cavazzano, Martina, Perego, Kinney, Strobl, Destuet, Pier Carpi e Giulio Chierchini firmano il resto, come al solito, ‘classico ma non troppo’.
Voto: 7,5

 

THE WALKING DEAD 48
Arriva il momento in cui un governante ha la necessità di rinsaldare le fila della propria gente, poco importa se mosso da reale volontà di salvare la comunità o dalla meno nobile necessità di mantenere il potere: in momenti come questi, la storia ce lo insegna, non c’è nulla di meglio di una bella guerra.
Rick alla fine ha ceduto e si è dovuto rivolgere a Negan, il quale pur coi suoi discutibili ‘principii’, è indubbiamente più adatto e ‘pratico’ nella risoluzione degli stati di crisi; Rick viene così messo di fronte alla realtà, e Negan gli fa notare come non ci sia nemmeno bisogno di costruirsi un pretesto, perché dopo tutto la minaccia dei ‘Sussurranti’ è più che mai concreta…
La ‘nuova società’ creata da Rick si appresta quindi a compiere un altro passo che la renderà sempre più simile alla vecchia… i morti viventi ormai sembrano relegati al ruolo di ‘scenografia’, eppure c’è da scommettere che, come già avvenuto in passato, al momento opportuno si riprenderanno prepotentemente la scena.
Voto: 7,5

 

TESORI DISNEY INTERNATIONAL 9
Dopo almeno un paio di numeri interlocutorii, finalmente una selezione ‘ottima e abbondante’, che ci propone una corposa dose delle prime avventure in cui ad affiancare Topolino è Eta Beta.
Una sorta di ‘buon selvaggio’ del futuro ingenuo e sensibile, dotato di poteri straordinari e affiancato dal ‘gangarone’ Flip.
Firmano il tutto Bill Walsh e Floyd Gottfredson, ovvero l’empireo nella storia del ‘topo con le grandi orecchie’. Imperdibile per gli amanti del genere, e non solo.
Voto: 8,5

 

INVINCIBLE 44

Pausa ‘spaziale’ per seguire le vicende della famiglia di Invincible: padre (alieno), madre (terrestre) e fratellastro (alieno pure lui), alle prese con una pericolosa ‘coda’ della guerra contro i Viltrumiti: la Coalizione dei Pianeti ha deciso infatti che, seppur ridotti a poche unità, restano una minaccia troppo seria per essere lasciati liberi di vivere nell’anonimato sulla Terra, ma la ‘soluzione finale’ potrebbe segnare la fine, oltre che degli alieni, anche dell’intera popolazione umana…
Voto: 6,5

In appendice, torna Wolf-Man: mentre il protagonista deve arrendersi di fronte all’arresto, ingiustamente accusato dell’omicidio della moglie, in un lungo excursus il fido maggiordomo Dunford racconta alla giovane Chloe la storia dei genitori e del loro incontro con lui… ma la ragazza ormai appare essere totalmente e plagiata – e dipendente, nel vero senso della parola – da Zechariah, il reale assassino della madre.
Il nuovo ciclo di Wolf-Man parte col ‘botto’, con una storia (merce rara nei supereroi attuali), più da ‘leggere’ che ‘guardare’.
Voto: 7

FUMETTAZIONI 2 /2017

Brevi recensioni di letture disegnate.

 
I GRANDI CLASSICI DISNEY 13
Apre “Paperino e il doppio mistero di Slim Magretto e la casa degli svedesi”, del trio delle meraviglie Martina – Cavazzano – Scarpa; di discreto livello anche “Archimede e il signor Scherzo” (Chendi – Scala – Bottaro) e “Topolino e le rapine facili” (Dalmasso – Pier Lorenzo De Vita); Fallberg, Bradbury, Karp, Taliaferro i nomi di spicco tra gli americani.
La testata resta un appuntamento immancabile per chi vuole perdersi nell’archivio disneyano degli anni ’50 / ’60 / ’70 (con qualche eccezione), ma da qualche mese le scalette non convincono: si fa sentire la mancanza delle parodie, o di storie veramente incisive.
I dubbi aumentano quando lo spazio viene usato per dei riempitivi come “Zio Paperone lo scherzo di Carnevale” (pur considerando che è periodo e la storie ‘di occasione’ ci vuole, come avvenuto per Natale e Capodanno).
Comprensibile che non si possano sempre avere storie di livello, ma per tornare ai livelli dei primi numeri comincia a essere necessario un cambio di rotta.

Voto: 6,5

 
THE WALKING DEAD 45

A dominare The Walking Dead è il continuo confronto / scontro tra due modi di intendere la civiltà nel mondo affollato dai morti viventi, entrambi incentrati sulla presenza della figura dell’uomo ‘forte’: da una parte questo assume i caratteri di un monarca assoluto, quando non di un dittatore sanguinario; dall’altra, nella cornice di una società più democratica, questo assume i tratti di un ‘leader carismatico’ che resta guida finché prova l’efficacia delle proprie idee; pur con dei distinguo, anche rilevanti, finora eravamo rimasti nel quadro di una qualche forma di ‘civiltà’.
L’avvento dei ‘Sussurranti’ porta lo scontro su un piano diverso, ‘radicale’ nel senso etimologico del termine: risaliamo (o riscendiamo) alle radici. I Sussurranti mettono in discussione la validità stessa del concetto di ‘civiltà’, contrapponendogli il mero ritorno degli uomini alla loro essenza animale, dove tutto è ridotto ai minimi termini.
La loro leader non a caso si è data come nome ‘Alpha’ ed è proprio lei a sottolineare che rimarrà a capo del suo gruppo fino a quando un individuo più forte non la sostituirà; nel suo dialogo con Rick, Alpha mette a suo modo in evidenza dei nervi scoperti: la loro idea di civiltà è quella di arrivare a un imitazione del ‘vecchio mondo’ in cui gli individui stavano seduti su un divano davanti a una scatola a sentirsi dire cosa fare… per Alpha invece, la fine del vecchio mondo è l’occasione per un ritorno alle radici, per sbarazzarsi di tutti gli impedimenti e i blocchi che gli uomini si sono creati con la loro intelligenza, in questo caso considerata tutt’altro che un’evoluzione.
Il nuovo mondo è per i ‘forti’ e Alpha addirittura a cacciare la propria figlia, perché inadatta a stare nel branco e a costringerla ad unirsi a Rick, Carl e gli altri, i ‘deboli’ che rimpiangono il vecchio mondo con tutte quelle che un tempo venivano definite ‘sovrastrutture’.
Il finale è un avvertimento agghiacciante: le teste impalate di dodici compagni di Rick, tra cui alcuni personaggi che negli ultimi tempi si erano ritagliati un certo spazio nella serie (con Kirckman, accidenti a lui, mai affezionarsi ai protagonisti) usate per segnare il confine tra i due gruppi, sono il ‘messaggio definitivo’ di Alpha: ognuno viva per sé e vada per la sua strada, non provate a invadere il nostro spazio, magari per imporci la vostra idea di ‘civiltà’, perché ve ne pentirete… se qualcuno ci vede una metafora del mondo reale, forse non sbaglia.

Voto: 8

 

TESORI DISNEY INTERNATIONAL 6

Numero monografico dedicato a Macchia Nera e alla sua serie monografica dei primi anni ’60: Paul Murry disegna, Bob Ogle – e in’un occasione, Vic Lockman –
scrivono.
A contrastarlo, ovviamente Topolino con Paperino, Zio Paperone e Pippo guest star; temporanei alleati i Bassotti e Maga Magò.
Storie con un tenore spesso più avventuroso che non prettamente ‘giallo’: il personaggio ha perso parte della carica ‘oscura’ degli esordi, per diventare a tratti addirittura comico.
Vale la pena di osservare come in queste storie il personaggio di Topolino cominci a perdere la carica di simpatia degli inizi per diventare un irritante, pignolo e a tratti petulante detective amatoriale, che ovviamente riesce laddove i professionisti del settore falliscono; ne fa le spese a volte il povero Paperino, che si vede rovinati week end e vacanze dall’autentica fissazione del ‘Topo’ per la risoluzione dei delitti.
Il risultato è che si è spesso tentati di fare il tifo per la ‘Macchia’, ovviamente rimanendo delusi…

Voto: 7

FUMETTAZIONI – 6

Brevi recensioni di letture disegnate

 

TESORI DISNEY INTERNATIONAL 2

I ‘capitoli aggiuntivi’ della Saga di Paperon de’ Paperoni, ancora una volta firmati da Don Rosa: ancora una volta un capolavoro, o quasi, specie nelle storie che ci mostrano la storia ‘d’amore’ con Doretta Doremì…
Voto: 8,5

 

I MIGLIORI ANNI DISNEY – 1970

Un numero ‘di ordinanza’, senza storie particolarmente memorabili; la lista degli autori è, come al solito, di prim’ordine: Carpi, Scarpa, Cavazzano, Cimino, Chendi e Bottaro tra gli altri,
Voto: 7

 

THE BOYS 44 – 45

Capitoli finali: Butcher porta avanti il suo piano di eliminazione di tutti quelli in possesso di superpoteri sul pianeta, includendo anche coloro che potenzialmente lo potrebbero diventare e toglie di mezzo altri due protagonisti storici della serie: a tentare di fermarlo è ormai rimasto il solo Hughie, ultimo e meno responsabile di tutta questa storia…
Qualcuno, credo Neil Gaiman, scrisse una volta che le storie per essere tali devono finire; The Boys giunge qui alla conclusione, lasciando quel tipico retrogusto amaro che provano gli appassionati quando viene il momento di salutare i personaggi, ma è proprio questo che dà più valore alle storie: i fumetti ‘eterni’, dove magari alla conclusione di un gruppo di storie, ne comincia subito un altro, coi personaggi che si comportano come se nulla fosse successo prima, beh, alla lunga annoiano.
Forse The Boys non rientrerà nel ristretto elenco dei ‘capolavori’, ma letto oggi (la ristampa in questione si conclude a circa cinque di distanza dalla fine originale della serie), rappresenta soprattutto il ‘canto del cigno’ di un certo modo di intendere i supereroi: dissacrante, iconoclasta, cinico quanto si vuole, ma tremendamente realistico… chi, essendo in possesso di superpoteri, non li userebbe immediatamente per compiere tutto ciò che ai comuni mortali è negato?
The Boys rappresenta idealmente l’ultimo residuo dell’epoca dei ‘supereroi revisionisti’ cominciata a metà anni ’80, in cui gli autori si chiedevano cosa sarebbe successo se gente con questi straordinari poteri fosse vissuta non nella New York idealizzata della Marvel, o nelle città inventate della DC (Metropolis per Superman, Gotham City per Batman), ma nel ‘mondo reale’, con tutte le conseguenze socio-politico-culturali del caso. Un ‘realismo’ che ha permesso a Garth Ennis e ai disegnatori che lo hanno accompagnato (a partire da Darick Robertson e John McCrea) di parlare di tutta una serie di temi scomodi, a cominciare dal dominio delle multinazionali e dal controllo dell’informazione.
The Boys è stato insomma l’ultimo fumetto in cui si è cercato di fare coi supereroi qualcosa che andasse oltre le scazzottate, sulla Terra o nello spazio; leggerlo oggi non può che rendere evidente lo stridio con ciò che i supereroi sono diventati oggi, poco più che ‘figurine’ buone per blockbuster cinematografici o televisivi, del tutto incapaci di andare oltre le loro gazzarre puerili.

Voto (all’intera serie: 90 numeri): 8

 

UACK! 26

Tanto Carl Barks, arricchito da una ‘perla’ di Don Rosa e qualche breve riempitivo, per un numero che forse propone pietre miliare, ma conserva gli standard elevati della collana.
Vot: 7

 

I GRANDI CLASSICI DISNEY 7

Numero dominato dalla storia – extra large “Pippo e i parastinchi di Olympia” di Scarpa e Cavazzano, omaggio alle Olimpiadi del ’72 rispolverata per l’occasione: basterebbe da sola a giustificare l’acquisto.
Voto: 7,5
Il resto dell’albo riporta i nomi dei fratelli Barosso, di Carpi, Perego, Gatto con l’aggiunta di Strobl, Lockman e Liggera.
Voto: 6,5

 

INVINCIBLE 31

Il primo ‘megacrossover’ sulle pagine di Invincible, con le ‘apparizioni straordinarie’ di una pletora di storici personaggi della casa editrice Image, a partire dai ‘capostipiti’ Spawn e Savage Dragon: un’interminabile scazzottata al termine della quale, per non farci mancare nulla, ecco arrivare un nuovo letale personaggio, animato da ben poco amichevoli intenzioni…
Voto: 6,5

In appendice, l’avvio di un nuovo ciclo di storie di Brit.
Voto: 6

 

THE WALKING DEAD 42

A rendere The Walking Dead il miglior fumetto americano pubblicato in Italia è soprattutto il passare del tempo: nel fumetto seriale, è raro che i personaggi crescano, invecchino, maturino; nei supereroi questo talvolta succede, ma poi perdiodicamente si fa in modo che tutto più o meno ricominci da zero.
Il tempo in The Walking Dead invece trascorre e la storia si evolve… All’inizio, Carl era poco più di un bambino: oggi lo ritroviamo in piena adolescenza, dopo aver vissuto vicende che l’hanno fatto crescere forse troppo in fretta, privandolo di tanto, anche fisicamente. Carl, in questo numero, smette definitivamente di essere un bambino, compie una scelta, per quanto impulsiva – perché legata ai sentimenti – ma finalmente decide di rischiare in prima persona, di abbandonare lo status quo per inseguire ciò che vuole, per combattere, forse per la prima volta in vita sua, per qualcosa di cui non vuole essere privato.
Voto: 7,5

 

IL CAVALIERE OSCURO COLPISCE ANCORA

I sequel sono un brutto affare – specie se l’originale è un capolavoro – anche nel mondo nel fumetto, anche se a curarli è lo stesso autore dell’originale e anche se l’autore in questione è Frank Miller.
Uscito nei primi anni 2000, questo seguito ideale del “Ritorno del Cavaliere Oscuro” vede un Batman ancora più invecchiato ed acciaccato scatenare la rivoluzione per abbattere una dittatura globale fondata sui media, dietro alla quale si celano due ben noti supercattivi… Ad aiutarlo, oltre alla Carrie della storia precedente (non più Robin ma in altro costume), un esercito di voleterosi ragazzotti e un pugno di eroi ripescati dal passato; della partita finirà per essere anche un Superman sempre più disilluso e schiavo del ricatto di chi gestisce nell’ombra le sorti del mondo, almeno fino a quando non entrerà in ballo la sua progenie.
Il limite principale de “Il Cavaliere Oscuro colpisce ancora” è nel suo essere un’operazione squisitamente commerciale: non è l’opera di un autore ambizioso che vuole squadernare il genere; è il lavoro di un onesto e abile mestierante che ha ceduto di fronte alle offerte economiche dell’editore.
L’esito è una storia che, sebbene per fascino e per ‘idee’ superi comunque una bella fetta di ciò che si può leggere oggi in tema di superuomini in costume, presa a sé risulta tirata via, sia sotto il profilo narrativo, che procede a strattoni, in modo a tratti confusionari, sia dal lato grafico, in cui Miller sembra avere tante idee (dai disegni che evocano i geroglifici egiziani a scene che strizzano l’occhio a certa arte contemporanea, passando per le caricature da giornale satirico e i manga giapponesi) che però vengono affastellate quasi alla rinfusa, col risultato di un alternarsi tra tavole che conservano la potente evocatività del primo capitolo e altre delle quali che semplicemente sono disegnate male.
“Il Cavaliere Oscuro colpisce ancora” sarebbe potuto essere un capolavoro, se solo Miller avesse veramente avuto la ‘spinta creativa’ di scriverlo: ma appare del tutto evidente che questa è semplicemente un’opera guidata da più ‘pragmatiche’ motivazioni…

Voto: 6,5

 

TESORI DISNEY INTERNATIONAL 3

Dopo due numeri dedicati all’Uomo dei Paperi Carl Barks, spazio all’Uomo dei Topi, Floyd Gottfredson: tre lunghe storie, originarimente nelle strisce quotidiane, che fissano le radici della pluridecennale carriera da detective di Topolino, qui nelle tradizionali braghette rosse coi bottoni gialli.
Siamo negli anni ’30, una vita fa (forse anche due): una storia di rivalità sentimentali che si tinge di giallo (voto: 7); la prima avventura poliziesca in tandem con lo stralunato Pippo (voto: 7); ma, soprattutto, il primo, epico scontro con Macchia Nera: una pietra miliare. Voto: 8,5

 

DISNEY DEFINITIVE COLLECTION 12 – FANTOMIUS VOLUME 4

Prosegue (e si conclude, per il momento, raggiungendo quanto pubblicato nella prima metà del 2016) la ristampa delle storie dedicate a Fantomius, ‘antesignano’ di Paperinik ai primi del ‘900, del quale il giustiziere mascherato raccoglierà l’eredità ai giorni nostri.
Marco Gervasio, che si è assunto gli oneri – raccogliendo poi gli onori – di sviluppare il personaggio inizialmente solo citato nelle storie della Disney, nelle quattro storie porta il nostro sulle orme di Cagliostro e Francis Drake, alla scoperta di Atlantide ri-scoperta di legami famigliari in precedenza perduti, fino al ritorno a Paperopoli e all’incontro – scontro con un giovane e già ricchissimo papero…
Gervasio muove con abilità protagonista e comprimari sui quali ormai lavora con sicurezza da tempo, confermandosi una delle penne – e matite – più interessanti dell’attuale scuola Disney italiana.
Voto: 7

FUMETTAZIONI / 4

Infornata aperiodica di letture disegnate

 

SECRET WARS 8 – 9

Si conclude – e viene da dire: finalmente! – il megacrossover destinato ‘sconvolgere per sempre’ l’Universo fumettistico della Marvel… per sempre, ossia per i prossimi 12 – 18 mesi, dato che ormai eventi del genere si susseguono con cadenza annuale. Non credo di spoilerare nulla, se scrivo che alla fine il Dottor Destino perde e tutto ritorna – più o meno – alla normalità, come sempre è stato alla Marvel.
Un ‘degno finale’ per una saga incensata ben oltre il dovuto: povera di idee e confusionaria sotto il profilo narrativo, quasi impossibile da seguire se non si è letta almeno una mezza dozzina delle miniserie che in parallelo hanno accompagnato questo troncone centrale; aggiungiamoci il fatto che Jonathan Hickman i finali non li ha mai saputi scrivere, ed ecco il risultato: una saga che, a dispetto delle fanfare che l’hanno accompagnata, si risolve in un disarmante “tutto qui?”.
Sulla qualità grafica di Ribic c’è poco da discutere sotto il profilo tecnico; il suo limite resta la sostanziale freddezza, la scarsa capacità di comunicare emozioni da parte dei suoi personaggi.

Si apre una ‘nuova epoca’ (a occhio e croce, siamo alla terza nel giro di quattro o cinque anni), in cui le testate saranno accompagnate nel titolo da un bel ‘All New, All Different’ (ormai gli aggettivi sono quasi esauriti); per me, l’occasione per salutare, almeno momentaneamente, la ‘Casa delle Idee’, dando appuntamento magari ai volumi delle ristampe.
Voto (ai complessivi 9 numeri): 5

 

MIRACLE MAN DI GAIMAN E BUCKINGHAM 5

Stavolta, un omaggio al celeberrimo telefilm “The Prisoner” con Patrick McGoohan; il viaggio all’interno di una società sconvolta dall’avvento di semidei con superpoteri prosegue rispondendo a una domanda: in un mondo ormai privo di conflitti e di competizione tra Nazioni, che fine fanno le spie? Neil Gaiman sfodera un’idea come al solito vincente (per quanto ‘declinazione’ di quanto già visto appunto in televisione) accompagnata dalla ormai consueta prova magistrale di Marc Buckingham ai disegni
Voto: 7,5

 

INVINCIBLE 28

Un appuntamento romantico viene interrotto da una missione in un lontano futuro, volta a eliminare uno dei volti noti della serie; nel frattempo, nello spazio, prende il via una catena di eventi destinata ben presto a fare sentire i suoi effetti anche sulla Terra…
Il bello di una serie come Invincible è che ti riconcilia con la ‘narrazione’: attualmente i ‘supereroi di carta’ soffrono di una continua necessità di cambiamenti ‘epocali’ e ‘sensazionalismo’: il risultato sono serie articolate in sequenze che durano una manciata di episodi, e poi tutto viene di nuovo buttato all’aria; non parliamo poi dell’altra grande fonte di ‘sofferenza’ per il genere, ovvero il fatto di dover andare appresso al cinema, del quale i fumetti stanno diventando progressivamente un’appendice.
“Invincible” è fortunatamente fuori da queste logiche: essendo creatura di totale proprietà dell’autore (Robert Kirkman, lo stesso che in seguito ha ‘partorito’ The Walking Dead), le storie del personaggio seguono solo la logica di chi l’ha scritto: il risultato è una narrazione progressiva, in cui certo i colpi di scena non mancano, ma non sono dettati da necessità ‘extranarrative’ di ‘vendita a tutti i costi’; insomma: il giorno in cui Kirkman non avrà più nulla da dire, o il pubblico si sarà stufato, il personaggio avrà completato il suo percorso e si metterà la parola fine.
Per il momento, comunque, è un bel leggere (nonostante queste storie risalgano a oltre sette anni fa), perché Kirkman può permettersi il lusso di fare dei suoi personaggi ciò che vuole, progettare trame a lunga scadenza, far apparire, scomparire, andare e tornare i vari comprimari… Insomma, sviluppare una narrazione seriale degna di questo nome.

Voto: 7

Il personaggio di Wolfman (che continua il percorso di scoperta delle sue reali potenzialità) in appendice, si muove secondo analoghe coordinate, per quanto un po’ limitato dall’essere l’ennesima variazione sul tema del licantropo.
Voto: 6,5

 

TESORI DISNEY INTERNATIONAL 1: LA SAGA DI PAPERON DE’ PAPERONI

La Disney italiana sta vivendo una nuova età dell’oro: dal punto di vista ‘autoriale’, l’attuale generazione di scrittori e disegnatori sta rinverdendo una tradizione ultradecennale: valgano per tutti il binomio Turconi / Radice o Mottura; ma anche editoriale, con una valanga di collane che stanno ristampando delle autentiche pietre miliari della storia Disney.
Ultima in ordine di tempo questa Tesori Disney International che esordisce con un autentico ‘botto’: la ristampa (ed è il caso di dire: finalmente!!! visto che le precedenti edizioni sono esauritissime) della mitologica Saga di Paperon De’ Paperoni. A metà anni ’90, Don Rosa (unico erede dell’Uomo dei Paperi Carl Barks) si imbarca nell’impresa di narrare le gesta del papero più ricco del mondo, dall’infanzia in Scozia passando per la corsa all’oro, fino alla definitiva sistemazione a Paperopoli.
Siamo decisamente nell’empireo: ‘capolavoro’ in questo caso non è un termine abusato, ma forse l’unica definizione possibile; disegni eccezionali, dominati dal gusto per il particolare, dalla ricerca (riuscita) continua di un’atmosfera che coinvolga il lettore, per una storia in cui si affastellano ‘eventi’ che per decenni il pubblico aveva potuto solo immaginare, basti solo citare il primo incontro tra la coppia di paperi ‘fumantini’ che in seguito avrebbe dato i natali a un certo Paolino Paperino.
Momenti di autentico lirismo e perfino la morte che, credo caso più unico che raro, fa capolino tra le vignette, in una delle scene più intense dell’intera storia della Disney.
Voto: 10

 

RAT-MAN COLLECTION 114

La presunta ‘saga finale’ di Rat-Man prosegue con un episodio che di saga ha veramente poco, una storia come tante altre se ne sono lette in passato, che conferma purtroppo come l’autore Leo Ortolani ormai scriva col pilota automatico, girando sempre attorno agli stessi argomenti, avendo già detto tutto ciò che aveva da dire.
Un numero che conferma come Rat-Man doveva aver chiuso, come nelle intenzioni iniziali, col numero 100 e che prosegue, oltre che per ovvie motivazioni ‘economiche’ (anche i fumettisti devono pagare le bollette), forse anche per la paura dell’autore di distaccarsi dal personaggio che, nel suo piccolo, gli ha dato una certa notorietà; autore che tra l’altro tra le righe del suo editoriale (sempre più debordante ed autoreferenziale), instilla nel lettore il dubbio che anche stavolta tutto si risolverà in un “va bene, abbiamo scherzato: Rat-Man continuerà finché campo”
Voto: 5,5

 

THE BOYS 42

Lo scontro che ci era stato promesso fin dal primo numero: Butcher, capo dei ‘Ragazzi’, contro il Patriota (guida dei supereroi in costume dai troppi scheletri nell’armadio)… ma le cose non vanno per nulla come previsto, con un ‘colpo di scena’ che forse si poteva intuire, ma non in queste dimensioni.
Sangue a fiumi e anche una bella dose di splatter, per un albo che virtualmente sancisce la fine della saga, di cui restano una manciata di numeri per chiudere le vicende in sospeso.
D’accordo, forse non è il miglior Garth Ennis della carriera, forse si esagera col gettare fango sugli eroi in calzamaglia, ma in fondo, specie nei tempi attuali, The Boys (si parla di storie uscite circa quattro anni fa), con la sua vena dissacrante ci ricorda che se davvero esistessero esseri del genere, è più facile che si comporterebbero come i personaggi quasi del tutto privi di morale di Ennis, che come le figurine stereotipate dei film che sbancano il botteghino…
Voto: 7,5

 

I GRANDI CLASSICI DISNEY 4

Dopo la piccola battuta di arresto del precedente numero, si torna ad una selezione ad alto livello: da Paperin Babà, versione disneyana della favola dalle Mille e una notte firmata da Carlo Chendi e Luciano Bottaro, alla conclusiva storia che vede il ritorno di Reginella, impossibile amore interplanetario di Paperino, ultima opera del duo Cimino – Cavazzano.
In mezzo, la consueta parata di grandi nomi, trai quali Carpi, De Vita, Martina, Barks, Strobl, Murry e Moores.
Voto: 8

 

I MIGLIORI ANNI DISNEY – 1969

In occasione dell’undicesima edizione dello “Zecchino d’oro”, nel 1969 la Disney italiana pubblicava un lungo speciale (quasi 100 pagine), presentando dieci storie ispirate alle canzoni vincitrici delle altrettante edizioni della rassegna fino ad allora disputate.
Scritte da Massimo de Vita, per i disegni di Romano Scarpa e le chine di Giorgio Cavazzano, collegate attraverso il filo conduttore di un ‘viaggio onirico’ di Topolino e Pippo, le dieci storie sono affollate di protagonisti dell’universo disneyano, tra paperi, topi e personaggi delle fiabe classiche.
Il numero dell’antologica dedicata diventa quindi quasi monografico, occupato per la gran parte dallo ‘specialone’ dedicato allo Zecchino, lasciando spazio solo a qualche storia di semplice ‘riempimento’.
Voto: 7

 

UACK! 25

Un ‘doppio gioiello’: la celeberrima storia che vede Paperino e nipotini giungere tra una sperduta popolazione peruviana in cui tutto è ‘quadrato’ – o meglio, cubico – dalle case, fino alle galline e alle teste degli abitanti, uno degli apici della narrativa barksiana; il ‘sequel’ di quella storia, col coinvolgimento di Paperone e Cuordipietra Famedoro, firmato da Don Rosa, unico vero erede di Barks (e talvolta allievo che ha superato il maestro); l’albo vale più dei 5 euro di spesa solo per queste due storie; il resto è – più o meno – contorno, con alcune storielle più comiche firmate dallo stesso Barks e uno degli adattamenti dei suoi storyboard curato dall’olandese Daan Jippes.
Voto: 8

 

 

 

FUMETTAZIONI – PUNTATA N°2

Nuova infornata di letture recenti:

I MIGLIORI ANNI DISNEY – 1968

L’antologica ‘anno per anno’ giunge al fatidico ’68, omaggiato da un Paperino ‘hendrixiano’ in copertina, accompagnato da un variopinto van della Wolksvagen… guidato – e non poteva essere altrimenti – da Paperoga.
La selezione disneyana del 1968 tuttavia appare essere un po’ più debole rispetto alle precedenti: il pezzo forte dell’albo è una lunga storia in cui Topolino torna ad avere a che fare con il Dr. Enigm, nemico di turno Gmbadilegno.
Intendiamoci, l’albo è forse meno ‘forte’ di altri, ma parliamo comunque di un rooster di autori che include Scarpa, Cavazzano, Carpi, i fratelli Barosso, Bottaro, Dalmasso: siamo comunque nell’eccellenza. Voto: 7

 

SECRET WARS N.6

L’universo Marvel è collassato; i pochi ‘cocci’ rimasti sono stati riassembalti alla meglio dal Dottor Destino, che si è autoproclamato monarca, nonché ‘dio’ di un mondo organizzato secondo un sistema feudale, ma un manipolo di buoni e cattivi sopravvissuti alla catastrofe si sta preparando alla riscossa…

Nonostante i disegni ineccepibili (per quanto ‘freddini’) di Esad Ribic, i dialoghi discreti e qualche ‘trovata’, come la ‘fine’ fatta fare da Destino ad almeno un paio dei suoi ex nemici storici dei Fantastici 4, Secret Wars si sta rivelando una modesta variazione su un tema già visto in cui Jonathan Hickman
(lo scrittore di fumetti più sopravvalutato degli ultimi dieci anni) ha scopiazzato fin troppo Game of Thrones, in una storia che si sta sviluppando secondo moduli già visti, inserita in una cornice veramente povera di idee. Voto: 5,5

La breve storia in appendice (l’ennesimo scontro tra Silver Surfer e Galactus) è se non altro resa godibile dal tratto ultraparticolareggiato di Jmes Stokoe. Voto: 6,5

 

THE BOYS 40

Una sorta di ‘prologo’ prima dell blocco di storie che porteranno al finale della serie. I ‘ragazzi’ asfaltano l’ennesimo gruppo di cialtroni in calzamaglia mandatogli contro, ma capiscono che è il momento di agire, per mettere definitivamente a tacere la minaccia dei ‘super’. Voto: 6,5

 

GLI INCREDIBILI X-MEN 309

Proseguono, senza sussulti, le miniserie legate a Secret Wars: sia Anni di un futuro passato – voto: 6 – che E come Extinzione – voto: 6 – una volta esaurito l’effetto – sorpresa legato all’ambientazione alternativo – futuristica, si dimostrano opere tutto sommato trascurabili.
Ambientata invece poco prima dell’implosione dell’Universo Marvel è la serie di Magneto, che continua a raccontare l’estremo tentativo del protagonista di impedire la catastrofe: ma anche in questo caso, la necessità narrativa di legare la serie al contesto più generale ha fatto più danni che altro.
Voto: 6

 

IL NUOVISSIMO OCCHIO DI FALCO 2

Il titolo dato alla testata (alla Marvel ormai stanno esaurendo gli aggettivi), oltre a sfiorare il ridicolo risulta pure del tutto fuorviante, visto che di ‘nuovissimo’ c’è ben poco… A dirla tutta c’è ben poco pure di ‘nuovo’: questi due episodi proseguono la saga a base di ragazzini dotati di poteri straordinari e per questo usati come armi dal Governo, mentre in parallelo si ripercorre l’infanzia del protagonista e del fratello… mamma mia, che originalità. Gli ottimi disegni di Ramon Peréz non bastano a salvare una storia deludente soprattutto perché a scriverla è Jeff Lemire, nome di punta dell’attuale fumetto americano, il quale si mostra poco o nulla a suo agio con un personaggio ‘mainstream’. Voto: 5,5

 

AGE OF ULTRON VS MARVEL ZOMBIE 3

La serie che dà il titolo alla testata continua ad essere fiacca: i disegni pur convincenti di Steve Pugh non riescono a compensare una storia che sembra scritta con lo stesso estro con cui si compila la lista della spesa da un James Robinson che ormai appare lontano anni luce dai fasti di metà anni ’90 – inizio ’00. Voto: 5,5

Si conferma più convincente la storia inserita come ‘accompagnamento’ e dedicata alla cacciatrice del soprannaturale Elsa Bloodstone: accompagnato dal gradevole tratto di Kev Walker, Simon Spurrier riesce se non altro a dare una discreta tridimensionalità alla protagonista, suscitando inoltre curiosità attorno alla reale identità del suo giovanissimo compagno di strada. Voto: 6

 

INVINCIBLE 27

I rapporti tra fratellastri già non devono essere proprio idilliaci normalmente; figuriamoci se i personaggi in questione sono hanno un padre alieno superpotente e due madri di due pianeti diversi… e questo solo per cominciare…
Nonostante si tratti di storie risalenti a quasi otto anni fa – o forse proprio per questo – Invincible è una delle due – tre migliori serie di fumetti dedicate agli eroi in costume pubblicate al momento in Italia, superiore al 90 per cento di quanto proposto da Marvel ed DC… Voto: 7
In appendice, una salto nel passato di uno dei comprimari principali – Voto: 6,5 – e Wolfman, alle prese con la scoperta delle sue reali potenzialità di licantropo: Voto: 6,5.

 

MIRACLE MAN DI GAIMAN E BUCKINGHAM 4

L’avvento dei superesseri e la vita delle persone comuni; in questo caso, una ‘favola della buonanotte’ come tante altre, se non fosse che il viaggio interstellare raccontato è avvenuto sul serio e che uno dei due bambini ‘messi a dormire’ è capace di muoversi fluttuando nell’aria…
Episodi pubblicati ormai venti anni fa, per dare un seguito a ciò che Alan Moore aveva ideato nella seconda metà degli anni ’80.
L’affermazione sembrerebbe troppo nostalgica, e allora mettiamoci un punto di domanda: ne escono più fumetti così, oggi?. Voto: 7,5.

 

I GRANDI CLASSICI DISNEY 3

Il piatto è come al solito abbondante, pieno di materiale ‘d’annata’, non mancano le ‘chicche’, ma si fa sentire la mancanza di una ‘pietra miliare’, com’era successo nei primi due numeri; il ruolo sarebbe in verità svolto dalla storia in due parti firmata Mezzavilla – Cavazzano che apre l’albo (Topolino rapito e Gambadilegno che s’improvvisa detective per liberarlo), ma si tratta di una buona storia e niente di più. L’albo offre comunque la solita parata di grandi nomi: Kinney, Hubbard, Martina, Carpi, Strobl, Nigro, Asteriti, Cimino, i Barosso e De Vita tra gli altri, con la ‘partecipazione straordinaria’ di Sua Maestà Carl Barks.
Voto: 7