Posts Tagged ‘Sergio Asteriti’

FUMETTAZIONI 9 /2017

Brevi recensioni di letture disegnate.

 

I GRANDI CLASSICI DISNEY 21

Apre “Zio Paperone e il mistero del manierp”, tipica ricerca di tesori a firma Pezzin / Cavazzano; Luciano Bottaro dà vita all’ennesimo ‘duello’ tra lo scettico Pippo e la fattucchiera Nocciola, con esiti quasi psichedelici.
Solita infornata di materiale più datato (a cura di Guido Martina, Romano Scarpa, Carlo Chendi, Luciano Gatto, Al Hubbard, Paul Murry, Tony Strobl, John Liggera), prima di una canonia avventura archeologica con Topolino e Indiana Pipps (di Gianfranco Goria e Massimo De Vita), prima del finale, protagonista nuovamente Zio Paperone, stavolta alle prese con una delle tante invenzioni di Archimede, la ‘Pillola Pit’, di Pier Carpi e Giorgio Bordini.
Voto: 7

 

THE WALKING DEAD 49

Un numero ‘transitorio’, con un finale che promette di rimescolare di nuovo le carte, mentre il ‘nerd tecnologico’ Eugene riesce finalmente a contattare qualcuno / a via radio – facendo scorgere all’orizzone nuovi sviluppi e mentre Rick continua la sua metamorfosi: da generale ‘sul campo’ a stratega per così dire ‘politico’ che punta a mettere ogni pedina al posto giusto per garantire la sua idea di ‘nuova società’… Apparentemente, qualche rimando a “House of Cards”, o “Game of Thrones”, se non fosse per il fatto che Kirkman ha dimostrato finora di essere abbastanza imprevedibile, affidando quest’impredibilità all’elemento – zombie, che negli ultimi è rimasto sempre abbastanza sullo ‘sfondo’: c’è da credere che prima o poi assisteremo a una qualche ‘deflagrazione’, a ricordarci che alla fine il mondo è più o meno una ‘terra dei morti’ e i sopravvissuti, per quanto organizzati, dovranno continuare a tenerne conto.

 

TESORI DISNEY INTERNATIONAL 10

Stavolta, un autore italiano, divenuto internazionale: Marco Rota, con la sua saga di Mac Paperin, antenato caledone dell’odierno Paperino, alle prese con i continui tentativi d’invasione dei vichinghi, aiutato dal ‘piccolo’ Krack; storie che hanno che hanno avuto successo, ovviamente, soprattutto presso il pubblico dei Paesi scandinavi, per il quale in molti casi sono state ideate.
Siamo al top della produzione disneyana: con queste storie, disegnate con piglio magistrale omaggiando a tratti la lezione di Barks, Rota si pone nel novero dei grandi: più che mai meritato, quindi, l’inserimento nella collana ‘internazionale’.
Voto: 8,5

 

INVINCIBLE 46

Attorno a un Invincible ridotto male si gioca una partita complicata per salvare la Terra, fino a quando una nuova scoperta sembra destinata a rimescolare ulteriormente le carte.
Voto: 7,5

Wolf-Man dal canto suo si avvicina al confronto / scontro finale con la sua nemesi e soprattutto, con sua figlia.
Voto: 7

 

FROM HELL

Sintetizzare From Hell è impresa improba: i numeri stavolta possono rivelare molto: siamo attorno alle 380 pagine di fumetto, cui se ne aggiungono una quarantine di note esplicative; Alan Moore, assieme ai disegni spesso disturbanti di Eddie Campbell accompagna il lettore nella discesa negli inferi della Londra vittoriana, accompagnando le gesta di Jack Lo Squartatore e del detective Abberline, incaricato di seguire il caso.
E’ noto che all’assassino non sia mai stato dato un nome; Moore abbraccia comunque l’ipotesi che dietro alle gesta del serial killer più famoso della Storia si celasse William Gull, medico di corte incaricato dalla stessa regina di mettere a tacere un gruppo di prostitute, a conoscenza dell’esistenza di una figlia illegittima di uno dei rampolli della casa reale.
Se From Hell si limitasse a essere solo ‘una storia’ sarebbe tutto più facile: il fatto è che Moore ricostruisce attentamente ogni dettaglio, dalla geografia della Londra di fine ‘800 ai rapporti tra i protagonisti; sfruttando un’amplissima bibliografia ricrea il clima di un’epoca, arricchendo il tutto con le sue conoscenze nel campo dell’esoterismo, della massoneria dei ‘segreti incofessabili’ che si celano dietro le mura di cattedrali e palazzi del potere.
Una sorta di ‘horror consapevole’ in cui ogni tassello finisce al suo posto per spiegarci la genesi del ‘mostro’; senza risparmiare al lettore nulla o quali, giungendo al climax in un intero capitolo che segue passo passo ‘l’intervento chirurgico’ su una delle vittima.
Un’opera a tratti disturbante, straniante, che non può che lasciare il lettore con un’inquitudine di fondo e anche nei più scettici il dubbio che la vita quotidiana di noi comuni mortali sia influenzata da forze oscure costantemente all’opera.
Il numero di opere scritte da Alan Moore che può fregiarsi, senza esagerazione, del titolo di ‘capolavoro’ è impressionante, a partire dalla sua lettura del genere supereroistico: da Watchmen a V for Vendetta, da Swamp Thing a Promethea;
di più, Alan Moore appartiene al ristretto novero degli autori di fumetti ai quali la ‘critica ufficiale’ non ha potuto evitare di dare dignità letteraria; se volete sapere perché, leggetevi From Hell.
Voto: 10

 

1963

Premessa per i non addetti ai lavori: negli anni ’90, la casa editrice Image lanciò un nuovo modo di fare fumetto supereroistico; i personaggi erano di proprietà non dell’editore, ma degli autori che dunque, nel limite del consentito, si garantivano un’ampia libertà di espressione; l’esito fu quasi una rivoluzione: Todd McFarlane, Jim Lee e altri, divenuti famosi soprattutto grazie alla Marvel, diedero vita a fumetti come Spawn o Wildcats, la cui cifra stilistica poteva riassumersi in storie più dure, a volte tetre, in altri casi violente, con personaggi dalle anatomie esasperate (nel caso di Rob Liefeld, rese in modo volutamente esagerato per nascondere evidenti carenze nelle capacità di disegnarle), ed eroine che sembravano uscite dalle pagine di una rivista per adulti, coi costumi perennemente strappati e i pochi brandelli posti in posizioni strategiche… Una ‘rivoluzione’ che non durò a lungo, ma che sancì per certi versi un ‘salto in avanti’ in termini di ciò che un fumetto poteva o meno mostrare…
In questo quadro risulta quasi straniante l’idea della Image di contattare Alan Moore, uno che con Watchmen e V for Vendetta aveva contribuito più di ogni altro a dare dignità letteraria al genere; il risultato fu 1963: una miniserie di sei numeri che omaggiava i fumetti (soprattutto Marvel: i vari personaggi sono più o meno esplicitatemente ispirati ai vari Fantastici Quatto, Uomo Ragno, Capitan America, Thor e via dicendo) degli anni ’60 e che nelle intenzioni si sarebbe dovuta concludere con l’incontro / scontro tra la generazione dei supereroi idealisti degli anni ’60 e quella dei nerboruti senza scrupoli dei ’90; peccato che alla fine Alan Moore e soci (Dave Gibbons, Rich Veitch e Steve Bissette) si trovarono coinvolti loro malgrado nei dissidi interni alla stessa Image, vedendosi nei fatti impedito di scrivere proprio quel finale.
1963 resta così ridotta a questi sei albi, tributo alla ‘Marvel del bel tempo che fu’, una ‘chicca’ di fronte alla quale gli appassionati non possono che tirare un sospiro di nostalgia: il discorso del ‘quanto erano belli i fumetti di una volta’ poteva già risultare nostalgico a quei tempi (parliamo di circa vent’anni fa, ormai); lo risulta ancora di più oggi, quando perfino quello che alla fine si riduce per lo più a un gioco, un esercizio di stile, per quanto ben confezionato, suscita un’ondata di rimpianto per ciò che i supereroi furono e purtroppo raramente sono ancora, ormai appiattiti dal peso delle loro versioni cinematografiche.
Voto: 8

 

I MIGLIORI ANNI DISNEY – 1978

Guido Martina e Giovan Battista Carpi danno vita a una eroicomica parodia paperinesca di Tarzan; lo stesso Martina assieme a Sergio Asteriti sposta Topolino e Pippo di un giorno avanti nel tempo. Piante che producono fagioli d’oro e dinosauri giocherelloni per la banda dei paperi grazie a Giorgio Pezzin, accompagnato da Massimo de Vita prima e Cavazzano poi. Completano il numero alcuni brevi e abbastanza inutili riempitivi.
Voto: 7

 

TESORI DISNEY MADE IN ITALY 5

Prosegue la monografia dedicata a Cavazzano, compilata da sé medesimo: aprono Paperino e Paperoga alle prese con l’iracondo Dinamite Bla, si prosegue con un tipico scontro tra Topolino e Pippo e Macchianera dai risvolti ecologisti e con una storia incentrata sulla 313; il ‘pezzo forte’ è però “Gambadilegno e la rapina da fumetto”, col ‘gattone’ alle prese col blasone ladresco perduto; chiudono nuovamente Paperino e Paperoga con una corsa a perdifiato tra le calli veneziane.
Il gruppo di storie, risalenti al primo decennio del ventunesimo secolo omette volutamente “La vera storia di 900”, trasposizione dell’opera di Baricco e del film di Tornatore, considerata dai più come uno degli apici assoluti della produzione italiana Made in Italy: ovviamente, non sia mai che i lettori appassionati possano accedere a una versione economica unita ad altre storie e non svenarsi per la varie edizioni ‘De Luxe’ in circolazione…
Voto: 7

 

UACK! 34

Numero che ‘celebra’ i 70 anni di Zio Paperone con “Paperino e la scavatrice” di Carl Barks e “Qualcosa di veramente speciale” di Don Rosa: la prima, una ‘pietra miliare’ considerate tra le maggiori opere dell’Uomo dei Paperi, la seconda con Zio Paperone ad affrontare le sue nemesi unite per l’occasione e a tuffarsi nel contempo nel proprio passato.
Il valore del numero supera di gran lunga il prezzo di acquisto solo per queste due storie; completano il sommario le solite storie brevi, alcune delle quali a dire il vero decisamente evitabili.
Voto: 7,5

 

INVINCIBLE 47

Robert Kirckman comincia a posizionare le pedine in vista del numero 100, che coinciderà con il 50 dell’edizione italiana; Invincible continua a doversi districare tra varie difficoltà per impedire che la Terra diventi il campo di battaglia di una guerra extraterrestre, nel contempo dovendo gestire un personaggio visto come il nemico pubblico n°1 del pianeta, ma i cui comportamenti hanno una logica fin troppo stringente; rivelazioni spiazzanti su altri comprimari, in puro stile anni ’70.
Voto: 7,5

Wolf-Man nel frattempo si prepara ad affrontare lo scontro più difficile: quello con sua figlia.
Voto: 7

 

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FUMETTAZIONI 7 /2017

Brevi recensioni di letture disegnate.

 

I MIGLIORI ANNI DISNEY – 1976

Apre una sarabanda a base di automobili da corsa con “Zio Paperone e la vittoria a 50 karati” a firma Pezzin / Cavazzano; quasi lisergico il ‘villino da sogno’ che accoglie Topolino e Pippo in vacanza, di Scarpa / Zemolin; il ‘must’ del mese, in un albo che vede le presenze, tra gli altri, di Bottaro e De Vita è “Zio Paperone e l’impronta di Zampalunga”, scritta da Carl Fallberg e firmata da un Giovan Battista Carpi in stato di grazia.
Voto: 7

 

TESORI DISNEY MADE IN ITALY 3

Prosegue l’omaggio a Giorgio Cavazzano, con la selezione delle opere da lui stesso giudicate le più significative della sua lunghissima carriera, ed ecco allora un tipico ‘giallo’, cui seguono la versione disneyana di “Miseria e Nobiltà”, un brevissimo intermezzo che torna ad omaggiare Fellini, una Clarabella reporter d’assalto negli anni ’20 e in chiusura una lunga storia celebrativa dei 60 anni di Paperino.
Materiale eccellente, non c’è dubbio, ma la sensazione è che affidare allo stesso autore la scelta delle storie pubblicare sia stata un errore: ovvio che qualsiasi selezionatore avrebbe almeno in parte fatto sentire il suo gusto soggettivo – quando si parla di arte l’obbiettività assoluta non esiste – ma forse si sarebbe dovuto evitare di affidare tutto al ‘valore affettivo’ dell’autore.
Il risultato è evidente soprattutto nella distribuzione temporale ‘squilibrata’: un solo numero dedicato ai ’70, metà agli ’80, mentre si è rimasti per due numeri e mezzo nella prima metà dei ’90
Non è esente da conseguenze nemmeno la scelta delle storie, che intendiamoci, appartengono sempre alla categoria del ‘Best of’, ma che talvolta non lasciano propriamente ‘il segno’.
Voto: 7

 

UACK! 32

Imperdibile un’avventura dei Tre Caballeros, firmata magistralmente da Don Rosa, accompagnata da un onirico viaggio temporale curato da Carl Barks; il resto, poco più di riempitivo, per quanto di classe, con Bob Moore, Al Taliaferro, BobBo Karp e ancora lo stesso Barks.
Voto: 6,5

 

INVINCIBLE 43

E’ uno dei ‘nodi di credibilità’ del fumetto di supereroi: una persona ‘normale’ che entri in possesso di facoltà superumane, non comincerebbe col dedicarsi a ‘sistemare’ ciò che non va nel mondo?
Le risposte a questa domanda sono state fondamentalmente due: la prima è la creazione dei supercriminali, che costringono l’eroe di turno a occupare il proprio tempo prendendo a cazzotti qualcun altro, mentre le storture del mondo restano tali; quando invece qualche scrittore si è preso l’onere di affrontare la questione (letture consigliate: la serie dello Squadrone Supremo Marvel di fine anni ’70, o “Rising Stars” e “Authority” nei primi anni 2000), si è rapidamente entrati nei territori dell’ucronia o della ‘storia alternativa’, perché il supereroe interviene su una struttura socio – economica che in partenza è analoga a quella del mondo reale…

Tutto questo per dire che anche Robert Kirkman è giunto ad affrontare la questione: Invincible / Mark è stufo di sprecare il suo tempo a pestare supertizi con mania di grandezza; tanto più che il suo mondo è pieno di altra gente in costume in grado di provvedere al compito… e allora? Allora, decide cambiare punto di vista, cominciando col liberare proprio un supercriminale, uno che aveva capito che coi suoi poteri poteva cambiare il mondo, anche se aveva deciso di usare metodi un po’ troppo ‘estremi’, ad esempio vaporizzando una città… vedremo come Kirkman affronterà la questione.
Voto: 7

In appendice, Tech Jacket conclude il primo ciclo di storie, senza scosse.
Voto: 6

 

I GRANDI CLASSICI DISNEY 19

Storia centrale dell’albo è “Topolino e le vacanze al 20° parallelo”, ottimamente congeniata da Gian Giacomo Dalmasso e Giovan Battista Carpi; degne di nota anche “Topolino e i sottomarini pirati” di Harvey Eisenberg e la trasposizione della vicenda del Bounty scritta da Giorgio Ferrari per le matite – eccezionali – di Sergio Asteriti.
Cavazzano, Martina, Perego, Kinney, Strobl, Destuet, Pier Carpi e Giulio Chierchini firmano il resto, come al solito, ‘classico ma non troppo’.
Voto: 7,5

 

THE WALKING DEAD 48
Arriva il momento in cui un governante ha la necessità di rinsaldare le fila della propria gente, poco importa se mosso da reale volontà di salvare la comunità o dalla meno nobile necessità di mantenere il potere: in momenti come questi, la storia ce lo insegna, non c’è nulla di meglio di una bella guerra.
Rick alla fine ha ceduto e si è dovuto rivolgere a Negan, il quale pur coi suoi discutibili ‘principii’, è indubbiamente più adatto e ‘pratico’ nella risoluzione degli stati di crisi; Rick viene così messo di fronte alla realtà, e Negan gli fa notare come non ci sia nemmeno bisogno di costruirsi un pretesto, perché dopo tutto la minaccia dei ‘Sussurranti’ è più che mai concreta…
La ‘nuova società’ creata da Rick si appresta quindi a compiere un altro passo che la renderà sempre più simile alla vecchia… i morti viventi ormai sembrano relegati al ruolo di ‘scenografia’, eppure c’è da scommettere che, come già avvenuto in passato, al momento opportuno si riprenderanno prepotentemente la scena.
Voto: 7,5

 

TESORI DISNEY INTERNATIONAL 9
Dopo almeno un paio di numeri interlocutorii, finalmente una selezione ‘ottima e abbondante’, che ci propone una corposa dose delle prime avventure in cui ad affiancare Topolino è Eta Beta.
Una sorta di ‘buon selvaggio’ del futuro ingenuo e sensibile, dotato di poteri straordinari e affiancato dal ‘gangarone’ Flip.
Firmano il tutto Bill Walsh e Floyd Gottfredson, ovvero l’empireo nella storia del ‘topo con le grandi orecchie’. Imperdibile per gli amanti del genere, e non solo.
Voto: 8,5

 

INVINCIBLE 44

Pausa ‘spaziale’ per seguire le vicende della famiglia di Invincible: padre (alieno), madre (terrestre) e fratellastro (alieno pure lui), alle prese con una pericolosa ‘coda’ della guerra contro i Viltrumiti: la Coalizione dei Pianeti ha deciso infatti che, seppur ridotti a poche unità, restano una minaccia troppo seria per essere lasciati liberi di vivere nell’anonimato sulla Terra, ma la ‘soluzione finale’ potrebbe segnare la fine, oltre che degli alieni, anche dell’intera popolazione umana…
Voto: 6,5

In appendice, torna Wolf-Man: mentre il protagonista deve arrendersi di fronte all’arresto, ingiustamente accusato dell’omicidio della moglie, in un lungo excursus il fido maggiordomo Dunford racconta alla giovane Chloe la storia dei genitori e del loro incontro con lui… ma la ragazza ormai appare essere totalmente e plagiata – e dipendente, nel vero senso della parola – da Zechariah, il reale assassino della madre.
Il nuovo ciclo di Wolf-Man parte col ‘botto’, con una storia (merce rara nei supereroi attuali), più da ‘leggere’ che ‘guardare’.
Voto: 7

FUMETTAZIONI 6 /2017

Brevi recensioni di letture disegnate

 

I GRANDI CLASSICI DISNEY 17

La ‘perla del mese’ è senz’altro “Eta Beta e la Spia” (di Walsh e Gottfredson): storia in quattro parti che propone la mitologica Spia Poeta che si esprime solo in rima, sullo sfondo di una spy – story a base di invenzioni antiatomiche; la paura del nucleare è il filo conduttore di tutte le storie ‘d’annata’ di questo numero.
La stessa Spia Poeta viene poi proposta nella sua successiva apparizione (1994), ad opera di Massimo Marconi (sotto lo pseudonimo Claudio Goresi) e Sergio Asteriti, con esiti decisamente mediocri, in una storia i cui toni comici privano di ogni fascino il personaggio.
Prosegue poi il recupero delle avventure d’epoca di Top De Tops, mentre il resto è affidato ai consueti ‘riempitivi di classe’, firmati – tra gli altri – da Scarpa, Cimino e Scala.
Voto: 7

 

LILITH 18

Dopo diciotto numeri e nove anni, giunge alla conclusione la saga a base di viaggi temporali firmata da Luca Enoch. Finale ampiamente ‘telefonato’, in cui avversari e alleati si rivelano in buona parte diversi da ciò che erano sembrati, all’insegna di riferimenti alle filosofie orientali, con il presunto Male che diviene agente del cambiamento e il Bene baluardo della conservazione.
Apprezzo molto Luca Enoch, ma a dire la verità, considerando anche la lunghissima ‘gittata’ della serie, tutto questo è veramente troppo, troppo, poco.
Guardando al progetto nel suo complesso, tuttavia, non si possono non apprezzare gli sforzi in termini di ‘inventiva’ e immaginazione che hanno portato la protagonista nei contesti storici più disparati, l’accuratezza della ricerca ‘documentale’ per dare al tutto una più solida credibilità e naturalmente i disegni, per i quali Enoch resta uno dei vertici italiani.
Voto: 5
Voto all’intera serie di 18 numeri: 7

 

DISNEY DEFINITIVE COLLECTION: DOUBLE DUCK 1

Richiesta da tempo dai lettori, arriva finalmente la ristampa cronologica delle storie di Double Duck, alias Paolino Paperino, gettato inopinatamente nel mondo dello spionaggio internazionale, con tanto di identità segreta.
Creata nel 2008 da Fausto Vitaliano e Marco Bosco, la saga di Double Duck è una sorta di ‘serie nella serie’, che prende a prestito elementi del fumetto americano (a cominciare da un contesto più ‘realistico’ e ‘coerente’), senza rinunciare ovviamente alla consueta dose d’ironia e alle immancabili gag, ma cercando di dare al tutto una confezione più ‘matura’.
Se vogliamo, con Double Duck si è cercato di replicare con la spy story ciò che diversi anni prima si era tentato, con grande successo, col fumetto supereroistico e PK.
Il protagonista viene gettato in un mondo con dinamiche e personaggi diversi, in cui i classici comprimari divengono poco più che comparse, dando quindi modo agli autori di sbizzarrirsi, esplorando le potenzialità del personaggio.
Ai disegni della prima lunga storia, divisa in quattro parti raccolte qui: Andrea Freccero, Vitale Mangiatordi, Marco Mazzarello e Francesco D’Ippolito.
Voto: 7

 

TESORI DISNEY INTERNATIONAL 8

Numero interamente dedicato alle trasposizioni ‘cartacee’ di corti e mediometraggi, dalla fine degli anni ’30 a oggi.
Topolino, da solo o più spesso accompagnato da Pippo e Paperino, diventa di volta in volta, tra gli altri, il Sarto Ammazzasette, l’Apprendista Stregone di “Fantasia”, il protagonista della versione Disney della favola di “Jack e il Fagiolo Magico”, de “Il Principe e il Povero” o de “I tre moschettieri”, in questi ultimi due casi con l’apporto di disegnatori italiani (nel caso del racconto di Twain, un Sergio Asteriti in forma smagliante).
Eccelsa la qualità con la quale i fotogrammi vengono trasportati sulle pagine (in un meccanismo inverso a quanto comunemente accade), che tuttavia non riesce a dissipare l’impressione che ci si trovi di fronte a storie che sono risultato di operazioni squisitamente ‘commerciali’, nate per sfruttare anche sulla carta il successo dei ‘cartoni’.
Considerazione che se ne porta appresso una ulteriore: la testata, che prometteva di essere una sorta di ‘meglio di’ della produzione Disney internazionale, ben presto ha assunto un andamento altalenante, tra numeri monografici dedicati a singoli personaggi o autori e altri connessi a una tematica particolare, come in quest’ultimo caso.
L’impressione è di trovarsi di fronte a una comune testata antologica, all’interno dei cui numeri si mescolano come di consueto storie di ottima caratura e semplici riempitivi, e che di ‘esclusivo’ ha solo il formato e la copertina con caratteri in rilievo; una certa ‘pretenziosità’ di presentazione, che spesso finisce per non corrispondere ai contenuti: in una serie battezzata “Tesori Disney International” per i ‘riempitivi’ non ci dovrebbe proprio essere spazio.
Voto: 6,5

 

THE WALKING DEAD 47

Un altro di quei numeri in cui sotto il profilo della ‘pura azione’ succede poco o nulla, ma che non manca di offrire svolte interessanti: da un lato ci fa conoscere meglio ‘Alpha’, la ‘cattiva di turno’ che appare cedere, solo per un attimo, a un’umanità da tempo soppressa; dall’altro, ci mostra la crescita di Carl, ormai pronto a difendere la ‘sua’ Lydia, anche a costo di schierarsi contro la madre adottiva; e per finire Rick, apparentemente sempre più incapace e inadeguato a gestire l’ira di una collettività pronta a scendere in guerra contro i ‘Sussurranti’… e allora forse, in questi tempi, serve un leader diverso e si profila un’alleanza in fondo tanto prevedibile, quanto spiazzante.
Voto: 7

 

INVINCIBLE 42

E’ arrivato il tempo di un cambio di punto di vista: Invincible comincia a pensare che il senso dei suoi poteri non si possa limitare a un’infinita serie di ‘pestaggi’ ai danni dei cattivi di turno…
Voto: 7

In appendice continuano le avventure di Tech-Jacket, che tornato dalla lunga parentesi ‘spaziale’ si ritrova alle prese col mistero della scomparsa dei suoi.
Voto: 6

 

I GRANDI CLASSICI DISNEY 18

Angelo Palmas e Giorgio Cavazzano firmano la storia celebrativa dei trent’anni di Disneyland, protagonista Topolino all’inseguimento di Gambadilegno tra le varie aree del parco.
Consueta corposa dose di storie ‘d’epoca’, a cura tra gli altri di Cimino, Scarpa e Perego per gli italiani, Barks, Lockman, Strobl per gli americani.
Quasi incomprensibile l’inserimento nel lotto di una storia di Paperinik in due parti, che di ‘classico’ ha poco o nulla.
Chiude l’albo una tipica avventura ‘archeologica’ di Indiana Pipps, accompagnato da Topolino.
Voto: 6,5

 

RAT-MAN 121

Siamo (quasi) ai titoli di coda: difficile parlare di ciò che succede in questo numero senza spoilerare troppo; finalmente, si realizzano incontri attesi da anni, mentre l’intero cast si prepara allo scontro finale.
Come al solito, Ortolani mescola in modo sapiente comicità e dramma, anche se a dire la verità determinati concetti, come il Bene e il Male due facce della stessa medaglia, o la forza salvifica dell’Amore, appaiono abbastanza consunti.
Voto: 7

 

 

FUMETTAZIONI 5 / 2017

 

I GRANDI CLASSICI DISNEY 16

Un numero decisamente ‘classico’, che giustifica il titolo della testata, che presenta storie uscite al più tardi negli anni ’70.
La squadra degli autori è come al solito di prima categoria: Cimino, Cavazzano, i fratelli Barosso, Scarpa, Missaglia, Capitanio, Martina, Perego e De Vita per gli italiani; Hubbard, Fallberg, Strobl, Liggera, Mc Savage per gli americani.
Ampia la gamma di situazioni: dall’avventura ‘in trasferta’ per i paperi, al ‘giallo’ topoliniano, dalle disavventura quotidiane di Paperino a un’avventura di Robin Hood e a una di Paperinik.

Voto: 7

 

RAT-MAN 120

Siamo quasi in dirittura d’arrivo: altri due numeri e una delle più lunghe saghe della storia del fumetto italiano giungerà alla fine; destinata, se non altro per il solo dato della durata, a restare negli annali.
L’ottava delle dieci parti dell’ultima storia di Rat-Man ci porta al classico punto di non ritorno (apparente) del fumetto supereroistico: Rat-Man ha definitivamente abbracciato il suo lato oscuro – Il Rat-Man – e promette apocalissi; nemmeno il fantasma del suo unico grande amore è riuscito a distoglierlo dai suoi propositi…

Voto: 6,5

 

I MIGLIORI ANNI DISNEY – 1975

Apre la selezione un ottimo western scritto da Guido Martina e disegnato da un Giovan Battista Carpi in autentico stato di grazia; meno ‘consistente’ tuttavia il resto dell’albo, che oltre all’accoppiata Cavazzano / Pezzin e agli americani Carl Fallberg, Al Hubbard, Cecil Beard e Bill Wright propone la meno nota danese Anne-Marie Dester alle prese con Super Pippo coi disegni di Sergio Asteriti.

Voto: 6,5

 

TESORI DISNEY MADE IN ITALY 2

Prosegue la lunga monografia dedicata a Giorgio Cavazzano: la versione disneyana de “La strada” di Fellini è quasi una pietra miliare; assieme a questa, la versione a fumetti del cartone “Basil l’Investigatopo” e il ‘giallo’ “Topolino e il mistero della voce spezzata”, votata come una delle migliori storie degli anni ’90; completano il lotto un paio di storie minori, tra ‘cappa e spada’ e una collaborazione con gli Stati Uniti per la serie “Ducktales”.

Voto: 8

 

UACK! 31

Consueto piatto ottimo e abbondante, tra avventure indiane, scoperte archeologiche, (dis)avventure paperinesche e parentesi dedicate alle Giovani Marmotte: Carl Barks, Don Rosa e Daan Jippes giocano come al solito la parte del leone, assieme, tra gli altri a Bob Karp e Al Taliaferro.

Voto: 7

 

INVINCIBLE 41

Dopo la spiazzante conclusione della lunga sottotrama della ‘Guerra viltrumita’,
per Mark Grayson è venuto il momento di affrontare problemi molto più quotidiani e famigliari, anche se le minacce da affrontare in costume continuano a non mancare.
Voto: 7,5

In appendice proseguono le avventure di Tech Jacket, non memorabili, comunque godibili.
Voto: 6,5

FUMETTAZIONI – 8

Brevi recensioni di letture disegnate, le ultime del 2016…

RAT-MAN 117

Signore e signori: Rat-Man… tromba!!!
Dopo anni di tentativi in cui non ci è nemmeno andato vicino, riuscendo ad attirare solo le ‘attenzioni’ di improbabili travestiti, il nostro protagonista vive i secondi (già è tanto che ci è ‘arrivato’, non pretendevate pure la durata?) migliori della sua vita…
Scherzi a parte, Leo Ortolani costruisce il miglior episodio della serie da anni a questa parte, naturalmente nulla di esplicito mostrandoci, ma portandoci nella testa del protagonista, con i vari lati della sua personalità a gestire la ‘situazione’… espediente che, pure preso (quasi) di sana pianta da “Inside Out”, non perde un grammo di efficacia.
Siamo a metà del blocco di dieci storie che porterà (stando a quanto dichiarato dall’autore) alla conclusione della serie; il giro di boa non poteva che segnato da un punto di svolta, in questo caso più che mai significativo.
Voto: 8

 

DISNEY I MIGLIORI ANNI 1972

Una parodia ‘cavalleresca’ – “Paperino e il tesoro di Papero Magno” – firmata da Luciano Bottaro è il pezzo forte di una selezione che include anche un paio di tipici gialli topolineschi e una proverbiale avventura ‘aurifera’ di Paperino & Co.: la ‘formazione’ include Cimino, De Vita, Martina, Rota, Pavese, Scarpa e Cavazzano.
Voto: 7,5

 

UACK! 28

Numero caratterizzato da almeno due storie ‘memorabili’: nella prima – titolo italiano: “Zio Paperone – Una questione di estrema gravità” Don Rosa dà vita a uno spiazzante ‘esperimento grafico’: Paperone e Paperino, vittime di un sortilegio di Amalia, si ritrovano ‘sfasati’ di 90° rispetto alla realtà: le stesse scene sono quindi mostrate in due versioni: la prima dal punto di vista dei paperi in un mondo ‘semirovesciato’, la seconda da quello del lettore, per i quali a essere ‘rovesciati’ sono i paperi.
La seconda ‘perla’ del numero va ricordata perché, sul testo del danese Thomas Shrøder e i disegni del nostro Marco Rota, Zio Paperone incontra addirittura… lo stesso Don Rosa, in questo caso non ‘in carne e ossa, ma in matite-ed-inchiostro’.
Il resto del numero conta varie storie minori, spesso di ambientazione natalizia.
Voto: 7,5

 

LILITH 17

Siamo quasi alle battute finali: mentre la storia dell’umanità ha preso una piega del tutto diversa dalla nostra – il continente americano diviso tra inglesi e giapponesi, ai quali i ribelli delle colonie chiedono aiuto, in mezzo i nativi americani – la protagonista ha un colloquio illuminante col suo arcinemico Cardo, dopo il quale – proverbialmente – nulla sarà più come prima e la sacra missione per la quale è stata generata, assumerà agli occhi di Lilith un aspetto del tutto diverso…
Numero denso, soprattutto sotto il profilo grafico, dove Luca Enoch come al solito si produce in tutta la sua bravura; tuttavia non può non trasparire, in controluce, una certa stanchezza, l’idea forse che questa storia è anche durata troppo a lungo: fatti i calcoli, parliamo di una serie che, a cadenza semestrale, va avanti da oltre otto anni; una durata forse eccessiva, anche per fumetti di livello.
Voto: 7

 

I GRANDI CLASSICI DISNEY 11

Le tradizioni sono tradizioni e vanno rispettate: così anche la collana dei Grandi Classici si adegua e conclude il primo anno della sua nuova vita con un bel numero natalizio… che però, per la stretta necessità di rispettare il ‘tema’ risulta meno convincente del solito.
L’apertura è, certo, efficacissima, con una nuova parodia di Sandopaper – “Le due tigri” – firmata da Giovan Battista Carpi, e la chiusura esilarante, con Paperino sperduto tra le montagne alla ricerca del Pecoroide Anatolico, di Cimino ed Enrico Faccini; gli amanti di Biancaneve e soci apprezzeranno la lunga “I Sette Nani e l’infuso delle sette erbe” (Pier Carpi / Pier Lorenzo di Vita); e chi va in cerca di curiosità, godrà sicuramente per “Topolino e i ‘crimini’ di Pippo”, in cui i disegni di Sergio Asteriti accompagnano la storia scritta da Jerry Siegel, ovvero uno dei ‘padri’ di Superman.
Il poco ricordato Onofrio Bramante, Tony Strobl, Dick Moores, Carl Barks, Paul Murry e Guido Scala sono altri nomi presenti…
Gli ingredienti sono come al solito eccellenti, ma alla fine l’ambientazione natalizia e i buoni sentimenti diventano ridondanti.

Voto: 6,5

 

INVINCIBLE 35

Le cose si complicano: perfino per uno come Invincible due invasioni aliene in contemporanea, quelle di una ‘virago’ intenzionata a prosciugare le risorse energetiche del pianeta e di una razza fondata su una sorta di mente collettiva, rischiano di essere troppo… specie se il nostro deve cavarsela da solo, vista l’indisposizione della compagna Atom Eve, la quale appare in difficoltà nel controllare i suoi poteri, situazione dovuta a una condizione molto… ‘interessante’, che al momento però viene nascosta al protagonista; nel frattempo, scopriamo che un recente e potentissimo nemico è ben lungi dall’essere stato ‘debellato’.
Voto: 6,5

In appendice, proseguono le spiazzanti vicende di Brit, il quale non fa tempo a sistemare la propria versione dispotica di un’altra dimensione, che subito deve affrontare la ‘possessione’ del figlio…
Voto: 7

 

THE WALKING DEAD 44

Era naturale: Negan era un personaggio troppo memorabile per lasciarlo lì, recluso in un angolo; così come era prevedibile che il suo rapporto con Rick divenisse più articolato, complicato. Rappresentano due modelli diversi di affrontare la catastrofe: da una parte un’idea di ricostruzione della comunità il cui il leader diventa una sorta di ‘garante’, dettando certo le linee guida, ma lasciando anche che la rinata società segua la sua strada; dall’altra, l’idea che il leader sia tale in quanto superiore a tutti gli altri, e questo gli dia il potere di decidere tutto, fino ad entrare nel privato…
Entrambi, per far sopravvivere il proprio modello, sono stati disposti a prendere misure ‘estreme’ quando si è reso necessario: Negan l’ha fatto senza porsi tanti problemi, Rick in fondo ha sempre dovuto cercare una sorta di giustificazione, per poter mostrare agli altri – e forse anche sé stesso – di non essere un ‘tiranno’…
La relazione tra i due si sta complicando e articolando perché Rick vede in Negan ciò che potrebbe essere; e che in certi frangenti effettivamente è; Negan probabilmente si trova di fronte a ciò che sarebbe potuto essere…
Nel frattempo, anche Maggie sta cercando un proprio stile di leadership, mentre nella partita si appresta a conquistarsi un ruolo di primo piano anche Alpha, la leader quasi ‘messianica’ dei Sussurranti.
Il mondo di The Walking Dead insomma, si va complicando: la fase della mera sopravvivenza è ormai superata: Robert Kirckman ci ha mostrato come i modelli per ricreare una convivenza in un mondo in cui i ‘viventi – vivi’ da un momento all’altro possono trasformarsi in prede alla mercé dei morti viventi; ora la questione diventa se e quanto i vari modelli possano convergere, e soprattutto se la convivenza tra diversi modi di vedere la società sia possibile, o se tutto debba tendere inevitabilmente allo scontro.

 

TESORY DISNEY INTERNATIONAL 5

Numero interamente dedicato a Paperoga, con una ventina delle sue prime apparizioni, sempre pronto a sconvolgere la tranquillità domestica di Paperino e del gatto Malachia con le sue passioni passeggere o idee estemporanee nate dalla lettura di improbabili manuali.
Imperdibile per gli appassionati del più ‘originale’ (per non dire altro…) tra la cuginanza paperinesca; forse un po’ ‘pesantino’ per gli altri, visto che alla fine lo ‘schema’ delle storie è più o meno sempre quello.
Voto: 7

 

INVINCIBLE 36

Numero ‘spartiacque’: archiviata la minaccia dei ‘Sepidi’, un lungo episodio ‘fuori serie’ riassume a grandi linee quanto fin qui accaduto, in vista di una lunga saga ‘spaziale’ in cui per Invincible arriverà il momento della resa dei conti con le proprie radici e il proprio retaggio.
Voto: 6,5

In appendice, si avviano a conclusione le avventure di Brit.
Voto: 6,

FUMETTAZIONI 5

Brevi recensioni delle ultime letture disegnate.

 

ELEKTRA:  ASSASSIN

Frank Miller è un giovane autore in rampa di lancio, quando nel 1981 sulle pagine di Devil crea Elektra, personaggio destinato a diventare tra i più iconici degli ultimi 30 anni e passa della Marvel.
E’ il 1986 quando Miller, fresco del successo planetario de Il Ritorno del Cavaliere Oscuro, tra le opere che hanno contribuito a rivoltare come un calzino il concetto di giustiziere in calzamaglia, torna a seguire le vicende del personaggio, in un thriller fantapolitico che mescola ninja, cyborg assassini e possessioni demoniache; ai disegni, un Bill Sienkiewicz che, da par suo, mostra una volta di più come un ‘fumetto di genere’ possa essere la sede per sperimentazioni grafiche senza limiti, o quasi.
Il risultato è ancora oggi strabiliante: a 30 anni di distanza, “Elektra Assassin” non ha perso un briciolo della sua potenza narrativa e grafica, potendo essere inserito a buon diritto nella stretta cerchia delle pietre miliari del genere, e non solo.

Voto: 9,5

 

I GRANDI CLASSICI DISNEY 5

La ‘perla’ dell’albo stavolta è la lunga versione ‘papera’ dell’Isola del Tesoro, anno 1959, coi disegni di un Luciano Bottaro in stato di grazia, autore anche dei testi assieme a Carlo Chendi, storia che da sola vale tutto l’albo.
Voto: 8,5

Il resto delle storie è più o meno ‘di ordinanza’, col solito manipolo di autori storici: si distinguono un giallo con elementi di fantascienza con Topolino e Pippo protagonisti (di Pavese / De Vita) e l’ultimo capitolo delle vicende spazial / sentimentali di Paperino e Reginella, con lo scrittore Rodolfo Cimino affiancato stavolta dal non esaltante spagnolo Antoni Bancells Pujadas.

Voto: 6,5

 

INVINCIBLE 29 – 30

Nonostante si caratterizzi per il primo crossover tra le due testate che compongono l’albo, quella del titolare e Wolf-Man, il numero 29 risulta alla fine abbastanza interlocutorio, confermando comunque come Kirkman riesca a dipingere un eroe più che mai umano, scatti d’ira inclusi. Voto: 6,5

Il numero successivo vede i due tornare ognuno alle proprie vicende: nel caso di Invincible, una delle consuete storie dal finale – shock cui Kirkman ci dovrebbe ormai aver abituato, ma alle quali non ci si abitua mai .Voto: 7

Wolf-Man conclude il  secondo ciclo narrativo, anche qui con un colpo di scena, ma abbastanza ‘telefonato’. Voto: 6

 

100 BULLETS 23 – 25

Un misterioso individuo se ne va in giro dando a persone finite nei casini una valigetta contenente una pistola e cento proiettili non rintracciabili, e i documenti che provano le responsabilità di coloro che gli hanno ‘rovinato la vita’: i prescelti talvolta accettano di seguire la via della vendetta, in altre occasioni oppongono un cortese rifiuto… Tuttavia, le reali motivazioni del misterioso individuo, ‘Mr. Graves’, non sono legate alla semplice offerta di un’occasione di vendicarsi, ma si inseriscono in un disegno più ampio, che affonda le radici nella stessa Storia Americana e che riguarda il dominio di una ristretta cerchia di famiglie – il ‘Trust’ – sugli Stati Uniti e un nucleo di killer, i ‘Minutemen’, creati dalla stessa cerchia come una sorta di ‘deterrente’ a ogni possibile faida tra le famiglie stesse… Almeno fino a quando i patti interni tra le famiglie e tra il ‘Trust’ e Graves e i suoi vengono meno, dando il via a una reazione a catena e a una spirale di sangue che non potrà che portare al più classico degli ‘shodown’ finali….
Una delle ultime grandi serie della Vertigo, uscita negli anni 2000 e oggetto di una ristampa che arriva alla conclusione (cento, non a caso, i numeri della serie originale, venticinque quelli della versione italiana in questione), scritta da Brian Azzarello, una delle maggiori ‘penne’ del fumetto americano degli ultimi vent’anni e disegnata dall’altrettanto prestigioso suo sodale storico Edoardo Risso.
In questi ultimi tre numeri i nodi vengono finalmente al pettine, e ‘Mr Graves’ deve forse, finalmente, fare i conti col sé stesso, mentre i membri storici del ‘Trust’ finiscono per trovarsi di fronte al fatto che il tempo passa e che per loro si profila l’accantonamento da parte delle scalpitanti nuove generazioni… Il pulp di Ellroy e Leonard che per certi versi incontra la disillusione di “C’era una volta in America”.

Voto (all’intera serie, 100 numeri) 8,5

 

LILITH 16

La serie scritta e disegnata da Luca Enoch, uscite a cadenza semestrale, si avvia alla conclusione (durata prevista: 18 numeri).
In poche parole: Lyca, alias Lilith in un futuro distopico, in cui il genere umano è stato pressoché annientato dall’improvvisa comparsa dello ‘spiromorfo’;
Lilith è venuta al mondo ed è stata cresciuta con un unico scopo: viaggiare all’indietro nel tempo ed estirpare di volta in volta i ‘semi’ dello spiromorfo, eliminando i loro ‘ospiti’ umani, con l’effetto collaterale di cambiare la storia.
Le battute conclusive della storia di Lilith sono ambientate nell’America dei Pionieri e di un post-guerra di secessione in cui le colonie ribelli hanno perso, mentre la parte occidentale del continente è stata colonizzata dai giapponesi.
La cornice è come al solito attenta, con Luca Enoch che come al solito è attento a costruire una ‘storia alternativa’ che sia credibile; i disegni come al solito sono all’altezza, ma tra le pagine si comincia ad avvertire una certa stanchezza, come se in fondo l’autore cominciasse a non vedere l’ora di ‘liberarsi’ del personaggio… dopo tutto, parliamo di una serie che va avanti da otto anni.

Voto: 6,5

 

THE BOYS 43

Si, insomma: lo ‘scontro finale’ c’era stato nello scorso numero: allora? Allora, forse, anche se stiamo parlando di Garth Ennis, ci si poteva aspettare che negli ultimi numeri si chiudessero le ‘questioni in sospeso’… Solo che è di Garth Ennis che stiamo parlando, e possibile che dopo tanti anni ci si attenda ancora qualcosa di ‘normale’?
Certo, effettivamente c’è una ‘questione in sospeso da chiudere’: è l’ossessione di Butcher (il ‘capo’ dei Boys) per i ‘superumani’.. archiviato il capitolo della vendetta personale, è ora di passare ai massimi sistem: se gli individui con superpoteri sono pericolosi, lo sono a prescindere; anche se si tratta dei tuoi compagni di strada, quelli che ti hanno aiutato nella missione, quelli che sono diventati in un certo senso la tua famiglia.
E il sangue, tornerà a scorrere, se possibile più copioso di prima…

Voto: 7,5

 

THE WALKING DEAD 41

I nostri protagonisti cominciano a fare i conti con i ‘Sussurranti’: persone che hanno deciso di sopravvivere all’epidemia zombie, letteralmente confondendosi coi ‘non morti’, utilizzando ‘maschere’ fatte coi resti di altri cadaveri…
Al di là della minaccia però, continua la riflessione sulla mutazione della società: nel mondo moderno, la ‘democrazia’ prevede per il cambio di governo le elezioni… certo non sempre, a volte il voto popolare viene usato come carta straccia e persone regolarmente elette vengono cacciate via; in genere in maniera incruenta, almeno nelle democrazie occidentali.
In una società disgregata dalla minaccia dei non morti, viene meno anche questa regola, con un sostanziale ritorno a modalità che in fondo hanno fatto parte del vivere comune per svariati millenni… Per cui se il modo di governare risulta sgradito, beh: la strada più breve e comoda è pensare di eliminare fisicamente la persona in questione…

Voto: 7,5

 

RONIN

Lo scontro tra un Ronin e la sua demoniaca nemesi si trasferisce per il suo epilogo da Giappone medievale ad un futuro non troppo lontano, nel quale gli uomini, totalmente dipendenti dalla tecnologia, rischiano di esserne definitivamente soppiantati.
1983: nonostante si sia già fatto apprezzare per il suo primo ciclo di storie su Devil, Frank Miller non ha ancora acquisito lo status ‘leggendario’ che conquisterà grazie a opere come Il Ritorno del Cavaliere Oscuro, Elektra: Assassin, o Born Again, secondo lotto di storie del ‘Diavolo Rosso’.
“Ronin” è l’opera di un autore ambizioso, già in buona parte consapevole delle proprie capacità, ma sfrontato fino all’autoreferenzialità, quasi incurante nei confronti del pubblico.
Un’opera che unisce elementi tipici del ‘superuomo’ del fumetto U.S.A. al gusto per il fumetto europeo e, naturalmente, giapponese.
L’opera di quello che diventerà un maestro e un punto di riferimento per un paio di generazioni di autori, che in controluce mostra buona parte di ciò che verrà in seguito, ma che nel contempo soffre ancora di alcuni limiti, a cominciare da una narrazione che, volendo forse essere ‘ellittica’, finisce per essere frastagliata e disorientante.
Siamo comunque dalle parti dell’eccellenza – soprattutto nei disegni – pun non raggiungendola pinenamente.

Voto: 8

 

I GRANDI CLASSICI DISNEY 6

I testi di Guido Martina dominano la selezione del mese, con tre parodie (Romeo e Giulietta, Madama Butterfly e Aida) reinterpretate dai paperi, ma soprattutto con l’avventura in tre parti di Paperino al Tour de France, disegni di Giuseppe Perego, risalente al 1954, che all’epoca (piena età dell’oro del ciclismo) fu un autentico boom.
Il resto del sommario è più o meno di ‘ordinanza’, con un paio di storie made in U.S.A. e qualche riempitivo; nell’elenco dei disegnatori si segnalano
Romano Scarpa, Giovan Battista Carpi, Luciano Capitanio e Sergio Asteriti.

Voto: 7,5

 

RAT-MAN 115

Terzo episodio dei dieci che dovrebbero (il condizionale è d’obbligo) segnare la conclusione della serie.
Amo poco quegli autori che nei loro libri (o fumetti) parlano troppo di sé stessi: ogni autore, è vero, mette un po’ di sé nei suoi personaggi, ma quando il personale prende il sopravvento, scivolando nell’autobiografia, il discorso cambia; certo ci sono le notabili eccezioni come Zerocalcare, ma lì è tutt’altro discorso.
Leo Ortolani nel suo Rat-Man ha messo sempre molto di sé; a volte troppo, ma almeno lo solvava l’ironia; in questa storia Ortolani all’ironia non rinuncia, ma purtroppo non rinuncia nemmeno alla sterile polemica contro chi, in un passato più o meno recente, l’ha accusato di aver smesso di scrivere le storie ‘divertenti e basta’ di una volta, per addentrarsi troppo spesso in territori ‘seri’.
Pareri soggettivi: per me un autore ha tutto il diritto di cambiare come vuole il ‘clima’ delle sue storie; tuttavia, esporsi al giudizio del pubblico fa comunque parte del gioco e dare seguito alle polemiche mi sembra abbastanza inutile, specie quando poi, polemiche a parte, si dimostra di avere poco da dire.
Il problema principale di questo numero, come dei precedenti, è infatti che l’autore non sembra avere più nulla di originale da dire, continuando a girare sempre attorno ai soliti discorsi, o riproponendo idee già viste altrove.

Voto: 5,5