Posts Tagged ‘Rodolfo Cimino’

FUMETTAZIONI 1/ 2018

Brevi (più o meno) recensioni di letture disegnate.

 

LA PROFEZIA DELL’ARMADILLO

Adolescenza e dintorni in quel di Rebibbia (alla periferia della Capitale), tra amicizie, amori, le prime esperienze nel mondo del lavoro, sale giochi, centri sociali, sullo sfondo di un lutto che sancisce – forse – l’inizio del passaggio all’età adulta.
L’esordio di Zerocalcare, giovane ‘fumettista’ passato rapidamente dallo status di ‘autore di culto’ (leggi: conosciuto e apprezzato da una stretta cerchia di appassionati del genere) a concorrere per lo ‘Strega’ (e detto tra noi: meno male che non l’ha vinto).
Un narrazione ancora frammentaria, per un’opera che appare più una raccolta di spunti e riflessioni che non un’opera veramente organica.
Molti trentenni – e un buon numero di quarantenni – si riconosceranno nelle atmosfere, nelle ambientazioni, nei riferimenti a musica, fumetti, videogiochi e quant’altro, le risate sono assicurate quasi a ogni pagina.
A tratti però, per quanto mi riguarda, si avverte anche forte lo scarto, non solo, in parte generazionale, ma anche di esperienza: se Zerocalcare è uno da centri sociali che detesta il centro, io sono uno che appena può fugge in direzione centro storico e nei centri sociali si è sempre trovato piuttosto a disagio…
Voto: 7

 

NIGHT RAVEN – HOUSE OF CARDS
Quasi un ‘pulp’, un film di gangster, un melodramma: lotte tra bande, politici corrotti, donne finite in giochi più grandi di loro, storie d’amore con poca speranza. Night Raven, enigmatico giustiziere mascherato, interviene quasi come un ‘deus ex machina’, ma fallibile anche lui.
Jamie Delano e David Lloyd confezionano una storia di ‘vigilanti mascherati’ tipicamente ‘british’.
Voto: 7

 

I MIGLIORI ANNI DISNEY – 1979

Jerry Siegel – uno dei ‘padri’ di Superman – firma assieme a Cavazzano un’avventura di paperi a base di… comete e fortuna; Giorgio Pezzin e Giovan Battista Carpi gettano gli stessi paperi nel bel mezzo di un possibile nuovo diluvio universale; Topolino, con Gancio da una parte, Pippo ed Eta Beta dall’altra, completa l’albo, grazie a Romano Scarpa, Sandro Del Conte, Guido Martina e Guido Scala.
Voto: 6,5

 

TESORI MADE IN ITALY 6

Chiusura col ‘botto’ per il ciclo di ben sei numeri dedicato a Cavazzano con le storie scelte dallo stesso disegnatore. Ricchissimo stavolta il sommario: dall’ultima collaborazione con Rodolfo Cimino all’incontro tra Disney e Salvador Dalí, passando per il numero 3000 di Topolino, fino Double Duck e al Commissario Topalbano.
Un numero ai limiti della perfezione che lascia un po’ di delusione per la selezione dei precedenti, non sempre all’altezza.
Voto: 8

 

INVINCIBLE 49
Ci avviciniamo al numero 50 dell’edizione italiana, e al cento dell’originale, con un numero tutto dedicato alla serie principale, tra retroscena assortiti su alcuni dei comprimari principali e un colpo di scena finale dai contorni esilaranti. Tutto semra essere pronto per un nuovo inizio e il ritorno a una parvenza di ‘normalità’, ma conoscendo Kirkman, c’è da aspettarsi che la ‘boa’ dei 100 numeri venga girata in modo tutt’altro che tranquillo…
Voto: 6,5

 

UACK! PRESENTA: VITA DA PAPERI 1
Nuova veste per Uack! che riparte dal numero 1, continuando a fare ampio spazio a Carl Barks.
Pezzo forte dell’albo, una trasferta scozzese con castello infestato; il resto, più o meno contorno.
Voto: 6

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FUMETTAZIONI 3 / 2017

FUMETTAZIONI 3/2017

Brevi recensioni di letture disegnate.

 

INVINCIBLE 38

Numero di attesa, in cui il protagonista si riprende dalle ferite quasi mortali subite nello scontro finale con Conquest e successivamente, assieme a padre e fratello entra nel vivo dello scontro finale con l’impero Viltrumita.
Voto 6,5

In appendice, prende il via Tech-Jacket, la prima serie di Kirckman, tentativo di dare una veste ‘americana’ a certi tipici elementi del fumetto americano
Voto: 6

 

I GRANDI CLASSICI DISNEY 14

Romano Scarpa e Rodolfo Cimino sono gli autori di “Paperino e il Colosso del Nilo”, che rientra a buon diritto tra le pietre miliari della Disney nostrana e non solo. Perché? Oltre alla qualità della trama e dei disegni, perché i nostri nel 1961 immaginavano che i monumenti della Valle dei Re venissero smontati per pezzo e ricostruiti da un’altra parte per far posto a una diga. Piccolo particolare: l’esatto identico procedimento fu usato nella realtà… sette anni dopo!!!
Voto: 8
Altre storie di ambientazione egizia, alcuni episodi più ‘domestici’ e un’invasione aliena completano la selezione, di livello medio; tra gli autori, già presenti altre volte – Cavazzano, Gatto, Kinney, Hubbard, Lockman, Strobl, Panaro – è il caso di citare l’argentino Luis Destuet.
Voto: 7

 

I MIGLIORI ANNI DISNEY – 1974

‘Perla’ dell’albo, “Zio Paperone e il deposito oceanico”, scritto e disegnato da Marco Rota: quasi un capolavoro.
Voto: 8
Un tipico Topolino poliziesco, alcune consuete vicende ‘domestiche’ di Paperino e soci, un’onirica avventura orientale e un riempitivo con protagonista Dinamite Bla completano un albo apprezzabile
Voto: 7

 

RAT-MAN 119

Balzi avanti e indietro nel tempo, rapporti famigliari complicati, e… un bel colpo di scena.
Ortolani decisamente in forma.

Voto: 7

 

TESORI DISNEY MADE IN ITALY 1

Nuova testata semestrale, che si va ad affiancare ed alternare alla ‘gemella’ dedicata ai ‘Tesori International’.
Si apre con il primo di sei numeri interamente dedicati a Giorgio Cavazzano, in occasione dei suoi 70 e del mezzo secolo attività.
La selezione, che a ciclo concluso conterà cinquanta storie, è stata curata dallo stesso autore.
Apre Paperino, alle prese col primo incontro – sottomarino – con la tenera Reginella, in quella che col tempo diventerà una storia d’amore resa senza speranza da distanze siderali, nel vero senso della parola.
Si prosegue con la lunga “Zio Paperone e l’operazione galeone”, definita dallo stesso Cavazzano una pietra miliare nell’evoluzione del proprio stile; poi Paperoga, il papero alieno Ok Quack e la sua astronave ridotta alle dimensioni di una moneta e smarrita nel Deposito di Zio Paperone e si conclude con un classico scontro con Amelia.
‘Grandi Classici’, ancora più grandi e ancora più classici di quelli presenti nella testata a loro dedicata.

Voto: 8

 

UACK! 30

“Paperino e il cimiero vichingo”, firmata da Carl Barks, è il pezzo forte dell’albo, assieme al suo seguito, “Paperino e le carte perdute di Colombo”, su cui non poteva che cimentarsi, oltre 40 anni dopo, Don Rosa.
Storie ‘minori’ a parte, vale almeno la pena di citare un incontro tra i Sette Nani di Biancaneve e il Tippete di Bambi, di Carl Buettner e Roger Armstrong e
“Zio Paperone e il disastro paperopolese” di cui ci vengono mostrati in parallelo lo sketchbook di Barks e il ‘prodotto finito’ dell’olandese Daan Jippes.

FUMETTAZIONI / 4

Infornata aperiodica di letture disegnate

 

SECRET WARS 8 – 9

Si conclude – e viene da dire: finalmente! – il megacrossover destinato ‘sconvolgere per sempre’ l’Universo fumettistico della Marvel… per sempre, ossia per i prossimi 12 – 18 mesi, dato che ormai eventi del genere si susseguono con cadenza annuale. Non credo di spoilerare nulla, se scrivo che alla fine il Dottor Destino perde e tutto ritorna – più o meno – alla normalità, come sempre è stato alla Marvel.
Un ‘degno finale’ per una saga incensata ben oltre il dovuto: povera di idee e confusionaria sotto il profilo narrativo, quasi impossibile da seguire se non si è letta almeno una mezza dozzina delle miniserie che in parallelo hanno accompagnato questo troncone centrale; aggiungiamoci il fatto che Jonathan Hickman i finali non li ha mai saputi scrivere, ed ecco il risultato: una saga che, a dispetto delle fanfare che l’hanno accompagnata, si risolve in un disarmante “tutto qui?”.
Sulla qualità grafica di Ribic c’è poco da discutere sotto il profilo tecnico; il suo limite resta la sostanziale freddezza, la scarsa capacità di comunicare emozioni da parte dei suoi personaggi.

Si apre una ‘nuova epoca’ (a occhio e croce, siamo alla terza nel giro di quattro o cinque anni), in cui le testate saranno accompagnate nel titolo da un bel ‘All New, All Different’ (ormai gli aggettivi sono quasi esauriti); per me, l’occasione per salutare, almeno momentaneamente, la ‘Casa delle Idee’, dando appuntamento magari ai volumi delle ristampe.
Voto (ai complessivi 9 numeri): 5

 

MIRACLE MAN DI GAIMAN E BUCKINGHAM 5

Stavolta, un omaggio al celeberrimo telefilm “The Prisoner” con Patrick McGoohan; il viaggio all’interno di una società sconvolta dall’avvento di semidei con superpoteri prosegue rispondendo a una domanda: in un mondo ormai privo di conflitti e di competizione tra Nazioni, che fine fanno le spie? Neil Gaiman sfodera un’idea come al solito vincente (per quanto ‘declinazione’ di quanto già visto appunto in televisione) accompagnata dalla ormai consueta prova magistrale di Marc Buckingham ai disegni
Voto: 7,5

 

INVINCIBLE 28

Un appuntamento romantico viene interrotto da una missione in un lontano futuro, volta a eliminare uno dei volti noti della serie; nel frattempo, nello spazio, prende il via una catena di eventi destinata ben presto a fare sentire i suoi effetti anche sulla Terra…
Il bello di una serie come Invincible è che ti riconcilia con la ‘narrazione’: attualmente i ‘supereroi di carta’ soffrono di una continua necessità di cambiamenti ‘epocali’ e ‘sensazionalismo’: il risultato sono serie articolate in sequenze che durano una manciata di episodi, e poi tutto viene di nuovo buttato all’aria; non parliamo poi dell’altra grande fonte di ‘sofferenza’ per il genere, ovvero il fatto di dover andare appresso al cinema, del quale i fumetti stanno diventando progressivamente un’appendice.
“Invincible” è fortunatamente fuori da queste logiche: essendo creatura di totale proprietà dell’autore (Robert Kirkman, lo stesso che in seguito ha ‘partorito’ The Walking Dead), le storie del personaggio seguono solo la logica di chi l’ha scritto: il risultato è una narrazione progressiva, in cui certo i colpi di scena non mancano, ma non sono dettati da necessità ‘extranarrative’ di ‘vendita a tutti i costi’; insomma: il giorno in cui Kirkman non avrà più nulla da dire, o il pubblico si sarà stufato, il personaggio avrà completato il suo percorso e si metterà la parola fine.
Per il momento, comunque, è un bel leggere (nonostante queste storie risalgano a oltre sette anni fa), perché Kirkman può permettersi il lusso di fare dei suoi personaggi ciò che vuole, progettare trame a lunga scadenza, far apparire, scomparire, andare e tornare i vari comprimari… Insomma, sviluppare una narrazione seriale degna di questo nome.

Voto: 7

Il personaggio di Wolfman (che continua il percorso di scoperta delle sue reali potenzialità) in appendice, si muove secondo analoghe coordinate, per quanto un po’ limitato dall’essere l’ennesima variazione sul tema del licantropo.
Voto: 6,5

 

TESORI DISNEY INTERNATIONAL 1: LA SAGA DI PAPERON DE’ PAPERONI

La Disney italiana sta vivendo una nuova età dell’oro: dal punto di vista ‘autoriale’, l’attuale generazione di scrittori e disegnatori sta rinverdendo una tradizione ultradecennale: valgano per tutti il binomio Turconi / Radice o Mottura; ma anche editoriale, con una valanga di collane che stanno ristampando delle autentiche pietre miliari della storia Disney.
Ultima in ordine di tempo questa Tesori Disney International che esordisce con un autentico ‘botto’: la ristampa (ed è il caso di dire: finalmente!!! visto che le precedenti edizioni sono esauritissime) della mitologica Saga di Paperon De’ Paperoni. A metà anni ’90, Don Rosa (unico erede dell’Uomo dei Paperi Carl Barks) si imbarca nell’impresa di narrare le gesta del papero più ricco del mondo, dall’infanzia in Scozia passando per la corsa all’oro, fino alla definitiva sistemazione a Paperopoli.
Siamo decisamente nell’empireo: ‘capolavoro’ in questo caso non è un termine abusato, ma forse l’unica definizione possibile; disegni eccezionali, dominati dal gusto per il particolare, dalla ricerca (riuscita) continua di un’atmosfera che coinvolga il lettore, per una storia in cui si affastellano ‘eventi’ che per decenni il pubblico aveva potuto solo immaginare, basti solo citare il primo incontro tra la coppia di paperi ‘fumantini’ che in seguito avrebbe dato i natali a un certo Paolino Paperino.
Momenti di autentico lirismo e perfino la morte che, credo caso più unico che raro, fa capolino tra le vignette, in una delle scene più intense dell’intera storia della Disney.
Voto: 10

 

RAT-MAN COLLECTION 114

La presunta ‘saga finale’ di Rat-Man prosegue con un episodio che di saga ha veramente poco, una storia come tante altre se ne sono lette in passato, che conferma purtroppo come l’autore Leo Ortolani ormai scriva col pilota automatico, girando sempre attorno agli stessi argomenti, avendo già detto tutto ciò che aveva da dire.
Un numero che conferma come Rat-Man doveva aver chiuso, come nelle intenzioni iniziali, col numero 100 e che prosegue, oltre che per ovvie motivazioni ‘economiche’ (anche i fumettisti devono pagare le bollette), forse anche per la paura dell’autore di distaccarsi dal personaggio che, nel suo piccolo, gli ha dato una certa notorietà; autore che tra l’altro tra le righe del suo editoriale (sempre più debordante ed autoreferenziale), instilla nel lettore il dubbio che anche stavolta tutto si risolverà in un “va bene, abbiamo scherzato: Rat-Man continuerà finché campo”
Voto: 5,5

 

THE BOYS 42

Lo scontro che ci era stato promesso fin dal primo numero: Butcher, capo dei ‘Ragazzi’, contro il Patriota (guida dei supereroi in costume dai troppi scheletri nell’armadio)… ma le cose non vanno per nulla come previsto, con un ‘colpo di scena’ che forse si poteva intuire, ma non in queste dimensioni.
Sangue a fiumi e anche una bella dose di splatter, per un albo che virtualmente sancisce la fine della saga, di cui restano una manciata di numeri per chiudere le vicende in sospeso.
D’accordo, forse non è il miglior Garth Ennis della carriera, forse si esagera col gettare fango sugli eroi in calzamaglia, ma in fondo, specie nei tempi attuali, The Boys (si parla di storie uscite circa quattro anni fa), con la sua vena dissacrante ci ricorda che se davvero esistessero esseri del genere, è più facile che si comporterebbero come i personaggi quasi del tutto privi di morale di Ennis, che come le figurine stereotipate dei film che sbancano il botteghino…
Voto: 7,5

 

I GRANDI CLASSICI DISNEY 4

Dopo la piccola battuta di arresto del precedente numero, si torna ad una selezione ad alto livello: da Paperin Babà, versione disneyana della favola dalle Mille e una notte firmata da Carlo Chendi e Luciano Bottaro, alla conclusiva storia che vede il ritorno di Reginella, impossibile amore interplanetario di Paperino, ultima opera del duo Cimino – Cavazzano.
In mezzo, la consueta parata di grandi nomi, trai quali Carpi, De Vita, Martina, Barks, Strobl, Murry e Moores.
Voto: 8

 

I MIGLIORI ANNI DISNEY – 1969

In occasione dell’undicesima edizione dello “Zecchino d’oro”, nel 1969 la Disney italiana pubblicava un lungo speciale (quasi 100 pagine), presentando dieci storie ispirate alle canzoni vincitrici delle altrettante edizioni della rassegna fino ad allora disputate.
Scritte da Massimo de Vita, per i disegni di Romano Scarpa e le chine di Giorgio Cavazzano, collegate attraverso il filo conduttore di un ‘viaggio onirico’ di Topolino e Pippo, le dieci storie sono affollate di protagonisti dell’universo disneyano, tra paperi, topi e personaggi delle fiabe classiche.
Il numero dell’antologica dedicata diventa quindi quasi monografico, occupato per la gran parte dallo ‘specialone’ dedicato allo Zecchino, lasciando spazio solo a qualche storia di semplice ‘riempimento’.
Voto: 7

 

UACK! 25

Un ‘doppio gioiello’: la celeberrima storia che vede Paperino e nipotini giungere tra una sperduta popolazione peruviana in cui tutto è ‘quadrato’ – o meglio, cubico – dalle case, fino alle galline e alle teste degli abitanti, uno degli apici della narrativa barksiana; il ‘sequel’ di quella storia, col coinvolgimento di Paperone e Cuordipietra Famedoro, firmato da Don Rosa, unico vero erede di Barks (e talvolta allievo che ha superato il maestro); l’albo vale più dei 5 euro di spesa solo per queste due storie; il resto è – più o meno – contorno, con alcune storielle più comiche firmate dallo stesso Barks e uno degli adattamenti dei suoi storyboard curato dall’olandese Daan Jippes.
Voto: 8