I Gasparazzo sono una di quelle ‘belle storie’ del mondo musicale italiano ‘alternativo’: oltre dieci anni di attività, concerti in patria e all’estero, una discografia che giunge ora al sesto capitolo… tutto lontano dai riflettori, dal ‘bel mondo’ delle tv e delle radio, sul quale si sono solo occasionalmente affacciati.
“Mo’ Mo'”, ovvero: qui, ora e subito: fin dal titolo la band emiliana mostra la voglia di non perdere tempo, di andare al sodo, ribadendo il principio nella title – track, un ‘inno alla velocità’ piuttosto inusuale, in tempi in quali si invoca la lentezza, ma una velocità se vogliamo creativa, l’invito ad usare ogni momento a disposizione per esprimere sé stessi. Nove brani: su tutti, svettano ‘Cristo è là’, omaggio alla memoria di Federico Aldrovandi e Rovesciala, inno calcistico antirazzista, più che mai azzeccato ora che ci si avvicina ai Mondiali; il disco si snoda poi tra l’osservazione della realtà, come in ‘Se i posaceneri potessero parlare’, brano in collaborazione con Gianluca Conte – Mezzafemmina e il tratteggio di caratteri: il proverbiale Michelazzo (che mangia, beve e non fa un…) a Centopelle (omaggio ad un personaggio di Collodi), parentesi riflessive (Agro, Mimi ), pezzi che riportano direttamente al proprio vissuto musicale (Impulsi Nudi, Fondaco, La Tromba di Eustachio).
Il quintetto emiliano mescola sapientemente un sonorità genericamente rock a un’adeguata dose di spezie etniche, flirtando qua e là col reggae e sfociando volentieri in territori combat rock per un disco abbastanza ben equilibrato, grazie alla riuscita successione dei brani. Una gruppo da scoprire.