Posts Tagged ‘Dr. Strange’

Fumettazioni 4 / 2018

Brevi (più o meno) recensioni di letture disegnate.

 
UACK! PRESENTA: VITA DA PAPERI 3

La ristampa dell’opera barksiana prosegue con una tipica parentesi western per Paperino e nipoti; il pezzo forte dell’albo è uno sketchboard con gli originali bozzetti di Barks accompagnato pagina per pagina dalla realizzazione finita di Daan Jippes; scelta affascinante, una ‘chicca’ per intenditori, che però alla fine occupa quasi mezzo albo.
Voto: 6

 
INVINCIBLE 53

Il ritorno di un vecchio nemico minaccia la parvenza di serenità famigliare trovata da Mark e Eve.
Voto: 6
Tech Jacket, mentre è alle prese con problemi di ‘incompatibiità anatomica’ tra specie aliene, affronta il nemico più pericoloso.
Voto: 6

 
GREENBERG THE VAMPIRE

Oscar Greenberg è uno scrittore ebreo con difficoltà d’ispirazione; incidentalmente, è anche un vampiro, vivendo questa condizione più o meno come una scocciatura… quando il fratello minore Morrie diventerà vittima dell possessione di una ‘vecchia conoscenza’ dello stesso Oscar, il protagonista dovrà fare i conti col suo retaggio, personale e culturale.
Un ‘gioiellino’ come ormai se ne vedono pochi, testimonianza di un’epoca in cui la Marvel aveva il coraggio di andare oltre il genere supereroistico, cimentandosi in altro e ‘sperimentando’. Jean Marc De Matteis gioca coi generi, mescola vampiri e umorismo ebraico, inserisce tra le pagine disegnate – da un Mark Bagder ‘pittorico’, quasi espressionista – stralci di racconti horror e sci-fi, sceneggiature cinematografiche e romanzo epistolare.
Voto: 7,5

 
TRINITY

Superman, Batman, Wonder Woman: la ‘trinità laica’ degli appassionati di supereroi qui alla prima collaborazione; nemico di turno Ra’s Al Ghul, spalleggiato dal grottesco Bizarro e dall’Amazzone ‘rinnegata’ Artemide. Una risalita alle radici del nucleo di quella che poi sarebbe diventata la Justice League (con un ‘cameo’ di un certo regnante sottomarino).
Scrive e disegna Matt Wagner, dando tridimensionalità ai personaggi e alle loro relazioni. Un capitolo irrinunciabile nella storia editoriale dei tre pilastri della DC Comics.
Voto: 8

 
SANDMAN MYSTERY THEATRE: IL FANTASMA DELLA FIERA

Mentre si svolge un’esposizione che mostra le ‘magnifiche sorti progressive’ dell’umanità, un efferato serial killer miete le proprie vittime nella comunità omosessuale…
Matt Wagner preme l’acceleratore in una delle storie più ‘nere’ del personaggio, pur senza cedere allo splatter, all’insegna di una violenza in gran parte solo ‘suggerita’ e per questo ancora più inquietante; ad aiutarlo, la coppia rodata Steven T. Seagle – Guy Davis ai disegni.
Voto: 7,5

 

THE WALKING DEAD 53

Seconda parte dello scontro coi ‘Sussurratori’; in mezzo alla solita sagra del cadavere ambulante, condita con ammazzamenti assortiti (come se già non ci fossero già abbastanza morti in giro), c’è tempo anche per una riflessione sulla triste sorte dei non morti, ex essere umani condannati a una condizione di non vita.
Voto: 6,5

 
WONDER WOMAN: AMAZONIA

Un’altra versione alternativa dell’Amazzone: stavolta siamo in un’Inghilterra vittoriana dai tratti distopici e troviamo la protagonista praticamente schiavizzata in una società patriarcale fino alle estreme conseguenze. Non ci vorrà molto prima che Diana, preso pieno possesso dei propri poteri, diventi una sorta di icona di liberazione femminile.
William Messner-Loebs mette in scena una godibile variazione sul tema, coadiuvato da un più che discreto Phil Winslade ai disegni.
Voto: 7,5

 
BIG GUY AND RUSTY, THE BOY ROBOT

Frank Miller omaggia la fantascienza giapponese: da Godzilla ad Astroboy, passando per i ‘robottoni’; quasi un gioco, un’escursione divertita in scenari lontanissimi dalle atmosfere abituali di Miller. Un’opera per appassionati e ‘completisti’, che acquisisce maggiore sostanza, grazie ai disegni ultra dettagliati di Geoff Darrow, come al solito una gioia per gli occhi.
Voto: 7

 
BATMAN: WHATEVER HAPPENED TO THE CAPED CRUSADER?

Una ‘veglia’: amici e alleati del ‘crociato incappucciato’ ne narrano le gesta e l’ultimo atto di eroismo, ognuno la sua versione.
Lo stesso Batman ne è spettatore, invisibile, silente e incapace di comprendere la situazione, affiancato da un’ulteriore, impalpabile, presenza… Neil Gaiman scrive l’ultima storia di Batman; non la ‘definitiva’, quando si parla di supereroi nulla è mai definitivo, ma uno degli apici della letteratura del ‘pipistrello’ analizzandone le motivazioni e l’essenza del suo essere eroe. Disegna Andy Kubert, anche omaggiando i grandi autori che l’hanno preceduto. Il volume è completato da un’altra manciata di storie, sempre Batman o i suoi avversari protagonisti, sempre Gaiman lo scrittore; tra i disegnatori, spicca Simon Bisley.
Voto: 8

 
INVINCIBLE 54

Un numero di ‘pausa’, un ordinario invito a cena per Mark e Eve a casa dei genitori del primo, per quanto ‘ordinaria’ può essere una cena in una base lunare e quando tuo padre è il neoeletto monarca di una popolo di spietati conquistatori interplanetari sulla via della redenzione…
Voto: 6,5
In appendice, chiusura del primo ciclo di storie di Tech Jacket, con i prevedibili fuochi artificiali e scontro finale col ‘cattivone’ di turno.
Voto: 6

 
SUPERMAN: WHATEVER HAPPENED TO THE MAN OF TOMORROW?

Alan Moore scrive l’ultima, ipotetica storia di Superman, alle prese col crollo della propria vita, gli affetti di una vita messi a rischio da un nemico insospettabile… Un omaggio al miglior periodo della storia editoriale dell’Uomo d’Acciaio, non a caso a curare parte dei disegni è il disegnatore storico Curt Swann, assieme a lui George Perez.
Il volume è completato da altre due storie di Superman, sempre scritte da Moore, accompagnato ai disegni da Rick Weitch e da Dave Gibbons, a riformare la mitologica accoppiata di “Watchmen”.
Voto: 8

 
DR. STRANGE: INTO SHAMBALLAH

J. M. De Matteis scrive una storia dal sapore classico, con tutti gli elementi canonici del ‘Dottore’: il ritorno alle proprie origini, i viaggi fisici e astrali, il bene che si confonde col male, il ‘nulla è come sembra…’. Il risultato, anche grazie allo stile ‘pittorico’ di Dan Green, è entrato a buon diritto tra le storie indispensabili del personaggio.
Voto: 7,5

AVENGERS INFINITY WAR

Quando Thanos – già artefice della prima invasione aliena di New York – decide di impadronirsi delle sei ‘Gemme dell’Infinito’ (potentissimi oggetti capaci di controllare i vari aspetti della realtà, due delle quali sono sulla Terra, in possesso del Dr. Strange e Visione), al fine di ‘risolvere’ il problema del sovrappopolamento universale facendo piazza pulita della metà dei suoi abitanti – gli Avengers dovranno ‘ritrovarsi’ e unire le forze coi ‘nuovi arrivati’ della comunità dei supereroi… ma basterà?

Finalmente, quello che tutti gli appassionati di fumetti attendevano dalla famosa scena ‘post credit’ del primo Avengers; finalmente, tutto quello che gli appassionati del filone cinematografico aspettavano.
“Avengers Infinity War” arriva e (in larga parte) non delude: un gigante ipertrofico, sviluppato tra lo spazio e la Terra, pianeti devastati e New York, l’Africa e stelle morenti; gli Avengers si riuniscono per una battaglia campale nel Wakanda; Iron Man e Thor, col Dr. Strange e l’Uomo Ragno assieme ai Guardiani della Galassia nello spazio: botte da orbi ovunque come se non ci fosse un domani fino al finale ‘spalancato’ che apre le porte alla nuova fase dell’Universo Marvel su grande schermo, mentre all’orizzonte si profila l’arrivo di un nuovo ‘capitano’ – anzi: capitanA – che promette di essere l’unica veramente in grado di prendere a calci nelle terga il ‘cattivone’ di turno.

Si fa piacere, questa ‘Guerra dell’Infinito’: lasciando fuori dalla porta i raffronti col fumetto, avendo ormai assimilato la tendenza alle ‘battutine’ (che se non altro dono più dosate e non sparse ‘ad minchiam’ qua e là), si fanno apprezzare la ‘crisi d’identità’ di Banner, incapace di far riemergere un Hulk traumatizzato e un Groot metafora di un’alienazione giovanile solo apparente.

Il resto, come detto, sono ‘botte’, che per certi versi cominciano a dare l’impressione di ‘giá visto’; il finale però merita, perché – almeno per i meno smaliziati – lascia più domande che risposte: piccola rivincita per gli appassionati di fumetti, molto più ‘avvezzi’ a certe situazioni.

Chiudo con una nota personale: erano due che non andavo a vedere un ‘cinecomic’, da “Batman v Superman”; per la Marvel devo risalire a “Age of Ultron”: è stata una pausa ‘salutare’, che mi ha permesso di riconciliarmi col ‘genere’, affrontando questo film liberandomi del bagaglio di ‘pretenziosità’, tipico degli appassionati di fumetti.
Il discorso sarebbe lungo, ma va ormai serenamente accettato che i fumetti non sono i film, così come la Marvel di oggi non è quella di 15, 30, 45 anni fa. “Avengers Infinity War” promette divertimento e divertimento offre: questo alla fine può bastare.

P.S. Mentre pubblico su WP, mi accorgo di non aver fatto alcun riferimento agli attori, il che qualcosa vorrà effettivamente dire: alla fine, questo è uno dei film meno ‘recitati’ dell’intero corpus cinematografico marvelliano; si potrebbero giusto citare la buona prova di Josh Brolin come Thanos, per quanto trasfigurato dalla grafica computerizzata e l’apparizione di Peter Dinklage, beniamino dei seguaci di “Game of Thrones”; per il resto, veramente poca roba, con attori, a cominciare da Scarlett Johansson, che ormai ottengono perfino di rinunciare alla tinta dei capelli e altri che in tutta evidenza si limitano a svolgere un compitino, con poco o nullo coinvolgimento. L’impressione è di essere veramente alle soglie di un cambio generazionale e che i vari Downey Jr. (che ormai anche ‘a vista’ comincia a sembrare troppo ‘maturo’ per interpretare un supereroe), Evans e Ruffalo, siano ormai discretamente annoiati di vestire i panni degli Avengers; l’unico che sembra ancora ‘crederci’ in una certa misura è Chris Hemsworth; più coinvolte le ‘nuove leve’, anche se poi questo film non ha richiesto chissà quali ‘prove’ interpretative.