Posts Tagged ‘Wonder Woman’

FUMETTAZIONI 3.2020

Brevi (più o meno) recensioni di letture disegnate.

 

SUPERMAN – FOR ALL SEASONS
L’ennesima prova d’autore di Jeph Loeb e Tim Sale, stavolta alle prese con il ‘mito’ dell’Uomo d’Acciaio; il ‘ragazzone’ del midwest che si trasferisce nella grande Metropoli(s)per adempiere al proprio destino, ma che proprio tornando a casa ne capirà. il reale significato.
Si scrive di supereroi, ma si parla dell’America e di come le grandi città ‘progressiste’ e la ‘provincia profonda’ restino indissolubilmente legate.
Voto: 8,5

 

ALLEY CAT
Ovvero: cosa succede quando una ‘coniglietta’ di Playboy – Alley Baggett – offre le proprie fattezze – e non solo – alla protagonista di un fumetto.
Un ‘costume’ (poco più di un abito da ‘dominatrice’) dalle proprietà soprannaturali, lo spirito di De Sade, possessioni demoniache, esorcisti…
Siamo a fine anni ’90, durante l’onda lunga di una schiera di supereroine poco vestite (Lady Death, Evangelyne, la rinata Vampirella) nate dalla ‘liberazione dei (e dai) costumi’ cominciata qualche anno prima; poco più di una testimonianza dello’spirito dei tempi’, ma un’giochino’ che diverte.
Voto: 6,5

 

IRON MAN – CRASH
È il 1988, quando la Marvel dà alle stampe questo esperimento di fumetto interamente disegnato al computer, opera di Mike Saenz, all’epoca già abituato a strumenti innovativi di disegno, e del programmatore William Bates.The
La storia, in stile ‘James Bond’, vede un Tony Stark del futuro rendere pubblici i progetti della sua armatura, ma tutto si trasforma rapidamente in un caso di spionaggio industriale sullo sfondo della rivalità tra Stati Uniti e Giappone.
Il risultato grafico oggi risulta grezzo, ma affascinante: Il computer oggi può essere un ottimo ausilio per i disegnatori, specie in fase di colorazione, ma la mano umana è ben lungi dall’essere sostituita da un programma.
Voto: 7

 

THE SHADOW 1941 – HITLER’S ASTROLOGER
Due ottimi mestieranti Denny O’Neil e Mike Kaluta, coadiuvati da Russ Heath, alle prese con la fissazione di Hitler per l’astrologia che può influire sulle sorti della guerra; protagonista l’iconico The Shadow.
Un compito svolto agevolmente
Voto: 6,5

 

KICK-ASS 2
Seguito della prima miniserie, anche questo poi portato al cinema.
Torna Red Mist, ormai fuori di testa, a distruggere letteralmente la vita del protagonista; sarà naturalmente Hit-Girl a suonare la carica…
Il finale lascerà tutti più o meno sconfitti, con l’idea di fondo che per i supereroi e i vigilanti mascherati finirebbe inevitabilente male.
Millar scrive conoscendo i suoi polli, John Romita Jr.disegna in pò ‘al risparmio’; qualchCe concessione di troppo al facile ‘effetaccio’.
Voto: 7

 

CLOAK & DAGGER – PREDATOR AND PREY
Creati a inizio anni ’80, Tyrone e Tandy sono due giovani sbandati, rapiti e usati come cavie per una nuova droga sintetica; si ritroveranno invece dotati di superpoteri e ‘maledizioni annesse’, dipendenti non dalle droghe ma l’uno dall’altra: l’oscurità del primo impedirà alla seconda di essere consumata dalla propria luce.
Questa graphic novel si concentra su Cloak e le origini della propria oscurità, coinvolgendo perfino lo spirito di Jack lo Squartatore.
Niente di fuori dell’ordinario: a scriverla è un buon mestierante come Bill Mantlo, i disegni di un più che discreto Larry Stroman.
Voto: 6,5

 

HERCULES PRINCE OF POWER – FULL CIRCLE
Graphic Novel che concludeva una non memorabile serie dedicata alla versione Marvel dell’eroe greco.
Nato come antagonista di Thor ne veniva subito distaccato: il primo un eroe tragico, diviso tra ascendenze divine e identità terrena; il secondo incline alle gozzoviglie e all’avventura fine a sé stessa, a metà tra il protagonista di un ‘peplum’ e una versione più ‘matura’ di Obelix.
Personaggio la cui componente ‘comica’ è stata fondamentale, rendendolo un comprimario ideale, non solo per Thor, ma anche nei Vendicatori.
“‘Full Circle” lo vede addirittura nello spazio, impegnato contro antagonista dall’identità (in)sospettabile, in quella che è evidentemente, una parodia di “Guerre Stellari”.
Dirige il tutto Bob Layton, autore troppo spesso dimenticato.
Voto: 6,5

 

BATMAN – THE ANKH
Tutti vogliono vivere a lungo, tuttavia ritrovarsi col dono dell’immortalità (e dell’eterna giovinezza), trascorrendo oltretutto migliaia di anni sepolti in uma piramide non è condizione granché invidiabile…
Storia inserita nel filone classicamente gotico di Batman, con un’avversaria non così cattiva… e in discreta ‘forma’.
Scrive il discreto Chuck Dixon, disegni spettacolari di John Van Fleet.
Voto: 7

 

WONDER WOMAN – THE HIKETHEIA
Un’assassina in fuga ricorre ad un antico rituale, in forza del quale Wonder Woman è costretta a offrirle protezione; il problema è che sulle tracce della ragazza c’è anche Batman, e lo scontro sarà inevitabile.
Fortunatamente Greg Rucka scrive una storia dove le ‘botte’ sono tutto sommato marginali e tutto viene elevato ispirandosi ai miti e alla tragedia greca, con tanto di Erinni.
I disegni di John Gerard Jones contribuiscono a un esito sopra la media.
Voto: 7

 

VENDICATORI VS DIFENSORI
Una pietra miliare della Marvel, il prototipo degli scontri tra gruppi che periodicamente hanno conquistato i lettori e fatto la fortuna della ‘Casa delle Idee’.
Steve Englehart scrive e Bob Brown (per i Vendicatori) e Sal Buscema (per i Difensori) danno vita a una sarabanda di scazzottate tra eroi, prima dell’epico finale ‘tutti insieme contro i cattivi’.
Voto: 8

 

SILVER SURFER – JUDGEMENT DAY
Mephisto ordisce un piano per impadronirsi dell’anima di Silver Surfer usando come pedina Nova, araldo di Galactus, il ‘Divoratore di Mondi’… Il finale è già scritto per questa graphic novel scritta da uno Stan Lee già ben oltre la maturità e disegnata da un John Buscema che invece offre un saggio di bravura in una storia articolata solo di tavole a tutta pagina che costituiscono la vera attrattiva di quest’opera in cui i testi sono all’insegna di una verbosità un po’ fine a sé stessa.
Voto: 7

 

SUPERMAN – THE LAST GOD OF KRYPTON
L’ultimo ‘dio’ di Krypton è in realtà una dea, che manco a dirlo gira mezza nuda, arriva sulla Terra alla ricerca della vendetta sull’ultimo erede di chi l’ha esiliata… salvo poi ‘decidere’ che lo stesso Superman dovrà essere il suo compagno…
La storia, scritta da un Walter Simonson da minimo sindacale, vale solo per i disegni ‘pittorici’ dei fratelli Greg e Tim Hildebrandt, talvolta a dire il vero un po’ ‘legnosi’.
Voto: 6

 

BATMAN – DEMON
Il Cavaliere Oscuro e il Demone ‘rimatore’ si uniscono per impedire l’avvento di maligna, finendo all’Inferno, dove Batman rivivrà fallimenti e sensi di colpa.
Un crossover ‘tipico’, che Alan Grant ai testi e David Roach e James Sinclair
portano alla sufficienza.
Voto: 6

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TOP 10 FUMETTAZIONI 2019

Classifica dei 10 migliori fumetti letti nel corso dell’anno appena concluso, tra quelli recensiti sul blog. Preciso che si tratta di fumetti ‘letti’, a prescindere dall’anno di pubblicazione.

Orgoglio e Pregiudizio (parodia pubblicata su “Topolino”)

Superman -It’s a bird…

Wonder Woman – Spirit of Truth

Silver Surfer – Requiem

Signal to Noise

Selina’s Big Score

Batman – Detective No. 27

Superman – Peace on Earth

Batman – War on crime

Batman – Birth Of The Demon

 

 

 

 

 

FUMETTAZIONI 3 / 2019

Brevi (più o meno) recensioni di letture disegnate…

 
PARADISE X
Capitolo finale della trilogia con la quale la Marvel salutò idealmente il vecchio secolo dando il benvenuto al nuovo.
Anche stavolta, 12 numeri più vari speciali, a concludere uno dei progetti editoriali più ambiziosi mai partoriti dalla ‘Casa delle Idee’.
Si parla di ‘Paradiso’ e dunque di ‘aldilà’ assortiti, in un universo in cui la Morte è stata eliminata dal Creato e il significato di vita e non vita è mutato radicalmente: sulla Terra non muore più nessuno, e il destino di tutti è diventato una ben peggiore agonia; il vecchio reame della morte è abitato da chi non sa di essere trapassato o non si rassegna all’idea, mentre il vecchio Capitan Marvel sta organizzando il suo Paradiso personale, con fini poco chiari…
Un tentativo, forse un po’ troppo estremo, di coniugare misticismo e supereroi, dando una risposta in fondo consolatoria alle domande che tutti si pongono riguardo il ‘dopo’.
Il risultato è un affastellarsi di sottotrame, personaggi, idee spesso non sviluppati fino in fondo.
Meno confusionaria del precedente “Universe X”, l’ultima parte della trilogia sviluppata da Alex Ross, Jim Krueger e Doug Braithwaite (più altri disegnatori ospiti), porta a conclusione un progetto che, rimasto negli annali per durata e dimensione, non è riuscito a resistere al passare del tempo, finendo oggi per essere (quasi) dimenticato.
Voto: 7

 

EMPEROR DOOM
Uno dei tanto scontri tra i Vendicatori
e il Dr. Destino, che stavolta ‘ipnotizza’ l’intera popolazione mondiale, diventandone il monarca assoluto… Il bello è che le cose sembrano funzionare… ma è accettabile un mondo pacificato perché privato del libero arbitrio, e soprattutto: può un uomo di ‘azione’ resistere a lungo di fronte di fronte a continue richieste di sistemare questioni burocratiche? Il finale è prevedibile, ma l’esito di questa storia, uscita nell’87, scritta da un ottimo mestierante come David Michelinie e disegnata da Bob Hall, è comunque godibile.
Voto: 6,5

 
WONDER WOMAN – SPIRIT OF TRUTH
Inviata dalle amazzoni tra gli umani come Ambasciatrice di pace e concordia, Wonder Woman deve fare i conti col sospetto e i timori generati da una semidea che cammina tra i mortali: la certezza di essere nel giusto non basta, se ci si pone un gradino al di sopra dei destinatari delle proprie buone azioni, e allora è spesso necessario porsi al loro stesso livello, camminare non sopra, ma in mezzo a loro…
Parte di un progetto dedicato ai più iconici tra i supereroi della DC, quest’opera si addentra nel mito della Principessa Amazzone (ri)scoprendone le motivazioni…
Scrive Paul Dini, per i disegni ‘fuori scala’ di Alex Ross.
Voto: 8

 
JLA SECRET ORIGINS
Un utile ripasso delle radici dei componenti del più importante gruppo di supereroi della DC, membri fondatori e non solo: da Superman ad Atom, da Batman a Plastic Man, da Wonder Woman a Green Arrow e così via…
Nulla di nuovo, certo, ma se a scriverle è Paul Dini e a disegnarle l’iperrealista Alex Ross, allora anche l’ennesima narrazione dell’arrivo di Superman o della nascita di Batman diventano occasione per una lettura dai contorni mitologici accompagnata da immagini che sono una vera gioia per gli occhi.
Voto: 7

 
INVINCIBLE 65
Mark cerca la normalità: non facile, per chi si è perso cinque anni di vita famigliare, crescita di una figlia inclusa, mentre nuove / vecchie minacce si presentano all’orizzonte…
Voto: 6,5

Proseguono le avventure di Tech-Jacket, vittima di una possessione aliena, mentre anche i suoi genitori, sulla Terra, sono minacciati.
Voto: 6

 
THE WALKING DEAD SPECIALE: NEGAN È QUI E ALTRE STORIE
Michonne, Tyreese, Morgan, Il Governatore: storie di ‘prima’ che entrassero in TWD, per fare tutti (eccetto la prima) una più o meno brutta fine; ma su tutti lui, Negan, di cui finalmente scopriamo le origini e le motivazioni. Uno speciale per appassionati.
Voto: 6,5

 
SUPERSTAR
Spunto interessante su un supereroe che trae la propria forza da fama, successo e popolarità; può questo giustificare il ‘business ‘ che gli è stato costruito intorno?
Kurt Busiek come al solito offre un punto di vista singolare del concetto di supereroe, peccato che questo sia rimasto uno speciale isolato, lasciando troppe idee in sospeso.
Disegna uno Stuart Immonen discreto, ma non al meglio.
Voto: 6,5

 
MIDNIGHT NATION
Il lungo viaggio di un uomo alla ricerca della propria anima perduta, con sottintesi ‘danteschi’, a cominciare da una ‘guida’ / compagna di viaggio, in un percorso dove, come al solito, non tutto è come sembra…
J. Michael Straczinsky lascia i lidi supereroistici per una storia ‘soprannaturale’, accompagnato ai disegni da Gary Frank.
Voto: 7

 

THE WALKING DEAD 59
Un nuovo, bizzarro personaggio irrompe nella storia, mentre le comunità protagoniste della storia cercano di rimettersi in sesto dopo il disastro degli ultimi numeri e, come al solito, nuove / vecchie minacce si stagliano sull’orizzonte…
Voto: 6,5

 
DRACULA: A SYMPHONY IN MOONLIGHT AND NIGHTMARE
Ennesima riproposizione del ‘mito’di Dracula, con varie licenze rispetto all’originale, tutta volta a raccontare il lato più seduttivo ed erotico della vicenda, eliminando completamente tutta la questione della lottare contro il vampiro.
Lavoro che ben presto diviene poco più di un esercizio di stile da parte di John J. Muth, i cui acquerelli sono un piacere per gli occhi, ma che riduce a poco più di contorno dei testi didascalici.
Voto: 7

 
WANTED
Wesley è uno spiantato, con un lavoro grigio, una fidanzata che lo cornifica col suo migliore amico e via dicendo…
Scoprirà doti insospettabili quando saprà la verità sul padre scomparso, membro di una confraternita di supercriminali che ha spazzato via i supereroi, cancellandone perfino il ricordo. Il nostro finirà nel bel mezzo di una guerra tra bande per il controllo del Pianeta…
Uno degli apici di Mark Millar, divenuto poi un film molto liberamente tratto dall’opera originaria; disegni di John Gerard Jones, per un’opera che nel bene e nel male (se non vi piacciono certe riletture un po’ ciniche e ‘maleducate’ del genere, passate oltre), resta uno dei caposaldi supereroistici dei primi anni 2000.
Voto: 7

 
JLA – NEW WORLD ORDER
L’anno è il 1997 e Grant Morrison, affermatosi con serie come Animal Man e Doom Patrol o Graphic Novel come Arkh Asylum, viene chiamato a risollevare le sorti della ‘Lega della Giustizia’; l’inizio, tuttavia, è tutt’altro che indimenticabile, con un gruppo di superalieni apparentemente mossi dalle migliori intenzioni, ma im realtà animati da ben meno nobili intenzioni, che cercano di fare piazza pulita dei ‘nostri eroi’, finendo puntualmente per prenderle. I disegni, non all’altezza, di Howard Porter, non aiutano.
Voto: 5,5

 
AMERICAN JESUS
Sopravvissuto incredibilmente a un incidente stradale e cominciando in seguito a compiere ‘miracoli’, il dodicenne Jodie si convince di essere il nuovo Messia e allo stesso modo chi lo circonda…
Prima parte di un progetto rimasto finora incompiuto, ed è un peccato perché Mark Millar, coi disegni di Peter Gross, sembrava veramente aver fatto centro un’altra volta.
Voto: 7

 
OINK – HEAVEN’S BUTCHER
Presa di coscienza e ribellione di Oink, ibrido tra uomo e maiale condannato, come tutta la sua razza, a una di schiavitù. Unica creazione di John Muller, attivo soprattutto come illustratore e copertinista, che in seguito tornerà sul personaggio. Spunto non originalissimo, ma esito molto apprezzabile.
Voto: 7

 
INVINCIBLE 66
Tornato alla propria realtà dopo cinque anni, cercando di recuperare il rapporto con la famiglia, tagliati quasi del tutto i ponti con la Terra, dove Rex e i suoi metodi sembrano riscuotere pressoché unanime approvazione, Mark si allontana da tutto e da tutti con moglie e figlia… ma qualcuno sembra intenzionato a non volerlo lasciare tranquillo.
Voto: 6,5

Nel frattempo, Tech Jacket torna sulla Terra, ma solo per passare dalla padella nella brace.
Voto: 6,5

 

OINK – BLOOD AND CIRCUS
Seconda parte delle avventure dell’ibrido uomo – maiale, che si ritrova ora a rischiare la vita nei meandri di una città sotterranea dove si pratica il cannibalismo, mentre un vecchio nemico si ripresenta all’orizzonte.
Storia che aggiunge poco o nulla alla precedente, pur con qualche trovata. John Mueller scrive (assieme a Dave Davis) e soprattutto disegna, sostenendo la storia con le sue abilità da illustratore.
Voto: 6,5

Fumettazioni 4 / 2018

Brevi (più o meno) recensioni di letture disegnate.

 
UACK! PRESENTA: VITA DA PAPERI 3

La ristampa dell’opera barksiana prosegue con una tipica parentesi western per Paperino e nipoti; il pezzo forte dell’albo è uno sketchboard con gli originali bozzetti di Barks accompagnato pagina per pagina dalla realizzazione finita di Daan Jippes; scelta affascinante, una ‘chicca’ per intenditori, che però alla fine occupa quasi mezzo albo.
Voto: 6

 
INVINCIBLE 53

Il ritorno di un vecchio nemico minaccia la parvenza di serenità famigliare trovata da Mark e Eve.
Voto: 6
Tech Jacket, mentre è alle prese con problemi di ‘incompatibiità anatomica’ tra specie aliene, affronta il nemico più pericoloso.
Voto: 6

 
GREENBERG THE VAMPIRE

Oscar Greenberg è uno scrittore ebreo con difficoltà d’ispirazione; incidentalmente, è anche un vampiro, vivendo questa condizione più o meno come una scocciatura… quando il fratello minore Morrie diventerà vittima dell possessione di una ‘vecchia conoscenza’ dello stesso Oscar, il protagonista dovrà fare i conti col suo retaggio, personale e culturale.
Un ‘gioiellino’ come ormai se ne vedono pochi, testimonianza di un’epoca in cui la Marvel aveva il coraggio di andare oltre il genere supereroistico, cimentandosi in altro e ‘sperimentando’. Jean Marc De Matteis gioca coi generi, mescola vampiri e umorismo ebraico, inserisce tra le pagine disegnate – da un Mark Bagder ‘pittorico’, quasi espressionista – stralci di racconti horror e sci-fi, sceneggiature cinematografiche e romanzo epistolare.
Voto: 7,5

 
TRINITY

Superman, Batman, Wonder Woman: la ‘trinità laica’ degli appassionati di supereroi qui alla prima collaborazione; nemico di turno Ra’s Al Ghul, spalleggiato dal grottesco Bizarro e dall’Amazzone ‘rinnegata’ Artemide. Una risalita alle radici del nucleo di quella che poi sarebbe diventata la Justice League (con un ‘cameo’ di un certo regnante sottomarino).
Scrive e disegna Matt Wagner, dando tridimensionalità ai personaggi e alle loro relazioni. Un capitolo irrinunciabile nella storia editoriale dei tre pilastri della DC Comics.
Voto: 8

 
SANDMAN MYSTERY THEATRE: IL FANTASMA DELLA FIERA

Mentre si svolge un’esposizione che mostra le ‘magnifiche sorti progressive’ dell’umanità, un efferato serial killer miete le proprie vittime nella comunità omosessuale…
Matt Wagner preme l’acceleratore in una delle storie più ‘nere’ del personaggio, pur senza cedere allo splatter, all’insegna di una violenza in gran parte solo ‘suggerita’ e per questo ancora più inquietante; ad aiutarlo, la coppia rodata Steven T. Seagle – Guy Davis ai disegni.
Voto: 7,5

 

THE WALKING DEAD 53

Seconda parte dello scontro coi ‘Sussurratori’; in mezzo alla solita sagra del cadavere ambulante, condita con ammazzamenti assortiti (come se già non ci fossero già abbastanza morti in giro), c’è tempo anche per una riflessione sulla triste sorte dei non morti, ex essere umani condannati a una condizione di non vita.
Voto: 6,5

 
WONDER WOMAN: AMAZONIA

Un’altra versione alternativa dell’Amazzone: stavolta siamo in un’Inghilterra vittoriana dai tratti distopici e troviamo la protagonista praticamente schiavizzata in una società patriarcale fino alle estreme conseguenze. Non ci vorrà molto prima che Diana, preso pieno possesso dei propri poteri, diventi una sorta di icona di liberazione femminile.
William Messner-Loebs mette in scena una godibile variazione sul tema, coadiuvato da un più che discreto Phil Winslade ai disegni.
Voto: 7,5

 
BIG GUY AND RUSTY, THE BOY ROBOT

Frank Miller omaggia la fantascienza giapponese: da Godzilla ad Astroboy, passando per i ‘robottoni’; quasi un gioco, un’escursione divertita in scenari lontanissimi dalle atmosfere abituali di Miller. Un’opera per appassionati e ‘completisti’, che acquisisce maggiore sostanza, grazie ai disegni ultra dettagliati di Geoff Darrow, come al solito una gioia per gli occhi.
Voto: 7

 
BATMAN: WHATEVER HAPPENED TO THE CAPED CRUSADER?

Una ‘veglia’: amici e alleati del ‘crociato incappucciato’ ne narrano le gesta e l’ultimo atto di eroismo, ognuno la sua versione.
Lo stesso Batman ne è spettatore, invisibile, silente e incapace di comprendere la situazione, affiancato da un’ulteriore, impalpabile, presenza… Neil Gaiman scrive l’ultima storia di Batman; non la ‘definitiva’, quando si parla di supereroi nulla è mai definitivo, ma uno degli apici della letteratura del ‘pipistrello’ analizzandone le motivazioni e l’essenza del suo essere eroe. Disegna Andy Kubert, anche omaggiando i grandi autori che l’hanno preceduto. Il volume è completato da un’altra manciata di storie, sempre Batman o i suoi avversari protagonisti, sempre Gaiman lo scrittore; tra i disegnatori, spicca Simon Bisley.
Voto: 8

 
INVINCIBLE 54

Un numero di ‘pausa’, un ordinario invito a cena per Mark e Eve a casa dei genitori del primo, per quanto ‘ordinaria’ può essere una cena in una base lunare e quando tuo padre è il neoeletto monarca di una popolo di spietati conquistatori interplanetari sulla via della redenzione…
Voto: 6,5
In appendice, chiusura del primo ciclo di storie di Tech Jacket, con i prevedibili fuochi artificiali e scontro finale col ‘cattivone’ di turno.
Voto: 6

 
SUPERMAN: WHATEVER HAPPENED TO THE MAN OF TOMORROW?

Alan Moore scrive l’ultima, ipotetica storia di Superman, alle prese col crollo della propria vita, gli affetti di una vita messi a rischio da un nemico insospettabile… Un omaggio al miglior periodo della storia editoriale dell’Uomo d’Acciaio, non a caso a curare parte dei disegni è il disegnatore storico Curt Swann, assieme a lui George Perez.
Il volume è completato da altre due storie di Superman, sempre scritte da Moore, accompagnato ai disegni da Rick Weitch e da Dave Gibbons, a riformare la mitologica accoppiata di “Watchmen”.
Voto: 8

 
DR. STRANGE: INTO SHAMBALLAH

J. M. De Matteis scrive una storia dal sapore classico, con tutti gli elementi canonici del ‘Dottore’: il ritorno alle proprie origini, i viaggi fisici e astrali, il bene che si confonde col male, il ‘nulla è come sembra…’. Il risultato, anche grazie allo stile ‘pittorico’ di Dan Green, è entrato a buon diritto tra le storie indispensabili del personaggio.
Voto: 7,5

FUMETTAZIONI 3/2018

Brevi (più o meno) recensioni di letture disegnate.

 

SANDMAN MYSTERY THEATRE: LA NEBBIA

La ‘nebbia’ del titolo è ciò che resta dopo che un’arma incredibile rilascia i suoi tremendi raggi: un’invenzione che potrebbe rivelarsi decisiva, nel momento i venti della II Guerra Mondiale cominciano a spirare dall’Europa.
Un pretesto, in fondo, che permette a Matt Wagner di dipingere il consueto ritratto di un’epoca e delle sue convenzioni sociali; a occupare la scena è però la vicenda di un giovane di origine tedesca, che viene lentamente irretito da un circolo nazista in terra americana.
Steven T. Seagle e Guy Davis curano la parte grafica.
Voto: 7,5

 

STARSTRUCK

Può sembrare un luogo comune, sottolineare i risultati inaspettati della scrittura femminile applicata a generi solitamente poco ‘femminili’, ma questo è uno di quei casi: Elaine Lee dipinge un mondo futuro e post-atomico, in cui l’uomo ha colonizzato il cosmo, ma non sembra aver perso le sue vecchie abitudini… Il risultato è una serie di avventure surreali, condite con satira politica, antimilitarista, religiosa e sui ‘costumi’, anche sessuali… magistralmente disegnata da Mike Kaluta, “Starstruck” esonda dai confini della ‘narrativa disegnata’ per diventare un magnifico esempio di letteratura sci-fi.
Voto: 8,5

 

THE WALKING DEAD 52

Comincia l’inevitabile, e ampiamente prevedibile, scontro coi Sussurratori: Rick sistema le truppe, ma saranno sufficienti contro la marea di non morti – e di vivi travestiti come tali – che gli sta arrivando addosso?
Mentre – e come ti sbagli? – uno dei personaggi ‘di lungo corso’ ci rimette le penne – la ‘nemesi’ Negan potrebbe rivelarsi ‘l’uomo in più’ di tutta la situazione.
Voto: 6,5

 

LA VENDETTA DEL MONOLITO VIVENTE

Un nemico – letteralmente – enorme, tre dei Fantastici 4 suoi prigionieri, Vendicatori e mutanti assortiti in tutt’altre faccende affaccendati: tocca a Capitan America, l’Uomo Ragno e She-Hulk (ai tempi negli stessi F4, sostituta temporanea de La Cosa) difendere New York.
E’ il 1985: scrive l’ottimo mestierante David Michelinie, disegna un Marc Silvestri qui alla prima prova ‘importante’ per la ‘Casa delle Idee’, uno stile gradevole, ma ancora lontano dai fasti del decennio successivo.
Voto: 7

 

SILVER SURFER: THE ULTIMATE COSMIC EXPERIENCE

Dopo aver creato l’Universo Marvel a inizio anni ’60 e aver in seguito rotto i loro rapporti per divergenze creative ed economiche, Stan Lee e Jack Kirby tornano a collaborare nel 1978 per offrire una rilettura dell’epopea di Silver Surfer, forse il frutto più immaginifico della loro collaborazione. Storia del tutto svincolata dalle vicende precedenti del personaggio, nel formato di un ‘romanzo grafico’ del tutto inusuale rispetto al fumetto seriale della Marvel, ‘l’esperienza cosmica definitiva’ propone una di quelle classiche vicende di sacrificio tipicamente marvelliane, in cui il protagonista si trova di fronte alla drammatica scelta tra seguire il proprio cuore e ottemperare al dovere di salvare l’intera popolazione, per quanto per molti versi poco ‘meritevole’, del pianeta Terra. Architetto del tutto, e non poteva essere altrimenti, Galactus, entità primigenia, che risponde solo alle proprie necessità e agli imperscrutabili disegni che l’hanno portato a girovagare per l’universo preda di una fame incessante che lo porta a consumare qualsiasi pianeta animato da energia prodotta dalla vita.
L’ultima grande storia prodotta da Lee e Kirby è un grande omaggio alla Marvel delle origini, che si legge col rimpianto di ciò che sarebbe potuto essere se la collaborazione tra i due non di fosse interrotta.
Un autentico gioiello, purtroppo dalla reperibilità oggi molto difficile.
Voto: 8,5

 

INVINCIBLE 52

Uno sviluppo inaspettato porta a un drastico cambiamento nello status quo e negli equilibri tra i personaggi della serie: e dato che il buon Mark ne ha – e a ragione – le scatole piene di cambiamenti ogni due per tre, si decide a ‘un grande passo’, per costruirsi almeno un minimo di stabilità nel ‘privato’…
Voto: 6,5

In appendice, due storie ‘d’ordinanza” di Tech Jacket, tra salvataggi interstellari, profughi alieni e amori interplanetari ostacolati da ‘incompatibilità anatomiche’…
Voto: 6

 

THE SENSATIONAL SHE-HULK
E’ il 1985 quando la Marvel incarica John Byrne di dare nuova linfa alla cugina di Bruce Banner con questa graphic novel.
Il risultato, come suggerisce il titolo, è ‘sensazionale’: al di là della storia (la gigantessa verde catturata dallo SHIELD al fine di ‘studiarla’ e renderla inoffensiva, nel caso ‘sbarellasse’ come il più famoso parente) con l’aggiunta di una minacciosa colonia di scarafaggi intelligenti (!!!), il fumetto vale soprattutto per la parte grafica, in cui un Byrne sornione rende la protagonista una bomba sexy che preannuncia l’era delle supereroine coi costumi stracciati del decennio successivo e l’attitudine decisamente ironica, a tratti apertamente umoristica; elementi che lo stesso autore avrebbe successivamente sviluppato nella serie autonoma del personaggio.
Voto: 7,5

 

SPIDER-MAN: BLUE

Peter Parker affida a un registratore una lunga lettera – confessione destinata all’indimenticata Gwen Stacy, ritornando sulla storia del loro incontro e di quello parallelo con Mary Jane, l’altra donna della sua vita…
La premiata ditta Jeph Loeb – Tim Sale, dopo aver riletto i primi anni di Batman, a inizio anni ’10 si dedica ad alcuni dei più iconici supereroi Marvel, assegnando ad ognuno di loro un ‘colore’, dominante nei disegni ma anche emotivamente; per l’Uomo Ragno è il ‘blue’, quello stesso sentimento di malinconia / nostalgia che è l’impronta caratteristica del jazz. Il risultato è il racconto agrodolce di un gruppo di giovani – Peter, Gwen, MJ, Harry Osborne, Flash Thompson – che si stanno affacciando all’età adulta, con le loro debolezze, incertezze, amicizie, amori… Certo, sempre dell’Uomo Ragno si tratta, e non mancano le scazzottate e i ‘cattivoni’ (Rhino, Lizard, L’Avvoltoio), ma qui le ‘botte’ assumono un ruolo quasi marginale, rispetto al ritratto di una gioventù: sembra quasi di trovarsi di fronte a degli epigoni di Stephen King, un maestro nel parlare di ‘cose importanti’ mascherandole da libri horror.
Si respira un’atmosfera da fine estate, in cui tutti si divertono, sapendo che di lì a poco si dovrà tornare a ‘fare sul serio’, e nel caso di Peter e Gwen la tragedia è dietro l’angolo.
Un piccolo (mica poi tanto, trattandosi di una miniserie di 6 numeri) capolavoro e una delle storie più intense de L’Uomo Ragno degli ultimi vent’anni.
Voto: 8,5

 

FANTASTICI 4 1 2 3 4

Grant Morrison e Jae Lee inscenano l’ennesimo scontro tra gli F4 e il Dr. Destino, alleato al ‘solito’ Uomo Talpa ossessionato da propositi di vendetta e da un Namor più che mai intenzionato a conquistare la Donna Invisibile… Il tentativo, come al solito, quello di separare il Quartetto: ancora una volta, col miraggio di una ‘vita normale’ per La Cosa; gettando l’ombra del dubbio sulla spavalderia della Torcia; attentando alla fedeltà coniugale di Sue.
La sfida però è come al solito tra Destino e Reed: un confronto più che mai ‘celebrale’, apparentemente sulla strada completa alienazione…
Il finale è prevedibile, lo svolgimento ‘canonico’, ma Grant Morrison ci mette del ‘suo’ e, accompagnato dai disegni a tratti vagamente ‘disturbanti’ di Jae Lee offre una lettura forse non originalissima della dinamiche degli F4, ma comunque sostenuta da una scrittura di livello.
Voto: 7

 

WONDER WOMAN: THE BLUE AMAZON

Conclusione di una trilogia ‘espressionista’, scritta dai coniugi Jean-Marc e Randy Lofficier e disegnata da Ted McKeever, cominciata con “Superman – Metropolis” e proseguita con “Batman – Nosferatu”, la storia è naturalmente – e liberamente – ispirata a “L’Angelo Azzurro”: Diana, immemore del suo passato, si esibisce ogni notte in un club, schiava dei desideri (e forse di qualcosa di più concreto) dei clienti, fino a quando le cirscostanze non la porteranno a risvegliarsi, partecipando a un confronto che svelerà i segreti e deciderà le sorti del ‘mondo di sopra’, di ‘quello di sotto’ e del ‘Paradiso’ dal quale lei stessa proviene…
Il capitolo finale della trilogia finisce per essere il più debole dei tre, forse perché se le associazione di idee tra la ‘Metropolis’ di Lang e quella di Superman e tra il “Nosferatu” di Murnau e l’aspetto per certi versi vampiresco di Batman sono più dirette, il filo che lega Wonder Woman con la Lola di Marlene Dietrich nel film di Von Sternberg è decisamente più esile e il tutto appare un po’ ‘forzato’ dall’idea di portare appunto a termine una trilogia.
I Lofficier se la cavano svolgendo un ‘compitino’ senza particolari sussulti; McKeever da il suo contributo col suo solito tratto difficile, a metà strada tra lo straniante e il caricaturale.
Voto: 6,5

 

WONDER WOMAN THE TRUE AMAZON

Wonder Woman prima di Wonder Woman: dono degli dei alla regina Ippolita, cresciuta nella bambagia fino ad essere viziata, dotata di facoltà eccezionali… Fino a quando, pur di primeggiare, non commetterà un classico peccato di superbia, con le più nefaste conseguenze….
Jill Thompson rilegge le origini della più famosa amazzone dei tempi moderni, un romanzo di formazione che si sposa con stilemi tipici della tragedia greca, con disegni pittorici ad acquerello che fanno al tutto delle atmosfere da Arcadia: l’isola di Temiscira è un mondo ideale costruito a prezzo del sangue e dell’esilio dove improvvisamente irrompe il dramma, causato proprio dalla più amata delle sue abitanti.
Voto: 7,5

 

BATMAN – THE SPIRIT: CRIME CONVENTION

Due tra i giustizieri più iconici del mondo dei fumetti si incontrano in questa gustosa storia firmata da Jeph Loeb, che orchestra un classico crossover in cui i nemici storici dei due eroi utilizzano i loro classici comprimari per ordire un tranello ai loro danni.
La fine, tra ampie scazzottate, arriva facile e veloce, ma quando all’omaggio di Loeb all’età dell’oro si aggiunge il tratto, deliziosamente sospeso tra atmosfere retrò e stile ‘cartoonistico’ del mai troppo compianto Darwyn Cooke, il risultato è veramente gustoso.
Voto: 7

BATMAN CONTRO SUPERMAN

Si, ‘CONTRO’: perché a dirla tutta, io già non capisco perché si sia ricorsi a quella stupida ‘v’ in luogo del più corretto ‘vs’ (versus); capisco ancora meno perché, avendo a disposizione in italiano un efficace ‘contro’, non lo si debba usare.

Le domande di fondo sono due. La prima: può un essere alieno con poteri che lo rendono più simile a un dio che a un umano, essere lasciato libero di scorrazzare su e giù per il pianeta, decidendo lui se e quando intervenire?
Per molti, la risposta è: no; tra questi, anche Bruce Wayne / Batman, il quale ha peraltro assistito più o meno impotente alla semi-distruzione di Metropolis nello scontro tra Superman e Zod.
Il secondo interrogativo: può un uomo, indossando i panni del giustiziere, ergersi a giudice, giuria e boia, ponendosi al di sopra delle leggi degli uomini? Per molti, la risposta è: no; tra questi, Clark Kent / Kal El / Superman, il quale cresciuto nel classicissimo rispetto dei valori di pace, fratellanza, giustizia, mamma, e torta di mele, considera quella dell’Uomo Pipistrello una pericolosa deriva.

Lo scontro è prevedibile, specie se il giovane, geniale, visionario e un filo schizoide Lex Luthor tira i fili per rendere il confronto inevitabile e approfittarne… botte da orbi prima che i due capiscano di essere stati ‘gabbati’ (e comunque: lascia stare mamma), appena in tempo per unire le forze contro una nuova, letale contro la quale verranno affiancati da una nuova alleata, mentre all’orizzonte si staglia un nemico indefinito e probabilmente molto più pericoloso del bimbominkia Luthor, ma anche nuovi e preziosi alleati.

A dirla tutta, non sapevo nemmeno se questo film l’avrei visto, alla fine, per almeno un paio di motivi: il mio essere bastiancontrario, innanzitutto, l’evitare spesso e volentieri ‘i film che vedono tutti’; e poi, il fatto che, nonostante ami i fumetti, ritenga che questa storia dei cinecomics stia facendo male sia al fumetto che al cinema… poi alla fine mi sono convinto ad andare, cogliendo l’occasione del biglietto a 3 euro, poco prima che il film uscisse dalla programmazione.
Ho lasciato che la polvere si posasse, soprattutto che si azzittasse l’insopportabile chiacchiericcio delle discussioni da nerd, delle quali a dirla tutta mi sono anche un po’ rotto: frequentando Facebook nei giorni immediatamente successivi all’uscita del film, sembrava di essere di fronte a un massimo sistema: se lo stesso coinvolgimento fosse provocato dal referendum sulle trivelle, l’Italia sarebbe un posto migliore… Invece a generare discussioni sono due fessi in calzamaglia che si prendono a botte…

Detto questo: la mia impressione è che Batman contro Superman sarebbe potuto essere un film migliore; non che sia brutto, intendiamoci, ma a me sembra che, con ciò che si aveva a disposizione, il risultato sia stato inferiore al possibile.  ‘Costruito’ male: nella prima metà della storia non succede nulla o quasi e le stesse cose potevano essere raccontare con buoni venti minuti / mezz’ora di meno; per contro, nella seconda metà del film succede tutto e troppo in fretta, in modo addirittura quasi troppo frettoloso.
Insomma: io avrei chiuso la prima parte con lo scontro tra Batman e Superman, e dilatato nella seconda quello trai tre protagonisti e Doomsday; invece, tutto è stato concentrato, quasi tirato via, alla fine.
Superflua e quasi fastidiosa l’ennesima ri-narrazione delle origini di Batman; congegnata male, tanto da apparire un allungamento del brodo, tutta la parte relativa al ‘complotto politico’; decisamente delineato male Lex Luthor, dipinto come un mezzo pazzo paranoico con tratti, a cominciare dalla risatina isterica, che lo avvicinano fin troppo al Joker (con cui non c’entra nulla); poco riuscita l’introduzione di Wonder Woman; perfino la colonna sonora di Hans Zimmer a tratti sembra abbastanza sottotono, priva di qualcosa in quanto ad epicità.
Un film in cui forse è stata messa fin troppa carne al fuoco se parliamo delle opere di riferimento, creando un ‘mischione’ tra Il Ritorno del Cavaliere Oscuro di Miller, il videogioco Injustice, la saga della Morte di Superman.

I lati positivi, per contro, cominciano da un Ben Affleck praticamente perfetto per il ruolo, con una faccia marmorea, indurita dalla lotta e dalle perdite e proseguono con un Jeremy Irons che dà vita forse al miglior Alfred visto finora sul grande schermo, e terminano – ovviamente – con le scene di lotta che comunque sono più che soddisfacenti, per quanto forse troppo brevi.
Gal Gadot, prevedibilmente, è più credibile quando veste i panni della sofisticata Diana Prince, che non quando indossa l’armatura di Wonder Woman; del personaggio di Luthor ho già detto: Jesse Eisenberg è comunque bravo, ma è il personaggio ad essere stato scritto male; il resto, è puro contorno, con le apparizioni ‘di ordinanza’ di Amy Adams e Laurence Fishburne, la partecipazione di Diane Lane e il cameo di Kevin Costner. Henry Cavill non si sforza nemmeno più di tanto: questo Superman alla fine potrebbe essere interpretato da chiunque abbia un minimo di prestanza fisica e forse nemmeno quella, visto che possono soccorrere gli effetti speciali.

“Batman contro Superman” appare in fondo come una sorta di ‘film di transizione’, una sorta di ‘passaggio obbligato’: la fusione delle saghe dei due ‘pesi massimi’ della DC, l’introduzione – abbozzata – di Wonder Woman, prossima protagonista di un film tutto suo (e allora capiremo quali saranno le reali capacità di Gadot) e la ‘presentazione’ degli altri tre componenti che andranno a in seguito a formare la Justice League.
Forse, tutti i limiti del film nascono proprio dal suo essere in un certo ‘necessario’ all’interno della più ampia narrazione cinematografica dell’universo DC: un film che trae la sua ragion d’essere, più che dal film in sé, dal suo inserimento in una contesto narrativo più ampio: un film che se vogliamo ‘dipende’ in larga parte da ciò che è venuto prima e da ciò che verrà dopo… Un lavoro in una certa misura più ‘dovuto’ che ‘voluto’, con tutte le conseguenze del caso.

L’UOMO D’ACCIAIO

Il prologo è quello che gli appassionati – e non solo – conoscono bene: il pianeta Krypton ormai condannato, il tentativo disperato dello scienziato Jor El di mettere in salvo il figlio, sperando che possa trovare una nuova ‘casa’…
Ritroviamo Kal El, cresciuto sulla Terra come Clark Kent, poco sopra la trentina, intento a vivere un’esistenza sotto traccia, usando di tanto in tanto i poteri che il nostro sole ha conferito alla sua fisiologia aliena… e a sconvolgere nuovamente la sua esistenza, arriverà una serie di eventi che lo costringerà a venire definitivamente a patti con sé stesso, scegliendo tra il retaggio della sua stirpe e il mondo che l’ha accolto, dovendosi confrontare con un gruppo di kriptoniani salvatisi dalla catastrofe perché precedentemente esiliati…

Senza girarci troppo attorno The Man of Steel (o l’Uomo d’Acciaio, come cita il titolo italiano), era uno dei film più attesi dell’anno, e sicuramente il più aspettato dagli appassionati del genere. I motivi sono molteplici: in tempi in cui i supereroi al cinema vanno per la maggiore, all’appello mancava ormai solo Superman, dopo il flop disarmante del film di qualche anno fa, poco più che un omaggio, anche abbastanza malriuscito ai film di Christopher Reeve.

Non solo: dopo il successo della trilogia batmaniana, la necessità di portare Superman sul grande schermo era ineludibile e in aggiunta a questo dall’esito di questo film dipenderà la reale possibilità di dare il via ad una serie di film con protagonisti i supereroi della casa editrice DC Comics, il cui apice dovrebbe essere un lungometraggio dedicato alla Justice League, il supergruppo che oltre a Superman e Batman, vede protagonisti Wonder Woman, Flash e Lanterna Verde tra gli altri… insomma c’è da capire se la DC possa mettere in campo un progetto paragonabile e concorrente con quello della Marvel.

“L’Uomo d’Acciaio” è un film riuscito, anche se con qualche limite: lo spirito e l’identità del personaggio sono rispettati, pur se con qualche accettabile licenza, ma con un’apprezzabile operazione di ‘svecchiamento’: privato degli accenti da ‘boyscout’ dei precedenti lungometraggi, Superman viene dipinto come un personaggio in buona parte problematico che davanti alla drastica scelta di fronte alla quale viene messo, viene per un attimo colto dal dubbio. Qualche isolata concessione all’ironia, un’adeguata dose di sentimenti, con l’immancabile Lois Lane e coinvolgimento sentimentale annesso… e tonnellate di azione, distruzione, combattimenti, esplosioni e quant’altro… pure troppi: e forse questo è uno dei limiti del film: specie nella seconda parte il ricorso all’effettaccio appare troppo insistito, si avverte un filo di compiacimento da parte del regista, Zack Snyder, che del resto la sua carriera l’ha costruita più sulla fantasmagoria visiva che sulle ‘storie’ propriamente dette. Efficace l’idea di narrare gli anni dell’infanzia e giovinezza del protagonista attraverso flashback sparsi qua e là, evitando la noia di un riassunto ‘lineare’.
Sotto il profilo della coerenza narrativa si potrebbe avere da eccepire sul fatto che Kal / Clark prima giura eterna fedeltà al genere umano, e poi non si cura del fatto che i suoi combattimenti radono al suo una media cittadina prima e una metropoli poi (a proposito: a un certo Metropolis sembra deserta, interi grattacieli vuoti, alla faccia delle procedure di evacuazione). Per finire, appare fin troppo abusato il ricorso alla situazione dell’eroe che salva la sua donzella: all’ennesima occasione c’è da domandarsi come Superman non sbottti con Lois con un bel “ma tu stai sempre trai piedi”?

Il cast è all’altezza, anche se alle prese con una sceneggiatura che non esplora chissà quali profondità dell’animo umano: Henry Cavill, al centro della scena, riesce a dare sufficiente spessore alle insicurezze del protagonista; attorno a lui Amy Adams – Lois Lane e Michael Shannon (nel ruolo di un cattivo forse non memorabile), svolgono senza troppi patemi il compito non eccessivamente gravoso assegnatogli; Russell Crowe è efficace nel ruolo (il padre ‘genetico’ di Kal-El) che fu di Marlon Brando, Kevin Costner e Diane Lane altrettanto in quelli dei genitori terrestri. Nei ruoli di contorno troviamo, tra gli altri Laurence Fishbrune e due note facce ‘televisive’: Christopher Meloni (Law & Order – Special Victims Unit) e Richard Schiff (The West Wing).

“L’Uomo d’Acciaio” riserva dunque a Superman il rilancio che meritava, gli esiti al botteghino sono stati convincenti: le seguito è annunciato e già le indiscrezioni attorno a plot e personaggi; diverso il discorso se vogliamo parlare di un più ampio progetto che coinvolga anche gli altri eroi della DC: su qesto, eccetto qualche rara allusione, il film non sembra dire ancora granché… le premesse per vederci sommersi da una gragnuola di film a base di gente con superpoteri come già successo con la Marvel non sembrano essere ancora molto concrete.

L’efficacia de “L’Uomo d’Acciao” comunque resta: non passerà alla storia del cinema in assoluto e probabilmente nemmeno a quella dei fumetti su grande schermo: ma è in fondo un film onesto, che mantiene ciò che promette offrendo oltre un paio d’ore di sano svago.