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SPORT, SALUTISMO, ETC…

‎”Medico: Dovrebbe fare un po’ di sport.
Andreotti: Tutti i miei amici che facevano sport sono morti.
Medico: È un caso.
Andreotti: Io non ci credo al caso, io credo alla volontà di Dio” (Da “Il Divo”)

E se avesse ragione lui? Non è che tutto sport, questa smania di raggiungere il ‘risultato’, nell’illusione alle soglie dei 40 anni, di essere ‘atleti di livello’, quando alla fine non finiamo per essere altro che patetiche parodie dei ‘veri atleti’, ci faccia più male che bene? Questa fissazione patologica del ‘superare i nostri limiti’, quando in realtà sottoponiamo cuore, polmoni, muscoli, ossa e tendini ad uno ‘sforzo supplementare’ del quale forse non c’è manco tutto ‘sto bisogno? In fin dei conti a che serve? Ma dove vogliamo correre / nuotare? Alla fine basta qualche sana passeggiata ogni settimana, ed evitare di mangiare porcherie… Che poi, porcherie… ma insomma, se ci fanno ‘godere’, perché no? Tutto questo ‘salutismo’ comincia veramente a scassare la minchia, come se l’unico obbiettivo fosse vivere più a lungo possibile… ma per cosa? Eeeeeeh, Tizio è campato fino a 110 anni. Complimenti. Je danno ‘na medaglia?

OGNI ESTATE

Per la maggior parte delle persone, l’estate è sinonimo di relax, svago, divertimento: lasciamo perdere il discorso dei ‘forzati delle ferie’, di quelli che come si usa dire, tornano più stressati di quando sono partiti: alla fine, anche a loro, l’estate offre parentesi di ‘leggerezza’. Le mie estati sono, da anni, l’occasione per guardarmi allo specchio e riflettere su una situazione di vita che passano gli anni ed è sempre la stessa, quindi considerando che il passaggio del tempo è comunque un fattore negativo, il quadro peggiora ogni anno. Al fondo delle cose c’è sempre il classico ‘come ho fatto a ridurmi così?’. Da anni non vado in vacanza: è tutta una catena, cominciata negli anni dell’Università, in cui non si sapeva mai che fine fare, causa appelli; gli stessi anni in cui, superati i venti, andare in vacanza coi miei era diventato del tutto improponibile. Poi, i discorsi sono quelli: certo c’è una questione di mancanza di soldi, cui si somma la mancanza di gente con cui andarci in vacanza… Poi c’è la solita scusa, che siccome io non ho un lavoro ‘normale’ sul quale stressarmi come tutti gli altri, allora di tutte ste vacanze non ho bisogno.  E scava e scava, alla fine il motivo sta tutto nella mia incapacità di cambiare, di ‘deragliare’ da una ‘norma’. Vivo 365 giorni all’anno in un mondo autocostruito, edificato su ritmi tutti uguali, incapace di cambiare. Prendiamo uno degli aspetti più piacevoli, la piscina: ma vi pare possibile che da 15 anni e passa a ‘sta parte io ogni autunno mi re-iscrivo in piscina? Manco dovessi farlo per agonismo. No. Trovata una sorta di ‘attività fisica d’elezione’, guai a deragliare… ci sono persone che negli stessi anni credo abbiano cambiato uno sport l’anno, magari arrivando pure  a provare il badminton… Io, no. Alla fine si tratta di ‘mancanza di palle’,  semplicemente… l’accontentarsi, il non aspirare ad altro, il farsi bastare ciò che si ha, persino il ‘bastare a se stessi’. Potrei dare la ‘colpa’ ai miei, ma alla fine ho sempre creduto che ognuno in fondo sia artefice del proprio destino, che, al netto del luogo dove casualmente veniamo al mondo, poi la strada ce la costruiamo noi, cominciando più presto di quanto s’immagini. Potrei dire che è stata una ‘somma’, che uno come me avrebbe avuto bisogno attorno a sè di una famiglia che lo prendesse, in senso figurato,  ‘a calci’, spingendolo fuori dalla palude, anche solo crescendolo insegnandogli di non accontentarsi, di aspirare sempre a qualcosa di meglio. Così, per tanti motivi, non è stato… ma non posso scaricare tutto sugli altri, ci ho messo del mio, insomma: ripeto, ognuno percorre la propria strada alla fine. La mia strada mi ha portato qui, a una vita all’insegna dell’accontentarsi, del ‘non lamentiamoci che c’è chi sta peggio’, di passatempi (i fumetti, la musica,  i libri, etc..), tutti sedentari, di una ‘cura del fisico’ che si è fossilizzata sul nuoto (la corsa talvolta d’estate). Tutto scontato, tutto meccanizzato. Nessun coraggio di cambiare, di evadere, di uscire dalla routine.  Così arriva l’estate, e io resto qui, privo della spinta necessaria a partire, forse conscio del fatto che tre, cinque, dieci, quindici giorni da qualche parte non cambierebbero certo un loop destinato a ricominciare; conscio del fatto che in vacanza, solo e senza ‘spirito d’avventura’, anche nei contatti con le persone, finirei per annoiarmi. Restiamo qui, accontentiamoci di girare per il centro di Roma, confondendoci trai turisti (ti pare poco!! dirà qualcuno, ma la questione non è proprio questa). Sono passati i venti, sono passati i 30, si avvicinano i 40… tutto sempre uguale, la vita corre e io resto fermo.

JUVENTUS – ROMA 3 – 0

(Coppa Italia, Quarti di finale, gara unica)

Diamo un pò di voti…

STEKELENBURG: 6 Nessuna colpa sostanziale sui gol: nel caso del primo, forse, l’uscita ‘alla disperata’ non è stata la scelta migliore, nulla poteva su Del Piero. Evita più volte il terzo gol, capitolando sul tocco ‘traditore’ di Kjaer

JOSE ANGEL: 5,5 Impalpabile o quasi in fase propositiva; contiene, come può, Liechsteiner.

HEINZE: 5 Solita partita ‘di sostanza’: quando non riesce con le buone, passa (rischiando) alle maniere forti; condivide col resto del reparto la responsabilità di far trovare la Roma sotto di due reti dopo mezz’ora.

KJAER: 4 Impreciso nei contrasti, fuori tempo nei fuori gioco, insicuro nei disimpegni;  prova a riscattarsi in avanti – un suo colpo di testa avrebbe meritato più fortuna – ma ‘corona’ la prestazione con lo scriteriato intervento che mette fuori tempo Stekelenburg in occasione del terzo gol.

TADDEI: 4,5 Un disastro: motore instancabile sulla fascia negli ultimi mesi, comincia forse a mostrare segni di logoramento; ieri una prestazione da dimenticare, col risultato di far sembrare un fenomeno Estigarribia, che fenomeno (al momento) non è…

GAGO: 6 Ci mette come al solito grande impegno: certo operare in un centrocampo affollato di giocatori juventini non è impresa facile, specie se il reparto avanzato non ti offre spunti; prova, con forza di volontà, ma scarsa fortuna, la conclusione personale.

PJANIC: 6 Valga lo stesso discorso di Gago: tanta buona volontà, ma scarso supporto da parte degli attaccanti

SIMPLICIO: 4,5 ‘Rispolverato’ da Luis Enrique, ha spesso ripagato la sua fiducia; non ieri sera però, con una prestazione mediocre. Lo sostituisce
GRECO: 6 che prova a fare qualcosa, ma l’impressione è che sia ormai troppo tardi.

LAMELA: 3 Non c’è dubbio che abbia talento e le premesse perché diventi un campione ci sono tutte; detto questo, dovrebbe imparare che ci sono partite in cui certi ‘colpi’ non ti riescono ed è allora meglio fare un lavoro meno appariscente, ma più essenziale; invece, non riuscendogli praticamente nulla, si fa prendere dal nervosismo e, (non è la prima volta), termina anticipatamente la sua partita con l’inutile fallaccio su Chiellini, mettendo sostanzialmente la parola fine, con la sua espulsione anche alla partita della Roma.

TOTTI: 5 Costantemente neutralizzato dai giocatori della Juventus, mette a nudo le fragilità di una Roma che, almeno al momento, appare dipendere da lui: se Totti gioca bene si vince, altrimenti no… Viene sostituito dopo l’ammonizione per un fallo superfluo su Bonucci, prima di incorrere in episodi più gravi; anche per lui i falli ‘da frustrazione’ non sono una novità. Al suo posto entra, fuori tempo massimo,
PERROTTA: SENZA VOTO

BOJAN: 4,5 Assieme a Kjaer è l’oggetto ‘misterioso’ dell’ultima campagna acquisti giallorossa: arrivati entrambi con grandi speranze, si sono presto persi per strada. Bojan in particolare sembra non vedere la fine del tunnel in cui è entrato nella prima parte del campionato, coi tanti errori sotto porta, culminati con la tremenda prestazione di Firenze. Louis Enrique continua a dargli opportunità, che lui però puntualmente spreca, come ieri sera, vagando per il campo senza idee. Vine sostituito da
BORINI 6 Giocatore al contrario arrivato quasi ‘alla chetichella’, dopo il grave infortunio che l’ha messo out per oltre un mese si sta mostrando giocatore di grande  affidabilità, peccato ieri sia entrato troppo tardi.

LUIS ENRIQUE 5 Gli infortuni e  la necessità di ‘risparmiare’ qualche giocatore l’hanno portato a scelte obbligate ma, purtroppo, scarsamente produttive; qualcosa nell’approccio alla partita è stato sbagliato; la Roma comincia la partita svagata e poco concentrata: il gol a freddo scrive le lettere ‘FI’ e la prodezza di Del Piero quelle ‘NE’ sulla partita della squadra giallorossa dopo appena mezz’ora. Dopo la brillante sequenza di buone prestazioni degli ultimi tempi, la Roma non supera l’importante ‘prova del nove’ contro la squadra juventina che, messo a sicuro il risultato, si limita a controllare affollando la propria metà campo di giocatori e chiudendo qualsiasi strada agli spunti dei giallorossi, giocando di rimessa e arrivando a un terzo gol rocambolesco, ma in fondo meritato. L’impressione è che l’allenatore spagnolo sia stato troppo prudente nei cambi: Simplicio e Bojan potevano benissimo restare negli spogliatoi già dopo l’intervallo e forse la Roma avrebbe avuto qualche possibilità in più. Al di là di questo, la Juventus al momento resta una squadra superiore: per colmare il gap ci vorrà tempo, e di tempo a disposizione la Roma e il suo allenatore ne hanno ancora tanto.

P.S. Questo è un pò un esperimento… in genere non amo parlare di calcio, ma ho pensato di ‘sperimentare’…