Antonio ‘Rigo’ Righetti calca i palchi italiani da ormai un quarto di secolo: dai Rocking Chairs ai Gang fino ai megaconcerti di Ligabue a Campovolo: ‘una vita da mediano’, citando il rocker di Reggio Emilia: di quelli che hanno messo il proprio mestiere al servizio della ‘squadra’ restando lontano dalla luce dei riflettori.
Ogni tanto però anche chi non ha raggiunto i vertici della fama ha l’occasione di ‘dire la sua’: ‘Rigo’ lo fa in queste undici tracce, in cui imbraccia l’acustica – e occasionalmente il basso, sua più recente ‘passionaccia’, (cui sono dedicati due strumentali) – dando vita ad un lavoro saldamente nella tradizione rock / blues d’oltreoceano: da Dylan a Waits, da Cash a Springsteen.
Un lavoro profondamente intimo, in cui Righetti parla di sé, del suo amore per la musica fuori da ogni logica commerciale, con omaggi a figure importanti, a cominciare da quella del padre, senza dimenticare l’amore.
Accompagnato da Mel Previte e Roby Pellati, sodali di una vita, con la partecipazione di ‘Don’ Antonio Gramentieri, altra figura di spicco della chitarra italiana, ‘Rigo’ Righetti inanella rock, blues, country, parentesi a tratti ‘esotiche’ con un mandolino che ricorda un ukulele, per un disco in cui, un lembo dei grandi spazi americani si trasfigura in parte nelle nostre grandi pianure: in maniera certo non nuova, ma con grande efficacia.
Posted by Recensione “Cash Machine” – Antonio Rigo Righetti bassista on 17 dicembre 2017 at 13:32
[…] via RIGO, “CASH MACHINE” (NEW MODEL LABEL) […]
Posted by sherazade on 17 dicembre 2017 at 21:57
Andro immantinentemente a documentarmi.
Sherabuonagiornatasettimana
Posted by smilepie on 19 dicembre 2017 at 09:10
quanfo ho letto elenco Festival e mi son trovata Mirkoeilcane ho pensato di averlo già letto qui o mi sbaglio? : D
Posted by smilepie on 22 dicembre 2017 at 07:40
… Auguri!!! : D
Posted by smilepie on 22 dicembre 2017 at 07:48
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