OUTBLINKER, “OUTBLINKER” (BLOODY SOUND)

Un’elettronica estenuante,  dai riflessi cyber e le tinte quasi horror.

Scozzesi di Glasgow, gli Outblinker giungono al traguardo del primo lavoro sulla lunga distanza dopo aver frequentato location sonore in mezza Europa, molteplici collaborazioni, EP e singoli, pause di vario genere – in mezzo anche la pandemia.

L’esito di un cantiere sonoro aperto da anni sono queste sei composizioni, lunghe, almeno per i tempi attuali: costantemente oltre i cinque minuti di durata, fino a  oltrepassare i sette e gli otto, giocati sull’incedere spasmodico di synth che non trovano mai pace, la cui consistenza viene accresciuta da percussioni granitiche, con l’inserto qua e là di chitarre, in,sospettate maracas e un elemento vocale che, filtrato e campionato, finisce per essere un ulteriore arricchimento dell’ensemble sonoro, più che  il mezzo per un’interpretazione testuale ‘tradizionale’.

Si veleggia così tra i territori  estremi della ‘club culture’, la synth wave più ‘ardimentosa’, flirtando qua  e là col post hardcore, il metal industriale e qua e là, sonorizzazioni da film horror: non avrebbero sfigurato, gli Oublinker, nella colonna sonora di un film di Romero…

Una saturazione sonora che dipinge paesaggi futuribili, evocando qua e là un immaginario cyber in un lavoro in cui ogni brano è concettualmente dedicato a un personaggio per un lavoro che, nel suo complesso, sembra evocare il  ‘rumore emotivo’ di quella ‘massa’ efficacemente ritratta nella copertina, opera del pittore scozzese Frank McFadden.

Si arriva quasi con un ‘fiatone auditivo’, alla fine di queste sei  tracce, destinate, oltre che agli ‘appassionati del genere’ anche a chi vuole ogni tanto deviare dalle consuetudini del  ‘vasto consumo’.

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