VINCE, “INVISIBILI DISTANZE” (DISCODADA)

Pur all’esordio discografico, Vincenzo Pastano non è sicuramente musicista alle prime armi, avendo inanellato una nutrita serie di collaborazioni in veste di chitarrista, a fianco, per citare i più noti, di Dalla e Luca Carboni, ed avendo parallelamente avviato l’attività di produttore discografico. Il primo lavoro solista del cantautore bolognese appare inserito su coordinate sonore ascrivibili a un post rock rarefatto, che punta più sull’intensità delle atmosfere che su certe complicazioni ‘cerebrali’ del genere. Le otto composizioni che compongono “Invisibili Distanze” si mantengono così in territori onirici, costantemente caratterizzati da ‘suoni d’ambiente’ (solo occasionalmente la chitarra conquista un suo ‘spazio elettrico’, più spesso partecipando alle tenue consistenza sonora che caratterizza tutto il disco), e che trovano la propria compiutezza in testi scarni, talvolta ellittici, espressi in un cantato sempre sottovoce, talvolta dimesso. Sfioramenti psichedelici, escursioni dub appena accennate, una crepuscolarità ricorrente con reminiscenze post – punk completano la formula sonora utilizzata da Vince per questa prima prova solista, dimostrazione di una maturità già acquisita, di un buon campionario di idee e di potenzialità probabilmente in buona parte ancora da esplorare.

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