Posts Tagged ‘Wolverine’

FUMETTAZIONI 1.2021

Brevi (più o meno) recensioni di letture disegnate, a cavallo tra il vecchio e il nuovo anno.

PUNISHER/BLACK WIDOW: SPINNING DOOMSDAY’S WEB
Collaborazione estemporanea che vede i due contro un tipico scienziato pazzoide con ordigno nucleare al seguito.
Soggetto abbastanza scontato, la compressione imposta dal formato graphic novel non aiuta.
Dan Chichester sviluppa il tutto su binari canonici, Larry Stroman contribuisce col suo tratto riconoscibile e non del tutto ‘ordinario’.
Voto: 6

UOMO RAGNO: CANI IMPAZZITI
Partito al salvataggio di una madre di famiglia forzatamente ricoverata in un ospedale psichiatrico dove in realtà soggetti scomodi per la criminalità vengono ‘resi innocui’, Peter Parker si ritroverà anch’egli rinchiuso, vivendo una sorta di incubo kafkiano.
Ottima storia in tre parti firmata da Ann Nocenti, stella del fumetto anni ’90 poi passata a scrittura e giornalismo, coadiuvata dai disegni più che discreti di Cynthia Martin.
Voto: 7

CONCRETE: THE HUMAN DILEMMA
Stavolta Concrete si farà alfiere di una ‘crociata’ per il contenimento delle nascite, Concrete insieme all’amata Maureen si troverà nella più surreale e inaspettata delle situazioni, mentre anche l’amico / sodale Larry avrà i suoi bei grattacapi.
Volume finale delle avventure di una delle più singolari creazioni fumettistiche a degli anni ’90, firmato da un Paul Chadwick ancora in gran forma.
Voto: 7,5

VEDOVA NERA – DEVIL: ABBATTOIR
La Vedova si trova scaraventata in un incubo in stile Stephen King con adeguate dosi di sangue.
Scrive il sempre ottimo Jim Starlin, stavolta lontano dai panorami ‘cosmici’ che ne hannno fatto la fortuna, accompagnato dal ‘pittorico’ Joe Jusko.
Voto: 7

UOMO RAGNO: CANI IMPAZZITI 2
L’ex direttore della clinica dove si era trovato rinchiuso Peter Parker nel primo capitolo ha proseguito certi esperimenti per far regredire esseri umani allo stato bestiale, liberandone nel contempo tutti i poteri latenti…
Notevolmente più ‘sciapo’ del precedente, questo sequel sconta anche i disegni non eccezionali di Chris Marryman; Ann Nocenti inserisce una sottotrama con Mary Jane alla ricerca del padre per un bambino senza famiglia, ma non basta.
Voto: 6

SUPERMAN – FOR EARTH
Storia ecologista in cui Superman decide di farsi carico dei problemi ambientali del pianeta – inquinamento di aria e acqua, deforestazione, smaltimento dei rifiuti, etc… – per concludere che nemmeno può fare granchè, se l’intero genere umano non collabora.
Roger Stern è efficace nel dare conto della complessità dei problemi: da chi non vuole le discariche vicino casa propria a quelli che difendono le foreste altrui senza tutelare le proprie, accompagnato dai disegni canonici ma gradevoli di Kerry Gammill.
Storia che risale a inizio anni ’90, ma che purtroppo non ha perso un briciolo di attualità.
Voto: 7

SUPERMAN – UNDER A YELLOW SUN
Seguiamo Clark Kent nel tentativo di portare a termine il suo primo romanzo (un avventuriero coinvolto in un tentativo di colpo di stato in centro America), nel quale finiscono per riflettersi le sue gesta in costume…
Interessante e riuscito esempio di metaletteratura fumettistica, firmato da John Francis Moore con i disegni di Eduardo Barreto e Kerry Gammill.
Voto: 7

SILVER SURFER – DANGEROUS ARTIFACTS
Inviato da Galactus a indagare sul potere contenuto in una misteriosa cometa, Silver Surfer dovrà vedersela prima con l’inviata di un’altra superpotenza cosmica, Thanos, e in seguito assieme a lei dovrà affrontare un’ulteriore minaccia, scatenatasi in seguito al loro intervento.
Ron Marz scrive una storia del tutto canonica, impreziosita dai disegni del nostro Claudio Castellini.
Voto: 6,5

BATMAN – NINE LIVES
Dean Motter scrive e Michael Lark disegna questa discreta versione ‘noir’ del ‘Cavaliere Oscuro’, in cui l’unico a indossare il costume è lui, mentre i suoi storici nemici sono visti come esponenti malavitosi di vario genere, tutti implicati nella scomparsa di Selina Kyle.
Voto: 7

BATMAN – GOTHAM NOIR
Ed Brubaker e Sam Phillips, maestri del noir fumettistico degli ultimi vent’anni, dipingono una variazione sul tema batmaniana, con Gordon incastrato per l’omicidio di una giovane ragazza e in fuga e i vari comprimari classici del ‘pipistrello’ a vario titolo coinvolti.
Voto: 7

WOLVERINE – UNDER THE BOARDWALK
Storia estemporanea e autoconclusiva in cui il nostro diviene una sorta di pedina quasi inconsapevole in una vicenda di legami famigliari.
Stuart Moore scrive in modo non troppo banale, coadiuvato da un suggestivo Tomm Coker ai disegni.
Voto: 6,5

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FUMETTAZIONI 7.2020

Brevi (più o meno) recensioni di letture disegnate.

THE WALKING DEAD 70
Dove tutto finisce: una finestra aperta sul mondo che verrà, con un Carl ormai maturo, altri personaggi storici della serie invecchiati, un mondo (quasi) pacificato, la minaccia zombie (quasi) debellata e addirittura (quasi) dimenticata.
Rick, assurto a nuovo ‘padre fondatore’ è una presenza che aleggia su tutto.
Finisce così, e un po’ dispiace, la prima vera serie iconica del XXI secolo, successo globale passato dalla carta alle serie tv e prossimamente al cinema, con cui (assieme alla supereroistica “Invincible” ) Robert Kirkman si è imposto (parere personale) come numero uno tra gli autori del fumetto seriale degli ultimi vent’anni.
Voto: 8
Voto all’intera serie (ed. americana: 193 numeri, ed. italiana tascabile: 70 numeri): 9

WOLVERINE: BLOODLUST
Secondo ‘Annual’ della serie regolate dedicata al celeberrimo mutante, datato 1990.
L’incontro con le due fazioni di un’atavica razza di bestie antropomorfe costringerà Wolverine a farei conti col suo lato più selvaggio.
Alan Davis – coadiuvato da Paul Neary – all’epoca era già tra i disegnatori più apprezzati in circolazione; la sua scrittura era ancora incanalata su binari ‘canonici’.
Voto: 6

EXCALIBUR: WEIRD WAR THREE
Sovrapposizioni dimensionali, Hitler vvo e vegeto che punta al dominio con annessi e connessi con il super gruppo di stanza in Gran Bretagna preso nel mezzo.
Michael Higgins scrive una storia confusionaria, con troppa carne al fuoco per una semplice graphic novel, con molto di già visto; non aiutano Tom Morgan e Justin Thyme ai disegni, discreti ma inadatti al genere.
Voto: 5

CONCRETE: THINK LIKE A MOUNTAIN
Ciclo di storie in cui Concrete affianca – e finisce in parte per appoggiare – un gruppo di ‘ecoterroristi’.
Paul Chdadwick coglie l’occasione per analizzare e riflettere sulle motivazioni e gli scopi di certi movimenti, in alcuni segmenti sconfinando nel trattato politico con effetti un po’ pesanti, ma questo è un aspetto che ha da sempre fatto parte di “Concrete”.
Voto: 7

AVENGERS: DEATHTRAP THE VAULT
Rivolta carceraria e relative conseguenze in salsa supereroistica: i Vendicatori, coadiuvati dalla ‘Freedom Force’ (sorta di Suicide Squad a base di mutanti in salsa Marvel ideata negli anni ’80) intervengono per sedare la rivolta in un carcere per supercriminali, ma la presenza di una bomba piazzata dal direttore come misura estrema di prevenzione metterà tutti sulla stessa barca.
Scrive il sufficiente Danny Fingeroth, disegna un Ron Lim meno anonimo del solito.
Voto: 6,5

THE WALKING DEAD: NEGAN È VIVO!
Breve avventura in solitario del cattivo più amato della serie, albo uscito negli Stati Uniti a sostegno delle fumetterie.
Voto: 6

CONCRETE: STRANGE ARMOUR
Paul Chadwick rilegge e amplia le origini del suo personaggio, dal rapimento alieno a quello da parte del Governo, col consueto contorno d’ironia.
Voto: 7

SANDMAN MYSTERY THEATRE: THE RETURN OF THE SCARLET GHOST
Un’assurda guerra editoriale porterà a una spirale di violenza che finirà per colpire anche Wesley Dodds / Sandman negli affetti.
Come al solito, Matt Wagner e Steven T. Seagle ai testi, disegni di Guy Davis.
Voto: 6,5

SILVER SURFER: HOMECOMING
Quando il proprio pianeta di origine, Zenn-La scompare nel nulla, Silver Surfer corre a indagare, scoprendo una verità sconcertante, con la sua terra d’origine divenuta una sorta di eden, parte del mondo mentale di un’entità superiore… come al solito, le cose si complicheranno, e di molto…
Firme di Jim Starlin, ‘architetto cosmico’ della Marvel, e di Bill Reinhold.
Voto: 7

BATMAN: THE LAST KNIGHT ON EARTH
Futuro distopico in cui il Cavaliere Oscuro si aggira tra le macerie del mondo che fu, incrociando vecchi / nuovi amici e alleati, prima dello scontro finale con… sé stesso.
Ennesima ‘variazione sul tema’, stavolta firmata da Scott Snyder e Greg Capullo: di certo non gli ultimi arrivati, ma la sensazione finale è comunque quella di trovarsi a poco più di un ‘divertissement’.
Voto: 6,5

SANDMAN MYSTERY THEATRE – THE CRONE
Un serial killer che prende di mira un programma di ‘radiodrammi’ e sullo sfondo, la gravidanza inaspettata -e forse non desiderata fino in fondo, della compagna del protagonista.
Scrive Steven T. Seagle, sull’idea del ‘solito’Matt Wagner, Guy Davis disegna.
Voto: 6

SPIDER-MAN – FEAR ITSELF
Il solito pazzoide con smanie naziste viene contrastato da una mercenaria che veste i panni della superspia di turno, con l’Uomo Ragno, coinvolto quasi casualmente, a fare da jolly.
Semplice semplice, ma risultato garantito, quando di mezzo ci sono Stan Lee, Jerry Conway e Ross Andru.
Voto 6,5

FUMETTAZIONI 5.2020

Brevi (più o meno) recensioni di letture disegnate.

ARENA
Curioso fanta-horror a firma Bruce Jones in cui un tipico incipit in stile “Le colline hanno gli occhi” prende
un’inusuale piega a base di paradossi temporali.
Voto: 7

THE LAST SON OF EARTH
Storia alternativa un cui Superman è un bambino terrestre spedito nello spazio che finirà per crescere su Krypton per poi riscoprire il proprio retaggio.
Ai testi un ottimò mestierante come Steve Gerber; disegni discreti di Doug Wheatley e Chris Chukry.
Voto: 7

LAST STAND ON KRYPTON
Seguito di “The Last Son of Earrh”, firmato dal medesimo team creativo (Gerber / Wheatley / Chukry).
L’azione si sposta su Krypton, sfociando nello scontro finale tra Kal-El e Luthor.
Voto: 7

WOLVERINE – NICK FURY: THE SCORPIO CONNECTION
A metà tra sarabanda á la James Bond e melodramma famigliare, Nick Fury Wolverine danno la caccia alla reincarnazione di Scorpio, sotto alle cui vesti si nascondeva precedentemente il fratello della spia più famosa della Marvel.
Scrive un ottimo mestierante come Archie Goodwin, disegna il brillante Howard Chaykin, sempre a suo agio quando si parla di spie.
Il soggetto avrebbe però meritato uno sviluppo più articolato.
Voto: 6,5

L’UOMO RAGNO – VITE PARALLELE
Le ‘vite parallele ‘ sono quelle di Peter Parker e Mary Jane, seguiti dall’adolescenza agli inizi del matrimonio: una storta d’amore con un pizzico di azione portata dal Dottor Octopus.
Scrive Jerry Conway, disegna Alex Saviuk.
Voto: 6,5

THE LAST FAMILY OF KRYPTON
Gradevole ‘variazione sul tema’, in cui ad arrivare sulla Terra è l’intera ‘famiglia El’, con conseguenze
(im)prevedibili per l’intero pianeta.
Scrive Cary Bates, disegna Renato Arlem
Voto: 7

LA SAGA DI FENICE NERA
Pietra miliare nella storia degli X-Men e dell’intera Marvel: Jean Grey diviene l’ospite di una forza cosmica votata alla distruzione, dando il via a una serie di eventi le cui conseguenze sulla storia degli X-Men perdurano ancora ai giorni nostri.
La scrittura eccezionale di Chris Claremont si accompagna ai disegni plastici di John Byrne in uno spartiacque nella storia del fumetto supereroistico.
Voto: 8,5

THE WALKING DEAD 68
Come volevasi dimostrare, la situazione al Commonwealth precipita, e tra un tentato golpe e un assalto zombie, si arriva alle soglie dell’inevitabile scontro tra l’oligarchia locale e il gruppo ‘democratico’ di Rick e i suoi.
Voto: 7

PUNISHER: THE INTRUDER
Stavolta il Punitore parte dal massacro – per errore – di una famiglia innocente e giunge a scoprire una cospirazione col coinvolgimento dei militari.
La premessa, col nostro alle prese con una bambina, unica superstite, era interessante, ma viene mollata subito, per abbracciare una storia à la ‘007’, noiosetta.
Scrive Mike Baron (lontano dai fasti del suo “Nexus”), disegna il poco noto Bill Reinhold.
Voto: 5

AVENGERS ORIGINS
Serie di albi in cui venivano rilette le origini di alcuni dei Vendicatori (Visione, Thor, Luke Cage, Ant-Man e Wasp, Quicksilver e Scarlet).
Autori vari, alti e bassi: l’episodio più riuscito, sia per testi che per disegni, è quello dedicato ad Ant-Man e Wasp, firmato da Roberto Aguirre-Sacasa e Stephanie Hans
Voto: 6

SQUADRON SUPREME: DEATH OF A UNIVERSE
‘Postilla’ ideale alla maxiserie dedicata al gruppo Marvel creato a immagine e somiglianza della Justice League.
Un ‘finale in gloria’ con lo Squadrone impegnato contro la classica ‘minaccia senza ritorno’.
Firmano Mark Gruenwald, Paul Ryan e Al Williamson.
Voto: 7

FUMETTAZIONI 5 / 2018

Brevi (più o meno) recensioni di letture disegnate.

 

INVINCIBLE 55

Un nuovo, spiazzante, voltafaccia lascia Invincible isolato in una realtà alternativa e in mezzo a un mare di guai.
Voto: 7
Riprendono le avventure di Wolf-Man, per la prima volta alle prese con una minaccia di tipo ‘classico’ che sembra aprirgli le porte della fama e del sostegno popolare.
Voto: 6,5

 

SUPERMAN: RED SON

… E se invece che nella ‘libera’ America, Superman fosse approdato sul suolo dell’Unione Sovietica?
Mark Millar, lo scrittore che più di tanti altri nel corso degli anni 2000 ha cercato di ‘svecchiare’ i supereroi, parte da quello che potrebbe essere un semplice ‘gioco’ da venti pagine e ne fa un mastodonte, che costruisce una storia supereroistica alternativa del ventesimo secolo e oltre, che mostra ancora una volta come la via per l’inferno sia lastricata di buone intenzioni, anche quelle di un Superman votato al ‘sol dell’avvenir’; finale ad effetto, che vuole spiazzare, ma che risulta un po’ forzato nel ricercare la ‘chiusura del cerchio’.
Una storia che ha raggiunto uno status di culto, una lettura ormai obbligata per ogni fan dell’Uomo d’Acciaio,
purtroppo limitata dai disegni di Dave Johnson, abbastanza anonimi.
Voto: 7

 

WOLVERINE: OLD MAN LOGAN

I ‘cattivi’ hanno vinto, gli eroi sono stati tutti eliminati, o quasi; Logan (una volta Wolverine) si è rifatto una famiglia e tira a campare, vessato dalla progenie di Hulk.
Un altro superstite, Occhio di Falco, gli proporrà una missione, nel corso della quale Logan potrebbe essere costretto a tirare fuori quegli artigli che non usa da mezzo secolo…
Una delle saghe di maggior successo di Wolverine, che ha ispirato (alla lontana) l’omonimo film, firmata da Mark Millar.
Chi segue i fumetti da almeno un po’ di tempo non può però che stufarsi presto, di fronte a un ‘gioco’ che non offre grossi spunti di novità rispetto a certi classici ‘futuri disperati’, periodicamente presentati dalla Marvel.
Lo sviluppo più che mai tetro e il sangue a fiumi appaiono fini a sé stessi, in una storia comunque impreziosita dai disegni di Steve McNiven.
Voto: 6,5

 

HOLY TERROR
Un vigilante e la sua ‘inseparabile’ avversaria; una catena di attacchi terroristici, preludio a un attentato ancora più devastante; una lotta senza quartiere e senza pietà.
Doveva essere l’ennesimo ritorno di Frank Miller su Batman, ma stavolta il tema era troppo ‘scabroso’ e così l’autore ha trovato un altro editore, cambiando nomi e riferimenti.
Il risultato è un attacco frontale non solo al terrorismo islamico, ma anche a una certa ‘ragion di Stato’ americana, a certe ipocrisie dei democratici…
Tanto è bastato perché l’opera sia stata accusata di ‘fascismo’ (termine sul cui abuso nei tempi attuali ci sarebbe da scrivere un manuale): cosa ci sarà di ‘fascista’ in un tizio mascherato che stermina dei terroristi…
Oggetto di discussione, piuttosto, è uno stile narrativo fin troppo scarno e un tratto che all’epoca – l’opera risale al 2011 – cominciava già a mostrare dei limiti (non è un mistero che Miller abbia avuto seri problemi di salute).
L’uso del bianco e nero conserva tuttavia ancora un certo fascino, in quella che è l’opera di un maestro (l’unico per un autografo del quale abbia fatto due ore e passa di fila, vent’anni e passa fa) che fa i conti col passare del tempo.
Voto: 7

 

THE WALKING DEAD 54
La guerra contro i Sussurratori si conclude con una vittoria solo apparente: all’orizzonte, una torma di morti viventi minaccia come non mai la fragile vita quotidiana ricreata dai protagonisti, mentre il ‘fronte’ delle varie comunità di sopravvissuti mostra le prime crepe e le prime volontà di sopraffazione…
Voto: 6,5

 

INVINCIBILE 56
Tornato a casa dopo essere sparito nel nulla per l’ennesima volta, il nostro Mark si vede dare il benservito da una Eve stanca di aspettare e per nulla disposta a crescere da sola il figlio/a di cui è in attesa, col partner in giro a salvare il mondo.
Non bastasse questo, il nostro è oggetto di un’autentica violenza sessuale da parte di Anissa, una dei viltrumiti in esilio sulla Terra, alla ricerca di un partner almeno ‘passabile’ per generare la propria discendenza.
Voto: 7

In appendice, numero interlocutorio per Wolf-Man, alle prese con la celebrità, la ricostruzione del rapporto con la figlia e una nuova possibile minaccia.
Voto: 6

 

HEART OF EMPIRE
A fine anni ’80 l’inglese Bryan Talbot col suo “Le Avventure di Luther Arkwright” dava vita a un’opera di culto della narrativa disegnata, un capolavoro a base di dimensioni parallele, esoterismo, superpoteri, etc… Purtroppo la complessità ha impedito che quest’opera e il duo autore entrassero di diritto in quel pantheon del fumetto popolare di cui fanno parte Alan Moore, Frank Miller e via dicendo.
Dieci anni dopo, alle soglie del 2000, Talbot tornava su quei personaggi, raccontandoci le vicissitudini di Victoria, figlia di Luther, erede al trono imperiale di un’Inghilterra che ha conquistato il mondo, intenta a sventare una minaccia che potrebbe distruggere il multiverso e a guardarsi le spalle da intrighi di palazzo assortiti.
Storia godibile, disegni eccelsi (per quanto forse un po’ appesantiti dal colore), ma siamo – prevedibilmente – molto lontani dagli esiti sorprendenti ed entusiasmanti dell’originale.
Voto: 7,5

 

THE ALIEN LEGION: A GREY DAY TO DIE

Un altro luogo, un altro tempo: legionari al servizio di un Governo interplanetario per arginare l’avanzata di un esercito di soldati semi-robotizzati, guidati da un nemico più conosciuto di quanto si pensi…
Quasi un pretesto, in fondo, per parlare di lealtà, solitudine, onore.
Un gradevole sci-fi firmato da autori che, pur non primissimo piano – Carl Potts e Alan Zelenetz – riescono comunque a imbastire una storia godibile.
Voto: 7

X-MEN: GIORNI DI UN FUTURO PASSATO

In un futuro più o meno prossimo, uno sparuto gruppo di reduci mutanti cerca di resistere all’attacco delle ‘Sentinelle’, robot creati per individuare ed eliminare i possessori del gene mutante, in grado di adattarsi ai poteri di coloro che si ritrovano a combattere. In un disperato tentativo di risolvere la situazione, la coscienza del Wolverine del futuro viene mandata nel corpo del Wolverine degli anni ’70, allo scopo di impedire che Mystica uccida il creatore delle Sentinelle, dando il via alla catena di avvenimenti che avrebbe portato a quel futuro apocalittico.  Per raggiungere l’obbiettivo, Wolverine dovrà prima scuotere il professor Xavier dal torpore in cui è caduto dopo che la maggior parte dei suoi studenti è stata costretta  a partire per la guerra del Vietnam; poi, liberare Magneto, tenuto rinchiuso in una cella di massima sicurezza al Pentagono dopo essere stato incolpato dell’assassinio di Kennedy; in seguito, convincere i due, trai quali si è creata una frattura apparentemente insanabile, a tornare a collaborare, e per finire cercare tutti assieme di impedire la catastrofe.

Secondo, attesissimo capitolo della nuova vita cinematografica degli Uomini X, dopo il riuscito “X-Men first class”: stavolta alle redini non c’è più Matthew Vaughn, ma viene richiamato Bryan Singer, già autore della prima trilogia… la differenza c’è e si vede: rispetto al precedente lavoro, molto più incentrato sulle psicologie di Xavier e Magneto, stavolta si punta maggiormente sull’azione, riprendendo la storica vicenda narrata da Chris Claremont e disegnata da John Byrne nel 1981; l’alto livello del materiale di riferimento poteva essere un’arma a doppio taglio per Singer, che tuttavia se la cava egregiamente, trasponendo la storia con modifiche (una su tutte: nell’originale a viaggiare nel passato era la mente di Kitty Pride e non di Wolverine) che però alla fine non disturbano.

Una film fondato sulle fondamenta di una storia ben narrata che trova il compimento della propria architettura in un cast che mescola vecchio e nuovo ciclo degli uomini X: così nel futuro ritroviamo Patrick Stewart, Ian McKellan e Hale Berry come Xavier, Magneto e Tempesta; nel passato riecco i giovani Xavier e Magneto  James McAvoy e Michael Fassbender: il ruolo di trait d’union della situazione lo svolge Wolverine – Hugh Jackman, che completa l’efficacissimo trio di protagonisti: assieme a loro, Nicholas Hoult, Bestia, assurto a quarto membro della squadra, e soprattutto Jennifer Lawrence – Mystica, che ancora una volta ruba la scena con la sua seminudità blu, e la riuscita interpretazione di un personaggio sempre al limite tra bene e male. Il cattivo della situazione ha le fattezze di Peter Dinklage, lanciato dalla notorietà acquisita col ruolo di Tyrion Lannister in “Game of Thrones”: un’interpretazione ‘ordinaria’ forse resa un po’ opaca da un doppiaggio non eccezionale.

“Giorni di un futuro passato”  è dominato da un’atmosfera plumbea, da catastrofe incombente, e non è un caso che il futuro distopico da cui parte il film, trovi le proprie radici in anni in cui negli USA è ancora vivo il ricordo dell’uccisione di Kennedy, in cui la catastrofe del Vietnam è alle battute finali, ma le ferite da essa portata sono ancora tutte aperte, e il cui il potere è detenuto da Nixon, che sarebbe diventato il simbolo della corruzione politica. In questo quadro, l’unico momento di alleggerimento è la sequenza cui partecipa il nuovo personaggio di Quicksilver, che garantisce la scena forse più spassosa dell’intero film e che forse avrebbe meritato un utilizzo esteso a tutta la vicenda: c’è da sperare che nel prossimo film avrà un ruolo più ampio.

Il prossimo capito delle avventure degli X-Men, è già in cantiere, dominato dalla parola Apocalisse, che fa già venire un brivido di attesa a tutti gli appassionati…

CAPTAIN AMERICA – THE WINTER SOLDIER

In seguito ad una missione per conto dello S.H.I.E.L.D., Capitan America capisce che qualcosa di strano sta accadendo in seno all’organizzazione di intelligence e sicurezza mondiale…. non passerà molto tempo che gli avvenimenti precipitino, gettando Steve Rogers nel più classico ‘gioco di spie’ in cui non si sa più bene di chi fidarsi, eccetto la compagna di avventure Vedova Nera e il nuovo acquisto Falcon; all’orizzonte, intanto, si staglia un nuovo, mortale nemico, il Soldato d’Inverno, il cui passato rivelerà una verità schockante…

Il cinefumetto che non ti aspetti… o meglio, avendone letto e sentito parlare in queste settimane passate dall’uscita, un pò’ si era capito cosa attendersi, ma vederlo è tutt’altra cosa… a dirla tutta, gli ultimi film a base di supereroi erano stati abbastanza deludenti (ad eccezione di The Man Of Steel): inutile il secondo Wolverine; un film con un capo e una coda ma con in mezzo un mucchio di confusione e aspetti irritanti il terzo Iron Man; un prodotto discreto, ma funestato da una sequela esasperante di gag e superflua comicità il secondo Thor; il nuovo lungometraggio dedicato a ‘Cap’, per fortuna, cambia completamente strada: non il solito ‘film di supereroi’, ma piuttosto un classico di film di spionaggio in cui i protagonisti indossano costumi e sono dotati di capacità fuori dell’ordinario. Un film non derubricabile così facilmente come l’ennesimo ‘giocattolone’, ma un lavoro che arriva a spiazzare, rinunciando ad all’azione a tutti i costi e regalando momenti di autentica sospensione… se pensiamo che nel terzo film di Iron Man c’è un momento in cui Tony Stark fa quasi il verso a James Bond, viene da pensare che già in quell’occasione si tentò di contaminare maggiormente il ‘genere’, ma nel caso del Soldato d’Inverno tutto assume ben altre proporzioni e, soprattutto, esiti… certo i momenti di azione e di lotta non mancano, compreso l’immancabile finale roboante, ma l’impressione è che con questo film si sia voluti passare ad un altro ‘livello’, consapevoli che anche lo spettatore più affezionato, davanti alla stessa minestra alla lunga si stufa.

Se vogliamo poi, questo è un discorso abbastanza analogo al materiale di partenza: il fumetto supereroistico negli ultimi anni ha cercato altre ‘strade’, al fine di accontentare un pubblico non più prettamente infantile, e infatti la sequenza di storie alla quale il film è (molto liberamente) ispirato, si snodava anch’essa più come una spy story dai risvolti politici, che non come una semplice vicenda di eroi in calzamaglia.

Captain America – The Wonter Soldier finisce così per essere più un film ‘di trama’ che di personaggi: gli attori tutto sommato non hanno dovuto mostrare nulla di più di quanto già visto: Chris Evans ormai gioca sul sicuro, in quanto ‘faccia ufficiale’ di ‘Cap’, Scarlett Johansson è come al solito una Vedova Nera che mescola fascino e combattività, con qualche accento drammatico in più; Antony Mackie è un convincete Falcon, Samuel L. Jackson torna come Nick Fury (ed è protagonista di un’imperdibile citazione sul finale: per chi non ha visto il film, occhio alla lapide), mentre Robert Redford (al quale, iconograficamente, il Capitan America fumettistico degli anni ’60 – ’70 era ispirato) è un azzeccattissimo cattivo, di quelli che lui stesso affrontava in certi film di qualche decennio fa.

Un’autentica ventata di aria fresca per il genere, della quale veramente si sentiva il bisogno: se la Marvel riuscirà a continuare a capire quando sarà il caso di cambiare rotta, i supereroi difficilmente abbandoneranno le sale in tempi brevi…