Disco d’esordio per questa band romana, che sceglie un nome che è un pò un ‘uovo di Colombo’: un pò un’arma a doppio taglio, visto che chiamarsi The Singers può sembrare una trovata geniale e allo stesso tempo un pò pretenziosa.
I dodici brani che vanno ad assemblare “The room went black” si dipanano, su un pò meno di 40 minuti di durata, all’insegna di stilemi che, nell’ultima decade, sono stati già ampiamente proposti di qua e di là dall’Oceano: la stessa band, del resto, non fa mistero dei propri punti di riferimento, a partire da Strokes e Arctic Monkeys (aggiungendo alla lista Arcade Fire o National, il cui influsso appare molto meno palpabile rispetto a quello dei primi).
La formula è quindi quella sintetica quanto efficace proposta dai gruppi succitati: brani brevi ma incisici, ‘riffettoni’ pronti ad acchiappare l’ascoltatore (Dance! Dance! Dance!, scelto non a caso come singolo, è un pezzo indiscutibilmente ‘catchy’ sul quale è più o meno impossibile starsene fermi), all’insegna di reminiscenze punk filtrate attraverso una certa ‘compostezza’.
Nel bene e nel male, l’impressione è la medesima trasmessa da quei punti di riferimento: per un verso vi è l’indiscutibile capacità di mettere assieme brani dal discreto appeal, dal lato opposto una certa sensazione da ‘freno tirato’: le redini ben strette in mano in modo da impedire eccessi di irruenza.
Una sensazione che a tratti lascia un pò un’idea da ‘vorrei ma non posso’, come se il quartetto romano avesse in sé le capacita di alzare il ‘livello di rombo’, ma evitasse di farlo per non scontentare gli ascoltatori più ‘sensibili’: se questo sia un bene o un male, alla fine dipende da ogni singolo ascoltatore.
Un lavoro che scorre in maniera liscia – la band romana dimostra di saper fare il proprio mestiere – e che solo sul finale induce vagamente allo sbadiglio, per la sostanziale mancanza di sorprese.
“The room wnt black” rimane comunque una più che discreta rilettura del genere, che potrà senz’altro soddisfare gli appassionati: tuttavia l’impressione è che i The Singer abbiano ancora frecce da scoccare a loro disposizione e potenzialità ancora inespresse (o volutamente tenute sotto controllo).