Un film già visto, l’assoluta mancanza di vergogna di una classe politica che vede nella ‘poltrona’ la propria unica ragione di vita, che se ne fotte alla grande di cosa pensino – e come vivano – i cittadini.
Io non parlo degli ‘altri’, quelli che in fondo sappiamo tutti come sono fatti, quelli che in fondo hanno sempre avuto un comportamento ‘lineare’, coerente e quindi alla fine non possono manco essere criticati.
Io mi riferisco al solito PD che predica bene e razzola male, che non perde mai occasione di mostrare senza alcuna remora la propria doppia faccia, il doppiopesismo, dicendo una cosa, facendone un’altra e poi andando in tv col capo cosparso di cenere perché tanto ormai ‘la frittata è fatta’ e in fondo, basta scusarsi a favore di telecamera.
Non dico che il senatore Azzolini sarebbe dovuto essere messo ai domicialiari (sottolineo: non in galera, ai domiciliari, cosa che alla stragrande maggioranza dei cittadini comuni è preclusa, dato il numero abnorme di detenuti in attesa di giudizio che affolla le carceri italiane) a prescindere.
Dubito però, così come è stato anche sottolineato da alcuni, che i senatori italiani abbiano letto tutte le carte e si siano formati un’opinione; anche perché, diciamocelo, la maggior parte dei nostri rappresentanti in Parlamento è in parte o del tutto priva di mezzi culturali adeguati…
Non voglio nemmeno santificare chi ha votato a favore dell’arresto, ci mancherebbe; ma è un fatto che il voto è stato ‘politico’; ed è un fatto altrettanto incontrovertibile che, come MoVimento Cinque Stelle, Sel, Forza Italia, NCD e via dicendo hanno votato – a favore e contro – rispettando in fondo la propria ‘indole’, il PD come al solito ha proceduto in ordine sparso, a riprova che ormai quel partito è del tutto privo di una qualsiasi struttura ideale, che non sia il puro e semplice obbiettivo della conquista e del mantenimento del potere.
Quando poi, di fronte a quello che è successo, mi devo sorbire le dichiarazioni di Zanda e Serracchiani, beh allora mi sento veramente preso per i fondelli: ancora più mi sentirei preso in giro se fossi un elettore del PD.
Zanda dice che ‘il vosto segreto si presta ai giochi politici’: bene, ma non mi pare che il PD abbia alzato le barricate per ottenere il voto palese; anzi; e poi Zanda è prorio quello che, da ‘capo’ dei senatori PD ha lasciato al gruppo la ‘libertà di votare secondo coscienza’; il che ci porta alle dichiarazioni di Serracchiani, che ha sottolineato come, forse, si sarebbe dovuto votare secondo l’orientamento della Commissione Giustizia che, ricordiamo, aveva votato a favore dell’arresto.
La domanda è: perché dirlo dopo? Perché nessuno, contro le ‘direttive’ di Zanda ha alzato la voce, proponendo l’alternativa? Dirlo dopo è veramente troppo facile.
Si dice spesso che il Parlamento opera come un ‘mero esecutore’ di direttive ‘altre’, ad esempio quelle provenienti dal Governo… Però al Parlamento è possibile ‘alzare la testa’: stavolta, contro quanto indicato dai loro stessi colleghi, i parlamentari hanno deciso di ‘ribellarsi’, mostrando la ‘schiena dritta’: in che occasione? Solo quando c’era da tutelare uno dei loro.
In fondo, sanno che, come al solito, ‘passata la festa, gabbato lo santo’: del caso Azzolini si parlerà per una settimana e poi tutto verrà affossato tra le notizie dedicate alla calura estiva, agli incendi, tra le immagini delle chiappe ambulanti sulle spiagge e degli orsi degli zoo nutriti a cocomeri congelati.
Normalmente, dovrebbero avere almeno un po’ di pudore, di remore, pensando al fatto che poi l’elettorato al momento giusto si potrebbe ricordare di certe situazioni; ma l’elettorato com’è noto, ha poca memoria… e comunque in Italia non è dato di sapere né quando, né se si riandrà al voto, visto quello che è successo negli ultimi anni…
Nel frattempo, ai cittadini ai quali, nonostante il caldo, è ancora rimasta un briciolo di forza per indignarsi, non rimane che assistere inermi al perpetrarsi quotidiano delle solite porcherie.
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30 Lug
I SOLITI POLITICI DI M****
27 Feb
LE ESPULSIONI DAL MOVIMENTO CINQUE STELLE: CONSIDERAZIONI A LATERE
1) Considerate il momento storico in tutto ciò accade;
2) Considerate come, nonostante la popolarità di Renzi, il centrodestra sia in testa nei sondaggi;
3) Considerate come, nonostante ciò che ci dicono, anche il nuovo progetto di legge elettorale, dà un certo peso alle alleanze;
4) Considerate come l’esperienza abbia insegnato come le coalizioni prendano più voti dei grandi partiti ‘accorpati’;
5) Considerate come, in forza di quanto esposto al punto 4, il centrodestra italiano si è ampiamente attrezzato: Forza Italia, NCD, FDI, più probabilmente Lega e Casini; e infatti i sondaggi gli danno ragione;
6) Considerate come il PD al momento possa contare sulla sola alleanza – ipotetica – con SEL, più, forse Scelta Civica.
Ne consegue che il PD ha la stretta necessità, in vista delle elezioni che si terranno probabilmente a primavera 2015, di avere un qualche ‘terzo pilastro’ nella propria alleanza; in questo quadro si inscrive la ‘diaspora’ dal MoVimento Cinque Stelle, che ovviamente era in preparazione da tempo, organizzata sottobanco con tutta probabilità da Civati e dallo stesso Renzi, al fine di creare una sorta di nuovo ‘gruppo’ (e più in là, partito), capace di ‘attrarre’ sia l’elettorato del PD civatiano e deluso dal modo in cui Renzi è arrivato al Governo, sia l’elettorato deluso dal MoVimento Cinque Stelle; non è per niente un caso che tutto ciò succeda quando Renzi sale al Governo e quando Civati esprime tutto il suo malumore. Dietrologia? Forse, ma la tempistica è sospetta. Mi pare evidente che si sia aspettato il ‘casus belli’, che i quattro espulsi per mesi abbiano continuato a ‘tirare la corda’ , con distinguo, contestazioni, prese di distanza fino a farla spezzare, creando poi a catena tutta la situazione attuale, ben sapendo che se fossero stati ‘cacciati’, la cosa non sarebbe finita lì.
Tutto ciò va derubricato come ‘strategia politica’ e in fondo in tutto ciò non c’è nulla di male (Berlusconi ha creato la scissione con Fratelli d’Italia con lo stesso fine: fare in modo che i voti dell’elettorato di destra deluso da lui, restino comunque nell’orbita della coalizione); in tutto questo, non c’è peraltro nulla di male in fondo; l’unica cosa su cui avrei da ridire è anche ancora una volta tutto ciò viene propagandato come ‘mancanza di democrazia’ all’interno del MoVimento, quando hanno votato 40.000 persone, con lo stesso metodo attraverso cui ad esempio Grillo e Casaleggio sono stati smentiti più volte in passato dalla base; ora: non è che se la base vota contro Grillo e Casaleggio è libera e se invece vota come la pensano loro, allora non c’è democrazia… attenzione, peraltro, a riempirsi la bocca con la parola ‘democrazia’, visto e considerato che i fatti mostrano come in Italia a potersi definire realmente ‘democratici’ sono in pochi: di certo non il PD, che ha deciso di cambiare il Governo dell’Italia attraverso il voto di meno di 200 persone.
25 Ott
DI SINISTRA, DESTRA, MOVIMENTO CINQUE STELLE E POLEMICHE ASSORTITE
AVVERTENZA: IL POST CHE SEGUE E’ CHILOMETRICO, E RIBADISCE CONCETTI GIA’ ESPOSTI ALTRE VOLTE SU QUESTO BLOG. PUO’ ESSERE GIUDICATO COME UNA GIGANTESCA PIPPA MENTALE O SESSIONE DI BRAINSTORMING; NON SIETE OBBLIGATI A LEGGERE, TANTO MENO A COMMENTARE, SE NON SIETE D’ACCORDO, TANTO POI IL RISULTATO SONO DISCUSSIONI CHILOMETRICHE SENZA ALCUN RISULTATO TANGIBILE.
Quando ho cominciato a interessarmi vagamente di politica, come molti della mia generazione, ad inizio anni ’90, con Tangentopoli e via dicendo, mi definivo esplicitamente di destra: mi piacevano Fini e il suo ‘spazziamoli via tutti’ (credo lo votai anche come sindaco di Roma, in contrapposizione a Rutelli che già allora aveva mostrato la sua indole di voltagabbana), avevo anche una certa fascinazione per la Lega e il concetto di Federalismo… non nascondo, ma non credo sia una colpa, o qualcosa per cui mettermi in croce, che ammiravo Berlusconi, per tutto quello che aveva fatto fino a quel momento… poi col passare degli anni, ai tempi dell’Università, ho un pò cambiato opinione… alla fine, tutta una questione di ‘cosa viene prima’, se i ‘diritti’ o i ‘doveri’. Per chi è di destra, vengono prima i ‘doveri’: il dovere di servire e onorare la Patria, il dovere di costruirsi una famiglia, il dovere di trovarsi un lavoro, anche umile, per contribuire allo sviluppo della Nazione; per la sinistra, vengono prima di diritti, ovvero, prima lo Stato deve mettere in condizione i cittadini di avere un lavoro che risponda alle proprie aspirazioni, di raggiungere il proprio benessere a prescindere da dove si parte. Poi vabbè, in mezzo c’è un oceano di differenze, ma in fondo secondo me la differenza di fondo tra destra e sinistra è questa: per la destra viene prima il singolo con le sue capacità e doveri nei confronti della società, per la sinistra i doveri sono innanzitutto della società nei confronti del singolo.
Sono di sinistra? Credo. Almeno, penso che le organizzazioni ‘sociali’, la società, lo Stato, chiamatelo come volete, esistano in quanto garantiscano al cittadino di accedere a diritti che altrimenti se fosse solo, non gli sarebbero garantiti. Intendiamoci, credo in un certo senso lo stesso singolo sia ‘artefice del proprio destino’ (concetto eminentemente di destra), ma se uno Stato deve esistere, la sua funzione è proprio quella di fare in modo di garantire un insieme anche limitato di mezzi, anche ai più deboli o meno ‘forti’. Sono di sinistra quando penso che ognuno pagando le tasse debba contribuire al benessere sociale, divento di destra quando le tasse pagate vengono sprecate o usare per mantenere gli apparati burocratici dei partiti come succede in Italia: a quel punto, meglio che ognuno si tenga il proprio e aiuti il prossimo con la beneficenza. Sono di sinistra quando dico che bisogna aprire le porte a chi scappa dall’Eritrea o dalla Siria, o da posti dove rischiano la vita, divento di destra quando certi immigrati pensano di potersi comportare in Italia come facevano a casa loro, e addirittura insultano gli italiani..
In fondo, non ho mai creduto che si possa essere completamente di destra o di sinistra: prendete il più ardimentoso difensore dei principi comunisti, mettetegli a rischio casa e risparmi in virtù del ‘bene superiore della società’ e vede come diventa subito uno strenuo difensore della proprietà privata; prendere uno che in casa tiene il busto di Mussolini, e magari scoprite che poi nel tempo libero fa del volontariato a favore degli immigrati… Insomma, se a una persona chiedono ‘sei di destra o di sinistra’, la risposta più onesta dovrebbe essere ‘dipende’. In Italia, e questo è uno dei problemi di fondo, c’è invece questa luogo comune secondo cui se si è ‘di parte’, lo si è fino al midollo, e a mancare è soprattutto il rispetto per l’altro: per chi è di sinistra, chi non la pensa come loro è automaticamente un fascista; per chi è di destra, chi non è come loro, è automaticamente uno stalinista. Sotto questo punto di vista, l’Italia, fa schifo.
Dai primi anni ’90 in poi, questa situazione si è incancrenita: per gli elettori di Berlusconi, chi votava altrove era un pericoloso liberticida; per gli elettori di sinistra, chi votava Berlusconi era un ignorante, uno indottrinato dalla tv… le persone di buon senso e gli intellettuali? Tutti sinistra. Gli str***i fascisti, adoratori del ‘dio denaro’? Tutti a destra… Che schifo, ribadisco. Lo stesso trattamento sta venendo riservato al MoVimento Cinque Stelle; il principale argomento di discussione è ‘Grillo è un fascista’. Se Grillo chiede il reddito di cittadinanza o si schiera contro la TAV, è populista; se le stesse cose le dicono SEL o il PD, allora è buon senso. Poi mi viene detto: eeeeh, ma Grillo certe cose le dice solo per prendere i voti… Perché, gli altri no???? Insomma, la questione qual è? Grillo è in malafede e invece Epifani, Letta, Renzi, Civati, Cuperlo, Monti, Casini, Alfano e Brunetta sono tutti santi che hanno a cuore le sorti degli italiani? E comunque, quale altro scopo ha una forza politica che si presenti alle elezioni se non quello di prendere i voti per andare al Governo (o piuttosto, salire al potere)?
In giro c’è una disonestà intellettuale disarmante: il centrosinistra, nelle sue varie articolazioni, è andato avanti per vent’anni sostenendo che l’unico problema dell’Italia era Berlusconi, salvo poi salvargli le chiappe ogni qual volta è andato (brevemente) al Governo, perché avere il ‘nemico’ contro cui ragliare era molto più comodo che non tirare fuori qualche idea degna di questo nome… adesso stanno ripetendo lo stesso errore con Grillo: la disoccupazione? E chi se ne frega. Le tasse? E chi se ne frega. Le carceri? E chi se ne frega (a parte quando parla Napolitano, se lo stesso problema lo solleva Pannella da dieci anni, stica**i), l’immigrazione? E chi se ne frega (a parte quando ci sono da piangere centinaia di morti); mi si chiederà perché io parli spesso male del PD: perché mi fa inca**are; del PDL che devi dire? E’ coerente, è il partito di Berlusconi e con Berlusconi: le idee sono quelle, lo scopo è chiaro, quindi puoi prendere posizione, pro o contro, il discorso è semplice. Io Alfano, Brunetta, Santanché, Bondi, Lorenzin, De Girolamo non li sopporto; l’unico per cui ho un minimo di stima è Lupi, ma più che altro perché corre le maratone e questo me lo rende simpatico, a prescindere.
Il PD è una caso diverso, e mi fa inca**are perché il PD che potrebbe essere e che vorrei è molto diverso da quello che è… A me fa inca**are che il PD abbia scelto Epifani come segretario e che abbia Cuperlo come unica alternativa a Renzi, e che continui a relegare nelle retrovie persone come Debora Serracchiani che se dirigessero il PD o si candidassero alla premiership Grillo lo spazzerebbero via in cinque minuti. A me il PD fa inca**are, perché ha messo a guidare il Governo uno dei suoi che non ha detto mezza parola sull’aumento delle pensioni da 300 euro o sul taglio delle accise sulla benzina, ma in compenso trova il modo di condonare 1,9 miliardi di euro di multa a chi ha frodato il fisco gestendo le slot machine, o quando sostiene che ‘su certe spese’ (leggi caccia F35), purtroppo ‘non c’è niente da fare’.
Dico che è inutile prendersela con gli italiani ignoranti se il MoVimento Cinque Stelle continua ad essere sopra al 20 per cento; non è l’ignoranza degli italiani, è l’inettitudine altrui: quella di Berlusconi che da vent’anni ciancia di ‘rivoluzione liberale’ e che se poi non la porta avanti, la colpa è sempre degli alleati traditori o della Magistratura; e quella del centrosinistra che ogni volta che è andato al Governo ci è andato male organizzato. La differenza tra il MoVimento e gli altri è tutta qui: gli altri hanno provato fallendo. Il MoVimento Cinque Stelle sta in Parlamento da pochi mesi, esiste da pochi anni, ma improvvisamente per alcuni sembra sia diventato l’unico problema dell’Italia. Boh, se vi fa piacere pensarlo, accomodatevi, ma resta il fatto che dire ‘Grillo è fascista e chi lo vota è un ignorante’ non è un argomento, è un modo furbetto per evitare il confronto e una strada comoda per continuare a pensare di avere una superiorità morale e intellettuale che in realtà non avete. Mentre nel MoVimento Cinque Stelle c’è anche tanta gente critica (a cominciare dal sottoscritto) dalle altre parti non c’è nessuno che sia disposto a riconoscere a Grillo un seppur minimo merito, o beneficio del dubbio: “Grillo è fascista e chi lo vota è un ignorante’. In fondo è la stessa cosa successa con Berlusconi, che non era la causa, ma il sintomo, lo stesso è il MoVimento Cinque Stelle, risultato degli ultimi vent’anni di malapolitica, ma la colpa invece è degli italiani che – ma che strano – non danno fiducia agli altri. Continuate così, fatevi del male.
24 Mag
ELEZIONI ROMANE
Cacchio, come passa il tempo… sembra ieri, come citava una canzone di Bennato… e rieccoci qui, cinque anni dopo, a rieleggere il sindaco della Capitale. Come andarono le cose l’ultima volta, lo ricordiamo un pò tutti: ricordiamo Veltroni ‘il Supersindaco’ specializzato nel tagliare nastri; ricordiamo i problemi sottovalutati o passati in secondo piano, come la più classica ‘polvere sotto il tappeto’; ricordiamo i lustrini della ‘Festa der cinema’, mentre in periferia cresceva il malcontento e l’astio verso ‘l’altro’; ricordiamo la favoletta di ‘Roma città dell’accoglienza’ quando poi bastava salire su un autobus o andare in un mercato per capire che le cose non stavano esattamente così; ricordiamo la scelta demenziale di ricorrere a un cavallo di ritorno come Rutelli… e infine ricordiamo il trionfo di Alè – Magno, con contorno di saluti romani sotto al Marco Aurelio… Tante grazie.
Sono passati quattro anni e a Roma le cose non sono migliorate; a dirla tutta non sono nemmeno naufragate, Roma dà l’impressione di essere un enorme transatlantico che va avanti per conto suo a prescindere da chi la governa; il problema arriva se il mastodontico natante si arena, perché allora disincagliarlo è un bel dito in c**o… Dopo cinque anni Roma non è ‘incagliata’, ma senz’altro non ha cambiato rotta: i problemi sono sempre gli stessi, a cominciare dal traffico e dalla nettezza urbana: questioni che in questi quattro anni sono state bel lungi dall’essere affrontate di petto, ma che sono state lasciate lì a incancrenire… sulla raccolta differenziata qualcosa si è fatto, ma in cinque anni i risultati sono sotto la media, per non parlare della questione della discarica di Malagrotta; se poi pensiamo che guarda caso, proprio le due società che gestiscono trasporto pubblico e spazzatura – ATAC e AMA – sono state al centro di scandali riguardanti assunzioni clientelari, il cerchio si chiude.
Altri quattro anni di Alemanno sarebbero quindi una jattura con pochi precedenti; il problema è però chi mettere al suo posto; il candidato più papabile è ovviamente Marino, sostenuto dal centrosinistra. Ora. Marino è una persona onesta e degna; lascia qualche dubbio il fatto che si intenda più che altro di medicina, per quanto mi riguarda sarebbe stato un ottimo Ministro o Assessore alla Sanità, ma sarà veramente adatto a fare il sindaco? Venisse eletto, mi auguro almeno si circondi delle persone giuste… il problema è che nel caso diventasse sindaco, Ignazio Marino avrebbe le mani legate, ammanettate da un partito che anche a Roma è ridotto ad una serie di bande in lotta tra loro per il territorio. Fosse eletto, Marino avrebbe a che fare con un PD costituito da almeno tre partiti: la base, che l’ha eletto alle primarie, la ‘banda Gentiloni’ (per intenderci il PD che segue la tradizione rutellian-veltroniana) e la ‘banda Sassoli’ (ovvero il PD del versante Bersanian – D’Alemiano); aggiungiamoci Sel e, probabilmente Alfio Marchini che, da uomo sedicente di sinistra, correrà in suo soccorso in un eventuale ballottaggio… Il risultato sarà la solita accozzaglia cui la sinistra ci ha abituato da tempo, con la solita spartizione delle poltrone e risultati nefasti per l’amministrazione cittadina. Iganzio Marino ha la mia stima e il mio rispetto, ma mi dispiace, Roma ha già dato. Basta così, è tempo di provare altro. Alemanno ha avuto la sua occasione e i risultati (non) si sono visti.
Io darò il mio voto al Cinque Stelle Marcello De Vito: il suo programma non è poi così dissimile dagli altri (tutti sono abbastanza dominati da dichiarazioni di principio, ed idee un pò generiche, entrando non troppo nel merito delle questioni), però che devo dire? Mi dà fiducia. Mi dà fiducia per lo stesso motivo per cui mi danno ancora fiducia i Cinque Stelle: sono nuovi, hanno entusiasmo e voglia di fare, non sono legati a logiche vecchie viste fino ad ora; poi per carità, può anche essere che una Roma governata dal MoVimento imploda dopo un anno e messo e si debba riandare ad elezioni, tutto è possibile; la mia impressione è che però per governare bene Roma ci voglia solo un pò di conoscenza e di ‘vissuto’ dei problemi e di buon senso; soprattutto, c’è bisogno di evadere dalle logiche spartitorie, dagli ammanicamenti, dagli ‘aggiustamenti’ con ‘gli amici degli amici degli amici’; c’è bisogno di piantarla di vedere Roma come un trogolo cui si avvicina di volta in volta il branco di chi vince le elezioni… e sinceramente, se penso ad Alemanno od al PD, non sono tanto sereno, a riguardo; Marcello De Vito mi dà più sicurezza (oltre a chiamarsi come me: Marcello, un nome – una garanzia 🙂 ).
Se poi De Vito non ce la farà e si proporrà il ballottaggio che tutti credono, finirò per dare fiducia a Marino, sperando che riesca a svincolarsi dal legame ingombrante con un partito ed un alleanza in cui gli stracci (ed altro) sono sempre lì lì per prendere il volo; ma sarebbe comunque un voto al meno peggio, nella quasi certezza che tutto rimarrà come prima e che ci si debba solo augurare che l’enorme cetaceo capitolino non si areni da qualche parte.
17 Apr
E’ UFFICIALE
IL PD E’ UN PARTITO DI IMBECILLI.
Bersani pur di restarne a capo è disposto a mandare Marini al Quirinale e poi ovviamente ad andare al Governo col PDL… per non fare nulla e mettere gli italiani ancora più nella m***a di quanto già non siano, però lui resta a capo del PD, vuoi mettere? Magari l’Italia va in default, ma… RAGASSI?!?!? IO SONO IL CAPO DEL PIDI’. E ALLORA, BERSANI, NON TI MERITI ALTRO CHE UN GRANDE, ENORME ROBOANTE
VAFF****LO!!!!!
Mi auguro sinceramente che domani si assista alla fine di quell’equivoco che fin dall’inizio è stato il Partito Democratico: SEL si è già smarcata, e probabilmente voterà Rodotà, Renzi e i suoi a quanto pare non sono per nulla intenzionati a votare Marini… mi auguro che nel PD i ‘sani di mente’ riescano a prendere il sopravvento, anche se sarà difficile. Io non so se quella di Bersani sia tutta tattica per ‘bruciare’ il nome di Marini e poi magari votarsi autonomamente Prodi, me lo auguro vivamente, ma al momento il dato di fatto è questo: Bersani e Berlusconi hanno deciso di mandare Marini al Quirinale.
AUGURI.
P.S. Se Marini diventa Presidente della Repubblica, che nessuno si azzardi più a rompere le scatole col MoVimento Cinque Stelle.
27 Mar
CERCASI GOVERNO. ASTENERSI PERDITEMPO
Io Bersani non l’ho capito veramente… poi si lamentano se si sentono accusare di essere ‘vecchi’ e quant’altro… cambiare una forma mentis è difficile e complicato, specie se si ha a che fare con persone che stanno in politica da vent’anni, forse qualcosa di più… è inutile: è come quando mio padre mi dice “sul giornale non dicono mai niente delle corse ciclistiche” e io gli rispondo: “scusa, ma Internet che ci sta a fare?”. Non è colpa loro, poverini, è che non ci arrivano proprio. Naturalmente l’altra risposta possibile è che sia tutta ‘strategia’… Tuttavia, inettitudine o strategia, mi dico: quanto tempo perso: il MoVimento 5 Stelle ha detto in tutte le salse e in tutti i dialetti che un Governo guidato dai vecchi partiti non l’avrebbe mai appoggiato; Bersani fino all’ultimo ha sperato nel contrario, forse incoraggiato da quello che è successo con l’elezione di Grasso, chissà… magari dopo aver cercato di ‘smacchiare il giaguaro’ sperava di aprire M5S come una scatoletta, facendone brandelli e conquistando la maggioranza che gli serve… che poi tra parentesi mi chiedo un Governo sostenuto dal PD e da pezzi raccolti a destra e manca come pensa di poter governare… Ancora una volta il PD sembra pensare: intanto andiamo al Governo, poi si vede: la solita, vecchia, consunta, strategia fallimentare portata avanti negli ultimi vent’anni. Non cambiano, non ci riescono a cambiare. Bersani non si è arreso davanti all’evidenza, sicuro che dopotutto il MoVimento poteva essere spaccato, sicuro che in un modo o nell’altro il Governo sarà capace di formarlo; ha passato le ultime giornate a ‘consultare’ chiunque: mi chiedo con tutto il rispetto che cavolo c’entri Saviano; allora perché non interpellare Rubbia e Fo, che almeno sono Premi Nobel? Bersani ha sentito tutti, ovviamente per prendere tempo e vedere se intanto, nelle retrovie, si riusciva a concludere qualcosa… Invece a quanto pare, nisba; domani doveva andare ‘a rapporto da Napolitano’, invece dovrà prima passare per l’ennesima volta dai ‘capoccia’ del PD a relazionare… l’impressione è che lo stesso Bersani stia diventando un leader commissariato. Io non lo capisco: soprattutto non capisco questa smania di fare il Capo del Governo; o meglio, la capisco, ma i tempi richiedono nuove procedure, nuovi metodi; non si può passare per la solita trafila: incarico – consultazioni – nuovo incontro col Presidente della Repubblica… e poi? Non vorrà mica insistere, formare il Governo e chiedere comunque la fiducia in Parlamento??? Così non se ne esce davvero più… tra l’altro sembra che lo stesso Napolitano avesse molte perplessità, e se l’ha capito una persona che si avvia ai 90 anni, poteva capirlo anche Bersani. La soluzione c’è, ed è a portata di mano: se si vuole essere ‘compagni di maggioranza’ del M5S, come sembra sia l’intenzione (per quanto sappiamo bene che esiste una bella parte del PD che non vede l’ora di fare l’accordo col PDL), ci si mette davanti a un tavolo, come stamattina e si cerca un nome condiviso; cosa che non credo sia poi così difficile… Invece si è voluto procedere col vecchio sistema, col risultato di aver perso una settimana buona, complimenti per il colpo di genio. Io lo capisco Bersani, provare a formare un Governo per un uomo politico è una legittima aspirazione, ma la situazione non è normale e avrebbe richiesto una scelta diversa, un passo indietro, in virtù di quella ‘responsabilità’ da lui sbandierata un giorno si e l’altro pure. A questo punto, vedremo cosa succederà venerdì; i casi sono due: o Bersani rinuncia e allora Napolitano, probabilmente dopo Pasqua, farà il famoso e tanto agognato ‘nome’, o cercando l’alleanza PD-PDL o tentanto di mettere il M5S di fronte ad ‘un’offerta che non può rifiutare’, oppure Bersani insiste e cerca di mettere insieme il suo Governo e di portarlo davanti alle Camere e in quel caso tanti auguri, perché ci vorranno altre due settimane buone per accontentare tutti o quasi, con un esito per niente scontato e anzi probabilmente negativo, con in mezzo anche l’elezione del Presidente della Repubblica e un blocco istituzionale mai visto prima. Ovviamente l’augurio è che Bersani faccia un passo indietro:da elettore del MoVimento Cinque Stelle li aspetto alla prova dei fatti, posti davanti a un nome sul quale non si può discutere; altrimenti, se la strada presa sarà quella di un Governo Bersani sostenuto da elementi presi a destra e manca, o di un nuovo Governo ‘tecnico’ sostenuto da PD e PDL, il MoVimento potrà dire di aver avuto ragione…
P.S. E se Napolitano desse l’incarico a Jorge Mario Bergoglio? Voglio vedere chi si azzarda a dire qualcosa in contrario…
24 Mar
RESPONSABILITA’
Arieccoli, con ‘sta storia della ‘responsabilità’: vorrei capire a che titolo PD e SEL pretendono ‘responsabilità’ da parte del MoVimento Cinque Stelle… ma loro quando l’avrebbero mai manifestata, questa presunta ‘responsabilità’? Quale sarebbe, la ‘responsabilità’, quella del PD che durante tutto il 2012 ha appoggiato le scelte del Governo Monti senza fare una piega? Quella di non aver preteso elezioni democratiche riducendo l’Italia – unico Paese al mondo – ad essere sostanzialmente commissariato da entità esterne, nessuna delle quali democraticamente eletta, che hanno praticamente deciso chi doveva fare il nuovo Governo? Per non parlare del fatto che il PD e i suoi predecessori in Italia negli ultimi vent’anni hanno Governato più o meno quanto Berlusconi, e adesso fanno finta di essere appena sbarcati da Marte… la ‘responsabilità’, dove la mettiamo? E vorrei anche dire qualcosa riguardo a Niki Vendola: possibile che negli anni in cui è stato Presidente della Regione Puglia non si fosse accorto di come stava degenerando la situazione a Taranto, con l’inquinamento prodotto dall’ILVA? Come mai si è arrivati dove si è arrivati, dov’era la ‘responsabilità’? No, tanto per chiedere, perché non è che si può salire su una cattedra ad ammonire gli altri sulla ‘responsabilità’ senza prima farsi un esamino di coscienza…