Francese, ma di chiare origini italiane, Ugo Russo percorre a ritroso la strada che in molti italiani hanno compiuto prima di lui, andando a ‘bagnare i propri panni’ in acque francesi: nato in Lorena, Russo è giunto in Italia, in un viaggio alla ricerca delle proprie radici non solo sonore, lungo la via Emilia tra Reggio e Bologna.
Il primo esito di questo percorso sentimentale sono i cinque pezzi inseriti in questo Ep: poco più di un assaggio, che riescono a mettere in luce le possibilità del nostro.
Tutti cantati in italiano (scelta più che mai simbolica), ad eccezione dell’episodio conclusivo, in inglese, i pezzi si muovono all’insegna di un cantautorato tinteggiato di folk e blues e condito con qualche abrasione indie; chitarra e voce, l’intervento episodico di un’armonica.
Russo Amorale scrive e canta di urgenze di autoaffermazione, omaggia le proprie città ‘adottive’, Bologna e Lione, trova lo spazio e il tempo per qualche vaga escursione surrealistica in un lavoro che, per i suoni e, soprattutto, la vocalità, potrà ricordare a più di qualcuno Paolo Benvegnù.
Solo cinque brani, ma privi di cadute di tono e di passaggi a vuoto, solidi e strutturati, che ci mostrano una voce promettente, forse un prossimo esponente del cantautorato franc… scusate, italiano…