Il nome del gruppo e del disco danno già l’idea dell’incontro: che la vita sia l’arte dell’incontro l’avevano detto del resti già Endrigo, Ungaretti e De Moraes una cinquantina di anni fa… qui, l’incontro avviene tra due musicisti di stanza a Roma, con una collaborazione già avviata, e una cantante franco-nepalese: nascono i Randevu e questo è il loro esordio.
Il respiro è internazionale, per nove pezzi masterizzati in quel degli Abbey Road Studios di Londra e soprattutto cantati in inglese e francese.
La proposta è quella di un pop ‘ricercato’, tendente all’acustico, a ricordare in ugual misura esperienze d’oltralpe e d’oltremanica, con derive rock appena accennate. Le tematiche sentimentali hanno la prevalenza, ma c’è spazio anche per una riflessione sulla ricerca di sé stessi o di un contatto ritrovato con la natura, in un lavoro che può contare su alcuni ospiti, sia nei suoni (la sezione ritmica è ‘esterna’) che nelle parole, con un paio di contributi, cui si aggiunge la traduzione in musica di un testo di John Donne.
Gradevole l’esito (e poi a dircela tutta il cantato femminile in francese ha sempre un suo perché…), per un lavoro adatto alla primavera in arrivo.