Non mi reputo un appassionato di fisica, tuttavia l’argomento m’intriga, e ho anche letto un paio di bei libri divulgativi di Brian Greene a riguardo; non posso essere un appassionato perché davanti a certi concetti finisco per arenarmi, non ci arrivo, insomma. Tuttavia, da appassionato di fumetti di supereroi e di fantascienza, certe notizie e certi concetti, colpiscono la fantasia, mi affascinano: come ad esempio quando riguardo alla cosiddetta ‘Teoria delle Stringhe” si parla di dimensioni ‘aggiuntive’ rispetto alle quattro (tre nello spazio, più il tempo) che percepiamo comunemente. Del resto, più di una volta ho sentito scienziati affermare che senza fantasia in quell’attività non si va da nessuna parte: serve, certo, conoscere la materia, saper maneggiare strumenti matematici che noi manco ce li figuriamo, ma senza avere quel tanto di capacità di ‘immaginare’, non si va da nessuna parte… Così, da persona cui piace lasciarsi affascinare da queste teorie sul ‘di cosa è fatta la realtà in cui viviamo’ sono stato ovviamente affascinato dall’idea della conferma dell’esistenza del famoso Bosone di Higgs: eccola, la fantasia: davanti ai ‘conti che non tornavano’ rispetto al cosiddetto ‘modello standard’ di descrizione delle particelle che interagiscono nel cuore della materia, Higgs immaginò l’esistenza di un ulteriore ‘inquilino’ in quel condominio… Ecco l’affascinante: uno scienziato immagina, teorizza, applica ai calcoli, vede che in base a quanto da lui ipotizzato i conti tornano… e poi ci vogliono 50 anni, il progresso tecnologico, la possibilità di costruire gli acceleratori per confermarlo… e alla fine viene confermato. Pensateci: è fantastico. Questo, per fermarci al reale. A me però piace fantasticare, e allora mi è venuta questa idea: il Principio di Indeterminazione di Heisenberg sostiene che noi non possiamo ‘conoscere’ l’esatta condizione delle particelle nel tempo e nello spazio: possiamo ovviamente arrivarci con dei calcoli, affinare gli strumenti, ma ci sarà sempre un livello oltre il quale non sarà possibile andare, perché gli strumenti stessi dell’osservazione influiscono sui risultati dell’esperimento; diciamo che è un pò come quei laghi ghiacciati che a volte scoprono nel sottosuolo antartico: teoricamente sarebbe possibile far scendere delle sonde, ma l’inserimento stesso di quelle sonde in quell’ambiente incontaminato ne modifica la condizione. E allora mi sono chiesto: Higgs teorizza il Bosone; per cinquant’anni, migliaia di persone si dedicano, speranzose, alla sua ricerca… e se il Bosone fosse stato effettivamente ‘trovato’ proprio perché tante volontà volevano che esistesse? Insomma, mi chiedo: se nell’infinitamente piccolo persino il potere della mente e dell’immaginazione avesse una sua valenza, e dunque il Bosone, ‘immaginato’ dapprima da un solo uomo, poi da decine, centinaia, migliaia e anche più (mettiamoci anche i semplici laureati in fisica, gli appassionati, etc…), fosse stato il frutto di un’impressionate sforzo di ‘immaginazione / speranza / desiderio’ collettivo? Insomma, se fossimo noi uomini, a livello inconscio a ‘creare’ la realtà in cui viviamo? Lo so, questo sembra materiale da libro di fantascienza, però quest’ipotesi m’intriga…