Posts Tagged ‘Nicolas J. Roncea’

TRE SINGOLI

Recensione ‘atipica’: stavolta, qualche riga su tre pezzi ‘a sé.

‘Costantemente Incostante’ (Libellula Music) è il secondo singolo pubblicato dalla giovane cantautrice biellese Ophelia Lia: riflessioni su sé stessa sullo sfondo di un quotidiano ordinario e i postumi di una relazione finita.

Una vocalità quasi jazz, con qualche accenno ‘virtuosistico’ si staglia stacca da uno scenario sonoro minimale e squisitamente percussivo.

La fine di un amore è anche il tema di ‘Il Presente’ (Dischi Sotterranei / Libellula Music), brano tratto dal quasi omonimo quarto lavoro del cantautore italo-franco-romeno Nicolas J. Roncea, il primo cantato in italiano.

Stavolta il tutto è tradotto in una lettera alla ex compagna, con un bel po’ di rabbia e una bella dose di amarezza, su sonorità accese, ruvide e un filo taglienti, nel solco del rock ‘alternativo’ statunitense.

Non c’è due senza tre, e di amori finiti male, stavolta all’insegna della ‘rinascita’ cantano in ‘The One’ (INRI / Metatron / Libellula Music) le tre ragazze (più un ‘accompagnatore’) delle Twee: un trio vocale che rilegge in modo divertito una tradizione ‘d’antan’ con qualche suggestione da musical, e la tromba dell’ospite Roy Paci a rendere più sgargianti le tinte solari di un pezzo a tratti arrembante.

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AA.VV., “TRA LE PALE DEI MULINI” COMPILATION (LIBELLULA MUSIC)

Libellula Music è una delle tante etichette che affollano il sottobosco sonoro italiano, quello che va comunemente sotto l’aggettivo di ‘indipendente’; per presentare Ronzinante, la propria divisione booking, viene pubblicata questa compilation, scaricabile gratuitamente online.

Otto pezzi per otto tra cantautori (la maggior parte) e band: nomi ancora ben al di là dal raggiungere l’audience del ‘grande pubblico’, ma nemmeno dei perfetti esordienti: autori che con i loro primi lavori hanno già offerto prove di livello: dall’attitudine ludica di Losburla, all’ironia disincantata di Edoardo Cremonese, passando per l’ispirazione folk di Nicolas J. Roncea (questi già recensiti in questo blog) fino al cantautorato di stampo un filo più ‘classico’ di Marco Notari.

Gli Eugenio in Via di Gioia ripercorrono i sentieri della musica popolare e gli Etruschi from Lakota alzano il ritmo e offrono il loro contributo in termini di ‘far casino’; le suggestioni vagamente jazz dei Med in Italy si affiancano alla solarità southern dei Solotundra.

Ce n’è, insomma, per tutti i gusti o quasi: una nuova, ottima occasione, per scoprire nomi fuori dai soliti circuiti del pop di consumo nazionale.

LA TOP 20 DEL 2012

1. Honeybird And The Birdies, “You shoud reproduce”
2. Redrick Sultan, “Trolling for answers”
3. Il Maniscalco Maldestro, “Ogni cosa al suo posto”
4. AU, “Both Lights”
5. Niccolò Carnesi, “Gli eroi non escono il sabato”
6. Jesus H. Foxx, “Endless Knocking”
7. The Leg, “An eagle to Saturn”
8. Ember Schrag, “The sewing room”
9. Gianluca De Rubertis, “Autoritratti con oggetti”
10. Confusional Quartet, omonimo
11. Nicolas J. Roncea, “Old toys”
12. Notic Nastic, “Full screen”
13. Human Tanga, “Pornografia apocalittica”
14. Kardia, “No”
15. Devocka, “La morte del sole”
16. Buildings, “Melt cry sleep”
17. Atterraggio Alieno, “Il disgelo”
18. Werner “Oil tries to be water”
19. FEV, “Nebbia bassa”
20. Bianco, “Storia del futuro”

NICOLAS J. RONCEA, “OLD TOYS” (I DISCHI DEL MINOLLO)

Più conosciuto – forse – come leader di Fuh e La Monade Stanca, Nicolas J. Roncea da qualche anno ha affiancato ai suoi progetti di gruppo anche una carriera solista: tuttavia, dopo un esordio (“News form Belgium”) interamente consacrato ad un’intima dimensione acustica, in “Old Toys” sembra piuttosto voler ritrovare lo ‘spirito di gruppo’, sebbene declinato in modo diverso rispetto a quanto accade nelle band con cui abitualmente lavora.

Affiancato da un manipolo di ospiti (tra gli altri, spiccano Luca Ferrari dei Verdena, Carmelo Pipitone e Mattia Boschi dei Marta sui Tubi, Gigi Giancursi dei Perturbazione e Ru Catania degli Africa Unite), Roncea confeziona dodici brani, all’insegna di atmosfere che in larga parte restano raccolte, riflessive (pur non disdegnando schegge rumorose e abrasioni varie), ma che sotto il profilo sonoro si arricchiscono sovente di effetti col risultato di una decisa profondità.

Un lavoro che così risulta sospeso tra indie e folk, improntato a una vena cantautorale, espressa attraverso una scrittura (in inglese) mai banale, spesso sospesa, all’insegna di pensieri talvolta quasi affastellate, riflessioni, soliloqui, dialoghi immaginati rivolti di volta in volta al proprio amore, agli amici, anche ai famigliari, in cui si aprono spazi ellittici, senza che mai tutto venga espresso fino in fondo, lasciando spazio all’allusione, al non detto.

Un lavoro che insomma rivela un autore maturo nelle idee e nella scrittura, che appare avere tanto da dire, anche al di fuori delle proprie band di riferimento.

IN COLLABORAZIONE CON LOSINGTODAY

LA PLAYLIST DI LUGLIO

Con un filo di ritardo…

Holy Diver Ronnie James Dio
Under a soil and black stone Amorphis
Jihad Slayer
Funeral Rites Sepultura
Non posso dormire Surgery
Nido di formiche Human Tanga
La tempesta Kardia
Nail Hand Wrist Moustache Prawn
Old Toys Nicolas J. Roncea
Leonard S.M.S
Thousand Eyes Nothern Valentine
Habitat ’67 /Run
Green Grow the Rusches REM
Jesus thinks you’re a jerk Frank Zappa