Posts Tagged ‘Mirò’

AVANGUARDIE RUSSE

Roma, Ara Pacis. Fino al 2 Settembre.

Strano: stati a vedere che anche le mostre d’arte contemporanea mi stanno venendo a noia… oppure, semplicemente, la mia mania di ‘vedere tutto’ sta mostrando gli effetti collaterali. Quest’anno è la seconda volta, che mi capita di andare a vedere una mostra  e di uscirne sostanzialmente insoddisfatto: già successe qualche mese a  dietro, con Mirò; è accaduto di nuovo, pochi giorni fa, con l’esposizione dedicata alle Avanguardie Russe. Intendiamoci, come nel caso di Mirò, non si può parlare di una mostra ‘brutta’ , quanto di qualcosa di insoddisfacente: è come se ti avessero solleticato il palato e poi arrivati al dunque, la ‘ciccia’ fosse scomparsa. Che poi, a dirla tutta, stavolta l’organizzazione ci ha messo del suo: insomma, vedì lì i nomi di Malevich, Kandinskji e Chagall ‘strillati’ a tutto volume sui manifesti pubblicitari, poi vai lì e ti accorgi che i primi due sono ‘derubricati’ a inizio mostra, con due aree ‘dedicate’, una mezza dozzina di opere ciascuno; con Chagall si sfiora addirittura la ‘pubblicità ingannevole’, visto che di quadri suoi ce ne sono tre, nessuno dei quali poi riporta (se non in minima parte) le atmosfere ‘oniriche’ le atmosfere tipiche dell’artista; per contro, troppo spazio appare essere stato dedicato  ai cezannisti e ai post-impressionisti, che da soli occupano una gran porzione della mostra; più interessante la sezione dedicate a Larionov e Goncharova che avrebbero meritato forse più spazio. L’esposizione riprende quota con le aree Cubofuturismo – Astrattismo – Costruttivismo, ma anche qui: non mi potete usare il nome di Rodchenko come una sorta di ‘specchietto per le allodole’ e poi esporne una sola opera. Formalmente è corretto, l’autore è effettivamente esposto – ma uno si aspettava un pò di più.  Alla fine a percorrerla tutta ho impiegato un’oretta (contro i 90 minuti circa di media), anche perché poi il numero di opere esposte è tutto sommato non abnorme.  Un punto di merito vorrei però sottolinearlo: la nuova organizzazioni degli spazi espositivi è molto più efficace di prima; a occhio e croce, credo che gli spazi siano stati anche un filo ampliati, fatto sta che tutto è più ampio, luminoso, arioso, venendo meno il senso quasi ‘claustrofobico’, che caratterizzava la precedente articolazione degli spazi, anche e soprattutto grazie all’eliminazione dei due fastidiosissimi corridoi laterali nei quali, nelle occasioni più affollate, quasi non si camminava.

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MIRO’! POESIA E LUCE

ROMA, CHIOSTRO DEL BRAMANTE, FINO AL PROSSIMO 10 GIUGNO

“Questo però, avrebbe potuto farlo anche un bambino”: è una frase che viene spontanea, davanti a tante opere di arte contemporanea, e lo fa ancora più spesso, e forse con più forza, proprio davanti a molti dei quadri esposti nella mostra dedicata al pittore spagnolo.
La questione è già stata abbondantemente dibattuta e sviscerata, senza tuttavia perdere la sua ‘forza’: insomma, è come se da qualche decennio a questa parte, esplorato più o meno tutto l’esplorabile in tema di arte figurativa, ci sia messi alla ricerca dell’essenziale, del ritorno alle ‘origini’, o ad una ‘istintività fanciullesca’.
Pollock aveva proposto come soluzione il ‘lasciarsi andare’, attraverso il semplice sgocciolio sulla tela, una tecnica che Mirò riprende, affiancandogli quella, primitiva, dell’intingere le dita nel colore usandole come pennelli, o imprimendo sulla tela la semplice impronta delle sue mani.
Mirò, che affianca a questa tecnica l’ampio utilizzo di ‘segnacci’ di nero, arricchiti di volta in volta con macchie di colore, o utilizzando come accompagnamento cromatico la superficie pittorica stessa (non solo la tela, ma anche compensato, masonite, carta vetrata), riproducendo paesaggi o personaggi per il quale il termine ‘stilizzato’ rappresenta un eufemismo.
Tecnica a parte, il punto resta: ‘quel quadro lo poteva disegnare anche un bambino di tre anni’… e allora la domanda diventa se forse non sarebbe più onesto esporre nei musei i disegni dei bambini delle elementari, di fronte ai quali le ‘grandi opere’ di certi pittori contemporanei assurgono al ruolo di ‘pallide copie’.
Qualcuno dirà che però “di mezzo c’è stato un ‘percorso'”… obiezione valida, ma se poi ti senti dire dagli stessi protagonisti che il loro ispirarsi alle pittore murali delle grotte di Altamira è voluto, o che la loro è la ricerca del ‘gesto istintivo, privo di sovrastrutture’, ossia dello stesso gesto tipico, appunto, delle menti ancora prive di condizionamento dei bambini piuttosto che delle tribù primitive, sulle quali non avevano influito secoli di ‘sovrastrutture culturali’, allora, siamo da capo. Non se ne esce.
Non so perché questa mostra mi abbia condotto più di altre a queste riflessioni: forse perché Mirò supera in quanto a essenzialità, a ricerca del ‘tratto primitivo’ tanti altri contemporanei, fatto sta che alcune delle opere esposte, specie certi piccoli schizzi a inchiostro, non hanno nulla a che invidiare agli scarabocchi che fanno i ragazzini delle elementari… e allora la questione resta lì, irrisolta, ad aleggiare nell’aria…
L’esposizione dedicata a Mirò merita comunque una visita, tra quadri policromatici e altri dominati dal bianco e nero, materiali ‘consueti’ ed altri più arditi, qualche scultura (che utilizza materiali e oggetti di uso quotidiano), e la riproduzione del suo studio a Palma de Maiorca: la mostra si concentra infatti sul periodo in cui Mirò si trasferì lì, sequendo il proprio retaggio materno.
Arricchito da un breve video, il percorso è forse un pò troppo interrotto da corridoi e disimpegni (per quanto spesso utilizzato per mostre di questo il Chiostro del Bramante non mi pare sia il massimo, come sede espositiva).
Schiacciata dalla mostra dedicata all’Avanguardia Americana, e dall’evento dell’anno dedicato a Dalì, l’esposizione di Mirò rischia forse di passare inosservata, il che, sarebbe tutto sommato un peccato: il consiglio è di trovare il tempo per andarci: se non altro, la prossima volta che vostro figlio vi porterà un suo ‘disegno’, potreste sempre appenderlo in salotto, spacciandolo per un Mirò…

Femme Dans La Rue