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OGGI LA SEZIONE SOTTO CASA DEL PD E’ CHIUSA…

…ecco, credo che questo dica molto, sulla situazione del PD e sul casino che si è creato ieri: il problema è sempre il solito: la ‘nomenclatura’, quelli che stanno seduti in Parlamento, i ‘capoccioni’, hanno del tutto perso il senso della realtà… lasciamo perdere per un attimo il fatto che sia stata la stessa base del PD a scegliersi Bersani come candidato Premier (ma non come Segretario, sottolineo). La mentalità è sempre quella, vecchia, vecchia e vecchia: votateci, che poi facciamo noi e silenzio. Il problema è che oggi c’è una ‘strana cosa’ (che il PD non ha ben capito) che si chiama Internet: una volta c’erano le innocue ‘chiacchiere da bar’; oggi c’è la Rete che permette di creare movimenti d’opinione e consenso. La base del PD in questi giorni prima ha detto Marini non lo vogliamo; risultato: Bersani candida Marini, con l’unico risultato di dare il via a una mezza rivolta; poi la stessa ‘base’ ha detto: fateci il piacere, votare Rodotà con M5S; risultato: Bersani candida Prodi, e peggio mi sento: si scopre che 1/4 dei ‘grandi elettori’ del PD è composto da quelli che definire degli infami traditori, sottolineo: INFAMI TRADITORI è un complimento. Congratulazioni: per la figura, per il partito di m***a che siete, per la m***a nella quale rischiate di gettare l’Italia (oltre ad avercela già ampiamente messa nell’ultimo anno di Governo ‘pappa e ciccia’ col PDL). Uno si dice: a questo punto l’avranno capita: hanno fatto fare una figuraccia a Prodi, hanno distrutto il partito, hanno creato una situazione in cui sono rimasti solo cocci (e vedrete l’autentica tempesta a base di secchiate di sterco che si scatenerà tra poco nel PD, del resto da un partito di m***a non c’è da aspettarsi altro): adesso gli resta solo cercare di creare un minimo di rapporto con la ‘base’, voteranno Rodotà… INVECE NO!!! Che fanno i vigliacchi, cacasotto, infami? Vanno a chiedere la ‘questua’ a quel povero Cristo di Napolitano a chiedergli in ginocchio di rimanere al Quirinale; una persona di 88 anni che avrebbe il sacrosanto diritto di viversi in pace e serenità la vecchiaia viene sottoposta a quello che altro non è se non un AUTENTICO RICATTO MORALE. MA SIETE VERAMENTE DELLE M***E!!! Io godo di non avervi votato, mi fate schifo, alle prossime elezioni vi meritate di scendere al di sotto del 10 per cento…

La sezione del PD sotto casa oggi è desolatamente chiusa: non c’è alcuna volontà di ascoltare, generare un dibattito, incontrare le persone; si continua pervicacemente a insistere sui giochini, le strategie, le ‘stanze chiuse’ e le infami lotte di potere portate avanti al riparo del voto segreto, mentre fuori l’Italia va allo sbando: eccolo, il grande, responsabile, serio Partito Democratico… Io mi auguro sinceramente che militanti ed elettori trovino il coraggio di ribellarsi, perché il trattamento di questi giorni sinceramente, proprio non se lo meritano.

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E’ UFFICIALE

IL PD E’ UN PARTITO DI IMBECILLI.

Bersani  pur di restarne a capo è disposto a mandare Marini al Quirinale e poi ovviamente ad andare al Governo col PDL… per non fare nulla e mettere gli italiani ancora più nella m***a di quanto già non siano, però lui resta a capo del PD, vuoi mettere? Magari l’Italia va in default, ma… RAGASSI?!?!? IO SONO IL CAPO DEL PIDI’. E ALLORA, BERSANI, NON TI MERITI ALTRO CHE UN GRANDE, ENORME ROBOANTE

VAFF****LO!!!!!

Mi auguro sinceramente che domani si assista alla fine di quell’equivoco che fin dall’inizio è stato il Partito Democratico: SEL si è già smarcata,  e probabilmente voterà Rodotà, Renzi e i suoi a quanto pare non sono per nulla intenzionati a votare Marini… mi auguro che nel PD i ‘sani di mente’ riescano a prendere il sopravvento, anche se sarà difficile. Io non so se quella di Bersani sia tutta tattica per ‘bruciare’ il nome di Marini e poi magari votarsi autonomamente Prodi, me lo auguro vivamente, ma al momento il dato di fatto è questo: Bersani e Berlusconi hanno deciso di mandare Marini al Quirinale.

AUGURI.

P.S. Se Marini diventa Presidente della Repubblica, che nessuno si azzardi più a rompere le scatole col MoVimento Cinque Stelle.

CHI SARA’ IL NUOVO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA?

A una settimana dall’avvio dell’elezione del Presidente della Repubblica, tento di fare il punto della situazione; di nomi ne circolano tanti… pure troppi: vediamo di fare un pò d’ordine.

MONTI, ovvero: ‘dalle stelle alle stalle’ (o quasi, naturalmente con tutto il rispetto). A novembre la strada appariva chiara e ben delineata: Monti al Quirinale, uno dei suoi Ministri ‘tecnici’ (Passera o Riccardi i più gettonati) a capo di un Governo sostenuto da PD, PDL e centristi; poi, tutto all’aria: Berlusconi molla Monti, con questo privandosi dell’unica personalità del ‘mondo moderato’ che avesse una concreta possibilità di raggiungere la Presidenza; Monti dal canto suo per ripicca ‘scende in campo’, togliendo ai moderati voti preziosi e contribuendo all’attuale fase di stallo. Nonostante questo, Monti probabilmente resta ancora il Presidente più gradito ai ‘mercati’, alla Banca Mondiale, all’FMI, all’UE, alle agenzie di rating e alla Germania, che lo vedono ancora come il salvatore dell’Italia e dell’euro; difficile, molto difficile però che Berlusconi e Bersani cambino ancora una volta bandiera, appoggiando la sua elezione, e dando l’idea di un sistema politico italiano che piega ancora una volta la testa ai ‘desiderata’ di oltreconfine.

AMATO, D’ALEMA, VIOLANTE, ovvero: ‘quelli di sinistra graditi alla destra’ (e chiediamoci il perché…); ognuno a suo modo sarebbe un nome ‘plausibile’, ma per ognuno sembra difficile soprassedere a certi ‘difetti di base’: Amato è a tutti gli effetti un residuato della Prima Repubblica, D’Alema è sommamente antipatico a gran parte degli italiani, a cominciare proprio da quelli di sinistra, che non gli perdonano l’atteggiamento giudicato troppo ‘morbido’ nei confronti di Berlusconi, problema che condivide con Violante, che nonostante il passato in magistratura e nella commissione antimafia e la Presidenza della Camera, non sembra abbia il ‘phisique du role’ per arrivare al Quirinale.

MARINI, ovvero: ‘quello che in mancanza d’altro è perfetto per il ruolo’ (pure troppo); a ben vedere le caratteristiche per la Presidenza le ha tutte: una prima carriera nel mondo del lavoro (diventanto un leader sindacale di primo piano), poi il passaggio in politica, arrivando fino alla Presidenza del Senato. ‘Una vita da mediatore’, si potrebbe dire, parafrasando Ligabue: teoricamente è la migliore scelta possibile, se si vuole un Presidente ‘facilitatore’ che crei le condizioni per un Governo PD-PDL. Giocano a suo sfavore l’età (non so se gli italiani dopo Scalfaro, Ciampi e Napolitano gradirebbero un altro Presidente ottuagenario) e il fatto di essere finito sostanzialmente fuori dalla scena politica dopo le ultime elezioni, che gli darebbe l’aria di quello che, uscito dalla porta, viene fatto rientrare dalla finestra.

PRODI, ovvero: ‘il sogno del PD e di Bersani’: due esperienze di Governo e soprattutto un corposo cursus honorum all’estero, culminato con la Presidenza della Commissione Europea; ineccepibile sotto il profilo istituzionale, ha il suo punto debole nel suscitare giudizi opposti in Patria: Napolitano pur essendo un ex comunista, godeva del riconoscimento anche dalla parte opposta; Prodi è un nome che ancora oggi divide, soprattutto per la gestione del tasso di cambio euro – lira che in molti considerano una sconfitta e un cedimento nei confronti della Germania.

LETTA – BERLUSCONI I ‘sogni del PDL… e di Berlusconi’: detto che le possibilità che il Cavaliere diventi Presidente della Repubblica sono le stesse che ha la Roma di vincere lo scudetto, Letta resta ad oggi l’unico nome di una certa ‘serietà’ che può presentare il PDL; tuttavia Letta non è un politico di carriera, né un ‘tecnico’ di rango: è semplicemente un ex giornalista e direttore di giornale che poi per gran parte della sua vita è stato il principale consigliere politico di Berlusconi: basta questo per portarlo alla Presidenza della Repubblica?

RODOTA’ – ZAGREBELSKY sono i due nomi principali sui quali potrebbe esserci una convergenza PD – M5S come già avvenuto in occasione dell’elezione dei Presidenti delle Camere; condividono il fatto di essere giuristi di primo livello, e quello di essere stati sempre in prima linea nella denuncia dei ‘rischi di autoritarismo’ del Governo berlusconiano (a proposito, sottolineerei come proprio loro, visti come paladini della democrazia, siano i preferiti da parte di attivisti ed elettori del MoVimento Cinque Stelle, da altri accusato esplicitamente di essere una formazione di stampo fascista). Rodotà ha forse qualche possibilità in più, perché più conosciuto al grande pubblico e per aver tenuto negli anni un atteggiamento forse un filo meno militante.

BONINO, ovvero: ‘il jolly’, il nome sul quale potrebbero trovarsi d’accordo veramente tutti (e questo già la mette potenzialmente fuori gioco), se il principio fosse quello del ‘usiamo l’elezione del Presidente della Repubblica per lanciare un segnale di cambiamento all’elettorato’ . Donna e radicale, più volte Ministro, Emma Bonino unisce la popolarità trasversale in Italia (superiore a quella di Prodi) ad un ampio riconoscimento a livello internazionale, dove ha ricoperto incarichi sia all’UE che all’ONU. Emma Bonino al Quirinale sarebbe un sogno che appare troppo, troppo bello per poter diventare realtà e i sogni si sa svaniscono all’alba. Potrebbe avere possibilità concrete se non si limitasse a prendere voti sparsi, ma se divenisse la candidata ufficiale del M5S, o del PDL che potrebbe fare il suo nome per il solo gusto di mettere i bastoni tra le ruote a Prodi.

ALTRI: Di nomi ne sono stati fatti tanti: per il PDL, quelli di Pera o Martino, ma appaiono nomi buttati lì ‘tanto per’; qualche chance in più potrebbe avere Anna Finocchiaro per il PD (che potrebbe anche giocarsi le carte Veltroni o Bindi, dei quali, stranamente, negli ultimi tempi non si parla granché); bisognerà poi vedere cosa farà il MoVimento Cinque Stelle, presso il quale i nomi più gettonati sarebbero quelli di Rodotà, Zagrebelsky e Bonino, cui si aggiungo ipotesi più fantasione come quelle di Strada o Gabanelli; si sono fatti i nomi di De Rita, Presidente del Censis, o delle ex Ministre montiane
Severino e Cancellieri, di Onida, uno dei ‘dieci saggi’ di Napolitano; il mondo della cultura vedrebbe bene il professor Salvatore Settis, in un Paese che solo su cultura, scienza e ambiente può fondare la propria ripresa; sono stati ipotizzati i nomi degli attuali Presidenti delle Camere, Grasso e Boldrini.
Mi unisco anche io al gioco, buttando lì i nomi, da completa fantascienza, del Nobel Carlo Rubbia e dell’archeologo Andrea Carandini, per il discorso che l’Italia non può non ripartire da scienza o cultura.

Emma Bonino è indubbiamente il nome migliore, che unisce prestigio internazionale a una certa ‘popolarità’ tra gli italiani… i partiti per una volta potrebbero fare uno strappo alla regola e considerare anche gli umori che circolano fuori dal Palazzo, con un atto di ‘riconciliazione’ e diciamocelo anche di immagine; altrimenti ho l’impressione che la Presidenza se la giocheranno Prodi o Marini: il primo, se il PD forzerà la mano per non dare l’idea al proprio elettorato di ‘inciuciare’ col PDL; il secondo se, viceversa, lo stesso PD sceglierà, per quieto vivere non ‘fare tutto da solo’ e scegliere un Presidente che agisca da ‘facilitatore’ nei rapporti col PDL, anche se a ben vedere lo stesso ruolo di ‘pontiere-pompiere’ potrebbe essere coperto efficacemente anche da Emma Bonino.