Al di là di certe trovate puramente folkloristiche, cui l’interesse della magistratura rischia di dare solo un ulteriore non necessario risalto, credo sia il caso che il problema venga affrontato.
L’indipendentismo non è cosa di oggi, in varie forme è un’idelogia che perdura da anni, non solo in Veneto… credo tra l’altro che si abbia ben presente come tutto questo nasca dalla mancanza di una vera e propria identità nazionale: in fondo siamo una ‘nazione’ da nemmeno 200 anni… nulla di paragonabile a un ‘localismo’ che trae le sue radici dalla caduta dell’Impero Romano, che ha trovato la sua massima espressione nei Comuni e che è stato poi alimentato da secoli di dominazioni straniere diversificate sul territorio.
Non siamo italiani e non ci ‘sentiamo’ tali (come cantava Gaber), non per cattiveria o malanimo, ma perché siamo e ‘ci sentiamo’ innanzitutto romani, napoletani, milanesi, lombardi, veneti (e magari all’interno dello stesso Veneto, guai a confondere vicentini, veronesi, padovani) , come cantava Carboni. In questo alla fine, non c’è nulla di male… è l’Italia come Nazione unitaria ad essere stata ‘costruita’ male e questo lo dico senza alcun sentimento anti-nazionale, ci mancherebbe.
In Veneto, dunque, c’è una discreta fetta di popolazione che vorrebbe andare per conto suo, ‘fare da se’, separarsi dall’Italia dei meridionali mafiosi e dei romani che non hanno voglia di fare niente… poco importa che in Veneto ci sia stata, per dire, la ‘mafia del Brenta’, o che il tanto osannato mito del ‘nordest operoso’ negli ultimi vent’anni si sia fondato soprattutto sulla manodopera immigrata sottopagata e spesso illegale, con conseguente evasione delle tasse… evitiamo però, che sennò magari parte l’accusa di qualunquismo…
Io dico: risolviamola una volta per tutte; giochiamo a carte scoperte, convochiamo un bel referendum nazionale per capire non solo se i veneti vogliono davvero andarsene, ma se il resto degli italiani vuole ancora averci a che fare;
se il risultato dice che il Veneto resta italiano, amen: per almeno cinquant’anni, basta con ‘sta buffonata dell’indipendentismo;
se si decide che il Veneto non è più italiano, benissimo: il giorno dopo il referendum, si tagliano le forniture di acqua, elettricità e gas che dal resto d’Italia giungono in Veneto;
si chiudono strade e autostrade, si impedisce che dal Veneto partano aerei verso l’Italia e viceversa;
si blocca il traffico di merci e persone: nessuno entra, nessuno esce;
si mette l’esercito a presidiare le arterie di collegamento, impedendo che qualcuno trasgredisca.
A quel punto, voglio vedere come se la caverebbe, il ‘grande ed operoso nordest’: probabilmente chiederebbe l’annessione all’Austria o forse no… magari si troverebbero costretti a decidere se continuare con l’indipendentismo o morire di fame, ma che ci volete fare, bisogna accettare le conseguenze di ogni decisione…
Sarebbe un buon banco di prova: servirebbe a capire una volta per tutte se ‘stare insieme’ offra un reale valore aggiunto o se davvero sia meglio andarsene ognuno per cavoli propri… Perché, cari veneti, la verità è che per ogni motivo che voi adducete per il vostro ‘stare male in Italia’, noi non veneti ne potremmo trovare altrettanti per il fatto di non volere avere niente a che fare con voi… in ognuno c’è del buono e del marcio, nessuno può dirsi ‘migliore’ di qualcun altro; siamo diversi e non c’è nulla di male a sottolinearlo, ma ritenere di poter sempre e comunque ‘fare da soli’, mi pare un attimino presuntuoso…