I venti dischi che più mi hanno colpito tra quelli ascoltati e recensiti sul blog nel corso del 2014.
NEVICA SU QUATTROPUNTOZERO I DIARI MISERABILI DI GEREMIA HOGAN
SALUTI DA SATURNO DANCING POLONIA
IL MERCATO NERO SOCIETA’ DRASTICA
EUA TANTO VALEVA VIVER COME BRUTI
FRANCOBEAT RADICI
TOMMASO TANZINI PIENA
IO E LA TIGRE IO E LA TIGRE
THE GENTLEMEN’S AGREEMENT APOCALYPSE TOWN
THREE LAKES & THE FLATLAND WAR TALES
SHIVA BAKTA THIRD
MEZZAFEMMINA UN GIORNO DA LEONE
CECCO E CIPO LO GNOMO E LO GNU
LETTERA 22 LE NOSTRE DOMENICHE
MARIAN TRAPASSI BELLAVITA
MIRIAM IN SIBERIA FAILING
ES SOTTILE E’ IL CUORE ENTUSIASTA – DAI TREMITI ALLE STELLE
PUNKILLONIS ECLISSI
WORLD SERVICE PROJECT FIRE IN A PET SHOP
ANTONIO FIRMANI & THE 4TH ROWS WE SAY GOODBYE, WE ALWAYS STAY
CLAUDIA CESTONI LA CASA DI CLAUDIA
“Questo è un altro passo falso dell’hip-hop”, ‘canta’ Manuel Fabbro nel pezzo di apertura di “Società drastica”: che sia ironia genuina o falsa modestia, in fondo importa poco; quello che importa è invece che questo disco di esordio del progetto Il Mercato Nero, non è per nulla un passo falso, anzi: è uno di quei dischi che ogni tanto ti fanno pensare che c’è ancora qualcuno che quando mette le proprie idee su cd (o altro supporto musicale) lo fa quanto meno suscitando curiosità e interesse nell’ascoltatore…
“Mercato Nero” è un progetto sul quale hanno messo le mani, oltre a Fabbro anche Matteo Dainese (già con Ulan Bator e Circo Fantasma, più recentemente artefice di due dischi con l’alias de Il Cane) ed Egle Sommacal (nome molto più noto ai frequentatori della scena indipendente italiana, in quanto componente storico dei Massimo Volume): il risultato è un esempio assai riuscito di connubio tra hip-hop ed elettronica, col caro, vecchio rock a fare da ‘sensale’; non che l’idea sia di per sè una prima assoluta, ma la sua applicazione in questo caso è efficace e affascinante.
Il profluvio di parole snocciolate da Fabbro, nelle quali si mescolano interiorità e lo sguardo sulla società, quella ‘drastica’ del titolo che “non ho capito cosa mangia, mastica” nella quale si mescolano figure ai margini, tossici e saccopelisti, nevrosi esistenziali ed echi dei ‘fattacci’ della cronaca nera e gli scandali pallonari
da un lato, dall’altro le musiche di Dainese e Sommacal, a costruire paesaggi spigolosi, a tratti vagamente obliqui, accenni di psichedelia e vaghe straniamenti, fino alla coda dell’ultima delle dieci tracce ‘ufficiali’ del disco che digrada progressivamente fino a sfociare in una ghost track conclusiva affidata alla sola consistenza liquida degli strumenti, all’insegna di crepitii e lievi rumorismi.
Correndo il rischio di essere esagerati, “Società Drastica” ha tutta l’aria di essere un disco ‘importante’, di quelli che forse non segneranno una svolta, ma che per certi versi mostrano come certi ‘generi’ che oggi rischiano seriamente di venire sotterrati dall’abuso del mainstream, siano ancora in grado di percorrere itinerari interessanti… basta solo che ci sia qualcuno che abbia voglia di sollevare lo sguardo dalla mappa per guardarsi intorno.