Posts Tagged ‘Humpty Dumpty’

2022: TOP TEN DISCHI

I miei dischi preferiti tra quelli recensiti sul blog.

Fusaro, “Buongiorno (per tutto il giorno)”

Miglio, “Manifesti e Immaginari Sensibili”

Lalla Bertolini, “La terra liberata”

Lo Straniero, “Falli a Pezzi!”

Cranchi, ‘Un posto dove stare’

ROS, “Allegria Maldistribuita”

Humpty Dumpty & La Guerra delle Formiche, “No Word Is Ever Enough”

La Rosta, ‘Hotel Colonial’

The Ghibertins, “The Life & Death of John Doe”

RosGos, ‘Circles’

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PLAYLIST 2.2022

Periodica selezione di brani e singoli ripresi dalla recensioni del blog.

Come al solito, preciso che non si tratta di una classifica vera e propria, anche se i brani sono comunque ‘ordinati’ in modo crescente di gradimento…

Claudio Rigo, ‘Giorni e Colori’

Settembre28, ‘Come un giornale’

Damiano, ‘Numero Sconosciuto’

Scream!, ‘Datti Forza’

Ruggero Ricci, ‘Un’altra notte’

Davidof, ‘Riad’

Fedrix & Flaw, ‘Ikigai’

Caravelle & Mercvrio, ‘Incoscienti’

Cance, ‘Mosca Bianca’

Giulia Rubini, ‘Cosa Senti’

Sara J Jones, ‘Waterproof’

Francesco Morrone, ‘L’amore non conviene’

Ceroli, ‘Tre giorni in hangover’

Tramontana, ‘Cedere’

Krait, ‘Slate’

Humpty Dumpty & La Guerra Delle Formiche, ‘The Waiting Song’

Lalla Bertolini, ‘Primo dell’anno’

HUMPTY DUMPTY & LA GUERRA DELLE FORMICHE: “NO WORD IS EVER ENOUGH” (SUBTERRA LABEL)

Acqua sotto i ponti ne é passata parecchia, dal 2016, anno del precedente lavoro di La Guerra delle Formiche, ensemble a formazione variabile nato dalle idee del viterbese Carlo Sanetti.

Ritroviamo il progetto assieme a Humpty Dumpty, cantautore messinese dalle molte idee e i pochi compromessi: 21 dischi e varie collaborazioni all’attivo, senza mai essere assurto agli ‘onori delle cronache musicali’, forse nemmeno quelle dei settori più attenti alla cosiddetta ‘musica indipendente’.

Il risultato è questo racconto di un”Apocalisse Sentimetale’, come viene definita, in cui La Guerra delle Formiche, con interventi strumentali e vocali aggiunti, si è incaricata di eseguire interamente ciò a cui Humpty Dumpty ha fase di scrittura.

“No Word Enough” sembra uscito direttamente dal primi anni 2000, epoca d’oro per un certo indie – folk ‘intimista’, memore della precedente lezione dello showgaze, un orecchio a certi episodi dei Radiohead non troppo sperimentali, l’idea di una proposta ‘alternativa’, o ‘indie’, o chiamatela come volete, in cui gli echi, i riverberi, la dimensione onirica e vagamente psichdelica poteva trovare uno sviluppo al di là di certi muri sonori al confine del – e talvolta oltre – il rumorismo.

Dieci brani giocati quasi interamente sul binomio chitarra – voce, cui si aggiungono percussioni essenziali, isolatamente piano elettrico e synth, qualche arco, in cui domina e si mantiene costante un’atmosfera sospesa, un mood malinconico, sofferente a tratti, che occasionalmente si apre a toni più accesi, o a parentesi di dolcezza, con un paio di contributi femminili alla voce.

Un lavoro da cielo coperto e nuvole dense, che coinvolge.