Quello dei Confusional Quartet è un nome che non suonerà nuovo, soprattutto a chi ha vissuto l’underground musicale bolognese di inizio anni ’80; forse meno a chi, per mere questioni anagrafiche, non ha vissuto quel periodo. A una trentina d’anni di distanza, la band si è riunita, riprendendo il percorso interrotto e danto alle stampe Italia Calibro X lo scorso anno, cui a brevissimo segue questo omonimo.
Un disco fulminante: undici tracce strumentali racchiuse tra l’iniziale Futurfunk (già uscita come singolo) e la conclusiva Newheawwave, che appaiono più che mai programmatici e indicativi di ciò che il disco (interamente strumentale, ad eccezioni di sporadici ed isolati campionamenti) propone lungo i poco meno di quaranta minuti di durata: un’incendiaria miscela di free jazz, post hardcore, no wave e new Wave, con esiti talvolta debordanti, parentesi che rimandano a colonne sonore sci-fi, con l’aggiunta di sprazzi ludici, di autentico divertimento.
Il quartetto bolognese appare reggere perfettamente al passare del tempo confezionando un disco compatto, a tratti granitico, pronto a piantare le tende nel lettore cd (o altro strumento di riproduzione), facendosi difficilmente convincere a farsi scalzare.