Posts Tagged ‘Fantastici 4’

FUMETTAZIONI 2.2021

Quando perdi (a causa di questa me**a che gira ormai da quasi due anni) un amico col quale hai condiviso, tra le tante cose, anche la passione per i fumetti, non riesci a fare come se niente fosse.
Come se in fondo fosse una mancanza di rispetto, continuare a fare ciò che lui ora non può più; c’è anche il venire meno di una componente di ‘competizione’, che credo sia più o meno comune a tutti quelli che sono ‘raccoglitori compulsivi’: “Ho letto questo, ho trovato quest’altro, etc…” Nonostante poi negli ultimi anni, per vari motivi, le ‘strade fumettistiche’ fossero state divergenti, io finito a leggere soprattutto roba datata, lui invece sempre sul pezzo, la passione comune era rimasta. Lui continuava a raccontarmi ogni tanto con entusiasmo ciò che aveva letto, io più compassato, mostrando un certo disinteresse (negli ultimi anni la qualità delle storie di molti personaggi è discretamente calata). Lui che sapeva comunicare la soddisfazione per ciò che aveva letto, io che spesso mi schernivo, essendo sempre stato sempre abbastanza incapace di ricorrere alle iperboli….

Ho mollato completamente i fumetti per sette mesi; ricominciati quasi solo perché in fondo stavano lì ad aspettare: “Almeno, esauriamo i ‘sospesi’, poi si vedrà”; è uno svago, un piacere ancora non saprei, certo c’è quell’esperienza accumulata che ti fa apprezzare o meno, non è comunque la stessa cosa.

Brevi (più o meno) recensioni di letture disegnate:

SPIDER-MAN VERSUS WOLVERINE
Ambientazione ai tempi della ‘Guerra Fredda’ (l’albo risale a fine anni ’80 – inizio ’90) per l’incontro – scontro tra il personaggio – simbolo della Marvel e il rappresentante, ai tempi, della ‘nuova leva’ dei supereroi con pochi scrupoli.
Non un capolavoro, ma James C. Owsley a scrivere e Mark Bright a disegnare confezionano una storia godibile.
Voto: 7,5

THE LAST DAYS OF ANIMAL MAN
Miniserie datata 2009 in cui il protagonista scopre che i propri poteri stanno svanendo, con tutte le conseguenze del caso.
Gerry Conway è un onesto ‘artigiano’ con decenni di carriera ma senza particolari capolavori all’attivo: qui non riesce granché ad andare oltre la superficie della classica riflessione su dove finisca l’uomo e cominci il supereroe e su quanto il secondo dia senso al primo e viceversa; la scelta di due ‘cattivi di serie C’ inventati per l’occasione non aiuta; disegni di Chris Batista nella media.
Voto: 6

FANTASTICI 4: ANNUAL 3
Il matrimonio di Reed e Sue, ospite tutto o quasi l’universo Marvel di allora (già affollato, ma di certo non come oggi), diventa un’impareggiabile gazzarra ‘grazie’ al Dottor Destino, che scaglia contro i malcapitati una bella fetta di supercriminali.
Botte come se non ci fosse un domani, firmate da Stan Lee e Jack Kirby (e chi, sennò?); la Marvel ‘innocente’ degli inizi, che oggi manca discretamente.
Voto: 8

FANTASTICI 4 39 – 40
Ancora i Fantastici 4, ancora Lee e Kirby, ancora due numeri ‘storici’ (come gran parte di quelli firmati dai due): stavolta i nostri, rimasti senza poteri, se la devono vedere con l’arcinemico Dottor Destino; ad aiutarli, in un team che ancora oggi resta memorabile, perché tra i meno scontati, Devil.
Da una parte i quattro che, privi di poteri ormai dati per scontati, sono per certi versi vittime di una disabilità; con loro chi, invece, proprio assieme alla disabilità ha avuto in dono le proprie eccezionali facoltà.
Il finale, col ritorno alla status quo, riserva comunque una nota amara.
Voto: 8

JUSITICE LEAGUE 29 – 30
La JL storica assieme alla Justice Society contro il Sindacato del Crimine in uno storico crossover firmato da Gardner Fox e Mike Sekovski.
Puro fumetto ‘vintage’ (siamo nel 1964) con ingenuità assortite, ma di grande fascino.
Voto: 7

LOBO – DEADMAN
Alan Grant, coi disegni realistico – deformati di Martin Emond, dà vita a questa divertente – e a tratti, esilarante – scorribanda, in cui il solito debordante Lobo si trova ad avere a che fare con l”Anima in Pena’ per eccellenza di ‘casa DC’.
Voto: 6,5

LOBO BOUNTY HUNTING FOR FUN AND PROFIT

La perfetta ‘guida’ del cacciatore di taglie a cura di un esperto ‘del mestiere’, con esempi diretti, grazie a una cavia ‘volontaria’…
Ennesima variazione sul tema, con la solita dose di risate: scrive Alan Grant, coadiuvato da un team di disegnatori, tra cui si segnala Kevin O’Neill.
Voto: 6,5

SUPERMAN – LOBO: MAIN MAN MAYHEM
Il racconto del primo incontro – scontro tra il ‘boy scout’ più famoso dei fumetti e il ‘campione’ dell’eccessivamente scorretto è un enorme occasione persa.
Che il motivo dell’incontro sia pretestuoso, ci può stare; che tutto si risolva a un’anonima scazzottata, priva di quelle trovate comiche ma tremende, che hanno sancito il successo, molto meno; che a (non) scrivere la storia sia stato uno come Keith Giffen, che in genere si esibisce su ben altri livelli, è pressoché inaccettabile.
I disegni ‘di ordinanza’ e senza guizzo di Cliff Rathburn non migliorano la situazione.
Voto: 4

CONTEST OF CHAMPIONS
È il 1982 quando la Marvel dà vita a (credo) il primo ‘megaevento’ con svariati eroi uniti contro una minaccia ‘extralarge’.
Stavolta la premessa è un po’ diversa: una serie di eroi usati come pedine nel gioco di due entità ultraterrene.
Acqua sotto i ponti ne è passata a fiumi: letta, oggi questa sequenza di botte scorre via senza troppo impatto, ma comunque il lavoro di Mark Gruenwald ai testi e Bill Mantlo è più che discreto.
Voto: 7

IRON MAN 120 – 128
Ciclo di storie anche noto come “Il demone nella bottiglia”: dopo aver subito una serie di sconfitte personali, tra cui il rischio di perdere il controllo della propria compagnie e una sorta di ‘hackeraggio ante litteram’ – siamo nel 1979, la ‘Rete’ è un progetto uscito da pochissimo dallo stato embrionale ed è comunque roba per ‘pochi intimi’ – dell’armatura di Iron Man, che finirà per diventare l’arma per un assassinio, Tony Stark precipita nel vortice dell’alcolismo, che da semplice vizio diventa via di fuga dai problemi della vita e vera e propria dipendenza.
A salvarlo sarà, manco a dirlo, l’affetto di una persona cara.
David Michelinie, autore forse un po’ dimenticato, in uno dei migliori momenti della propria carriera, coadiuvato ai disegni da un Bob Layton la cui impronta rimarrà a lungo sul design dell’armatura di Iron Man.
Voto: 7,5

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FUMETTAZIONI 3/2018

Brevi (più o meno) recensioni di letture disegnate.

 

SANDMAN MYSTERY THEATRE: LA NEBBIA

La ‘nebbia’ del titolo è ciò che resta dopo che un’arma incredibile rilascia i suoi tremendi raggi: un’invenzione che potrebbe rivelarsi decisiva, nel momento i venti della II Guerra Mondiale cominciano a spirare dall’Europa.
Un pretesto, in fondo, che permette a Matt Wagner di dipingere il consueto ritratto di un’epoca e delle sue convenzioni sociali; a occupare la scena è però la vicenda di un giovane di origine tedesca, che viene lentamente irretito da un circolo nazista in terra americana.
Steven T. Seagle e Guy Davis curano la parte grafica.
Voto: 7,5

 

STARSTRUCK

Può sembrare un luogo comune, sottolineare i risultati inaspettati della scrittura femminile applicata a generi solitamente poco ‘femminili’, ma questo è uno di quei casi: Elaine Lee dipinge un mondo futuro e post-atomico, in cui l’uomo ha colonizzato il cosmo, ma non sembra aver perso le sue vecchie abitudini… Il risultato è una serie di avventure surreali, condite con satira politica, antimilitarista, religiosa e sui ‘costumi’, anche sessuali… magistralmente disegnata da Mike Kaluta, “Starstruck” esonda dai confini della ‘narrativa disegnata’ per diventare un magnifico esempio di letteratura sci-fi.
Voto: 8,5

 

THE WALKING DEAD 52

Comincia l’inevitabile, e ampiamente prevedibile, scontro coi Sussurratori: Rick sistema le truppe, ma saranno sufficienti contro la marea di non morti – e di vivi travestiti come tali – che gli sta arrivando addosso?
Mentre – e come ti sbagli? – uno dei personaggi ‘di lungo corso’ ci rimette le penne – la ‘nemesi’ Negan potrebbe rivelarsi ‘l’uomo in più’ di tutta la situazione.
Voto: 6,5

 

LA VENDETTA DEL MONOLITO VIVENTE

Un nemico – letteralmente – enorme, tre dei Fantastici 4 suoi prigionieri, Vendicatori e mutanti assortiti in tutt’altre faccende affaccendati: tocca a Capitan America, l’Uomo Ragno e She-Hulk (ai tempi negli stessi F4, sostituta temporanea de La Cosa) difendere New York.
E’ il 1985: scrive l’ottimo mestierante David Michelinie, disegna un Marc Silvestri qui alla prima prova ‘importante’ per la ‘Casa delle Idee’, uno stile gradevole, ma ancora lontano dai fasti del decennio successivo.
Voto: 7

 

SILVER SURFER: THE ULTIMATE COSMIC EXPERIENCE

Dopo aver creato l’Universo Marvel a inizio anni ’60 e aver in seguito rotto i loro rapporti per divergenze creative ed economiche, Stan Lee e Jack Kirby tornano a collaborare nel 1978 per offrire una rilettura dell’epopea di Silver Surfer, forse il frutto più immaginifico della loro collaborazione. Storia del tutto svincolata dalle vicende precedenti del personaggio, nel formato di un ‘romanzo grafico’ del tutto inusuale rispetto al fumetto seriale della Marvel, ‘l’esperienza cosmica definitiva’ propone una di quelle classiche vicende di sacrificio tipicamente marvelliane, in cui il protagonista si trova di fronte alla drammatica scelta tra seguire il proprio cuore e ottemperare al dovere di salvare l’intera popolazione, per quanto per molti versi poco ‘meritevole’, del pianeta Terra. Architetto del tutto, e non poteva essere altrimenti, Galactus, entità primigenia, che risponde solo alle proprie necessità e agli imperscrutabili disegni che l’hanno portato a girovagare per l’universo preda di una fame incessante che lo porta a consumare qualsiasi pianeta animato da energia prodotta dalla vita.
L’ultima grande storia prodotta da Lee e Kirby è un grande omaggio alla Marvel delle origini, che si legge col rimpianto di ciò che sarebbe potuto essere se la collaborazione tra i due non di fosse interrotta.
Un autentico gioiello, purtroppo dalla reperibilità oggi molto difficile.
Voto: 8,5

 

INVINCIBLE 52

Uno sviluppo inaspettato porta a un drastico cambiamento nello status quo e negli equilibri tra i personaggi della serie: e dato che il buon Mark ne ha – e a ragione – le scatole piene di cambiamenti ogni due per tre, si decide a ‘un grande passo’, per costruirsi almeno un minimo di stabilità nel ‘privato’…
Voto: 6,5

In appendice, due storie ‘d’ordinanza” di Tech Jacket, tra salvataggi interstellari, profughi alieni e amori interplanetari ostacolati da ‘incompatibilità anatomiche’…
Voto: 6

 

THE SENSATIONAL SHE-HULK
E’ il 1985 quando la Marvel incarica John Byrne di dare nuova linfa alla cugina di Bruce Banner con questa graphic novel.
Il risultato, come suggerisce il titolo, è ‘sensazionale’: al di là della storia (la gigantessa verde catturata dallo SHIELD al fine di ‘studiarla’ e renderla inoffensiva, nel caso ‘sbarellasse’ come il più famoso parente) con l’aggiunta di una minacciosa colonia di scarafaggi intelligenti (!!!), il fumetto vale soprattutto per la parte grafica, in cui un Byrne sornione rende la protagonista una bomba sexy che preannuncia l’era delle supereroine coi costumi stracciati del decennio successivo e l’attitudine decisamente ironica, a tratti apertamente umoristica; elementi che lo stesso autore avrebbe successivamente sviluppato nella serie autonoma del personaggio.
Voto: 7,5

 

SPIDER-MAN: BLUE

Peter Parker affida a un registratore una lunga lettera – confessione destinata all’indimenticata Gwen Stacy, ritornando sulla storia del loro incontro e di quello parallelo con Mary Jane, l’altra donna della sua vita…
La premiata ditta Jeph Loeb – Tim Sale, dopo aver riletto i primi anni di Batman, a inizio anni ’10 si dedica ad alcuni dei più iconici supereroi Marvel, assegnando ad ognuno di loro un ‘colore’, dominante nei disegni ma anche emotivamente; per l’Uomo Ragno è il ‘blue’, quello stesso sentimento di malinconia / nostalgia che è l’impronta caratteristica del jazz. Il risultato è il racconto agrodolce di un gruppo di giovani – Peter, Gwen, MJ, Harry Osborne, Flash Thompson – che si stanno affacciando all’età adulta, con le loro debolezze, incertezze, amicizie, amori… Certo, sempre dell’Uomo Ragno si tratta, e non mancano le scazzottate e i ‘cattivoni’ (Rhino, Lizard, L’Avvoltoio), ma qui le ‘botte’ assumono un ruolo quasi marginale, rispetto al ritratto di una gioventù: sembra quasi di trovarsi di fronte a degli epigoni di Stephen King, un maestro nel parlare di ‘cose importanti’ mascherandole da libri horror.
Si respira un’atmosfera da fine estate, in cui tutti si divertono, sapendo che di lì a poco si dovrà tornare a ‘fare sul serio’, e nel caso di Peter e Gwen la tragedia è dietro l’angolo.
Un piccolo (mica poi tanto, trattandosi di una miniserie di 6 numeri) capolavoro e una delle storie più intense de L’Uomo Ragno degli ultimi vent’anni.
Voto: 8,5

 

FANTASTICI 4 1 2 3 4

Grant Morrison e Jae Lee inscenano l’ennesimo scontro tra gli F4 e il Dr. Destino, alleato al ‘solito’ Uomo Talpa ossessionato da propositi di vendetta e da un Namor più che mai intenzionato a conquistare la Donna Invisibile… Il tentativo, come al solito, quello di separare il Quartetto: ancora una volta, col miraggio di una ‘vita normale’ per La Cosa; gettando l’ombra del dubbio sulla spavalderia della Torcia; attentando alla fedeltà coniugale di Sue.
La sfida però è come al solito tra Destino e Reed: un confronto più che mai ‘celebrale’, apparentemente sulla strada completa alienazione…
Il finale è prevedibile, lo svolgimento ‘canonico’, ma Grant Morrison ci mette del ‘suo’ e, accompagnato dai disegni a tratti vagamente ‘disturbanti’ di Jae Lee offre una lettura forse non originalissima della dinamiche degli F4, ma comunque sostenuta da una scrittura di livello.
Voto: 7

 

WONDER WOMAN: THE BLUE AMAZON

Conclusione di una trilogia ‘espressionista’, scritta dai coniugi Jean-Marc e Randy Lofficier e disegnata da Ted McKeever, cominciata con “Superman – Metropolis” e proseguita con “Batman – Nosferatu”, la storia è naturalmente – e liberamente – ispirata a “L’Angelo Azzurro”: Diana, immemore del suo passato, si esibisce ogni notte in un club, schiava dei desideri (e forse di qualcosa di più concreto) dei clienti, fino a quando le cirscostanze non la porteranno a risvegliarsi, partecipando a un confronto che svelerà i segreti e deciderà le sorti del ‘mondo di sopra’, di ‘quello di sotto’ e del ‘Paradiso’ dal quale lei stessa proviene…
Il capitolo finale della trilogia finisce per essere il più debole dei tre, forse perché se le associazione di idee tra la ‘Metropolis’ di Lang e quella di Superman e tra il “Nosferatu” di Murnau e l’aspetto per certi versi vampiresco di Batman sono più dirette, il filo che lega Wonder Woman con la Lola di Marlene Dietrich nel film di Von Sternberg è decisamente più esile e il tutto appare un po’ ‘forzato’ dall’idea di portare appunto a termine una trilogia.
I Lofficier se la cavano svolgendo un ‘compitino’ senza particolari sussulti; McKeever da il suo contributo col suo solito tratto difficile, a metà strada tra lo straniante e il caricaturale.
Voto: 6,5

 

WONDER WOMAN THE TRUE AMAZON

Wonder Woman prima di Wonder Woman: dono degli dei alla regina Ippolita, cresciuta nella bambagia fino ad essere viziata, dotata di facoltà eccezionali… Fino a quando, pur di primeggiare, non commetterà un classico peccato di superbia, con le più nefaste conseguenze….
Jill Thompson rilegge le origini della più famosa amazzone dei tempi moderni, un romanzo di formazione che si sposa con stilemi tipici della tragedia greca, con disegni pittorici ad acquerello che fanno al tutto delle atmosfere da Arcadia: l’isola di Temiscira è un mondo ideale costruito a prezzo del sangue e dell’esilio dove improvvisamente irrompe il dramma, causato proprio dalla più amata delle sue abitanti.
Voto: 7,5

 

BATMAN – THE SPIRIT: CRIME CONVENTION

Due tra i giustizieri più iconici del mondo dei fumetti si incontrano in questa gustosa storia firmata da Jeph Loeb, che orchestra un classico crossover in cui i nemici storici dei due eroi utilizzano i loro classici comprimari per ordire un tranello ai loro danni.
La fine, tra ampie scazzottate, arriva facile e veloce, ma quando all’omaggio di Loeb all’età dell’oro si aggiunge il tratto, deliziosamente sospeso tra atmosfere retrò e stile ‘cartoonistico’ del mai troppo compianto Darwyn Cooke, il risultato è veramente gustoso.
Voto: 7

IL DIBATTITO

Preceduto dal ‘manifesto pubblicitario’ che in poche ore ha fatto il giro della rete, suscitando reazioni che sono andate dall’ilarità all’indignazione (quest’ultima piuttosto diffusa tra gli amanti dei supereroi: ci può stare tutto, ma Tabacci – Silver Surfer proprio no… ;-D), che li paragonava ai Fantastici 4 (più Silver Surfer) della Marvel, si è svolto ieri il famoso dibattito trai cinque contendenti delle primarie del ‘centrosinistra’. E va bene, si può discutere sui contenuti, su quanto sia stato detto e su quanto sia stato evitato o taciuto, ma a  me, insomma, il dibattito di ieri sera è piaciuto (la rima non è voluta). In fondo, pur con tutti i limiti del caso, è stato qualcosa di nuovo’: non me la ricordo una situazione in cui cinque politici siano stati costretti a rispondere a turno alle stesse domande, mostrando se e cosa avessero da dire, senza dover ricorrere al reciproco azzannamento, all’interruzione, al fare a chi alza più la voce. In più, si trattava di persone che, volenti o nolenti, ci stavano mettendo la faccia per raggiungere un obbiettivo personale: non si era insomma di fronte al solito gruppo di commedianti mandati dai partiti ai talk show televisivi perché bravi a lanciare slogan, battute, insulti o quant’altro quando richiesto… Non si era insomma di fronte ai soliti ‘mestieranti’ della politica televisiva, per quanto ovviamente Bersani, Vendola, Renzi e Tabacci abbiano una discreta esperienza televisiva (meno Puppato, per la quale il paragone con la Donna Invisibile, della pubblicità di cui sopra era azzeccato non solo sotto il profilo del ‘genere’). Insomma, a me è piaciuto: è stato un confrontarsi di stili, atteggiamenti, vocabolari, movenze, facce… Chiaramente, come ha sottolineato qualcuno, molto lontano dai dibattiti americani, ma in fondo credo che anche per le ‘primarie’ come per tanto altro, l’Italia debba cercare una propria strada, più che scopiazzare gli altri. Un primo passo, dunque, e dopo tutto mi fa piacere che ancora una volta i primi siano stati i rappresentanti della sinistra (o del centro-sinistra, o chiamatelo come vi pare: di certo, destra non è), a riprova che dopotutto ( e lo dico da persona estremamente critica su quanto fatto da quelle parte politica negli ultimi anni) c’è comunque differenza con gli ‘altri’, con quelli che, appena usciti da un ventennio di gestione ‘padronale’, stanno cercando in fretta e furia di adeguarsi alla meglio…