Periodica selezione di brani tratti ai dischi recensiti sul blog.
Plastic Bottle Artura
Adunpasso Belzeboss
Saprai farti valere Leandro
L’Astronauta Latleta
Blinding White Monêtre
Boxes Alephant
Easy Ell3
29 Dic
Periodica selezione di brani tratti ai dischi recensiti sul blog.
Plastic Bottle Artura
Adunpasso Belzeboss
Saprai farti valere Leandro
L’Astronauta Latleta
Blinding White Monêtre
Boxes Alephant
Easy Ell3
1 Dic
Secondo lavoro da studio perEll3, al secolo Flaminia Gallo, prodotto dal dj e producer Dave (Davide Zaniero).
Cinque i pezzi, nei quali la voce della cantautrice risalta su tappeti e sfondi elettronici, ora volti all’ambient, talvolta con qualche ‘crepitio’ e rumorismi appena accennati, ora più inclini a scenari dancefloor, mantenendo sempre un che di onirico, di evanescente.
Ell3 canta di storie d’amore finite e della fatica di ricominciare, delle opportunità di guardare le cose con uno sguardo diverso, o semplicemente si perde nei suoi pensieri, fino alla dedica conclusiva alla madre.
L’interpretazione, talvolta sottilmente malinconica, affascina e tratti seduce, trovando nei suoni un efficace accompagnamento.
4 Set
Una selezione di brani scelti dagli ultimi dischi recensiti qui.
Penguin’s parade Neuromant
Valle Kamal
La dirimpettaia Marco Kron
Drving thru a city by night Frank Sinutre
The man with the sad eyes Ell3
Il vortice Fenriver
Homo Sapiens Riverweed
E ora lei Pivirama
Sopra il tavolo Ciccio Zabini
26 Giu
Uno pseudonimo per identificarsi, sei brani – cantati in inglese – per presentarsi: Ell3 viene da Torino e in questo suo primo lavoro riversa i frutti di un’esperienza sonora che ha contraddistinto tutta la sua biografia (nasce e cresce in una famiglia di musicisti), all’insegna della fusione tra il jazz e il soul da un lato, l’elettronica dall’altro.
Accompagnata dalle sapienti mani di Alan Diamond e Davide ‘Enphy’ Cuccu, apprezzate figure della scena torinese, Ell3 dà vita a un lavoro dedicato alla necessità di fingere, di indossare maschere, per rispondere alle convenzioni sociali o rispondere alle necessità imposte da rapporti personali che spesso finiscono per richiedere di mostrarsi per ciò che non si è; si finisce così per allontanarsi dalla propria essenza, finendo magari per rifugiarsi nel sogno, anche se il proprio io finisce per riemergere, magari attraverso la tristezza di uno sguardo (gli occhi come proverbiale ‘specchio dell’anima’) fino a rendere più o meno necessaria una sorta di ‘rinascita’.
Sensibilità jazz e soul unita all’elettronica, dunque: esiti non troppo distanti dal trip hop che di questa fusione fu una delle massime espressioni negli anni ’80, ma con suggestioni che possono ricondurre alla ‘solitudine urbana’ comunicata da certe colonne sonore, che possono ricordare alla lontana Ryuichi Sakamoto.
Ell3 domina naturalmente la scena, un’interpretazione sinuosa, un’intensità forse tenuta un po’ troppo a bada a favore di un’eleganza formale comunque godibile, umore tendente al malinconico.
Si avverte magari la mancanza di un ‘cambio di passo’ in un lavoro che mantiene sostanzialmente inalterato il suo ‘mood’ dall’inizio alla fine, anche se sei brani costituiscono poco più di un assaggio e sarebbe necessaria una prova più ‘corposa’ per farsi un’idea maggiormente compiuta.