Il ‘successo’e la sua gestione: non dev’essere stato facilissimo, per i Diecicento35… “Secondo me”, si riferisce al ricorrente incipit di tante opinioni espresse nel corso di tante discussioni… Il problema col successo – giunto nel caso della band torinese grazie all’esordio di “Il Piano B”, con la vittoria di contest, l’entrata in playlist radiofoniche, ospitata da Fiorello, fino ad esibirsi durante la ‘Partita del Cuore’ davanti a 40.000 persone.
Il punto insomma, è il solito: se e quanto ‘scendere a compromessi’ per confermare quel successo: il vecchio dissidio, mai sanato, tra il restare ‘orgogliosamente’ indipendenti e l’essere ‘pop'(olari).
La premessa, mi rendo conto, è un po’ lunghetta, ma sembrava necessaria per un disco che convince, nonostante (almeno, per quanto mi riguarda) il suo essere apertamente ed esplicitamente ‘pop’… o meglio, ‘pop – rock’, di quello che gli ascoltatori più ‘esigenti’ troverebbero più o meno ‘innocuo’ (per dirne una: il pezzo di apertura – ‘Bunjee Jumping’ non sfigurerebbe nella discorgrafia di un Nek…), ma che i più potrebbero anche trovare gradevole.
Una base elettrica e un pizzico di elettronica a fare da contorno, brani dedicati a situazioni sentimentali ed autoriflessione, col titolo che in fondo oltre a un riferimento al secondo lavoro (che è sempre “il più importante” come cantava Caparezza) e alle discussioni in studio, vuole essere un omaggio alla libertà di espressione e di confronto.
Il quintetto torinese è guidato con buon piglio dalla voce Carola Rovito, sospesa tra grinta e dolcezza, il resto lo fanno pezzi costruiti sapientemente e ben equilibrati,di fronte ai quali non si può evitare di battere il piede…
Un pop (rock) che insomma non riesce a non farsi piacere, per una band in crescita.