Alla vigilia dei Mondiali del 2006, in un post sul mio blog di allora mi scagliavo contro Beppe Grillo che inneggiava, mi pare, al Ghana, in occasione della partita inaugurale della Nazionale italiana.
Oggi, a otto anni e passa di distanza mi ritrovo, purtroppo, costretto anche io a tifare contro la Nazionale. Il calcio italiano negli ultimi mesi ha offerto uno spettacolo indecoroso, avvilente, aggiungete voi gli aggettivi: alla luce degli ultimi avvenimenti, si può tranquillamente affermare che l’eliminazione dell’Italia dai Mondiali sia stata il meno.
In pochi giorni siamo stati costretti ad assistere prima all’elezione a capo della FIGC, e dunque del calcio italiano, di ‘quello dei calciatori africani che mangiavano le banane’ e – ancora peggio – delle ‘donne handicappate’; lo stesso che, da quanto ho letto in giro, in passato è stato anche protagonista di vicende giudiziarie di tipo economico – fiscale.
Non è nemmeno una questione di razzismo o sessismo: è che una persona che fa certe uscite senza curarsi delle conseguenze, è semplicemente inadeguato al ruolo, specie considerando che di fronte alle polemiche suscitate, non ha trovato nulla di meglio da dire se non paragonarsi all’assassino di Kennedy (che tra parentesi ancora oggi non si è ancora ben capito chi sia).
Non bastasse questo, alla guida della Nazionale è stato chiamato Antonio Conte; Antonio Conte non è solo quello preso universalmente in giro per i capelli posticci; né unicamente quello che davanti ai microfoni si presenta sempre con fare arrogante quando vince e con atteggiamento lamentoso quando perde; Conte, è soprattutto, quello che si è beccato una squalifica nell’ambito di un processo per partite truccate; e questo viene chiamato ad allenare la Nazionale? Ok, facciano pure, ma io stavolta passo.
Ogni tanto, nella vita, è bene anteporre al proprio interesse – in questo caso il tifo per la Nazionale – qualche ‘questione di principio’: per me in questo caso, la ‘questione di principio’ è quella di non ammettere che una persona che si è beccatA una squalifica di vari mesi (poi ampiamente ridotta, come d’uso in Italia) per una vicenda di partite truccate alleni la Nazionale… è un po’ come rifiutarsi di votare per quei partiti che portano inquisiti e condannati in Parlamento: ogni tanto bisogna recedere e rifiutare ogni tipo di connivenza.
Fino a quando sarà Antonio Conte ad allenarla, mi rifiuterò di tifare per la Nazionale; piuttosto, seguirò con più coinvolgimento l’Olanda, per la quale simpatizzo da tanto; del resto, non è scritto da nessuna parte che sia obbligatorio tifare per la Nazionale: se questa è l’espressioni di un calcio che – scusate il termine – fa vomitare, allora non tifare rappresenta una semplice scelta di coerenza personale.