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EUROPA: IL PROBLEMA E’ CULTURALE

Riflettevo sul  fatto che alla fine, ancora più che economico o politico, il problema europeo è culturale: l’Unione Europea è stata costruita con una mancanza di cultura abissale. Pensate alla democrazia e alla filosofia greche, al diritto romano, alla cultura delle comunità monastiche medievali, all’Umanesimo fiorentino, all’Illuminismo francese e al Romanticismo tedesco; pensare alla cultura come sapere scientifico, da Euclide alla Rivoluzione Industriale, passando per Leonardo, Galileo, etc… estendiamo il concetto perfino alla ‘cultura sportiva’: le Olimpiadi, antiche e moderne, sono ‘roba nostra’… e non parliamo poi dello sconfinato patrimonio artistico… Ora, chiediamoci: che ruolo ha avuto tutto questo nella costruzione delle istituzioni europee? Nessuno, per usare un eufemismo; un ca**o di niente, per ricorrere ad un’espressione più greve, ma calzante.

Nella creazione dell’Europa ‘unita’, la cultura è stata sistematicamente lasciata fuori dalla porta: non parlo solo degli ultimi vent’anni, da Maastricht alla creazione dell’euro; sia la CEE (Comunità Economica Europea), sia la sua precorritrice CECA (Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio) nascono con una preponderante – se non esclusiva – vocazione ‘economica’; ad unire l’Europa, sono stati dunque, fin dall’inizio, solo i soldi: con tutto il patrimonio culturale che abbiamo, non si è trovato nulla di meglio se non costruire le ‘istituzioni europee’ sul denaro, sul frega – frega delle banche, su un sistema economico, specie dopo il crollo del comunismo, sempre più basato sul benessere di pochi contrapposto al disagio dei tanti:  e dunque, ora ci meravigliamo pure se in Europa sfondano i movimenti contro l’Europa… ma di grazia, ma si può pensare che una creazione come l’UE possa reggersi solo sull’economia?

Pensiamo agli Stati Uniti: si sono costruiti un ‘patrimonio culturale condiviso’, basato su ‘miti’ come quello dei Padri Pellegrini o della ‘Frontiera’: pensiamo a come quest’ultimo abbia continuato a tornare nella politica americana, a come Kennedy lo usò per coinvolgere la nazione nella corsa allo spazio, a come  abbia intriso anche la cultura popolare americana, dal cinema western allo ‘spazio, ultima frontiera’, di Star Trek.

Cosa è stato fatto di analogo, in Europa? Nulla, e quel poco che c’era è stato spazzato via: prima dell’Euro, la CEE usava una sorta di ‘valuta virtuale’, l’Ecu, ovvero lo ‘scudo’, che nel nome conteneva in un certo senso il retaggio dei secoli passati… quando si è arrivati alla moneta unica ‘reale’, si è buttato l’Ecu alle ortiche preferendo l’Euro, un nome asettico che non vuole dire nulla; non si è nemmeno avuto il coraggio di usare monete con effigi comuni a tutti, preferendo cambiare di volta in volta a seconda della Nazione (con conseguenze a volte ridicole: vorrei capire quanti in Italia, mettendosi una mano in tasca  e prendendo una moneta da 20 centesimi, sanno il titolo dell’opera e dell’autore… per la precisione:  ‘Forme uniche nella continuità dello spazio’, Umberto Boccioni).

Gli Stati Uniti hanno costruito almeno in parte ex novo il proprio patrimonio culturale, prendendo ovviamente le mosse da quelli dei vari popoli che si sono fusi nel cosiddetto ‘melting pot’… In Europa, nulla del genere: si sarebbe potuto e si sarebbe DOVUTO, costruire fin dal secondo dopoguerra un’identità finalmente condivisa, facendo capire che in fondo Euclide, Leonardo da Vinci, Voltaire e  Goethe fanno parte di un patrimonio unico e condiviso… non lo si è fatto, e il risultato, per dirne una, è aver permesso che  una nazione arrogante  e tracotante come la Germania trattasse come una pezza da piedi la Grecia, culla della democrazia e della filosofia. Insomma, per costruire così male una ‘comunità europea’ bisogna proprio essere stati dei deficienti, altro che sbandierare  De Gasperi, Schuman Adenauer, via via fino a  Koll, Mitterand, Prodi e via discorrendo… saranno pure i ‘padri fondatori’ e i loro illustri successori, ma hanno dimostrato di non aver capito nulla, o peggio, sapevano benissimo quali danni stavano provocando, ma se ne sono fregati volutamente… e oggi ci ritroviamo a dipingere come un mezzo eroe Draghi, un banchiere che probabilmente fa parte di coloro che ignorano quale opera sia raffigurata sui 20 centesimi italiani…

La cosa peggiore, è che si continua a parlare di politica europea  e di economia europea, e si continua a lasciare fuori da ogni riflessione la cultura europea: di questo passo, tanti auguri: magari i banchieri e gli industriali continueranno a fare soldi e i politici ad accumulare potere, ma una vera ‘Unione Europea’ non l’avremo mai.

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EPURAZIONI

Due parole sulle ‘epurazioni’ del M5S; comincio subito col dire che l’operazione è piaciuta poco anche a me; tuttavia esistono dei regolamenti… il problema di Gambaro non era ‘di aver parlato contro il leader’, o almeno la questione non era quella: la questione è che ‘i panni sporchi si lavano in famiglia’, che il malumore va espresso nelle sedi adatte  e non a favore di taccuino o telecamera… mi pare una regola di ‘galateo’… Oltretutto,  a volerla dire tutta, la brutta abitudine di fare gli ‘amiconi’ nelle riunioni di partito e di sparare  a zero sui giornali o in televisione, è tipica dei partiti di ‘vecchio stampo’…  In diversi,  a partire da Travaglio, hanno fatto peraltro notare che la faccenda delle epurazioni non è nuova, anzi, proprio in questi giorni ne abbiamo avuti un paio di clamorosi esempi: da una parte Maroni che afferma: “chi non è d’accordo con la linea del Partito (ossia, con me), si accomodi fuori”, dall’altra i leader del PD siciliano che hanno intimato al Governatore Crocetta di decidere se stare fuori o dentro il PD; e attenzione, Crocetta non è un semplice parlamentare, ma il Governatore della Regione Sicilia… solo che chissà come mai, ‘sta notizia sui giornali si è letta poco e in tv mi pare se ne sia parlato ancora di meno. Non mi esibirò nella disamina della storia delle epurazioni in Italia,  in questi giorni è stata pienamente snocciolata da altri; mi limiterò solo a osservare un dato: in genere, le ‘epurazioni’ avvengono per volontà unanime di organismi di partito composti da un esiguo numero di persone… spesso poi non sono altro che non il risultato della volontà del ‘capo’ cui nessuno ha il coraggio di dire di no. Ebbene, nel caso del MoVimento 5 Stelle l’espulsione è stata votata da svariate migliaia di persone: poche? Tante? Sicuramente più che un’Assemblea, un Direttori o una Segreteria di partito… aggiungo: quelli che temono che il MoVimento Cinque Stelle sia una formazione fascistoide in cui tutti vanno appresso a Beppe Grillo, devono esserci rimasti proprio male quando si sono accorti che la maggioranza che ha votato l’espulsione della cittadina Gambaro è stata tutt’altro che bulgara, con un buon 35 per cento di elettori che si sono espressi a suo favore. Naturalmente questo è stato subito giudicato come un segno di ‘debolezza  e di frattura’; se invece a favore dell’espulsione avesse votato il 90 per cento, avrebbero tutti detto il MoVimento Cinque Stelle è un partito che ricorda il comunismo in Romania: come la giri, la giri, insomma, l’importante è parlarne male;  ma a questo si comincia ad essere abituati, anzi: comincio a pensare che prima o poi gli elettori si stuferanno di sentire sempre a parlare  a sproposito del MoVimento, e quando si accorgeranno che magari certe proposte vengono respinte dalla ‘supermaggioranza PD-PDL’, allora forse cominceranno a capire perché del MoVimento è necessario sempre  e comunque parlarne male… e questo al netto di problemi che comunque in M5S esistono e vanno risolti.