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CLASSIFICA 2021: I DISCHI

Chiamateli come volete: dischi, LP, album, full length…

Insomma, ecco qui la classifica dei migliori 15 tra quelli recensiti sul blog.

1. Savelli – Zanotti, “Italian Kidd”

2. Alek Hidell, “Ravot”

3. Fernando Fidanza, “Old Folk for New Poets”

4.Salento All Stars, “L’Era del Cigno Bianco”

5. Andrea Lorenzoni, “Felsina Ribelle”

6. NichelOdeon / InSonar & Relatives, “INCIDENTI – Lo Schianto”

7. Il Proposito, “Il Proposito”

8. Sis, “The Killer in the Looking Glass”

10. UnFauno, “Insecurity”

9. Fusaro, “Di quel che c’è non manca niente”

11. Dagma Sogna, “Interno 11”

12. Laino & Broken Seeds, “Sick to the bone”

13. Matchless, “Matchless”

14. Dellarabbia, “L’Era della Rabbia”

15. Circolo Lehmann, “Il Re delle Lepri”

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PLAYLIST 2021.1

Consueta selezione di singoli e brani estratti dai dischi recensiti sul blog.

Gaboh, ‘Tor Marancia Meccanica’

Federico Fabi, ‘Al dente’

Ludovica Leotta, ‘Sant’Agata’

Scile, ‘Come neve dentro al cuore’

Tarsia, ‘Boom’

Greta Portacci, ‘Rifiorire dentro’

Fusaro, ‘Solo un giocattolo’

Dellarabbia, ‘Il Molise non esiste’

Andrea Lorenzoni, ‘Diritto’

Salento All Stars feat. Magnitudo 12, ‘L’Orizzonte’

Il Fosco, ‘Potlach’

Fallen, ‘Leggero è il vento’

Dagma Sogna, ‘Cambierò direzione’

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ANDREA LORENZONI, “FELSINA RIBELLE” (NEW MODEL LABEL)

Cantautore e poeta per vocazione, maestro elementare di professione (o forse, viceversa) il bolognese Andrea Lorenzoni giunge al terzo lavoro solista.

Un disco su cui ‘pesano’ due circostanze: la ‘clausura forzata’ che in modo più o meno pesante abbiamo vissuto nel corso del 2020.

L’esito si dipana su otto brani, all’insegna di un rock dalla consistenza distorta, che a tratti assume qualche vaga venatura noise, con chitarre dall’attitudine quasi rabbiosa sempre in primo piano.

La scrittura va oltre il ‘consueto’: nei testi, spesso lunghi e ‘articolati’ si mescolano non solo riflessioni sulla vita amorosa, ma anche su tutto ciò che ‘gira intorno’, tra giustizia sociale, accenni a Bologna, un omaggio alla millenaria via Emilia in cui le ‘pietre miliari’ sono state sostituite dai distributori di benzina.

Un lavoro denso, di suoni e parole.

TOP 20 DISCHI 2019

Come di consueto, eccovi la mia personale classifica dei migliori dischi dell’anno appena concluso, tra quelli recensiti sul blog.

  1. LAROCCA,  VENTIZEROTRE
  2. ELECTRIC CIRCUS,  CANÍCOLA
  3. GASPARAZZO BANDABASTARDA,  PANE E MUSICA
  4. ANDREA LORENZONI, SENZA FIORI
  5. ARTURA,  MASSIVE SCRATCH SCENARIO
  6. ALEPHANT,  WHOLE
  7. AFRICA UNITE E ARCHITORTI,  IN TEMPO REALE
  8. BOB AND THE APPLE,  WANDERLUST I – II
  9. CRANCHI,  L’IMPRESA DELLA SALAMANDRA
  10. MONÊTRE, MONÊTRE
  11. PAOLA RUSSO,  NON È COLPA MIA
  12. RONCEA,  PRESENTE
  13. ALESSANDRA FONTANA, SEMPLICEMENTE
  14. LATLETA, MIRAGGI
  15. DIECICENTO35,  SECONDO ME
  16. MARELLA MOTTA,  AND EVERYTHING IN BETWEEN
  17. KEET & MORE,  OVERALLS
  18. ROAD OF KICKS, BEFORE THE STONE
  19. LEANDRO, FOSSIMO GIÀ GRANDI
  20. L’AVVERSARIO, SANGUE SANGUE

 

PLAYLIST 3 / 2019

Periodica selezione di brani tratti ai dischi recensiti sul blog.

 

Falling Fireballs        Andrea Pellicone Van Gogh Project

Pensiero portante      Gianni Venturi

La disillusione       Andrea Lorenzoni

The Hunter      The Spell Of Ducks

Cerotti       Portobello

Peter Pan     Rovere

I miei occhi            Cinque Uomini Sulla Cassa Del Morto

Instant lover        Bob And The Apple

Enaffio      Paola Russo

Polaroid     Diecicento35

ANDREA LORENZONI, “SENZA FIORI” (DIMORA RECORDS / NEW MODEL LABEL)

Secondo disco per il bolognese Andrea Lorenzoni, poeta oltre che cantante con un paio di pubblicazioni all’attivo.

A colpire, stupire per certi versi, è la varietà di un disco capace di cambiare ‘pelle’ in ognuno dei dieci pezzi: tra cantautorato, parentesi elettroniche che riecheggiano certo pop anni ’80, o all’insegna di maggiori dilatazioni, fino a sventagliate apertamente rock, con accenni grunge e qualche vaga allusione metal.

Il rischio di cadere nella ‘trappola’ di una serie di esercizi di stile finire a sé stessi è abilmente evitato, anche grazie a una sequenza che non rende troppo drastico il salto tra un’atmosfera e un’altra.

Testi spesso vagamente ermetici, giustapposizioni di pensieri, soliloqui, riflessioni su di sé, gli immancabili ‘sentimenti’ che però per una volta non sono dominanti.

“Senza fiori” è un disco di cantautorato atipico, in cui la musica è tutt’altro che secondaria rispetto alle parole, un lavoro che si stacca per suoni e temi dall’andazzo generale di troppa musica corrente italiana, ‘indie’ o meno.