Sonorità ‘Made in USA’, passate e presenti, nell’esordio del cantautore, comasco di nascita, torinese d’adozione.
Luca dell’Olio si con presenta otto brani in cui forti sono le influenze – sonore e non solo – di tutto un’immaginario che dal folk psichedelico di Crosby, Stills, Nash e Young, arriva fino a noi, con Wilco e simili.
Voce e chitarra per lo più, ma lo stesso dell’Olio è un po’ un ‘factotum’, con un pugno di collaboratori che arricchisce la sostanza sonora del tutto.
Rivoluzioni sognate ma mai realmente realizzate, riflessioni esistenziali, errori di percorso, le immancabili traversie sentimentali.
La California che si trasfigura nella più vicina Sardegna, al sole estivo della quale il disco è stato concepito: colori vividi e un cantato per lo più vivace, con episodi in cui le atmosfere si fanno più rilassate, rarefatte, con accenni quasi ‘spaziali’.